Domande su Talete, Anassimandro e Anassimene
Quesiti a risposta aperta
1) Che cos'è che non muta nelle trasformazioni delle cose? Talete,Anassimandro e Anassimene risolvono il problema in modo diverso: metti a confronto le loro motivazioni
2) c'è un filo rosso che collega Anassimandro ed Eraclito: individualo e chiarisci in che cosa gli autori in questione, pur all'interno di un terreno comune, si differenziano.
3) come si spiega la conoscenza sensibile? confronta le risposta di Empedocle e degli atomisti.
Grazie mille a chi risponde :)
1) Che cos'è che non muta nelle trasformazioni delle cose? Talete,Anassimandro e Anassimene risolvono il problema in modo diverso: metti a confronto le loro motivazioni
2) c'è un filo rosso che collega Anassimandro ed Eraclito: individualo e chiarisci in che cosa gli autori in questione, pur all'interno di un terreno comune, si differenziano.
3) come si spiega la conoscenza sensibile? confronta le risposta di Empedocle e degli atomisti.
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Miglior risposta
Ciao Giulia,
non facciamo esercizi, ma diamo una mano con correzioni e consigli. Ti aiuto con la risposta di uno dei tre quesiti, ma successivamente devi continuare tu l'esercizio, riportarlo qui e ti aiuterò con le correzioni.
Quesito 1: Che cos'è che non muta nelle trasformazioni delle cose? Talete, Anassimandro e Anassimene risolvono il problema in modo diverso: metti a confronto le loro motivazioni.
Risposta quesito 1: Ciò che non muta secondo Talete, Anassimandro e Anassimene è la ricerca dell'archè (il principio) che sta all'origine di tutto. Infatti per loro il principio è un qualcosa di unico, naturale, di origine divina.
Talete afferma che il principio da cui tutto ha origine è l'acqua, la quale genera ogni cosa. L'acqua per lui è quell'elemento che tiene in vita tutte le cose e verso cui il divenire tende. Vi sono continue trasformazioni, per cui l'acqua (da cui tutto ha un'origine e una fine) genera le numerose sostanze e il mutare continuo di queste sostanze (il divenire). La risoluzione del filosofo la si trova nel celebre "principio dell'eterno ritorno" secondo cui tutto nasce, si dissolve e tutto ricomincia.
Per Anassimandro il principio corrisponde all'infinito, detto anche àpeiron, che è un qualcosa di divino, di indistruttibile. Per Anassimandro il principio è qualcosa di indefinito, che genera il molteplice; il principio quindi sarebbe quel "brodo primordiale" dove i vari elementi non sono stati capaci ancora di trovare la loro forma. Nell'apeiron si trovano tutte le cose, tra cui anche quelle opposte, come ad esempio il giorno e la notte. L'apeiron genera le cose in modo non casuale ed è qualcosa di vivo.
Per Anassimene invece l'elemento che garantisce all'àpeiron di porre in movimento la diversità è la condensazione e la rarefazione dell'aria, per cui un elemento naturale. L'aria viene quindi considerata come quell'elemento che è in grado di dare origine a tutte le cose; la condensazione dell'aria fa si che le cose siano differenti tra di loro. L'area è incorporea, pertanto non sarebbe composta da alcuna materia; l'aria inoltre viene definita dal filosofo come "respiro del mondo".
Spero che quanto scritto possa esserti utile!
Ciao,
Giorgia.
non facciamo esercizi, ma diamo una mano con correzioni e consigli. Ti aiuto con la risposta di uno dei tre quesiti, ma successivamente devi continuare tu l'esercizio, riportarlo qui e ti aiuterò con le correzioni.
Quesito 1: Che cos'è che non muta nelle trasformazioni delle cose? Talete, Anassimandro e Anassimene risolvono il problema in modo diverso: metti a confronto le loro motivazioni.
Risposta quesito 1: Ciò che non muta secondo Talete, Anassimandro e Anassimene è la ricerca dell'archè (il principio) che sta all'origine di tutto. Infatti per loro il principio è un qualcosa di unico, naturale, di origine divina.
Talete afferma che il principio da cui tutto ha origine è l'acqua, la quale genera ogni cosa. L'acqua per lui è quell'elemento che tiene in vita tutte le cose e verso cui il divenire tende. Vi sono continue trasformazioni, per cui l'acqua (da cui tutto ha un'origine e una fine) genera le numerose sostanze e il mutare continuo di queste sostanze (il divenire). La risoluzione del filosofo la si trova nel celebre "principio dell'eterno ritorno" secondo cui tutto nasce, si dissolve e tutto ricomincia.
Per Anassimandro il principio corrisponde all'infinito, detto anche àpeiron, che è un qualcosa di divino, di indistruttibile. Per Anassimandro il principio è qualcosa di indefinito, che genera il molteplice; il principio quindi sarebbe quel "brodo primordiale" dove i vari elementi non sono stati capaci ancora di trovare la loro forma. Nell'apeiron si trovano tutte le cose, tra cui anche quelle opposte, come ad esempio il giorno e la notte. L'apeiron genera le cose in modo non casuale ed è qualcosa di vivo.
Per Anassimene invece l'elemento che garantisce all'àpeiron di porre in movimento la diversità è la condensazione e la rarefazione dell'aria, per cui un elemento naturale. L'aria viene quindi considerata come quell'elemento che è in grado di dare origine a tutte le cose; la condensazione dell'aria fa si che le cose siano differenti tra di loro. L'area è incorporea, pertanto non sarebbe composta da alcuna materia; l'aria inoltre viene definita dal filosofo come "respiro del mondo".
Spero che quanto scritto possa esserti utile!
Ciao,
Giorgia.
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