5 Domande su Spinoza e Leibniz...URGENTE

DragonLegend
AIUTATEMI...PERFAVORE MI SERVONO PER MERCOLEDI 13 FEBBRAIO...AIUTATEMI

1-Come concepisce Spinoza la sostanza???
2-Che cosa rappresentano per Spinoza, attributi e modi della sostanza???
3-Quali sono, in Spinoza, i tre gradi della conoscenza? Che rapporto hanno con l'agire umano???
4-Come concepisce Leibniz l'ordine del mondo???
5-Che cosa intende Leibniz per "verità di ragione" e "verità di fatto"???




GRAZIE PER CHI MI AIUTA...CI SENTIAMO DOPO...CIAO!CIAO!

Risposte
Francy1982
ops mi era scappata
L’uomo è spinto ad agire sempre in vista dell’utile, comunque venga inteso, ed appunto in questo senso non ci possiamo ritenere liberi ma determinati.
Tuttavia – dice Spinoza – vi è un’alternativa, tra l’agire per l’utile in modo istintivo ed emozionale (e quindi essere schiavi delle passioni, lasciandoci travolgere e guidare solo da esse), e l’agire per l’utile in modo intelligente (e quindi senza lasciarci travolgere dalle passioni). In questo senso l’uomo può essere libero, se sceglie di porsi come soggetto attivo e non puramente passivo nei confronti della propria tendenza all’autoconservazione.
Si badi : il saggio non pretende di avere un dominio assoluto sulle passioni, che Spinoza ritiene impossibile.
La libertà del saggio consiste, più concretamente, in una sempre più adeguata comprensione di esse, visto che di esse non ci possiamo totalmente liberare. La virtù è allora per Spinoza “agire secondo le leggi della propria natura”; è uno sforzo di autoconservazione divenuto cosciente e saggiamente diretto; è una tecnica razionale del vivere bene, in un calcolo intelligente circa ciò che si deve o no fare in vista della migliore sopravvivenza possibile. L’uomo morale è allora l’uomo sociale, in quanto la ragione spinge l’uomo ad unirsi ai suoi simili, per meglio conseguire un utile che, in tal modo, diventa un utile collettivo. In questo senso, dice Spinoza, “nulla è più utile all’uomo che l’uomo stesso” (cfr. Etica, 4,18, scolio). Compito della filosofia sarà allora quello di liberare l’uomo dalle illusioni e dall’ignoranza, in modo che possa giungere alla salvezza. Nella quinta e ultima parte dell’Etica (intitolata “La potenza dell’intelletto ossia la libertà umana”). Vi è un vero e proprio inno alla libertà, all’amore e alla beatitudine, come compimento di quell’itinerario di salvezza da cui la speculazione spinoziana aveva preso le mosse. Il filosofo del determinismo assoluto, senza rinnegare le sue premesse, è diventato il filosofo che auspica la perfetta libertà. ([url=http://209.85.135.104/search?q=cache:ed_NikicagIJ:www.filosofiaedintorni.net/spinoza.htm+conoscenza+agire+umano+spinoza&hl=it&ct=clnk&cd=2&gl=it]tratto da qui[/url])

DragonLegend
in Spinoza, i tre gradi della conoscenza...poi dice che rapporto hanno l'agire umano???

Francy1982
non ho capito la domanda!

cioè che rapporto hanno ti riferisci a leibniz e SpinozA?

DragonLegend
SArrrrebbe questo...giusto

Che rapporto hanno con l'agire umano???
Chi perviene alla conoscenza puramente intellettuale, giunge allo stato beatificante dell’amor Dei intellectualis, nel quale “è possibile sentire e sperimentare di essere eternamente in Dio”. La posizione di Spinoza è il grande modello al quale si rifarà ogni razionalismo successivo.

Cmq...Grazie mille!!!...FRANCY1982 grazie ancora...ciao!ciao!

Francy1982
1-Come concepisce Spinoza la sostanza???
La sostanza è per Spinoza "ciò che é in sè, che esiste di per se stesso", essa deve necessariamente esistere ed è causa incausata di se stessa. la sostanza di Spinoza é infinita e unica

2-Che cosa rappresentano per Spinoza, attributi e modi della sostanza???
"la sostanza é infinita e unica , dal momento che se fosse finita o molteplice esisterebbe qualcosa di esterno da cui essa dipenderebbe . Essendo infinita , la sostanza contiene nella propria essenza un' infinità di proprietà o attributi. L' attributo viene definito da Spinoza come ciò che l' intelletto percepisce come costitutivo dell' essenza della sostanza . Di tali infiniti attributi , tuttavia , l' uomo può conoscere solamente quelli dei quali é egli stesso partecipe : il pensiero e l' estensione . L' unicità della sostanza di Spinoza risolve pertanto il dualismo cartesiano in un rigoroso monismo metafisico . Il pensiero e l' estensione , ben distanti dal contrapporsi come due entità distinte , sono soltanto due momenti diversi di un' unica sostanza , rispetto alla quale non godono di nessuna autonomia ontologica . Come dicevamo , gli attributi esprimono le proprietà intrinseche dell' essenza della sostanza . Essi devono quindi essere infiniti come la sostanza che esprimono , anche se non assolutamente infiniti , dato che sono espressioni particolari della sostanza . Ciascun attributo , a sua volta , si determina in una quantità infinita di modi , ossia di determinazioni particolari dell' attributo stesso . I modi sono distinti in finiti e infiniti . I primi sono le singole cose , ossia i singoli corpi e le singole idee che si ritrovano nella realtà dell' esperienza ; i secondi , che fungono da anello intermedio tra gli attributi e modi finiti , sono invece quelle manifestazioni costanti che sono comuni a più cose ( ad esempio , il movimento o la quiete sono modi infiniti rispetto ai corpi finiti che si muovono o rimangono fermi ) . La differenza fondamentale tra gli attributi e i modi sta nel fatto che i primi , visto che sono proprietà della sostanza infinita , risiedono nella sostanza stessa , dalla quale non si distinguono sul piano ontologico , mentre i secondi , che riflettono soltanto la modalità in cui gli attributi si possono manifestare , non sono contenuti nell' essenza della sostanza . Rispetto a quest' ultima essi sono semplici affezioni o , per dirla alla scolastica , accidenti . Di conseguenza gli attributi devono essere necessariamente concepiti di per se stessi come proprietà eterne della sostanza , mentre nel caso dei modi l' esistenza non é implicita nell' essenza , ma essi dipendono dall' attributo cui ineriscono e quindi , in definitiva , dalla sostanza infinita . Ad esempio : l' attributo del pensiero non é ontologicamente distinto dalla sostanza e , al pari di essa , viene concepito di per sè come necessario ed eterno , mentre la singola idea finita non può nè esistere nè essere compresa" (tratto da: www.filosofico.net)

3-Quali sono, in Spinoza, i tre gradi della conoscenza? Che rapporto hanno con l'agire umano???
Come è noto, secondo Spinoza l’uomo percorre i tre gradi della conoscenza: a) la conoscenza immaginativo-percettiva, b) la conoscenza razionale-discorsiva, c) la conoscenza intellettuale. A questi tre gradi corrispondono in sede etica a) la sudditanza alle passioni, b) la libertà dalle medesime, c) l’assunzione del punto di vista di Dio. Chi perviene alla conoscenza puramente intellettuale, giunge allo stato beatificante dell’amor Dei intellectualis, nel quale “è possibile sentire e sperimentare di essere eternamente in Dio”. La posizione di Spinoza è il grande modello al quale si rifarà ogni razionalismo successivo. (tratto da www.filosofico.net)

4-Come concepisce Leibniz l'ordine del mondo???
come spinoza per leibniz il mondoè ordinato spontaneamente e questo ordine quindi è libero, mentre per Spioza l'ordine univoco è dato da Dio. in Leibniz è Dio che sceglie l'odine migliore: quello matematico

5-Che cosa intende Leibniz per "verità di ragione" e "verità di fatto"???
le prime hano il predicato che inerisce al soggg e si basano sulla logica aristotelica che a=a e diverso da b e sono a priori: nn ho bisogno di vedere untriangolo per capire che è quella figura con tre lati
le seconde hanno il predicato che non inerisce al soggetto ed aggiungono qualcosa alla consocenza ad esempio il fatto che il triangolo sia di color rosso e queste non sono a priori come le prime, ma a posteriori

DragonLegend
Grazie per l'aiuto però è troppo lungo...magari cercavo le risposte massimo 5 o 6 righe!!!
cmq grazie ankora che mi stai aiutando...a dopo!!!

IPPLALA
Ecco qualcosa circa la sostanza di Spinoza

LA SOSTANZA E I SUOI MODI


Tramite l' emendazione del proprio intelletto l' uomo può pervenire ad una conoscenza perfettamente adeguata della realtà . Non é dunque strano che la forma espositiva cui Spinoza ricorre in tutte le sue opere sia il trattato , nel quale il sapere riceve una sistemazione sistematica e definitiva . Il modello letterario di Spinoza non sono tuttavia i tradizionali trattati filosofici , bensì quelli geometrici costruiti seguendo l' esempio di Euclide . Il riferimento al modello matematico , che in Cartesio e in Hobbes riflette una più o meno generica esigenza di rendere rigoroso il lavoro filosofico , in Spinoza si traduce nell' assunzione di un vero e proprio criterio procedurale ed espositivo ( la sua opera principale si chiama proprio l' Etica dimostrata secondo l' ordine geometrico ) . Proprio in quest' opera Spinoza inizia con l' enunciazione di definizioni , assiomi e postulati . Ad essi segue la serie ordinata delle proposizioni ( ossia i veri e propri enunciati ) , corredate da dimostrazioni , corollari e scoli , nei quali la tesi sostenuta e le sue conseguenze vengono giustificate esclusivamente in base a quanto é stato assodato nella trattazione precedente . Il tutto é integrato da prefazioni e appendici che completano il discorso e offrono talvolta l' occasione di uscire dall' aridità della consequenzialità geometrica . Negli intenti di Spinoza la sola differenza tra il suo trattato e quelli di tipo euclideo é che la sua geometria non ha per oggetto soltanto le proprietà delle figure , bensì l' essenza stessa della realtà . Il concetto di partenza dell' Etica dimostrata secondo l' ordine geometrico é proprio quello di sostanza , che Spinoza intende in una maniera allo stesso tempo cartesiana e anticartesiana . Cartesio aveva distinto tra un uso proprio del termine sostanza , per cui essa é causa di se stessa e coincide con Dio , e un uso analogo , secondo il quale si intende per sostanza tutto ciò che per esistere non necessita di altro che di Dio . Di qui la distinzione tra le tre sostanze , divina , pensante ( res cogitans ) e estesa ( res extensa ) . Spinoza é invece convinto che della sostanza si possa parlare soltanto in senso proprio , dato che essa é per definizione ciò che é in sè , ciò che esiste di per se stesso . In termini scolastici , la sostanza é ciò la cui essenza implica necessariamente l' esistenza , ovvero ciò che é causa sui , causa incausata , causa di se stessa . Di conseguenza la sostanza é infinita e unica , dal momento che se fosse finita o molteplice esisterebbe qualcosa di esterno da cui essa dipenderebbe . Essendo infinita , la sostanza contiene nella propria essenza un' infinità di proprietà o attributi . L' attributo viene definito da Spinoza come ciò che l' intelletto percepisce come costitutivo dell' essenza della sostanza . Di tali infiniti attributi , tuttavia , l' uomo può conoscere solamente quelli dei quali é egli stesso partecipe : il pensiero e l' estensione . L' unicità della sostanza di Spinoza risolve pertanto il dualismo cartesiano in un rigoroso monismo metafisico . Il pensiero e l' estensione , ben distanti dal contrapporsi come due entità distinte , sono soltanto due momenti diversi di un' unica sostanza , rispetto alla quale non godono di nessuna autonomia ontologica . Come dicevamo , gli attributi esprimono le proprietà intrinseche dell' essenza della sostanza . Essi devono quindi essere infiniti come la sostanza che esprimono , anche se non assolutamente infiniti , dato che sono espressioni particolari della sostanza . Ciascun attributo , a sua volta , si determina in una quantità infinita di modi , ossia di determinazioni particolari dell' attributo stesso . I modi sono distinti in finiti e infiniti . I primi sono le singole cose , ossia i singoli corpi e le singole idee che si ritrovano nella realtà dell' esperienza ; i secondi , che fungono da anello intermedio tra gli attributi e modi finiti , sono invece quelle manifestazioni costanti che sono comuni a più cose ( ad esempio , il movimento o la quiete sono modi infiniti rispetto ai corpi finiti che si muovono o rimangono fermi ) . La differenza fondamentale tra gli attributi e i modi sta nel fatto che i primi , visto che sono proprietà della sostanza infinita , risiedono nella sostanza stessa , dalla quale non si distinguono sul piano ontologico , mentre i secondi , che riflettono soltanto la modalità in cui gli attributi si possono manifestare , non sono contenuti nell' essenza della sostanza . Rispetto a quest' ultima essi sono semplici affezioni o , per dirla alla scolastica , accidenti . Di conseguenza gli attributi devono essere necessariamente concepiti di per se stessi come proprietà eterne della sostanza , mentre nel caso dei modi l' esistenza non é implicita nell' essenza , ma essi dipendono dall' attributo cui ineriscono e quindi , in definitiva , dalla sostanza infinita . Ad esempio : l' attributo del pensiero non é ontologicamente distinto dalla sostanza e , al pari di essa , viene concepito di per sè come necessario ed eterno , mentre la singola idea finita non può nè esistere nè essere compresa senza il riferimento all' attributo del pensiero.
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