Traduzione di un testo
Ragazzi, ho davvero troppi compiti per le vacanze :dontgetit
Per favore qualcuno mi può aiutare con la traduzione di questo brano?
Grazie infinite fin da ora!
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I suoi capelli erano bianchi, ma non li aveva persi (lett. non ne aveva perso nessuno): i suoi grandi baffi penzolanti, tra il bianco, conservavano un tocco di rosso: le lenti dei suoi occhiali, che non riusciva a mettere dritti, non erano stati cambiati dalla mezza età. I suoi occhi sgranati erano rimasti innocentemente divertiti. Per una qualche combinazione genetica lui aveva perso le iridi blu scuro che erano predominanti nella famiglia: suo padre le aveva avute e tutti noi altri: quelle di Charlie, mentre guardava attentamente il padre di fronte al camino, in quella luce non sembravano blu ma neri. Quelle di mio padre non erano sbiadite, ma erano molto luminose, che lo facevano sembrare più innocente. Da seduto sembrava anche più grande di quello che era, poiché le sue gambe erano corte e la sua testa sproporzionatamente grande. Un bollitore stava bollendo (scusa il gioco di parole) sul piano cottura tra loro. Mio padre non aveva prestato attenzione a Charles finora, tranne una o due volte per parlargli, con distaccata allegria, col mio nome Christian o con quello di mio fratello Martin. Charles, d'altra parte, gli prestava completa attenzione. Charles aveva conosciuto molte persone, alcune eccezionali, molte che il mondo chiama di successo: ma suo nonno era diverso da chiunque. Questa era una prova, non solo di legami naturali, ma anche di intuizione. Allo stesso tempo Charles, non avevo dubbi, stava ascoltando il delicato accento della zona interna, del quale Charles poteva sentire le tracce rimanenti in me. "Bene, giovanotto", disse mio padre, lasciando la nomenclatura appena parlò a Charles, "suppongo tu sia pronto per il tuo te, giusto? Io sì". Gentilmente Charles disse che lo era. "Sono sempre per il mio te" disse mio padre, "Se non posso fare altro, posso sempre liberarmi del mio tè". Gridò con vaga soddisfazione e cantò poche righe di una canzone che non conoscevo, con una voce ancora sorprendentemente forte. Efficientemente, molto abilmente, come un uomo abituato a badare a se stesso, preparò il tè. "Uno, due, tre cucchiaiate e uno per la tazza" cantò. Si trascinò per la stanza e preparava l'occorrente per il tè. Preparò anche un grande piatto di dolci, crostate di marmellata, di crema pasticcera, eclairs (pasticcini), marzapane. "Come dico sempre", rimarcò mio padre, "non c'è mai niente di abbastanza dolce per il tuo tè". Non ero d'accordo, ma Charles sì. Poteva essere acuto al di là dei suoi anni, ma aveva l'appetito di un quindicenne in buona salute: e quindi, mentre io bevevo una tazza di tè e fumavo una sigaretta, nonno e nipote, con oltre settant'anni di differenza, sedevano sulle parti opposte del camino - in silenzio, tranne che per i grati rumori delle labbra sotto i baffi - mangiando i dolci. Non solo un dolce, ma due, quattro, sei. Quando finirono il piatto, mio padre singhiozzò soddisfatto e girò gli occhi gentili verso di me.
:hi
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