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carmen.mennella.9
devo fare un testo di filosofia dove metto a confronto il mito della caverna e la copertina di un film che si intitola RADIOFRECCIA devo fare un parallelismo di questa cosa.
MITO DELLA CAVERNA:
Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.

Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muretto lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone. Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l'attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un'eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.

Mentre un personaggio esterno avrebbe un'idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (ricordando che sono incatenati fin dall'infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali.

Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l'uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del sole ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.


Illustrazione del mito in un'incisione del 1604 di Jan Saenredam. I prigionieri immobilizzati davanti al muro, incapacitati nel guardare indietro, fissano la parete e vedendo delle ombre, in realtà modellini proiettati dalla luce di una torcia, credono che esse siano vere figure umane.
Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s'irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.

Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell'acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell'acqua, e capirebbe che:

« è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano. »
(Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c - d, trad.: Franco Sartori)
Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all'ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con "gli occhi rovinati". Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento e, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.
TRAMA FIL RADIOFRECCIA:


« Te sta' dentro, che qua fuori è un brutto mondo! »
(Freccia)
È la notte del 20 giugno 1993: Bruno Iori, il deejay di Radiofreccia, all'alba del diciottesimo anniversario della fondazione della stessa, decide di chiuderla. Prima di farlo rievoca gli anni passati, partendo proprio dagli episodi che portarono alla creazione di quella che un tempo era Radio Raptus. Il lungo flashback parte dal 1975, in una piccola città del reggiano, mai esplicitamente nominata, anche se alcuni elementi visivi la identificano con Correggio, il borgo di Ligabue.

Il periodo è caratterizzato dalla fondazione di molte radio libere e così anche Bruno, ragazzo affascinato dalla musica, fonda la propria radio, chiamata Raptus. Aiutato dai suoi amici Iena, Tito, Boris, e soprattutto Freccia, Bruno vedrà crescere sempre di più la sua radio, che però perderà la connotazione di libertà per diventare sempre più una realtà commerciale.

La vita dei suoi amici, tra scherzi, scampagnate, serate al bar di Adolfo e vicissitudini familiari, non sarà semplice. Tito tenterà di uccidere il padre che abusava della sorella, mentre Iena sposerà una donna che lo tradirà con Boris il giorno stesso delle nozze, durante il ricevimento. La sorte peggiore toccherà però a Freccia, che cadrà nella tossicodipendenza a causa della sua relazione con una ragazza eroinomane.

La sua dipendenza gli farà perdere il lavoro e gli procurerà diverse frizioni con i suoi amici, ed in particolar modo con Bruno, e gli causerà molti guai con la giustizia. L'amore di Marzia lo farà riprendere, ma la delusione d'amore con Cristina, la cugina della moglie di Iena lo farà ripiombare fatalmente nella droga. Dopo la sua morte, Radio Raptus verrà ribattezzata, in suo onore, Radiofreccia.

Risposte
carmen.mennella.9
ok :)

melody_gio
Ciao Carmen,
cerca di produrre tu un testo e noi ti aiuteremo con gli sviluppi e con la correzione del testo.

Ciao,
Giorgia.

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