Gaetano mosca

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pensiero poitico di Gaetano Mosca

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Jessica93
Insieme a Vilfredo Pareto e a Robert Michels, Gaetano Mosca è uno dei più importanti esponenti della corrente di pensiero elitistica.

Mosca, nella sua analisi sul potere politico, critica la tripartizione aristotelica delle forme di governo ( Monarchia, Oligarchia, Democrazia). Egli sostiene che esiste una sola forma di governo e di classe politica, cioè, l'oligarchia. Mosca fa tale affermazione perché sostiene che in ogni società vi sono due classi di persone: i governanti (che sono le élite che hanno il potere politico) ed i governati (il resto della società). Secondo Mosca la élite al potere è organizzata in modo tale da mantenere a lungo la propria posizione e tutelare i propri interessi, anche utilizzando i mezzi pubblici a sua disposizione.

Per questi motivi egli ritiene che la democrazia, il parlamentarismo, il socialismo siano solo delle utopie, delle teorie politiche per legittimare e mantenere un potere che è sempre in mano a pochi uomini. Infine, egli sostiene che vi è una riproduzione del potere per via democratica quando l'oligarchia permette, ai membri di qualsiasi classe sociale, l'ingresso al suo interno; vi è una riproduzione del potere per via aristocratica quando il ricambio avviene sempre all'interno della élite. Questo ricambio dipende anche dalla situazione dello stato in quel preciso momento, infatti in una condizione di guerra, l'accesso alla classe politica sarà facilitato a generali, comandanti etc.

Mosca fu senatore durante il periodo liberale e, essendo la carica vitalizia, anche durante il fascismo, ideologia con cui non si trovò assolutamente d'accordo e che lo fece riflettere sul valore di quel parlamentarismo tanto criticato nelle sue prime opere.

Mosca si occupò esclusivamente delle élites politiche, anche se non ricorse al termine élite ma al termine classe politica: il ruolo di conduzione della società è, infatti, eminentemente politico.

Nel suo pensiero, ci sono due casi ricorrenti della vita politica i quali sono solo fenomeni apparenti:
vi è un uomo solo al comando,
l’élite si fa scalzare dalla massa mossa dal malcontento.

Nel primo caso l’autocrazia si basa su una classe politica, chi è a capo del governo non può muovere contro la classe politica: principio dell’organizzazione. Nel secondo caso, la massa, nonostante creda di poter scalzare definitivamente un’élite, emanerà di nuovo una ristretta classe politica, perché senza classe politica non si governa.

Cos’è l’organizzazione? È ciò che permette alla minoranza di erigersi sulla maggioranza disorganizzata; la minoranza è organizzata in quanto è possibile darsi un'organizzazione solo tra pochi, non tra molti. È necessaria una formula politica per giustificare l’esistenza di una determinata classe politica, in caso contrario nessuno accetterebbe di farsi governare. Il venir meno dell’accettazione della formula politica è causa di mobilità: si instaurerà una nuova classe politica giustificata da una più attuale ed accettabile formula politica. È vero, come ci ha insegnato Karl Marx, dice Mosca, che la storia dell’umanità è una storia di lotta, ma non si tratta di lotta economica, bensì di lotta politica. È lotta tra una minoranza che vuole continuare ad essere classe politica e un’altra minoranza che aspira a diventarlo. La formula politica può essere ricondotta al concetto di principio di sovranità; viene escogitata artificialmente, ad arte, per esercitare il potere.

Le formule politiche non sono, comunque, semplici ciarlatanerie: sono sottese da un bisogno antropologico, l’uomo per obbedire a un comando ricerca una giustificazione. Nel 1883 scrive “Teorica dei governi e del governo parlamentare” e si interroga sul fatto che chi ha diritto di voto possa in realtà incidere sulla scelta delle élites. Egli giunge a una visione pessimistica: anche in un sistema rappresentativo, in realtà, non siamo noi a scegliere i nostri rappresentanti ma sono i nostri rappresentanti che si fanno scegliere da noi (ad esempio con il ricorso alle liste bloccate). L’elettorato incide, perciò, poco sulle scelte: l’allargamento potrebbe stare in un allargamento della base elettorale che porti verso un sistema maggiormente democratico.

Secondo Mosca ci sono due principi alla base delle classi politiche: quello autocratico (dall’alto al basso, proprio delle classi politiche aristocratiche) e quello liberale (dal basso all’alto, proprio delle classi politiche democratiche). Tali correlazioni non sono però automatiche (ad esempio vi può essere un sistema democratico ma autocratico, come la Cina dei Mandarini o, viceversa, uno stato aristocratico e liberale). La preferenza di Mosca va a un principio liberale con una classe politica democratica. Nella revisione del ’23 di “Elementi di scienza della politica” afferma che il progresso umano può avvenire solo in democrazia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Mosca

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