Aiutoooo biografia pallavolista italiana...!!!
ho bisogno della biografia di una pallavolista italiana... qualunkue.. NO WIKIPEDIA.. qualcosa di simpatico ad esempio come ha iniziato la sua carriera.. AIUTATEMI è URGENTISSIMO!!! =)
Risposte
http://www.sbngs.it/italia--trentino-alto-adige/sport--dal-portale--pallavolo/pallavolo-francesca-piccinini-la-biografia-di-una-campionessa/907
http://www.veronicaangeloni.it/
Ho trovato questi due siti. :) Il secondo mi sembra quello più adatto al tuo caso. :)
Ciao! :hi
http://www.veronicaangeloni.it/
Ho trovato questi due siti. :) Il secondo mi sembra quello più adatto al tuo caso. :)
Ciao! :hi
Che ne pensi di questa intervista, che è più carina di una biografia e in ogni caso la puoi portare in terza persona?
Sono Valentina Arrighetti, sono nata il 26 gennaio 1985 a Genova,
città che per me significa casa, punto di arrivo e di partenza,
da cui ho mosso i primi passi della mia vita sportiva.
Prima di arrivare alla pallavolo ho provato, come tutti i bambini,
a sperimentare diversi sport per i quali sono sempre stata
molto portata. Infatti, sono passata dal nuoto al basket, al calcio,
che è una grande passione da quando mio padre mi ha portato
per la prima volta in gradinata nord ( la "fossa dei Grifoni" )
a Marassi.
Proprio per evitarmi un futuro da calciatrice i miei genitori mi hanno dirottato verso la pallavolo,
così il mio arrivo alla Libertas Genova. Qui ho iniziato con le giovanili per arrivare a 14 anni alla serie C.
Di questi anni mi è rimasta la testardaggine, l'entusiasmo e, soprattutto, un soprannome: Piske.
Mi è tuttora ignoto se l'accezione fosse negativa o positiva, posso solo supporre che fosse
perché ero ( e sono ) un tantino ingestibile.
In quegli anni sono stata notata dai selezionatori della Nazionale pre-juniores che mi hanno proposto
di andare a Ravenna al Club Italia ( una sorta di raduno permanente della Nazionale giovanile ) e mi hanno
dato la possibilità di indossare i Colori Azzurri.
Nei due anni in cui sono stata lì ho imparato a vivere lontano da casa, a relazionarmi
con ragazze che come me iniziavano questa nuova "impresa" e ho capito che questa sarebbe
stata la mia strada. Grazie a questa esperienza a 17 anni mi sono trasferita a Padova
iniziando la mia vita da professionista con il Sartori in A2, una vita veramente
indipendente, fatta di studio, sport e faccende domestiche. Chi vive da solo sa cosa
significhi saper badare a se stessi, senza contare che quell'anno incombeva la maturità.
Nelle due stagioni successive ho giocato a Firenze con la Figurella ( dove ho preso il
premio come miglior under20 ) e a Cavazzale con la Caoduro.
Il frutto di questi tre anni di lavoro è stato il mio ritorno
in Azzurro, con la Nazionale sperimentale, in occasione dei Giochi del Mediterraneo.
Vincemmo la medaglia di bronzo.
Quella che considero la svolta della mia carriera è stata la scelta
di accettare la proposta della Minetti Vicenza nel 2005.
Inizialmente ero un po' titubante all'idea di dover giocare in A1
perché il divario tra le due categorie è enorme e forse non mi
sentivo ancora pronta , però avevo la garanzia che la Minetti
è da sempre una società che investe su i giovani.
Come spesso accade nello sport il caso a voluto che l'infortunio di una
mia compagna di squadra mi permettesse di giocare titolare dalla prima
partita di campionato.
Partita dopo partita ho realizzato di poter "tenere il campo" e supportata
da compagne che già da tempo giocavano ad alti livelli mi sono sentita
sempre più indispensabile per la squadra. Un ruolo importante ha avuto
l'incontro con Manù Benelli, che in due anni non mi ha solo allenato,
ma ha tentato di farmi capire come un vero giocatore ( e non solo )
debba sempre credere nei propri mezzi. Ogni giorno cerco di perseguire
questa "filosofia di vita", ma non sempre ottengo buoni risultati.
Ho vissuto queste due stagioni con la serenità di chi si sente apprezzato
e stimato dalla Società, dai tifosi e dalla squadra, questo ha trasformato
Vicenza nella mia seconda casa. Per tutte queste ragioni è stato veramente
difficile lasciare Vicenza la scorsa estate, ma mi sono resa conto che
il mio percorso di crescita doveva continuare, così ho accettato con entusiasmo,
ma anche un po' di soggezione, la proposta di quella che per me è "la Squadra".
Ecco spiegato il mio arrivo alla Foppapedretti Bergamo.
Contemporaneamente alla mia partenza da Vicenza è arrivata la mia prima
convocazione in Nazionale seniores, con la quale quest'estate ho vinto la
medaglia di bronzo al Grand Prix in Cina e conquistato la qualificazione al
Grand Prix 2008 in Turchia.
Da settembre ho iniziato la nuova stagione a Bergamo, mi aspetta un periodo di duro lavoro in cui dovrò cercare
di esprimermi sempre al cento percento per ritagliarmi uno spazio sempre maggiore in questa squadra.
http://valearrighetti.altervista.org/biografia.html
Sono Valentina Arrighetti, sono nata il 26 gennaio 1985 a Genova,
città che per me significa casa, punto di arrivo e di partenza,
da cui ho mosso i primi passi della mia vita sportiva.
Prima di arrivare alla pallavolo ho provato, come tutti i bambini,
a sperimentare diversi sport per i quali sono sempre stata
molto portata. Infatti, sono passata dal nuoto al basket, al calcio,
che è una grande passione da quando mio padre mi ha portato
per la prima volta in gradinata nord ( la "fossa dei Grifoni" )
a Marassi.
Proprio per evitarmi un futuro da calciatrice i miei genitori mi hanno dirottato verso la pallavolo,
così il mio arrivo alla Libertas Genova. Qui ho iniziato con le giovanili per arrivare a 14 anni alla serie C.
Di questi anni mi è rimasta la testardaggine, l'entusiasmo e, soprattutto, un soprannome: Piske.
Mi è tuttora ignoto se l'accezione fosse negativa o positiva, posso solo supporre che fosse
perché ero ( e sono ) un tantino ingestibile.
In quegli anni sono stata notata dai selezionatori della Nazionale pre-juniores che mi hanno proposto
di andare a Ravenna al Club Italia ( una sorta di raduno permanente della Nazionale giovanile ) e mi hanno
dato la possibilità di indossare i Colori Azzurri.
Nei due anni in cui sono stata lì ho imparato a vivere lontano da casa, a relazionarmi
con ragazze che come me iniziavano questa nuova "impresa" e ho capito che questa sarebbe
stata la mia strada. Grazie a questa esperienza a 17 anni mi sono trasferita a Padova
iniziando la mia vita da professionista con il Sartori in A2, una vita veramente
indipendente, fatta di studio, sport e faccende domestiche. Chi vive da solo sa cosa
significhi saper badare a se stessi, senza contare che quell'anno incombeva la maturità.
Nelle due stagioni successive ho giocato a Firenze con la Figurella ( dove ho preso il
premio come miglior under20 ) e a Cavazzale con la Caoduro.
Il frutto di questi tre anni di lavoro è stato il mio ritorno
in Azzurro, con la Nazionale sperimentale, in occasione dei Giochi del Mediterraneo.
Vincemmo la medaglia di bronzo.
Quella che considero la svolta della mia carriera è stata la scelta
di accettare la proposta della Minetti Vicenza nel 2005.
Inizialmente ero un po' titubante all'idea di dover giocare in A1
perché il divario tra le due categorie è enorme e forse non mi
sentivo ancora pronta , però avevo la garanzia che la Minetti
è da sempre una società che investe su i giovani.
Come spesso accade nello sport il caso a voluto che l'infortunio di una
mia compagna di squadra mi permettesse di giocare titolare dalla prima
partita di campionato.
Partita dopo partita ho realizzato di poter "tenere il campo" e supportata
da compagne che già da tempo giocavano ad alti livelli mi sono sentita
sempre più indispensabile per la squadra. Un ruolo importante ha avuto
l'incontro con Manù Benelli, che in due anni non mi ha solo allenato,
ma ha tentato di farmi capire come un vero giocatore ( e non solo )
debba sempre credere nei propri mezzi. Ogni giorno cerco di perseguire
questa "filosofia di vita", ma non sempre ottengo buoni risultati.
Ho vissuto queste due stagioni con la serenità di chi si sente apprezzato
e stimato dalla Società, dai tifosi e dalla squadra, questo ha trasformato
Vicenza nella mia seconda casa. Per tutte queste ragioni è stato veramente
difficile lasciare Vicenza la scorsa estate, ma mi sono resa conto che
il mio percorso di crescita doveva continuare, così ho accettato con entusiasmo,
ma anche un po' di soggezione, la proposta di quella che per me è "la Squadra".
Ecco spiegato il mio arrivo alla Foppapedretti Bergamo.
Contemporaneamente alla mia partenza da Vicenza è arrivata la mia prima
convocazione in Nazionale seniores, con la quale quest'estate ho vinto la
medaglia di bronzo al Grand Prix in Cina e conquistato la qualificazione al
Grand Prix 2008 in Turchia.
Da settembre ho iniziato la nuova stagione a Bergamo, mi aspetta un periodo di duro lavoro in cui dovrò cercare
di esprimermi sempre al cento percento per ritagliarmi uno spazio sempre maggiore in questa squadra.
http://valearrighetti.altervista.org/biografia.html
Ciao Sara
Io ti proporrei la biografia di Paola Cardullo: nonostante i suoi 162 centimetri, è riuscita comunque a raggiungere il suo sogno.
Essere alta appena 162 cm per 56 kg e giocare a pallavolo. Sembra un controsenso, eppure succede davvero. Paola Cardullo, libero della nazionale italiana di pallavolo e dell'Asystel Novara Sant'Orsola (A1) è una anomalia eppure è anche una delle giocatrici più forti e rappresentative della pallavolo italiana femminile. Paola Cardullo nasce ad Omegna (Provincia di Verbano-Cusio-Ossola) il 18 Marzo 1982.Inizia a Giocare nell'Omegna nel 1996, poi nell'Agil Volley una società sportiva nata da una suora che aveva come unico scopo il gioco fine a se stesso. Agil infatti è una sigla che vuol dire "amicizia gioia impegno lealtà". Paola Cardullo nel sito Pallavolando.it racconta i suoi inizi "Ho iniziato a giocare molto presto a pallavolo, avevo solo 11 anni. Una passione innata che mi ha portato a 16 anni ad esordire in serie B nell'Omegna di Novara. Per alcuni periodi ho anche giocato come schiacciatrice di banda nonostante il mio metro e 62. L'anno dopo inizio a giocare come libero, ruolo nato quell'anno.
Nel 1999 partecipo agli europei cadette e l'allenatore dell'Omegna Pedullà mi porta con sé al Agil Trecate. Nel 2000 faccio parte della Nazionale juniores con la quale vinco la medaglia d'argento agli europei. Nel giugno del 2001 esordisco nella Nazionale Seniores con Bonitta dopo aver conquistato la promozione in A1 e la coppa Italia di A2 con l'Agil Trecate. Proprio in quell'anno partecipo per la prima volta agli Europei con la Nazionale dove arriviamo seconde dopo una combattutissima partita con la Russia." La sua scalata verso i vertici della pallavolo è dovuta alla grande capacità difensiva. Il piccolo libero di Novara si butta su ogni pallone e arriva dove le altre non arrivano tanto da meritarsi il soprannome di Pally, soprannome che non le è mai piaciuto:"Pally è un soprannome che non mi è mai piaciuto, ma me lo hanno dato, me lo sono tenuta e me lo terrò perchè ormai molti, tutti mi conoscono così". In effetti Pally vorrebbe dire pallina magica, visto che rimbalza in ogni zona del campo. Nonostante l'altezza dunque La Cardullo si fa strada fino all'A1 diventando perno difensivo della nazionale italiana di Marco Bonitta.Fino ad arrivare ai Mondiali di Berlino 2002 dove la nostra Italia era considerata terza forza dietro Cuba e Usa. E invece dopo un avvio altalenante le azzurre ci credono e grazie all'incredibile mondiale di Elisa Togut, Anna Vania Mello, Manuela Leggeri e Paola Cardullo l'Italia gara dopo gara conquista credibilità e forza. La finale contro gli stati uniti vinta al Tie Break 15-11 vuol dire sogno e mondiale. Paola Cardullo diventa campionessa del mondo e simbolo per tutte le ragazze che nonostante un altezza non eccelsa amano questo sport. Nel Novara conquista due finali scudetto perse contro Perugia e Bergamo, due supercoppe italiane una coppa italia e una top teams cup. Paola Cardullo , numero 10 del Novara, resta al vertice della pallavolo italiana e ad appena 24 anni è una delle veterane del nostro volley. Nonostante i 162 cm.
fonte: http://vincenzo78.blogspot.com/2006/06/paola-cardullo-la-piccola-campionessa.html
Ti consiglio inoltre di leggere quest'intervista, successiva alle olimpiadi di Pechino 2008: http://www.pallavolo.org/docs/personaggi/cardullo1008.asp
:hi
Io ti proporrei la biografia di Paola Cardullo: nonostante i suoi 162 centimetri, è riuscita comunque a raggiungere il suo sogno.
Essere alta appena 162 cm per 56 kg e giocare a pallavolo. Sembra un controsenso, eppure succede davvero. Paola Cardullo, libero della nazionale italiana di pallavolo e dell'Asystel Novara Sant'Orsola (A1) è una anomalia eppure è anche una delle giocatrici più forti e rappresentative della pallavolo italiana femminile. Paola Cardullo nasce ad Omegna (Provincia di Verbano-Cusio-Ossola) il 18 Marzo 1982.Inizia a Giocare nell'Omegna nel 1996, poi nell'Agil Volley una società sportiva nata da una suora che aveva come unico scopo il gioco fine a se stesso. Agil infatti è una sigla che vuol dire "amicizia gioia impegno lealtà". Paola Cardullo nel sito Pallavolando.it racconta i suoi inizi "Ho iniziato a giocare molto presto a pallavolo, avevo solo 11 anni. Una passione innata che mi ha portato a 16 anni ad esordire in serie B nell'Omegna di Novara. Per alcuni periodi ho anche giocato come schiacciatrice di banda nonostante il mio metro e 62. L'anno dopo inizio a giocare come libero, ruolo nato quell'anno.
Nel 1999 partecipo agli europei cadette e l'allenatore dell'Omegna Pedullà mi porta con sé al Agil Trecate. Nel 2000 faccio parte della Nazionale juniores con la quale vinco la medaglia d'argento agli europei. Nel giugno del 2001 esordisco nella Nazionale Seniores con Bonitta dopo aver conquistato la promozione in A1 e la coppa Italia di A2 con l'Agil Trecate. Proprio in quell'anno partecipo per la prima volta agli Europei con la Nazionale dove arriviamo seconde dopo una combattutissima partita con la Russia." La sua scalata verso i vertici della pallavolo è dovuta alla grande capacità difensiva. Il piccolo libero di Novara si butta su ogni pallone e arriva dove le altre non arrivano tanto da meritarsi il soprannome di Pally, soprannome che non le è mai piaciuto:"Pally è un soprannome che non mi è mai piaciuto, ma me lo hanno dato, me lo sono tenuta e me lo terrò perchè ormai molti, tutti mi conoscono così". In effetti Pally vorrebbe dire pallina magica, visto che rimbalza in ogni zona del campo. Nonostante l'altezza dunque La Cardullo si fa strada fino all'A1 diventando perno difensivo della nazionale italiana di Marco Bonitta.Fino ad arrivare ai Mondiali di Berlino 2002 dove la nostra Italia era considerata terza forza dietro Cuba e Usa. E invece dopo un avvio altalenante le azzurre ci credono e grazie all'incredibile mondiale di Elisa Togut, Anna Vania Mello, Manuela Leggeri e Paola Cardullo l'Italia gara dopo gara conquista credibilità e forza. La finale contro gli stati uniti vinta al Tie Break 15-11 vuol dire sogno e mondiale. Paola Cardullo diventa campionessa del mondo e simbolo per tutte le ragazze che nonostante un altezza non eccelsa amano questo sport. Nel Novara conquista due finali scudetto perse contro Perugia e Bergamo, due supercoppe italiane una coppa italia e una top teams cup. Paola Cardullo , numero 10 del Novara, resta al vertice della pallavolo italiana e ad appena 24 anni è una delle veterane del nostro volley. Nonostante i 162 cm.
fonte: http://vincenzo78.blogspot.com/2006/06/paola-cardullo-la-piccola-campionessa.html
Ti consiglio inoltre di leggere quest'intervista, successiva alle olimpiadi di Pechino 2008: http://www.pallavolo.org/docs/personaggi/cardullo1008.asp
:hi