Curiosità ingenua
Ultimamente mi chiedo come mai, per stabilire il voto di un alunno a fine anno scolastico, si utilizzi la media aritmetica e non un altro indice, come ad esempio la moda. La media è sensibile alle oscillazioni del voto, quindi in un certo senso è più "severa"; la moda, invece, non tiene conto di improvvisi "crolli" o di inspiegabili "colpi di genio", ma solo del voto preso il maggior numero di volte.
Che ne pensate?
Che ne pensate?
Risposte
Questione interessante che mi ha fatto pensare un poco.
Secondo me, si usa la "media aritmetica" per usare una operazione semplice ma efficace per valutare tutti i voti presi durante l'anno. La media aritmetica considera tutti i voti e tiene conto anche di eventuali miglioramenti magari verso fine anno. Al contrario, la "moda" tiene conto solo del voto più frequente, appunto e questo potrebbe essere più penalizzante. Infatti, nel caso di uno studente che comincia male l'anno, si avranno magari molti voti bassi. Poi lo studente si impegna e verso fine anno magari riesce a salire ancora un pò di più. Solamente che la sua "moda" sarebbe bassa, mentre la sua media aritmetica sarebbe un pelino più alta, grazie ai miglioramenti e all'impegno.
Inoltre la moda è rigida: considera le frequenze e soffre del problema della loro quantizzazione. Facendo il diagramma delle frequenze è possibile raccogliere i voti con un certo passo e questo passo condiziona pesantemente la moda. Quindi, la moda diventa inefficiente perché dipende anche dal fattore del "passo di frequenza" che deve essere stabilito e concorde in tutti i processi di analisi del voto. La cosa è poco realistica, credo.
La media aritmetica, invece, è più autonoma e necessita solo della lista di voti, riportando lo stesso risultato sempre.
Piuttosto della "moda" mi chiederei perché non usare la media geometrica: è leggermete più vantaggiosa di quella aritmetica e rimane sempre efficace ed autonoma.
Parlando poi di statistica e probabilità, aggiungerei anche l'"eliminazione delle code", cioé eliminare dal conteggio il voto più basso e più alto... e considerare solo quelli centrali. Solo che qui si va "di fino" e bisogna aggiungere altri parametri per la statistica. Questo sempre che il campione di voti considerato sia valido statisticamente. Ma qui lascio la parola agli esperti.
Secondo me, si usa la "media aritmetica" per usare una operazione semplice ma efficace per valutare tutti i voti presi durante l'anno. La media aritmetica considera tutti i voti e tiene conto anche di eventuali miglioramenti magari verso fine anno. Al contrario, la "moda" tiene conto solo del voto più frequente, appunto e questo potrebbe essere più penalizzante. Infatti, nel caso di uno studente che comincia male l'anno, si avranno magari molti voti bassi. Poi lo studente si impegna e verso fine anno magari riesce a salire ancora un pò di più. Solamente che la sua "moda" sarebbe bassa, mentre la sua media aritmetica sarebbe un pelino più alta, grazie ai miglioramenti e all'impegno.
Inoltre la moda è rigida: considera le frequenze e soffre del problema della loro quantizzazione. Facendo il diagramma delle frequenze è possibile raccogliere i voti con un certo passo e questo passo condiziona pesantemente la moda. Quindi, la moda diventa inefficiente perché dipende anche dal fattore del "passo di frequenza" che deve essere stabilito e concorde in tutti i processi di analisi del voto. La cosa è poco realistica, credo.
La media aritmetica, invece, è più autonoma e necessita solo della lista di voti, riportando lo stesso risultato sempre.
Piuttosto della "moda" mi chiederei perché non usare la media geometrica: è leggermete più vantaggiosa di quella aritmetica e rimane sempre efficace ed autonoma.
Parlando poi di statistica e probabilità, aggiungerei anche l'"eliminazione delle code", cioé eliminare dal conteggio il voto più basso e più alto... e considerare solo quelli centrali. Solo che qui si va "di fino" e bisogna aggiungere altri parametri per la statistica. Questo sempre che il campione di voti considerato sia valido statisticamente. Ma qui lascio la parola agli esperti.