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Forma affermativa
§ 2. Forma affermativa. La proposizione affermativa è costituita dal semplice verbo o predicato, non accompagnato cioè da voci nè di senso negativo, nè di senso interrogativo; p. es. io leggo; l’uomo è ragionevole. La proposizione affermativa si rinforza talvolta facendola subordinata a un’altra proposizione formata con un verbo di significato generalissimo (essere, avvenire, accadere e sim.); p. es. invece di dire io leggo, posso dire, avviene ch’io leggo, gli è ch’io leggo. Quando avvien che un zeffiretto Per diletto Bagni il piè nell’onde chiare ecc. Chiabrera. – S’egli è che sì la destra costa giaccia, Che noi possiam nell’altra bolgia scendere, Noi fuggirem l’immaginata caccia. Dante.
§ 4. Forma negativa. La proposizione negativa accompagna il verbo con parole di negazione, le quali possono essere avverbii o pronomi. Gli avverbii di negazione sono non e nè equivalente a e non, e i composti di questo, neppure, nemmeno, neanche e nelle proposizioni implicite e nei complementi la prep. senza. I pronomi negativi sono nessuno o niuno e nulla o niente. (Vedi P. I, cap. X, § 29 e seg.).
Non e nè hanno di per sè forza negativa, tanto se siano anteposti, quanto se siano posposti al verbo principale d’una proposizione; p. es. non voleva mangiare nè bere; posso non concedergli quello che desidera; non dico questo nè cotesto. Quindi se siano ripetuti (nè .... non, nè .... non) mutano il senso della proposizione di negativo in affermativo; p. es. non posso non farlo, nè vorrei, anche potendo, non farlo, che equivale a dire: debbo farlo e vorrei farlo. – Trovandomi, si può dire, alla foresta, non posso non essere esposto a tutti che mi vengono innanzi. Caro. Lo stesso avviene della prep. senza preceduta da non o nè. Non senza maraviglia (= con maraviglia) ho più volte considerato donde nasca un errore ecc. Castiglione.
§ 5. Gli altri avverbii negativi nemmeno ecc. e anche nè .... nè ecc. usate in modo correlativo, e così pure i pronomi nessuno, nulla, niente, conservano di per sè forza negativa, soltanto quando siano anteposti al verbo principale della proposizione; p. es. nè questo, nè quello mi piace; neppur questo fa per me; nessuno mi lusinga. – Nè anche dee spaventarvi il ricevere qualche mal termine. Segneri. – Ove siano posposti non fanno che continuare una negazione precedente, onde è necessario che il verbo sia accompagnato da non, nè, senza; p. es. non posso veder nissuno, nè trovar nulla di buono, nemmeno una minima cosa; partì senza dir nulla a nessuno. Non mi piace nè questo, nè quello, non voglio neppur cotesto. – Dal non avere nè mangiato, nè bevuto, nè dormito era indebolito.
Proposizioni negative in senso affermativo
§ 11. Proposizioni negative in senso affermativo. Spesso si usa la forma negativa o per attenuare un’affermazione o, all’opposto, per rafforzarla escludendo qualunque altro caso fuori di quello affermato come vero e certo.
Per attenuare si adopera la doppia negativa, che, come dicevamo (vedi sopra, § 4), prende di sua natura senso affermativo. Non .... non, nè .... non, non .... senza. Un vivere senza travagli e non senza decoro. Giordani.
Per rafforzare si adoprano le forme non essere altro .... che, non .... che e sim. Commedia, per mio avviso, altro non è se non che una rappresentazione di qualche lieto avvenimento ecc. F. Zanotti. – Qualche composizione ecc. che venendo da te, non sarà che piena di leggiadria e di gentilezza. Menzini.
Affermative e negative ristrette
§ 12. Affermative e negative ristrette. Tanto la proposizione affermativa, quanto la negativa hanno nella nostra lingua un equivalente in un semplice monosillabo che in certi casi rafforza, ripetendola, la proposizione medesima. Essi sono sì (affine a così) per l’affermativa; no (apocope da non) per la negativa. Oltre ad usarsi nelle risposte (vedi questo capit. più oltre, § 16), si adoprano anche nei seguenti casi:
per raccogliere la forza dell’affermazione o della negazione in una parte della proposizione; nel qual caso l’avverbio si pospone alla parola da mettersi in maggior luce, e vi si appicca il resto della propos, mediante la cong. che. Or sì che mi pare che tu favelli fuor di proposito. Firenzuola. – Questa sì che è nuova. Manzoni. Talora anche con no: questo no che noi voglio, lui no che non l’amo;
http://www.dizionario-italiano.it/grammatica-italiana/grammatica-246.php
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Forma affermativa
§ 2. Forma affermativa. La proposizione affermativa è costituita dal semplice verbo o predicato, non accompagnato cioè da voci nè di senso negativo, nè di senso interrogativo; p. es. io leggo; l’uomo è ragionevole. La proposizione affermativa si rinforza talvolta facendola subordinata a un’altra proposizione formata con un verbo di significato generalissimo (essere, avvenire, accadere e sim.); p. es. invece di dire io leggo, posso dire, avviene ch’io leggo, gli è ch’io leggo. Quando avvien che un zeffiretto Per diletto Bagni il piè nell’onde chiare ecc. Chiabrera. – S’egli è che sì la destra costa giaccia, Che noi possiam nell’altra bolgia scendere, Noi fuggirem l’immaginata caccia. Dante.
§ 4. Forma negativa. La proposizione negativa accompagna il verbo con parole di negazione, le quali possono essere avverbii o pronomi. Gli avverbii di negazione sono non e nè equivalente a e non, e i composti di questo, neppure, nemmeno, neanche e nelle proposizioni implicite e nei complementi la prep. senza. I pronomi negativi sono nessuno o niuno e nulla o niente. (Vedi P. I, cap. X, § 29 e seg.).
Non e nè hanno di per sè forza negativa, tanto se siano anteposti, quanto se siano posposti al verbo principale d’una proposizione; p. es. non voleva mangiare nè bere; posso non concedergli quello che desidera; non dico questo nè cotesto. Quindi se siano ripetuti (nè .... non, nè .... non) mutano il senso della proposizione di negativo in affermativo; p. es. non posso non farlo, nè vorrei, anche potendo, non farlo, che equivale a dire: debbo farlo e vorrei farlo. – Trovandomi, si può dire, alla foresta, non posso non essere esposto a tutti che mi vengono innanzi. Caro. Lo stesso avviene della prep. senza preceduta da non o nè. Non senza maraviglia (= con maraviglia) ho più volte considerato donde nasca un errore ecc. Castiglione.
§ 5. Gli altri avverbii negativi nemmeno ecc. e anche nè .... nè ecc. usate in modo correlativo, e così pure i pronomi nessuno, nulla, niente, conservano di per sè forza negativa, soltanto quando siano anteposti al verbo principale della proposizione; p. es. nè questo, nè quello mi piace; neppur questo fa per me; nessuno mi lusinga. – Nè anche dee spaventarvi il ricevere qualche mal termine. Segneri. – Ove siano posposti non fanno che continuare una negazione precedente, onde è necessario che il verbo sia accompagnato da non, nè, senza; p. es. non posso veder nissuno, nè trovar nulla di buono, nemmeno una minima cosa; partì senza dir nulla a nessuno. Non mi piace nè questo, nè quello, non voglio neppur cotesto. – Dal non avere nè mangiato, nè bevuto, nè dormito era indebolito.
Proposizioni negative in senso affermativo
§ 11. Proposizioni negative in senso affermativo. Spesso si usa la forma negativa o per attenuare un’affermazione o, all’opposto, per rafforzarla escludendo qualunque altro caso fuori di quello affermato come vero e certo.
Per attenuare si adopera la doppia negativa, che, come dicevamo (vedi sopra, § 4), prende di sua natura senso affermativo. Non .... non, nè .... non, non .... senza. Un vivere senza travagli e non senza decoro. Giordani.
Per rafforzare si adoprano le forme non essere altro .... che, non .... che e sim. Commedia, per mio avviso, altro non è se non che una rappresentazione di qualche lieto avvenimento ecc. F. Zanotti. – Qualche composizione ecc. che venendo da te, non sarà che piena di leggiadria e di gentilezza. Menzini.
Affermative e negative ristrette
§ 12. Affermative e negative ristrette. Tanto la proposizione affermativa, quanto la negativa hanno nella nostra lingua un equivalente in un semplice monosillabo che in certi casi rafforza, ripetendola, la proposizione medesima. Essi sono sì (affine a così) per l’affermativa; no (apocope da non) per la negativa. Oltre ad usarsi nelle risposte (vedi questo capit. più oltre, § 16), si adoprano anche nei seguenti casi:
per raccogliere la forza dell’affermazione o della negazione in una parte della proposizione; nel qual caso l’avverbio si pospone alla parola da mettersi in maggior luce, e vi si appicca il resto della propos, mediante la cong. che. Or sì che mi pare che tu favelli fuor di proposito. Firenzuola. – Questa sì che è nuova. Manzoni. Talora anche con no: questo no che noi voglio, lui no che non l’amo;
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§ 2. Forma affermativa. La proposizione affermativa è costituita dal semplice verbo o predicato, non accompagnato cioè da voci nè di senso negativo, nè di senso interrogativo; p. es. io leggo; l’uomo è ragionevole. La proposizione affermativa si rinforza talvolta facendola subordinata a un’altra proposizione formata con un verbo di significato generalissimo (essere, avvenire, accadere e sim.); p. es. invece di dire io leggo, posso dire, avviene ch’io leggo, gli è ch’io leggo. Quando avvien che un zeffiretto Per diletto Bagni il piè nell’onde chiare ecc. Chiabrera. – S’egli è che sì la destra costa giaccia, Che noi possiam nell’altra bolgia scendere, Noi fuggirem l’immaginata caccia. Dante.
§ 4. Forma negativa. La proposizione negativa accompagna il verbo con parole di negazione, le quali possono essere avverbii o pronomi. Gli avverbii di negazione sono non e nè equivalente a e non, e i composti di questo, neppure, nemmeno, neanche e nelle proposizioni implicite e nei complementi la prep. senza. I pronomi negativi sono nessuno o niuno e nulla o niente. (Vedi P. I, cap. X, § 29 e seg.).
Non e nè hanno di per sè forza negativa, tanto se siano anteposti, quanto se siano posposti al verbo principale d’una proposizione; p. es. non voleva mangiare nè bere; posso non concedergli quello che desidera; non dico questo nè cotesto. Quindi se siano ripetuti (nè .... non, nè .... non) mutano il senso della proposizione di negativo in affermativo; p. es. non posso non farlo, nè vorrei, anche potendo, non farlo, che equivale a dire: debbo farlo e vorrei farlo. – Trovandomi, si può dire, alla foresta, non posso non essere esposto a tutti che mi vengono innanzi. Caro. Lo stesso avviene della prep. senza preceduta da non o nè. Non senza maraviglia (= con maraviglia) ho più volte considerato donde nasca un errore ecc. Castiglione.
§ 5. Gli altri avverbii negativi nemmeno ecc. e anche nè .... nè ecc. usate in modo correlativo, e così pure i pronomi nessuno, nulla, niente, conservano di per sè forza negativa, soltanto quando siano anteposti al verbo principale della proposizione; p. es. nè questo, nè quello mi piace; neppur questo fa per me; nessuno mi lusinga. – Nè anche dee spaventarvi il ricevere qualche mal termine. Segneri. – Ove siano posposti non fanno che continuare una negazione precedente, onde è necessario che il verbo sia accompagnato da non, nè, senza; p. es. non posso veder nissuno, nè trovar nulla di buono, nemmeno una minima cosa; partì senza dir nulla a nessuno. Non mi piace nè questo, nè quello, non voglio neppur cotesto. – Dal non avere nè mangiato, nè bevuto, nè dormito era indebolito.
Proposizioni negative in senso affermativo
§ 11. Proposizioni negative in senso affermativo. Spesso si usa la forma negativa o per attenuare un’affermazione o, all’opposto, per rafforzarla escludendo qualunque altro caso fuori di quello affermato come vero e certo.
Per attenuare si adopera la doppia negativa, che, come dicevamo (vedi sopra, § 4), prende di sua natura senso affermativo. Non .... non, nè .... non, non .... senza. Un vivere senza travagli e non senza decoro. Giordani.
Per rafforzare si adoprano le forme non essere altro .... che, non .... che e sim. Commedia, per mio avviso, altro non è se non che una rappresentazione di qualche lieto avvenimento ecc. F. Zanotti. – Qualche composizione ecc. che venendo da te, non sarà che piena di leggiadria e di gentilezza. Menzini.
Affermative e negative ristrette
§ 12. Affermative e negative ristrette. Tanto la proposizione affermativa, quanto la negativa hanno nella nostra lingua un equivalente in un semplice monosillabo che in certi casi rafforza, ripetendola, la proposizione medesima. Essi sono sì (affine a così) per l’affermativa; no (apocope da non) per la negativa. Oltre ad usarsi nelle risposte (vedi questo capit. più oltre, § 16), si adoprano anche nei seguenti casi:
per raccogliere la forza dell’affermazione o della negazione in una parte della proposizione; nel qual caso l’avverbio si pospone alla parola da mettersi in maggior luce, e vi si appicca il resto della propos, mediante la cong. che. Or sì che mi pare che tu favelli fuor di proposito. Firenzuola. – Questa sì che è nuova. Manzoni. Talora anche con no: questo no che noi voglio, lui no che non l’amo;
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§ 2. Forma affermativa. La proposizione affermativa è costituita dal semplice verbo o predicato, non accompagnato cioè da voci nè di senso negativo, nè di senso interrogativo; p. es. io leggo; l’uomo è ragionevole. La proposizione affermativa si rinforza talvolta facendola subordinata a un’altra proposizione formata con un verbo di significato generalissimo (essere, avvenire, accadere e sim.); p. es. invece di dire io leggo, posso dire, avviene ch’io leggo, gli è ch’io leggo. Quando avvien che un zeffiretto Per diletto Bagni il piè nell’onde chiare ecc. Chiabrera. – S’egli è che sì la destra costa giaccia, Che noi possiam nell’altra bolgia scendere, Noi fuggirem l’immaginata caccia. Dante.
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Non e nè hanno di per sè forza negativa, tanto se siano anteposti, quanto se siano posposti al verbo principale d’una proposizione; p. es. non voleva mangiare nè bere; posso non concedergli quello che desidera; non dico questo nè cotesto. Quindi se siano ripetuti (nè .... non, nè .... non) mutano il senso della proposizione di negativo in affermativo; p. es. non posso non farlo, nè vorrei, anche potendo, non farlo, che equivale a dire: debbo farlo e vorrei farlo. – Trovandomi, si può dire, alla foresta, non posso non essere esposto a tutti che mi vengono innanzi. Caro. Lo stesso avviene della prep. senza preceduta da non o nè. Non senza maraviglia (= con maraviglia) ho più volte considerato donde nasca un errore ecc. Castiglione.
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Per attenuare si adopera la doppia negativa, che, come dicevamo (vedi sopra, § 4), prende di sua natura senso affermativo. Non .... non, nè .... non, non .... senza. Un vivere senza travagli e non senza decoro. Giordani.
Per rafforzare si adoprano le forme non essere altro .... che, non .... che e sim. Commedia, per mio avviso, altro non è se non che una rappresentazione di qualche lieto avvenimento ecc. F. Zanotti. – Qualche composizione ecc. che venendo da te, non sarà che piena di leggiadria e di gentilezza. Menzini.
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§ 12. Affermative e negative ristrette. Tanto la proposizione affermativa, quanto la negativa hanno nella nostra lingua un equivalente in un semplice monosillabo che in certi casi rafforza, ripetendola, la proposizione medesima. Essi sono sì (affine a così) per l’affermativa; no (apocope da non) per la negativa. Oltre ad usarsi nelle risposte (vedi questo capit. più oltre, § 16), si adoprano anche nei seguenti casi:
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