Aiuto! (43816)
ki ha i riassunti dei capitoli di cristo si è fermato a eboli?
Risposte
Levi lasciato Grassano, prima tappa del suo confino, racconta di essere giunto a Gagliano in un pomeriggio di agosto accompagnato da "due rappresentanti dello Stato, dalle bande rosse ai pantaloni e dalle facce inespressive" provando un grande dispiacere per aver dovuto dire addio a quelle terre.
Arrivato a Gagliano egli viene "scaricato e consegnato al segretario comunale" e, dopo essere stato presentato al podestà Magalone e al brigadiere, rimane solo in mezzo alla strada. Per Levi, il primo impatto è molto brusco: una prima occhiata lo convince che i tre anni di confino che avrebbe dovuto trascorrere in quel luogo sarebbero stati molto lunghi e oziosi e l'immagine del paese, così chiuso e sperduto, suggeriscono subito alla sua mente l'idea della morte.
Dopo aver osservato il paese egli si avvia verso quello che sarà il suo primo alloggio indirizzato dal segretario la cui cognata, rimasta vedova, aveva una camera che affittava ai rari viandanti di passaggio e che si trovava a pochi passi dal municipio. Dalla vedova verrà in seguito a conoscenza di molte cose riguardo al luogo e alla gente che abita il paese.
Durante la sua prima passeggiata conosce i due medici del paese, Gibilisco e Milillo, che, pur esercitando quella professione, non ne erano validi rappresentanti. Non volendo mettersi in competizione con i due "medicaciucci", come venivano definiti in paese Milillo e Gibilisco, Levi si sentirà spesso angosciato ogni qualvolta gli verrà richiesto un parere medico perché sente che l'ingenua fiducia di quei contadini che si affidano a lui "chiedeva un ricambio" ed egli, pur potendo contare su una sufficiente preparazione di studi, non aveva la pratica e la sua mentalità era molto lontana da quella scientifica "fatta di freddezza e di distacco".
Fra le persone che conosce in quei giorni ci sono don Trajella, il parroco del paese ormai rassegnato agli atteggiamenti miscredenti e superstiziosi dei contadini, e donna Caterina Magalone, sorella del podestà.
A spezzare la monotonia di quei lunghi giorni sarà l'arrivo della sorella Luisa che gli porta alcuni medicinali e strumenti per poter curare i contadini del luogo incoraggiandolo e consigliandolo.
Nella ricerca della solitudine, l'unico luogo che Carlo Levi trova è il cimitero, posizionato poco fuori dal paese. Qui egli suole sdraiarsi sul fondo di una fossa per contemplare il cielo e lì si addormenta con il cane Barone ai suoi piedi. Il cimitero è anche l'unico posto dove il paesaggio rompe la sua monotonia. È qui perciò che Levi prende l'abitudine di dipingere, spesso sorvegliato da un carabiniere mandato dal troppo prudente podestà.
Dopo aver soggiornato per venti giorni a casa della vedova, egli si trasferisce in quella che era stata la casa di don Rocco Macioppi, il precedente parroco di Gagliano; in questo luogo Levi si trova a proprio agio, soprattutto grazie al fatto che la casa è situata nella parte esterna del paese, lontano dagli sguardi inquisitori del podestà. Si presenta il problema di trovare una donna per fare le pulizie, prendere l'acqua alla fontana e gli preparasse da mangiare.Donna Caterina gli risolve il problema trovandogli come domestica, Giulia, una delle tante "streghe" di Gagliano, ovvero una di quelle donne che avevano avuto più figli da uomini diversi e che praticavano delle specie di "riti magici".
Dopo tre mesi di permanenza a Gagliano giunge da Matera il permesso di poter trascorrere alcuni giorni a Grassano, la sua precedente residenza, per sistemare alcuni effetti personali. Qui Levi torna indietro con la mente e con i ricordi, rincontra i vecchi amici ed assiste ad uno spettacolo di attori girovaghi dopo aver ottenuto il permesso di uscire alla sera dal dottor Zagarella, podestà di Grassano. Ma "i pochi giorni di Grassano" passano in fretta ed egli deve ripartire per ritornare nella solitudine Gaglianese.Ormai l'inverno è alle porte, le giornate si accorciano ed il clima peggiora. Con l'inverno giunge anche Natale e con questo un fatto increscioso: il parroco, don Trajella, pronuncia la messa natalizia ubriaco, o fingendo di essere tale, simulando inoltre la perdita della predica ed il ritrovamento "miracoloso" di una lettera spedita da parte di un contadino partito per l'America, contenente i saluti per tutto il paese. L'evento non suscita l'approvazione del podestà Magalone, che fa successivamente in modo di cacciare il buon parroco.
Un altro evento che suscita molto interesse nel paese è l'arrivo del sanaporcelle, erede dell'antica tradizione familiare di togliere le ovaie alle scrofe per farle ingrassare bene e di più.
Arriva la fine dell'anno
Verso aprile riceve un telegramma che gli annuncia la morte di un parente e la questura lo autorizza a recarsi, ben scortato, per pochi giorni a Torino. Egli vede, in questa occasione, la città con occhi nuovi: guarda con distacco amici e parenti, rendendosi conto che la sua esperienza meridionale lo aveva cambiato profondamente sia nei modi di fare sia interiormente.
Al suo ritorno in Lucania lo aspettano alcune novità, tra le quali la scomparsa di Giulia, la sua domestica, a causa della gelosia dell'attuale compagno e l'arrivo del sostituto di don Trajella, allontanato a causa degli avvenimenti natalizi.
Qualche tempo dopo, in mezzo all'euforia fascista per la conquista dell'Etiopia ed al dispiacere dei contadini, Levi riceve la liberazione dal confino e, con la descrizione del suo viaggio in treno, termina il romanzo.
Arrivato a Gagliano egli viene "scaricato e consegnato al segretario comunale" e, dopo essere stato presentato al podestà Magalone e al brigadiere, rimane solo in mezzo alla strada. Per Levi, il primo impatto è molto brusco: una prima occhiata lo convince che i tre anni di confino che avrebbe dovuto trascorrere in quel luogo sarebbero stati molto lunghi e oziosi e l'immagine del paese, così chiuso e sperduto, suggeriscono subito alla sua mente l'idea della morte.
Dopo aver osservato il paese egli si avvia verso quello che sarà il suo primo alloggio indirizzato dal segretario la cui cognata, rimasta vedova, aveva una camera che affittava ai rari viandanti di passaggio e che si trovava a pochi passi dal municipio. Dalla vedova verrà in seguito a conoscenza di molte cose riguardo al luogo e alla gente che abita il paese.
Durante la sua prima passeggiata conosce i due medici del paese, Gibilisco e Milillo, che, pur esercitando quella professione, non ne erano validi rappresentanti. Non volendo mettersi in competizione con i due "medicaciucci", come venivano definiti in paese Milillo e Gibilisco, Levi si sentirà spesso angosciato ogni qualvolta gli verrà richiesto un parere medico perché sente che l'ingenua fiducia di quei contadini che si affidano a lui "chiedeva un ricambio" ed egli, pur potendo contare su una sufficiente preparazione di studi, non aveva la pratica e la sua mentalità era molto lontana da quella scientifica "fatta di freddezza e di distacco".
Fra le persone che conosce in quei giorni ci sono don Trajella, il parroco del paese ormai rassegnato agli atteggiamenti miscredenti e superstiziosi dei contadini, e donna Caterina Magalone, sorella del podestà.
A spezzare la monotonia di quei lunghi giorni sarà l'arrivo della sorella Luisa che gli porta alcuni medicinali e strumenti per poter curare i contadini del luogo incoraggiandolo e consigliandolo.
Nella ricerca della solitudine, l'unico luogo che Carlo Levi trova è il cimitero, posizionato poco fuori dal paese. Qui egli suole sdraiarsi sul fondo di una fossa per contemplare il cielo e lì si addormenta con il cane Barone ai suoi piedi. Il cimitero è anche l'unico posto dove il paesaggio rompe la sua monotonia. È qui perciò che Levi prende l'abitudine di dipingere, spesso sorvegliato da un carabiniere mandato dal troppo prudente podestà.
Dopo aver soggiornato per venti giorni a casa della vedova, egli si trasferisce in quella che era stata la casa di don Rocco Macioppi, il precedente parroco di Gagliano; in questo luogo Levi si trova a proprio agio, soprattutto grazie al fatto che la casa è situata nella parte esterna del paese, lontano dagli sguardi inquisitori del podestà. Si presenta il problema di trovare una donna per fare le pulizie, prendere l'acqua alla fontana e gli preparasse da mangiare.Donna Caterina gli risolve il problema trovandogli come domestica, Giulia, una delle tante "streghe" di Gagliano, ovvero una di quelle donne che avevano avuto più figli da uomini diversi e che praticavano delle specie di "riti magici".
Dopo tre mesi di permanenza a Gagliano giunge da Matera il permesso di poter trascorrere alcuni giorni a Grassano, la sua precedente residenza, per sistemare alcuni effetti personali. Qui Levi torna indietro con la mente e con i ricordi, rincontra i vecchi amici ed assiste ad uno spettacolo di attori girovaghi dopo aver ottenuto il permesso di uscire alla sera dal dottor Zagarella, podestà di Grassano. Ma "i pochi giorni di Grassano" passano in fretta ed egli deve ripartire per ritornare nella solitudine Gaglianese.Ormai l'inverno è alle porte, le giornate si accorciano ed il clima peggiora. Con l'inverno giunge anche Natale e con questo un fatto increscioso: il parroco, don Trajella, pronuncia la messa natalizia ubriaco, o fingendo di essere tale, simulando inoltre la perdita della predica ed il ritrovamento "miracoloso" di una lettera spedita da parte di un contadino partito per l'America, contenente i saluti per tutto il paese. L'evento non suscita l'approvazione del podestà Magalone, che fa successivamente in modo di cacciare il buon parroco.
Un altro evento che suscita molto interesse nel paese è l'arrivo del sanaporcelle, erede dell'antica tradizione familiare di togliere le ovaie alle scrofe per farle ingrassare bene e di più.
Arriva la fine dell'anno
Verso aprile riceve un telegramma che gli annuncia la morte di un parente e la questura lo autorizza a recarsi, ben scortato, per pochi giorni a Torino. Egli vede, in questa occasione, la città con occhi nuovi: guarda con distacco amici e parenti, rendendosi conto che la sua esperienza meridionale lo aveva cambiato profondamente sia nei modi di fare sia interiormente.
Al suo ritorno in Lucania lo aspettano alcune novità, tra le quali la scomparsa di Giulia, la sua domestica, a causa della gelosia dell'attuale compagno e l'arrivo del sostituto di don Trajella, allontanato a causa degli avvenimenti natalizi.
Qualche tempo dopo, in mezzo all'euforia fascista per la conquista dell'Etiopia ed al dispiacere dei contadini, Levi riceve la liberazione dal confino e, con la descrizione del suo viaggio in treno, termina il romanzo.