SAGGIO BREVE!!!! Aiutooooo...trattasi delle risorse di energia
:cryRagazzi e ragazze,sono in un bel problema....
Dunque qiesti sono i fatti;
eravamo tutti in classe nostra a leggere i giornali quando la prof decide di punto in bianco di farci fare un SAGGIO BREVE su un articolo(a scelta sua!) che si trovava sul giornale.
Allora la prof guarda sul corriere della sera del 27/11/07 e pesca un articolo interessante.
MI SERVE ASSOLUTAMENTE IL VOSTRO AIUTO!!!:thx:thx
L'articolo parla dell'energia rinnovabile...è a pag 10-11 del corriere della sera e pag 30 del sole 24 ore.
Vi lascio anche alcuni appunti che ho fatto molto bene a prendere.
RAGAZZI SONO NELLE VOSTRE MANI PER REALIZZARE QUESTO SAGGIO BREVE!!!
-------------------------------
Spremitura dei testi:
Surriscaldamento clima-effetto serra
In Germania priorità lotta
Cambiamento clima entro 2020
Conferenza sul clima,nazioni unite business
Biomassa(cercare esempi)fonte rinnovabile
Alle fonti alternative si oppongono alcuni industriali
In Italia: E. idroelettrica-legna-rifiuti-geoterma-eolica(adesso)
Futuro: E.solare-eolica
-------------------------------
Non sono proprio degli appunti ma dei punti quasi chiave dell'articolo.
AIUTO!!!!!!!!!!!!
Vi ringrazio..........:cry:cry:cry:cry:cry:cry:cry:cry:cry
:hi
Dunque qiesti sono i fatti;
eravamo tutti in classe nostra a leggere i giornali quando la prof decide di punto in bianco di farci fare un SAGGIO BREVE su un articolo(a scelta sua!) che si trovava sul giornale.
Allora la prof guarda sul corriere della sera del 27/11/07 e pesca un articolo interessante.
MI SERVE ASSOLUTAMENTE IL VOSTRO AIUTO!!!:thx:thx
L'articolo parla dell'energia rinnovabile...è a pag 10-11 del corriere della sera e pag 30 del sole 24 ore.
Vi lascio anche alcuni appunti che ho fatto molto bene a prendere.
RAGAZZI SONO NELLE VOSTRE MANI PER REALIZZARE QUESTO SAGGIO BREVE!!!
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Spremitura dei testi:
Surriscaldamento clima-effetto serra
In Germania priorità lotta
Cambiamento clima entro 2020
Conferenza sul clima,nazioni unite business
Biomassa(cercare esempi)fonte rinnovabile
Alle fonti alternative si oppongono alcuni industriali
In Italia: E. idroelettrica-legna-rifiuti-geoterma-eolica(adesso)
Futuro: E.solare-eolica
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Non sono proprio degli appunti ma dei punti quasi chiave dell'articolo.
AIUTO!!!!!!!!!!!!
Vi ringrazio..........:cry:cry:cry:cry:cry:cry:cry:cry:cry
:hi
Risposte
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mmmmm non penso che parli dell'energia rinnovabile....
perchè ho provato a cercare sul sito del corriere,per cercare l'articolo del 27/11/07 che parlava ESCLUSIVAMENTE DELL'ENERGIA RINNOVABILE e non di Enzo Biagi....
perchè ho provato a cercare sul sito del corriere,per cercare l'articolo del 27/11/07 che parlava ESCLUSIVAMENTE DELL'ENERGIA RINNOVABILE e non di Enzo Biagi....
Nacque a Pianaccio, un piccolo paese sull'Appennino bolognese, frazione del comune di Lizzano in Belvedere. All'età di nove anni si trasferì a Bologna, dove il padre Dario lavorava, come vice capo magazziniere, in uno zuccherificio già da qualche anno. L'idea di diventare giornalista gli nacque dopo aver letto Martin Eden di Jack London. Frequentò l'istituto tecnico Pier Crescenzi, dove con altri compagni diede vita ad una piccola rivista studentesca, Il Picchio, che si occupava soprattutto di vita scolastica. Il Picchio fu soppresso dopo qualche mese dal regime fascista e da allora nacque in Biagi una forte indole antifascista.
Nel 1937, all'età di diciassette anni, compose il suo primo articolo, pubblicato sul quotidiano L'Avvenire d'Italia, che parlava del dilemma sorto nella critica dell'epoca se il poeta di Cesenatico Marino Moretti fosse crepuscolare o no. Cominciò così la sua collaborazione con l'Avvenire occupandosi di cronaca, di colore e di piccole interviste a cantanti lirici.
Nel 1940 fu assunto in pianta stabile dal Carlino Sera, versione serale de Il Resto del Carlino, come estensore di notizie, ovvero colui che si occupa di sistemare gli articoli portati in redazione dai reporter. Nel 1942 fu chiamato alle armi ma non partì mai per il fronte a causa di problemi cardiaci che lo accompagneranno per tutta la vita. Si sposò con Lucia Ghetti, maestra elementare, il 18 dicembre 1943; poco dopo fu costretto a rifugiarsi sulle montagne e qui aderì alla Resistenza combattendo nelle brigate "Giustizia e Libertà" legate al Partito d'Azione.
Terminata la guerra, entrò con le truppe alleate a Bologna e fu proprio lui ad annunciare alla radio locale l'avvenuta liberazione. Poco dopo fu assunto come inviato speciale e critico cinematografico al Resto del Carlino.
Gli anni cinquanta e sessanta: Biagi direttore
Nel 1951 Biagi aderì al manifesto di Stoccolma contro la bomba atomica e, accusato dal suo editore di "essere un comunista sovversivo", fu allontanato dal Resto del Carlino.
Qualche mese dopo, fu assunto da Arnoldo Mondadori e diventò caporedattore del settimanale Epoca, carica che ricoprì dal 1952 al 1960 trasferendosi per la prima volta a Milano. Dopo qualche mese, ne divenne direttore. Il settimanale attraversava un periodo difficile e nel 1951 si erano alternati alla sua guida ben quattro direttori. Biagi impose un decisivo cambiamento di marcia, con nuove rubriche e una nuova veste editoriale, trasformando Epoca da rivista di pettegolezzi a un giornale impegnato. Sotto la sua direzione, Epoca si impose all'attenzione del grande pubblico grazie ad inchieste e reportage esclusivi, in particolare sul caso Montesi e su papa Pio XII. Nel 1960 tuttavia un articolo sugli scontri di Genova e Reggio Emilia contro il governo Tambroni provocò la reazione dura dello stesso e Biagi fu costretto a dimettersi. Qualche mese dopo fu assunto dalla Stampa come inviato speciale.
Il 1° ottobre 1961 Biagi diventò direttore del Telegiornale, secondo alcuni per accontentare il Partito Socialista Italiano che in quegli anni iniziava con la Democrazia Cristiana l'esperienza del centrosinistra. Biagi fece assumere in RAI alcuni grandi giornalisti italiani come Giorgio Bocca e Indro Montanelli. Ma ben presto arrivarono critiche durissime soprattutto dal PSDI di Giuseppe Saragat e dalla destra, che fece stampare volantini e manifesti con cui accusò Biagi di essere un comunista. Nel 1963 curò la nascita del telegiornale del secondo canale Rai. Nello stesso anno, lanciò RT Rotocalco Televisivo, il primo settimanale della televisione italiana. Nel 1963 fu costretto a dimettersi.
Ritorna quindi a La Stampa come inviato speciale, scrivendo anche per il Corriere della Sera e per il settimanale L'Europeo. La sua collaborazione con la Rai, riprende nel 1968 quando chiamato dall'allora direttore generale, Ettore Bernabei si lega alla tv di Stato, per la realizzazione di programmi di approfondimento giornalistico. Tra i più seguiti e innovativi: "Dicono di lei" (1969), una serie di interviste a personaggi famosi, tramite frasi, aforismi, aneddotti sulle loro personalità e "Terza B, facciamo l'appello" (1971), in cui personaggi famosi incontravano dei loro ex compagni di classe, amici dell'adolescenza, i primi timidi amori.
Gli anni settanta - ottanta
Nel 1971, dopo numerose collaborazioni al Corriere della Sera e al settimanale L'Europeo, fu nominato direttore del Resto del Carlino con l'obiettivo di trasformarlo in un quotidiano nazionale. In questo periodo riprese la sua collaborazione con la Rai. Il 30 giugno del 1972 fu allontanato dalla direzione del Resto del Carlino e tornò quindi al Corriere della Sera.
Nel 1975, pur senza lasciare il Corriere, collaborò con l'amico Indro Montanelli alla creazione del Giornale.
Dal 1977 al 1980, ritorna a collaborare stabilmente alla Rai, conducendo "Proibito" programma in prima serata su Rai Due che trattava temi d'attualità. All'interno del programma guida due cicli d'inchieste internazionali denominati "Douce France" (1978) e "Made in England" (1980). Intanto, dopo lo scandalo della P2 lascia il Corriere della Sera e collabora come editorialista con La Repubblica, quotidiano che lascerà nel 1988, quando ritornerà al Corriere.
Nel 1982 conduce la prima serie di "Film Dossier", un programma che attraverso film mirati, punta a coinvolgere lo spettatore, nel 1983, dopo un programma su Rai Tre dedicato ad episodi della seconda guerra mondiale (La guerra e dintorni), inizia a condurre su Rai Uno "Linea Diretta", uno dei suoi programmi più seguiti, che propone l'approfondimento del fatto della settimana, tramite il coinvolgimento dei vari protagonisti. Linea Diretta viene trasmesso fino al 1985. L'anno dopo è la volta di "Spot", un settimanale giornalistico, cui Biagi collabora come intervistatore. Nel 1989 riapre i battenti per un anno Linea Diretta.
Negli ultimi anni ha scritto sul settimanale L'Espresso, sulla rivista Oggi e sul Corriere della Sera.
Non pochi anni prima era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico durante il quale gli erano stati innestati quattro bypass cardiaci e, addirittura, ne prese spunto per una sua battuta scherzosa riferita a Gianni Agnelli: «qualcosa più di lui ce l'ho sicuramente, un bypass in più...».
Ricoverato per oltre dieci giorni in una clinica milanese, a causa di un edema polmonare e di sopraggiunti problemi renali e cardiaci, è morto all'età di 87 anni la mattina del 6 novembre 2007. Pochi giorni prima di morire sembra avesse detto ad un'infermiera, «Si sta come d'autunno | sugli alberi | le foglie», citando la poesia Soldati di Ungaretti, aggiungendo poi «ma tira un forte vento...», segno di una lucidità intellettuale davvero ammirevole per l'età e le condizioni fisiche[1].
Poco dopo la sua morte, giungevano alle figlie Bice e Carla, migliaia di messaggi di cordoglio da tutt'Italia.
I funerali del grande giornalista si svolsero nel piccolo borgo natale di Lizzano in Belvedere. La messa esequiale è stata officialta dal Cardinale Ersilio Tonini, suo vecchio amico, alla presenza del Presidente del Consiglio Romano Prodi, dei vertici RAI e dei suoi colleghi Ferruccio De Bortoli e Paolo Mieli.
Nel 1937, all'età di diciassette anni, compose il suo primo articolo, pubblicato sul quotidiano L'Avvenire d'Italia, che parlava del dilemma sorto nella critica dell'epoca se il poeta di Cesenatico Marino Moretti fosse crepuscolare o no. Cominciò così la sua collaborazione con l'Avvenire occupandosi di cronaca, di colore e di piccole interviste a cantanti lirici.
Nel 1940 fu assunto in pianta stabile dal Carlino Sera, versione serale de Il Resto del Carlino, come estensore di notizie, ovvero colui che si occupa di sistemare gli articoli portati in redazione dai reporter. Nel 1942 fu chiamato alle armi ma non partì mai per il fronte a causa di problemi cardiaci che lo accompagneranno per tutta la vita. Si sposò con Lucia Ghetti, maestra elementare, il 18 dicembre 1943; poco dopo fu costretto a rifugiarsi sulle montagne e qui aderì alla Resistenza combattendo nelle brigate "Giustizia e Libertà" legate al Partito d'Azione.
Terminata la guerra, entrò con le truppe alleate a Bologna e fu proprio lui ad annunciare alla radio locale l'avvenuta liberazione. Poco dopo fu assunto come inviato speciale e critico cinematografico al Resto del Carlino.
Gli anni cinquanta e sessanta: Biagi direttore
Nel 1951 Biagi aderì al manifesto di Stoccolma contro la bomba atomica e, accusato dal suo editore di "essere un comunista sovversivo", fu allontanato dal Resto del Carlino.
Qualche mese dopo, fu assunto da Arnoldo Mondadori e diventò caporedattore del settimanale Epoca, carica che ricoprì dal 1952 al 1960 trasferendosi per la prima volta a Milano. Dopo qualche mese, ne divenne direttore. Il settimanale attraversava un periodo difficile e nel 1951 si erano alternati alla sua guida ben quattro direttori. Biagi impose un decisivo cambiamento di marcia, con nuove rubriche e una nuova veste editoriale, trasformando Epoca da rivista di pettegolezzi a un giornale impegnato. Sotto la sua direzione, Epoca si impose all'attenzione del grande pubblico grazie ad inchieste e reportage esclusivi, in particolare sul caso Montesi e su papa Pio XII. Nel 1960 tuttavia un articolo sugli scontri di Genova e Reggio Emilia contro il governo Tambroni provocò la reazione dura dello stesso e Biagi fu costretto a dimettersi. Qualche mese dopo fu assunto dalla Stampa come inviato speciale.
Il 1° ottobre 1961 Biagi diventò direttore del Telegiornale, secondo alcuni per accontentare il Partito Socialista Italiano che in quegli anni iniziava con la Democrazia Cristiana l'esperienza del centrosinistra. Biagi fece assumere in RAI alcuni grandi giornalisti italiani come Giorgio Bocca e Indro Montanelli. Ma ben presto arrivarono critiche durissime soprattutto dal PSDI di Giuseppe Saragat e dalla destra, che fece stampare volantini e manifesti con cui accusò Biagi di essere un comunista. Nel 1963 curò la nascita del telegiornale del secondo canale Rai. Nello stesso anno, lanciò RT Rotocalco Televisivo, il primo settimanale della televisione italiana. Nel 1963 fu costretto a dimettersi.
Ritorna quindi a La Stampa come inviato speciale, scrivendo anche per il Corriere della Sera e per il settimanale L'Europeo. La sua collaborazione con la Rai, riprende nel 1968 quando chiamato dall'allora direttore generale, Ettore Bernabei si lega alla tv di Stato, per la realizzazione di programmi di approfondimento giornalistico. Tra i più seguiti e innovativi: "Dicono di lei" (1969), una serie di interviste a personaggi famosi, tramite frasi, aforismi, aneddotti sulle loro personalità e "Terza B, facciamo l'appello" (1971), in cui personaggi famosi incontravano dei loro ex compagni di classe, amici dell'adolescenza, i primi timidi amori.
Gli anni settanta - ottanta
Nel 1971, dopo numerose collaborazioni al Corriere della Sera e al settimanale L'Europeo, fu nominato direttore del Resto del Carlino con l'obiettivo di trasformarlo in un quotidiano nazionale. In questo periodo riprese la sua collaborazione con la Rai. Il 30 giugno del 1972 fu allontanato dalla direzione del Resto del Carlino e tornò quindi al Corriere della Sera.
Nel 1975, pur senza lasciare il Corriere, collaborò con l'amico Indro Montanelli alla creazione del Giornale.
Dal 1977 al 1980, ritorna a collaborare stabilmente alla Rai, conducendo "Proibito" programma in prima serata su Rai Due che trattava temi d'attualità. All'interno del programma guida due cicli d'inchieste internazionali denominati "Douce France" (1978) e "Made in England" (1980). Intanto, dopo lo scandalo della P2 lascia il Corriere della Sera e collabora come editorialista con La Repubblica, quotidiano che lascerà nel 1988, quando ritornerà al Corriere.
Nel 1982 conduce la prima serie di "Film Dossier", un programma che attraverso film mirati, punta a coinvolgere lo spettatore, nel 1983, dopo un programma su Rai Tre dedicato ad episodi della seconda guerra mondiale (La guerra e dintorni), inizia a condurre su Rai Uno "Linea Diretta", uno dei suoi programmi più seguiti, che propone l'approfondimento del fatto della settimana, tramite il coinvolgimento dei vari protagonisti. Linea Diretta viene trasmesso fino al 1985. L'anno dopo è la volta di "Spot", un settimanale giornalistico, cui Biagi collabora come intervistatore. Nel 1989 riapre i battenti per un anno Linea Diretta.
Negli ultimi anni ha scritto sul settimanale L'Espresso, sulla rivista Oggi e sul Corriere della Sera.
Non pochi anni prima era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico durante il quale gli erano stati innestati quattro bypass cardiaci e, addirittura, ne prese spunto per una sua battuta scherzosa riferita a Gianni Agnelli: «qualcosa più di lui ce l'ho sicuramente, un bypass in più...».
Ricoverato per oltre dieci giorni in una clinica milanese, a causa di un edema polmonare e di sopraggiunti problemi renali e cardiaci, è morto all'età di 87 anni la mattina del 6 novembre 2007. Pochi giorni prima di morire sembra avesse detto ad un'infermiera, «Si sta come d'autunno | sugli alberi | le foglie», citando la poesia Soldati di Ungaretti, aggiungendo poi «ma tira un forte vento...», segno di una lucidità intellettuale davvero ammirevole per l'età e le condizioni fisiche[1].
Poco dopo la sua morte, giungevano alle figlie Bice e Carla, migliaia di messaggi di cordoglio da tutt'Italia.
I funerali del grande giornalista si svolsero nel piccolo borgo natale di Lizzano in Belvedere. La messa esequiale è stata officialta dal Cardinale Ersilio Tonini, suo vecchio amico, alla presenza del Presidente del Consiglio Romano Prodi, dei vertici RAI e dei suoi colleghi Ferruccio De Bortoli e Paolo Mieli.
mmmm credo di si....basta che parli dell'argomento e che sia saggio breve!
:hi:hi:hi:hi:hi:hi8):move:satisfied
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va bene un saggio breve di enzio biagi