Aiutoooo (il mito della caverna)

Iromy90
:cry per favore potete aiutarmi a rispondere a queste domande sul mito della caverna di Platone??
1. quali sono i due ambiti della realta? in che cosa si distinguono e in che rapporto stanno tra loro? a quali forme di coscenza corrispondono?
2. cosa sono la immagini sensibili (esempi)? perchè ad esse non ci si può affidare per conoscere?
3. che cosa è ciò di cui le immagini sono immagini? come possiamo conoscere tali cose se ci sono date solo immagini?
4. perchè, volendo relativamente alle cose nel mondo sensibile, dare prova di una più solida conoscenza, devo utilizzare il pensiero discorsivo (dianoia)? su che cosa si fonda tale pensiero? perchè non da garanzie di piena affidabilità?
5. che cosa cerca di ottenere il pensiero intuitivo (noein) e perchè affinché si giunga ad esso è indispensabile la dialettica?
6. che cosa si narra nel "mito della caverna"? quale rapporto vuole evidenziare tra il problema della conoscenza, quello esistenziale e quello politico?
Grazie!!!!!!!!

Risposte
IPPLALA
Credo che non serva più

Chiudo

Francy1982
1) il, primo grado è quello degli uomini legati dentro la caverna che pensano che la realtà siano le ombre che vedono riflesse sul muro che gli sta davanti, la secponda è quela che sta fuori dalla Caverna, dove risiedono le cose reali illuminate dal sole, che per Platone è allegoria del Bene supremo.

2) Sono le ombre la copia delle idee le cose così come noi le percepiamo, e ad esse corrisponde il primo grado della conoscenza platonica, quella dei sensi che è da lui definita doxa, ovvero l'opinione (che non è un sapere universale, e su cui non si puo basare la scienza).

3) il ricordo di un immafine come in una proiezione fotografica diventa immagine dell'immagine, l'immagine mentale di ciò che consciamo che è a sua volta immagine diventa immagine dell'immagine "Intendo per immagini in primo luogo le ombre, poi i [510 a] riflessi nell’acqua e in tutti gli oggetti formati da materia compatta, liscia e lucida, e ogni fenomeno simile, se comprendi. – Certo che comprendo. – Considera ora il secondo, cui il primo somiglia: gli animali che ci circondano, ogni sorta di piante e tutti gli oggetti artificiali. – Lo considero, rispose. – Non vorrai ammettere, feci io, che il genere visibile è diviso secondo verità, ossia che l’oggetto simile sta al suo modello come l’opinabile sta al conoscibile? – Io sí, disse, certamente. – Esamina poi anche in quale maniera si deve dividere la sezione dell’intelligibile. – Come? – Ecco: l’anima è costretta a cercarne la prima parte ricorrendo, come a immagini, a quelle che nel caso precedente erano le cose imitate; e partendo da ipotesi, procedendo non verso un principio, ma verso una conclusione. Quanto alla seconda parte, quella che mette capo a un principio non ipotetico, è costretta a cercarla movendo dall’ipotesi e conducendo questa sua ricerca senza le immagini cui ricorreva in quell’altro caso, con le sole idee e per mezzo loro. – Non ho ben compreso, rispose, queste tue parole. – Ebbene, [c] ripresi, torniamoci sopra: comprenderai piú facilmente quando si sarà fatta questa premessa. Tu sai, credo, che coloro che si occupano di geometria, di calcoli e di simili studi, ammettono in via d’ipotesi il pari e il dispari, le figure, tre specie di angoli e altre cose analoghe a queste, secondo il loro particolare campo d’indagine; e, come se ne avessero piena coscienza, le riducono a ipotesi e pensano che non meriti piú renderne conto né a se stessi né ad [d] altri, come cose a ognuno evidenti. E partendo da queste, eccoli svolgere i restanti punti dell’argomentazione e finire, in piena coerenza, a quel risultato che si erano mossi a cercare. – Senza dubbio, rispose, questo lo so bene. – E quindi sai pure che essi si servono e discorrono di figure visibili, ma non pensando a queste, sí invece a quelle di cui queste sono copia: discorrono del quadrato in sé e della diagonale in sé, ma non di quella che tracciano, e [e] cosí via; e di quelle stesse figure che modellano e tracciano, figure che danno luogo a ombre e riflessi in acqua, si servono a loro volta come di immagini, per cercar di [511 a] vedere quelle cose in sé che non si possono vedere se non con il pensiero, dianoeticamente. – È vero quello che dici, rispose" (Platone Mito Della Caverna, Opere volume II, pp. 334-337).

4) Ti faccio una breve introduzione: l'uomo che si libera dalla caverna fa come una sorta di percorso conoscitivo che si articola in 4 tappe: 1-conoscenza solo sensibile (le ombre riflesse); 2-conoscenza intellettiva (colui che si libera e cpaisce che sono ombre); 3-l'uomo esce dalla caverna, e progressivo allontanamento da ciò che si credeva fosse vero, ancora l'uomo non vede le cose direttamente illuminate dal sole, ma le vede riflesse nell'acuqa ad esempio: il sole lo acceca,non c'è ancora abituato; -4 Vede la realtà illuminata dal sole è il sole che fa essere le cose, il sole rappresenta il Bene, quindi tutto tende al bene, tutte le cose sono perchè è bene che siano., quest'ultimo grado di conoscenza è è l'episteme su cui si basa la sceiza e permette la conoscenza vera delle cose, questo tipo di conoscenza tuttavia non da piena affidabilità perchè va dal particolare all'universale ovvero dall'idea di pino (un genere di albero) ti conduce all'idea di albero in generale, perchè l'idea di albero racchiude in se tutte le idee di albero . tutte le cose specifiche si rapportano con un modello perfetto (un idea di questo tipo sono quelle matematiche).

5)Il pensiero noetico è l'intuizione immediata, la dialettica si basa sulla confutazione di idee e credenze vecchie per stabilire u na nuova credenza, quindi attraverso la dialettica si analizzano i dati dell'intuizione e si partorisce pian pian quello che per Socrate era il Bene...in Socratre questa tecnica si definiva maieutica.

6) I diversi gradi della conoscenza, gli uomini pensano di conoscere le cose, ma in realtà ne vedono solo l'ombra, un uomo riesce a liberarsi e a conoscere la realtà delle cose, compito di quest'uomo è di tornare indietro da coloro che sono ancora legati ee raccontare loro ciò che ha visto, aprire i loro occhi alla verità! Gli uomini credono di conoscere la realtà ma non è così (problema esistenziale), essi ocnoscono solo l'immagine e non hanno idea che a quell'immagine corrisponda un idea perfetta, Solo colui che riesce a liberarsi a vedere che tutto è dominato dall'idea di bene per Platone puo diventare politico, infatti nel diallogo "la Repubblica" dirà che il filosofo deve diventare re o il re filosofo, perchè solo colui che ha visto l'idea di bene può diventare il reggitore di uno stato: ognuno nella vita diventa ciò che ha visto nel mondo delle idee (es. se hai visto fino alle idee di matematico diventerai un matematico, fino all'idea di bene che è quella suprema RE), per questo secondo il modello della repubblica da una famiglia di contadini può nascere un filosofo e viceversa, solo tramite l'istruzione si puo capire quale idea la nostra anima ha visto e quindi inserirla nelle 3 classi sociali riconosciute da Platone: 1-contadini/artigian; 2- Coloro che difendono lo Stato; 3- Filosofi.

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