Testo relativo a Platone x domani

dodda
ciao a tutti devo fare un testo per domani e la consegna è questa:" a partire dalle due mappe.. (sono 2 mappe riassuntive del mito della caverna e del mito del carro alato sl mio libro)..esponi in un testo la concezione paltonica della verità evidenziando il rapporto tra etica e conoscenza."


Sapete aiutarmi? non mi interessa roba scaricata da internet, ho bisogno di una mano da chi ci capisce qualcosa di qst argomenti.
Avevo pensato di parlare di come si arriva al mondo intelleggibile attraverso qst 2 miti e poi parlare della conoscenza,sulla verità ho qlc idea.. ma sull'etica?

non pretendo che mi scriviate il testo intero ma solo qlc appunto da cui trarre spunto. GRAZIE MILLE

Risposte
Francy1982
ciao alla prossima!

dodda
tranqui va benissimo.. grazie ancora, ciao =)

Francy1982
beh diciamo che usa il mito per spiegare quanto la reminiscenza e quindi la ricerca del bene e del bello, serva per ricordare ciò che si è visto, in anima, nel mondo delle idee...

anche i mio testo va un po sistemato l'ho scritto in fretta e furia...

dodda
Grazie!!!!! mi sei stata davvero di grande aiuto..io avevo tirato giù un testo in brutta ma era illeggibile..eheh il tuo è melto meglio..cercherò di creare un bel lavoro per domani. GRAZIE ancora ;)

Aggiunto 4 minuti più tardi:

è sbagliato dire che Platone usa il mito del carro alato per spiegare la tesi della reminescienza?

Francy1982
In questi due miti vediamo l'importanza che Platone da all'etica, il bene per lui è l'origine di tutto: tutte le idee sono sovrastate dall'idea di Bene. Platone usa il mito della biga alata per spiegare il rapporto tra l’uomo e il mondo delle idee, per Platone l'anima dell'uomo prima di incarnarsi conosce le idee e la paragona per questo ad una biga con un cavallo è nero ed uno è bianco il primo è la parte razionale dell'uomo che tende al mondo empirico senza di cui l'uomo non potrebbe nascere il secondo è la parte che eleva l'uomo al mondo delle idee, tale biga ruota intorno alle idee e le riesce a vedere, ma dopo un po cede alla forza del cavallo nero che la spinge verso il basso, verso "un corpo" in cui si incarna, non tutte le bighe riescono a vedere tutte le idee e nel momento dell’incarnazione l’anima dimentica la sua vita passata e tutto ciò che ha visto nel mondo delle idee, ma tali ricordi, secondo Platone, non sono cancellati del tutto: nella vita empirica l’uomo deve sforzarsi di ricordare ciò che era prima di nascere e ciò che aveva visto nel mondo delle idee. La conoscenza avviene tramite la ricerca del Bene/bello, in questa ricerca l'uomo ricorda tramite un processo di reminiscenza.

Nel mito della caverna Platone spiega, servendosi delle metafore, la missione del filosofo: ha la funzione di aprire gli occhi agli altri uomini indicandogli la via ella verità. Per Platone il filosofo è l'unico che in anima ha visto l'idea di BENE (quindi per rifarci al mito di prima la sua auriga ha visto l'idea di bene/bello) e per questo la sua missione è quella di distogliere gli uomini dalle cose che essi "credono vere" ma che in realtà non lo sono. Il mito della caverna segue una doppia via:
1. quella ontologica, dell’essere
2. quella gnoseologica, della conoscenza
Nel mito della Caverna coincidono l’aspetto sensibile, quello intellettuale e quello matematico. La caverna ha un percorso fatto di tappe precise e non meditative:
* inizio: l’uomo è legato nella caverna e davanti a se, proiettate su un muro, vede le ombre delle statuette che sono dietro alle sue spalle. Egli scambia quelle ombre con la realtà = qui è chiaro che le ombre che gli uomini pensano essere reali non rappresentano la realtà, ma solo ciò che l'uomo è abituato a vedere, che considera come reali e che si abitua a pensarle come reali
* momento della dòxa: prevede una conoscenza prima dei sensi e poi una conoscenza intellettiva. L’uomo sempre dentro la caverna riesce a slegarsi e si accorge che quello che pensava fosse la realtà altro non è che l’ombra delle statuette poste alle sue spalle, vediamo come il filosofo ha la forza di slegarsi e di accettare che quello che ha visto fino a quel momento non è reale, ma proiezione di statuette, ovvero la proiezione di qualcosa che di per sé già è falso: una statuetta! A questo punto l’uomo prende forza e decide di uscire dalla caverna, il filosofo uscendo compie un atto di coraggio, perché cambia radicalmente la sua visione del reale.
* momento della verità: l’uomo progressivamente conosce la realtà, uscito dalla caverna infatti l'uomo vede le cose alla luce del sole, il sole è metafora del bene, che tutto illumina e che tutto fa essere, ma l'uomo in questione non è abituato a vedere il sole non può contemplarlo direttamente, né vedere da subito le cose da esso illuminate per questo dapprima, allontanatosi ormai dalle false credenze, osserva le cose proiettate nell’acqua, ovvero osserva l'immagine delle cose reali, che ancora non contempla direttamente poi piano piano i suoi occhi si abituano al sole e si prepara all'ultimo stadio, quello in cui l'uomo vede il bene: si abitua e può vedere grazie al sole e alla sua luce che tutto illumina e tutto fa essere.
Il bene si identifica qui con il sole, entrambi fanno essere tutte le cose che a loro tendono e che è bene che siano. Quest’uomo che si è liberato dalla Caverna e che ha visto il bene ora ha come missione, per Platone, quella di tornare dentro la Caverna e di dire agli altri uomini che sono ancora legati ciò che ha visto, di illuminarli al bene e alla realtà. Naturalmente egli sarà schernito, ma questa è la sua missione, egli è il filosofo.

Questa discussione è stata chiusa