Versione-Frasi
Buongiorno,potreste aiutarmi a tradurre la versione n.64 e a tradurre le proposizioni dell'esercizio n.62(dalla frase 5 alla frase 8) a pag 270 del libro "Atena Esercizi 1"?
In allegato c'è la foto della versione e delle frasi e,se possibilmente entro domani sera,per favore.
Vi ringrazio.
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Miglior risposta
Es. 62
5 - Giammai rendiamo noi stessi schiavi del denaro.
6 - Il re Artaserse ritiene giusto che siano suoi i territori dell'Asia e delle isole Clazomene e Cipro, mentre (ritiene giusto) lasciare autonomi gli altri territori greci sia piccoli sia grandi eccetto Lemno, Imbro e Sciro: e che questi territori, come in origine, siano degli Ateniesi.
7 - Pensate che a voi stessi si addice la giustizia e la mitezza.
8 - Degli dei volenti, troviamo i comportamenti utili a noi stessi.
Aggiunto 7 minuti più tardi:
Il noce e i passanti
In una strada isolata c'è un noce ombroso. Poiché talvolta i passanti lo colpiscono con delle pietre, il noce, gemendo, dice a sé: "Io sono sventurato perché in cambio dei miei benefici e dei frutti ricevo sofferenze e ingiustizia. Essi, dapprima, si rallegrano dei frutti e della mia ombra, ma poi mi colpiscono con le pietre, essendo ingrati di ogni cosa". La favola è adatta agli ingrati i quali danneggiano i loro stessi benefattori.
5 - Giammai rendiamo noi stessi schiavi del denaro.
6 - Il re Artaserse ritiene giusto che siano suoi i territori dell'Asia e delle isole Clazomene e Cipro, mentre (ritiene giusto) lasciare autonomi gli altri territori greci sia piccoli sia grandi eccetto Lemno, Imbro e Sciro: e che questi territori, come in origine, siano degli Ateniesi.
7 - Pensate che a voi stessi si addice la giustizia e la mitezza.
8 - Degli dei volenti, troviamo i comportamenti utili a noi stessi.
Aggiunto 7 minuti più tardi:
Il noce e i passanti
In una strada isolata c'è un noce ombroso. Poiché talvolta i passanti lo colpiscono con delle pietre, il noce, gemendo, dice a sé: "Io sono sventurato perché in cambio dei miei benefici e dei frutti ricevo sofferenze e ingiustizia. Essi, dapprima, si rallegrano dei frutti e della mia ombra, ma poi mi colpiscono con le pietre, essendo ingrati di ogni cosa". La favola è adatta agli ingrati i quali danneggiano i loro stessi benefattori.
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