Utilizzatore e corrente per funzionare
Ciao a tutti ragazzi
vi vorrei chiedere una cosa che non riesco a capire bene.
Consideriamo un notebook che ha un suo alimentatore con caratteristiche esempio di
input 120-240V 1.2A
output (ma forse non interessa): 19V 2,37A
consideriamo ora che il cavo (quello che va dalla scatoletta alimentatore alla presa di corrente) abbia queste caratteristiche
125V e 7A
e poi c'è il notebook che ha come corrente di ingresso 1,58A 19V.
Perchè questo pc può funzionare? e non frigge?
tutti dicono che quello che c'è scritto come corrente di uscita sui dispositivi è la massima che si può ottenere dal dispositivo,e fin qui va bene; in più aggiungono che i dispositivi prendono la corrente che gli serve per funzionare, ed allora dico perchè se io metto le dita della corrente io mi prendo la scossa? non ho bisogno di corrente
se, ipotesi, nella presa di corrente ci sono 7 ampere, dove se ne vanno i (7-1.2 input dell'alimentatore) non necessari all'alimentatore?
perchè me lo specifica sull'alimentatore che per funzionare ha bisogno di 1.2A? ci sono prese di corrente nel muro che arrivano a fornire anche meno di 1.2A?
possiamo entrare nel tecnico ? così capisco meglio?
vi vorrei chiedere una cosa che non riesco a capire bene.
Consideriamo un notebook che ha un suo alimentatore con caratteristiche esempio di
input 120-240V 1.2A
output (ma forse non interessa): 19V 2,37A
consideriamo ora che il cavo (quello che va dalla scatoletta alimentatore alla presa di corrente) abbia queste caratteristiche
125V e 7A
e poi c'è il notebook che ha come corrente di ingresso 1,58A 19V.
Perchè questo pc può funzionare? e non frigge?
tutti dicono che quello che c'è scritto come corrente di uscita sui dispositivi è la massima che si può ottenere dal dispositivo,e fin qui va bene; in più aggiungono che i dispositivi prendono la corrente che gli serve per funzionare, ed allora dico perchè se io metto le dita della corrente io mi prendo la scossa? non ho bisogno di corrente
se, ipotesi, nella presa di corrente ci sono 7 ampere, dove se ne vanno i (7-1.2 input dell'alimentatore) non necessari all'alimentatore?
perchè me lo specifica sull'alimentatore che per funzionare ha bisogno di 1.2A? ci sono prese di corrente nel muro che arrivano a fornire anche meno di 1.2A?
possiamo entrare nel tecnico ? così capisco meglio?
Risposte
Ciao
dalla tua domanda capisco che c'è un po' di confusione nell'aria
cerco di mettere un po' di ordine.
Per quanto riguarda l'alimentatore, di solito viene fornita la tensione nominale di uscita e la corrente massima erogabile
Immaginiamo che tu abbiamo un alimentatore che fornisce 19V e una corrente massima di 10A
Se tu a questo alimentatore colleghi un dispositivo che è fatto per essere alimentato a 19V e che ha bisogno di una corrente nominale di 5A, esso funzionerà benissimo senza rompersi
Diciamo che se tu colleghi un qualsiasi utilizzatore che ha bisogno di essere alimentato a 19V e che assorbe una corrente che non supera i 10A puoi stare tranquillo che l'utilizzatore funzionerà benissimo.
la corrente massima indicata sulla targhetta dell'alimentatore indica una corrente oltre la quale l'alimentatore smetterà di comportarsi come previsto.
A seconda di come è fatto l'alimentatore, questo si può comportare in svariati modi tra cui:
1) se si accorge che la corrente richiesta supera la sua corrente massima lui non eroga più di quella massima (pertanto l'utilizzatore non riceve tutta la corrente di cui ha bisogno)
2) se si accorge che la corrente richiesta supera la sua corrente massima lui si spegne per sicurezza
3) quando la corrente supera quella massima, essa viene fornita lo stesso, ma la tensione ai capi dell'uscita dell'alimentatore scende; sempre in questo scenario includo il fatto che se la corrente che si chiedere di erogare è esageratamente alta, l'alimentatore di rompe.
Se l'alimentatore è fatto per fornire fino a 10A e l'utilizzatore chiedere per esempio 7A, la differenza di 3A semplicemente non verrà generata. Quindo non va da nessuna parte
vengo ora alla tua domanda relativa al fatto che un essere umano, pur non essendo alimentato da corrente elettrica (quindi non ne ha bisogno) se mette le dita nella presa, la corrente la sente!
hai perfettamente ragione a dire che il corpo umano non ha bisogno di corrente, ma il corpo umano è anche formato da acqua e sali minerali, quindi è un conduttore di cariche elettriche
L'alimentazione in europa è in media 230V alternata ad una frequenza di 50Hz
quando ero all'università, il mio professore di elettronica applicata 2 ci disse che l'impedenza del corpo umano a quella frequenza è di circa 3kOhm (poi dipende da tantissimi fattori, ma prendiamolo come dato di esempio)
applicando banalmente la legge di Ohm $v =Z \cdot i $ dove $Z$ è l'impedenza appena indicata, abbiamo che
$i = v/Z -> i = (230V)/(3000 Omega) = 0.076A = 76mA$
Considera che quando la corrente che circola nel corpo supera i 50mA la si considera fatale
Torno ancora alla domanda in cui chiedi se il laptop si frigge
quando poni quella domanda dici che l'alimentatore fornisce 29V e una corrente massima di 2.37A
ma dici anche che il laptop ha bisogno di una tensione di ingresso di 19V, una corrente di 1.58A
quindi la risposta alla tua domanda è: sì , si frigge!
questo perchè tu fornisci 29V ad un dispositivo fatto per funzionare a 19V
cosa diversa sarebbe se tu ti fossi solo sbagliato a riportare la tensione dell'alimentatore e questa fosse anche lei 19V
in tal caso l'alimentatore va bene e lo potresti usare per il laptop.
Devi però tenere conto della polarità della tensione perchè parliamo di tensione continua quindi ci sono un + e un - che non vanno invertiti assolutamente altrimenti il rischio di frittura torna ad esistere.
Ultima cosa bisogno controllare che il connettore maschio dell'alimentatore sia adatto al connettore femmina del laptop
Spero di esserti stato utile
se hai domande chiedi pure
saluti
dalla tua domanda capisco che c'è un po' di confusione nell'aria

cerco di mettere un po' di ordine.
Per quanto riguarda l'alimentatore, di solito viene fornita la tensione nominale di uscita e la corrente massima erogabile
Immaginiamo che tu abbiamo un alimentatore che fornisce 19V e una corrente massima di 10A
Se tu a questo alimentatore colleghi un dispositivo che è fatto per essere alimentato a 19V e che ha bisogno di una corrente nominale di 5A, esso funzionerà benissimo senza rompersi
Diciamo che se tu colleghi un qualsiasi utilizzatore che ha bisogno di essere alimentato a 19V e che assorbe una corrente che non supera i 10A puoi stare tranquillo che l'utilizzatore funzionerà benissimo.
la corrente massima indicata sulla targhetta dell'alimentatore indica una corrente oltre la quale l'alimentatore smetterà di comportarsi come previsto.
A seconda di come è fatto l'alimentatore, questo si può comportare in svariati modi tra cui:
1) se si accorge che la corrente richiesta supera la sua corrente massima lui non eroga più di quella massima (pertanto l'utilizzatore non riceve tutta la corrente di cui ha bisogno)
2) se si accorge che la corrente richiesta supera la sua corrente massima lui si spegne per sicurezza
3) quando la corrente supera quella massima, essa viene fornita lo stesso, ma la tensione ai capi dell'uscita dell'alimentatore scende; sempre in questo scenario includo il fatto che se la corrente che si chiedere di erogare è esageratamente alta, l'alimentatore di rompe.
Se l'alimentatore è fatto per fornire fino a 10A e l'utilizzatore chiedere per esempio 7A, la differenza di 3A semplicemente non verrà generata. Quindo non va da nessuna parte
vengo ora alla tua domanda relativa al fatto che un essere umano, pur non essendo alimentato da corrente elettrica (quindi non ne ha bisogno) se mette le dita nella presa, la corrente la sente!
hai perfettamente ragione a dire che il corpo umano non ha bisogno di corrente, ma il corpo umano è anche formato da acqua e sali minerali, quindi è un conduttore di cariche elettriche
L'alimentazione in europa è in media 230V alternata ad una frequenza di 50Hz
quando ero all'università, il mio professore di elettronica applicata 2 ci disse che l'impedenza del corpo umano a quella frequenza è di circa 3kOhm (poi dipende da tantissimi fattori, ma prendiamolo come dato di esempio)
applicando banalmente la legge di Ohm $v =Z \cdot i $ dove $Z$ è l'impedenza appena indicata, abbiamo che
$i = v/Z -> i = (230V)/(3000 Omega) = 0.076A = 76mA$
Considera che quando la corrente che circola nel corpo supera i 50mA la si considera fatale
Torno ancora alla domanda in cui chiedi se il laptop si frigge
quando poni quella domanda dici che l'alimentatore fornisce 29V e una corrente massima di 2.37A
ma dici anche che il laptop ha bisogno di una tensione di ingresso di 19V, una corrente di 1.58A
quindi la risposta alla tua domanda è: sì , si frigge!
questo perchè tu fornisci 29V ad un dispositivo fatto per funzionare a 19V
cosa diversa sarebbe se tu ti fossi solo sbagliato a riportare la tensione dell'alimentatore e questa fosse anche lei 19V
in tal caso l'alimentatore va bene e lo potresti usare per il laptop.
Devi però tenere conto della polarità della tensione perchè parliamo di tensione continua quindi ci sono un + e un - che non vanno invertiti assolutamente altrimenti il rischio di frittura torna ad esistere.
Ultima cosa bisogno controllare che il connettore maschio dell'alimentatore sia adatto al connettore femmina del laptop
Spero di esserti stato utile
se hai domande chiedi pure
saluti
grazie per la risposta chiara. Così so come comportarmi in futuro senza farmi prendere dai dubbi
si ho sbagliato a scrivere: no nera 29V, ma 19V. Però hai risolto alla grande il problema.
Però possiamo scendere nel particolare del perchè se c'è una presa di corrente ed un utilizzatore1 che richiede una certa corrente, l'utilizzatore1 ne prende solo quel tot?
se prendo un utilizzatore2 con una richiesta diversa di corrente, questo perchè riesce a prendere solo quello che gli serve? che è diversa come corrente dall'utilizzatore1?
la differenza è nella resistenza equivalente dell'utilizzatore (che sia 1 o 2)?

si ho sbagliato a scrivere: no nera 29V, ma 19V. Però hai risolto alla grande il problema.
Però possiamo scendere nel particolare del perchè se c'è una presa di corrente ed un utilizzatore1 che richiede una certa corrente, l'utilizzatore1 ne prende solo quel tot?
se prendo un utilizzatore2 con una richiesta diversa di corrente, questo perchè riesce a prendere solo quello che gli serve? che è diversa come corrente dall'utilizzatore1?
la differenza è nella resistenza equivalente dell'utilizzatore (che sia 1 o 2)?
Ciao,
Francamente fatico a capire la tua domanda.
O meglio, la risposta mi pare di avertela data nel mio post precedente.
Se hai due utilizzatori che richiedono correnti diverse, ciascuno di essi prenderà della che serve
Questo ovviamente se la corrente richiesta è inferiore alla corrente massima erogabile dal generatore
Questo vale sia se colleghi un utilizzatore alla volta alla stessa presa sia che li colleghi contemporaneamente.
Nel secondo caso ciascun utilizzate assorbirà ciò che serve a lui,e dalla presa di corrente uscirà la somma delle due correnti
Francamente fatico a capire la tua domanda.
O meglio, la risposta mi pare di avertela data nel mio post precedente.
Se hai due utilizzatori che richiedono correnti diverse, ciascuno di essi prenderà della che serve
Questo ovviamente se la corrente richiesta è inferiore alla corrente massima erogabile dal generatore
Questo vale sia se colleghi un utilizzatore alla volta alla stessa presa sia che li colleghi contemporaneamente.
Nel secondo caso ciascun utilizzate assorbirà ciò che serve a lui,e dalla presa di corrente uscirà la somma delle due correnti
Un utilizzatore prende la corrente che gli serve : si perché dipende dalla sua resistenza o meglio impedenza.
Ad es. se hai una presa a 220 V e colleghi un utilizzatore con impedenza di 100 Ohm , assorbirà una corrente $I= (220V)/(100 Ohm) = 2.2A $.
Basta applicare la legge di Ohm .
Ad es. se hai una presa a 220 V e colleghi un utilizzatore con impedenza di 100 Ohm , assorbirà una corrente $I= (220V)/(100 Ohm) = 2.2A $.
Basta applicare la legge di Ohm .
Vediamo se riesco ad argomentare con qualche esempio quello che ti hanno spiegato loro, dunque :
Partiamo da un presupposto (non totalmente giusto ma nemmeno molto distante da quella che è la realtà) quando parliamo di alimentatori (in continua e non) stiamo di fatto immaginando (idealmente) una sorgente attiva di energia infinita (cioè che "produce da sè" [tramite processi chimici, meccanici,ecc..], per un tempo indefinito, un tipo di energia che possiamo utilizzare ad esempio per alimentare un dispositivo elettrico).
Adesso, in generale (tralasciando gli alimentatori da laboratorio), un alimentatore in continua ha degli specifici valori di tensione e corrente in uscita che però hanno significati diversi. Per un alimentatore da 19V e 5A (esempio) avremo che esso è in grado di erogare (circa) 19V in continua e fino ad un massimo di 5A. Allora possiamo pensare all'alimentatore come ad una sorgente di energia a tensione fissa ma a corrente variabile!
Cosa significa "a corrente variabile"? Significa che la corrente erogata dall'alimentatore varia al variare del carico (utilizzatore) collegato alla sorgente. Facciamo un paio di esempi banali.
[fcd="Esempio 1"][FIDOCAD]
RV 35 30 85 85 0
LI 85 40 140 40 0
LI 85 75 140 75 0
TY 40 50 4 3 0 0 0 * Alimentatore
TY 140 35 4 3 0 0 0 * A
TY 140 70 4 3 0 0 0 * B
TY 40 60 4 3 0 0 0 * 20V @MAX 5A[/fcd]
Quanto vale la tensione tra A e B? Banalmente la tensione sarà la stessa erogata dall'alimentatore ovvero 20V, ma..e la corrente? Abbiamo un circuito aperto quindi la corrente è pari a 0A. Questo perchè? Perchè non è presente nessun carico (utilizzatore) che richiede alla sorgente dei portatori di carica. Questa è la tensione a vuoto.
[fcd="Esempio 2"][FIDOCAD]
RV 35 30 85 85 0
LI 85 40 140 40 0
LI 85 75 140 75 0
TY 40 50 4 3 0 0 0 * Alimentatore
TY 140 35 4 3 0 0 0 * A
TY 140 70 4 3 0 0 0 * B
TY 40 60 4 3 0 0 0 * 20V @MAX 5A
LI 140 40 140 75 0[/fcd]
Adesso colleghiamo i due terminali A e B con un filo (tensione di cortocircuito). Cosa accade stavolta? Supponiamo che il cortocircuito sia ideale (infatti, in realtà, il filo ha una certa impedenza). In questo caso la corrente è libera di circolare nella maglia e poichè non incontra nessuna "resistenza" al suo passaggio fluiscono tutti e 5 gli Ampère che il generatore può erogare..ma..e la tensione? Se fai una legge di Kirchhoff alla maglia ti renderai conto tu stesso che l'alimentazione viene cortocircuitata e di conseguenza avremo una tensione nulla. E quindi? Cosa è successo? Abbiamo bruciato l'alimentatore..ma ehy non preoccuparti! questo è un caso ideale, in realtà come dicevo prima il filo ha una certa impedenza (schematizzabile come una resistenza) quindi in realtà un carico c'è e su di esso abbiamo esattamente una tensione da 20V ed una corrente pari a (quasi) 5A.
[fcd="Esempio 3"][FIDOCAD]
RV 35 30 85 85 0
LI 85 40 140 40 0
LI 85 75 140 75 0
TY 40 50 4 3 0 0 0 * Alimentatore
TY 140 35 4 3 0 0 0 * A
TY 140 70 4 3 0 0 0 * B
TY 40 60 4 3 0 0 0 * 20V @MAX 5A
LI 140 40 140 50 0
LI 140 65 140 75 0
TY 145 55 4 3 0 0 0 * R
MC 140 50 1 0 ihram.res[/fcd]
Vediamo in generale cosa abbiamo qui. R è il carico (utilizzatore) collegato all'alimentazione (solitamente un utilizzatore ha anche effetti capacitivi e induttivi ma lasciamoli stare altrimenti il ragionamento dovrebbe continuare nel campo dei numeri complessi..). Qual'e la legge del circuito? Anche qui, banalmente abbiamo che :
La tensione, come abbiamo detto prima, è fissa (in questo caso pari a 20V) mentre la corrente varia linearmente con la conduttanza del carico. Dando dei valori arbitrari ad R ti renderai conto da solo che la corrente nel circuito non è fissa ma varia in base "alla richiesta" del carico R.
Spero di aver chiarito, almeno in parte, i tuoi dubbi.
PS: se ci sono errori segnalatemelo che correggo
Partiamo da un presupposto (non totalmente giusto ma nemmeno molto distante da quella che è la realtà) quando parliamo di alimentatori (in continua e non) stiamo di fatto immaginando (idealmente) una sorgente attiva di energia infinita (cioè che "produce da sè" [tramite processi chimici, meccanici,ecc..], per un tempo indefinito, un tipo di energia che possiamo utilizzare ad esempio per alimentare un dispositivo elettrico).
Adesso, in generale (tralasciando gli alimentatori da laboratorio), un alimentatore in continua ha degli specifici valori di tensione e corrente in uscita che però hanno significati diversi. Per un alimentatore da 19V e 5A (esempio) avremo che esso è in grado di erogare (circa) 19V in continua e fino ad un massimo di 5A. Allora possiamo pensare all'alimentatore come ad una sorgente di energia a tensione fissa ma a corrente variabile!
Cosa significa "a corrente variabile"? Significa che la corrente erogata dall'alimentatore varia al variare del carico (utilizzatore) collegato alla sorgente. Facciamo un paio di esempi banali.
[fcd="Esempio 1"][FIDOCAD]
RV 35 30 85 85 0
LI 85 40 140 40 0
LI 85 75 140 75 0
TY 40 50 4 3 0 0 0 * Alimentatore
TY 140 35 4 3 0 0 0 * A
TY 140 70 4 3 0 0 0 * B
TY 40 60 4 3 0 0 0 * 20V @MAX 5A[/fcd]
Quanto vale la tensione tra A e B? Banalmente la tensione sarà la stessa erogata dall'alimentatore ovvero 20V, ma..e la corrente? Abbiamo un circuito aperto quindi la corrente è pari a 0A. Questo perchè? Perchè non è presente nessun carico (utilizzatore) che richiede alla sorgente dei portatori di carica. Questa è la tensione a vuoto.
[fcd="Esempio 2"][FIDOCAD]
RV 35 30 85 85 0
LI 85 40 140 40 0
LI 85 75 140 75 0
TY 40 50 4 3 0 0 0 * Alimentatore
TY 140 35 4 3 0 0 0 * A
TY 140 70 4 3 0 0 0 * B
TY 40 60 4 3 0 0 0 * 20V @MAX 5A
LI 140 40 140 75 0[/fcd]
Adesso colleghiamo i due terminali A e B con un filo (tensione di cortocircuito). Cosa accade stavolta? Supponiamo che il cortocircuito sia ideale (infatti, in realtà, il filo ha una certa impedenza). In questo caso la corrente è libera di circolare nella maglia e poichè non incontra nessuna "resistenza" al suo passaggio fluiscono tutti e 5 gli Ampère che il generatore può erogare..ma..e la tensione? Se fai una legge di Kirchhoff alla maglia ti renderai conto tu stesso che l'alimentazione viene cortocircuitata e di conseguenza avremo una tensione nulla. E quindi? Cosa è successo? Abbiamo bruciato l'alimentatore..ma ehy non preoccuparti! questo è un caso ideale, in realtà come dicevo prima il filo ha una certa impedenza (schematizzabile come una resistenza) quindi in realtà un carico c'è e su di esso abbiamo esattamente una tensione da 20V ed una corrente pari a (quasi) 5A.
[fcd="Esempio 3"][FIDOCAD]
RV 35 30 85 85 0
LI 85 40 140 40 0
LI 85 75 140 75 0
TY 40 50 4 3 0 0 0 * Alimentatore
TY 140 35 4 3 0 0 0 * A
TY 140 70 4 3 0 0 0 * B
TY 40 60 4 3 0 0 0 * 20V @MAX 5A
LI 140 40 140 50 0
LI 140 65 140 75 0
TY 145 55 4 3 0 0 0 * R
MC 140 50 1 0 ihram.res[/fcd]
Vediamo in generale cosa abbiamo qui. R è il carico (utilizzatore) collegato all'alimentazione (solitamente un utilizzatore ha anche effetti capacitivi e induttivi ma lasciamoli stare altrimenti il ragionamento dovrebbe continuare nel campo dei numeri complessi..). Qual'e la legge del circuito? Anche qui, banalmente abbiamo che :
\(\displaystyle I = \frac{V}{R} \)
La tensione, come abbiamo detto prima, è fissa (in questo caso pari a 20V) mentre la corrente varia linearmente con la conduttanza del carico. Dando dei valori arbitrari ad R ti renderai conto da solo che la corrente nel circuito non è fissa ma varia in base "alla richiesta" del carico R.
Spero di aver chiarito, almeno in parte, i tuoi dubbi.
PS: se ci sono errori segnalatemelo che correggo
grazie mille ragazzi,
si con tutto ciò che avete scritto, penso che sia arrivato a capire bene perchè funzioni così.
Vi vorrei altre cose però:
per quanto riguarda l'alimentatore del portatile che è collegato alla presa di corrente, il ragionamento fatto fino ad ora fila.
anche il pc ha una propria impedenza interna, e quindi anche se la corrente che deriva dall'alimentatore può essere maggiore di quello che gli serve , grazie ad essa ottiene la corrente che gli serve.
Ma allora perchè c'è bisogno dell'alimentatore? e non si mette direttamente il pc collegato alla presa di corrente?
Perchè con il suo circuito interno l'alimentatore è in grado di fornire al pc una corrente più stabile e pulita?
Come pure sull'alimentatore, c'è scritto input 120-240V 1.2A. Perchè lo scrivono? Ci sono parti del mondo dove non si riesce ad ottenere una corrente di 1.2A?
altra cosa che non so se c'entra oppure no: sento spesso parlare di corrente continua e corrente alternata, ma nella realtà cosa cambia ed in cosa si utilizza l'una e l'altra?
si con tutto ciò che avete scritto, penso che sia arrivato a capire bene perchè funzioni così.
Vi vorrei altre cose però:
per quanto riguarda l'alimentatore del portatile che è collegato alla presa di corrente, il ragionamento fatto fino ad ora fila.
anche il pc ha una propria impedenza interna, e quindi anche se la corrente che deriva dall'alimentatore può essere maggiore di quello che gli serve , grazie ad essa ottiene la corrente che gli serve.
Ma allora perchè c'è bisogno dell'alimentatore? e non si mette direttamente il pc collegato alla presa di corrente?
Perchè con il suo circuito interno l'alimentatore è in grado di fornire al pc una corrente più stabile e pulita?
Come pure sull'alimentatore, c'è scritto input 120-240V 1.2A. Perchè lo scrivono? Ci sono parti del mondo dove non si riesce ad ottenere una corrente di 1.2A?
altra cosa che non so se c'entra oppure no: sento spesso parlare di corrente continua e corrente alternata, ma nella realtà cosa cambia ed in cosa si utilizza l'una e l'altra?
Per ora ti rispondo schematicamente alle tue domande e poi ti chiedo di rispondere alle mie per poter proseguire la discussione anche perchè quello che chiedi richiede un minimo di conoscenza elettrotecnica per poter essere spiegato e compreso bene.
Attenzione
Quello che genericamente abbiamo chiamato alimentatore non è altro che un trasformatore ovvero converte la tensione di rete (in Italia a 220V-230V) sinusoidale (alternata [AC]) in corrente continua [DC] adeguata per far funzionare il circuito microelettronico all'interno del notebook/desktop. Non solo, praticamente tutti i dispositivi elettrici presenti nelle nostre case hanno (al loro interno) un trasformatore del genere, proprio per il fatto che ogni componente elettronico ha la necessità di lavorare con un ben definito range di tensioni (solitamente dai 3.3V ai 19V).
No, lascia stare la corrente..con quella scritta ti informano soltanto del fatto che finchè colleghi l'alimentatore/trasformatore ad una presa di corrente che eroga massimo 240V (in alternata) non rischi di bruciare il dispositivo. Se poi vai in una fabbrica (dove la tensione di rete è intorno ai 330V) e lo colleghi direttamente alla presa..trai le tue conclusioni
A questa rispondo dopo che tu hai risposto alle mie domande..
1) Hai mai studiato elettrotecnica o comunque studiato qualcosa di elettronica? (credo di sapere già la risposta)
2) Cosa sai dirmi tu sulle sinusoidi?
3) Sei disposto a/hai la buona volontà di leggere un libro che sicuramente chiarirebbe gran parte dei tuoi dubbi?
4) Come mai hai postato nella sezione di ingegneria? Ti sei appena iscritto ad ingegneria o hai intenzione di farlo?
"Bandit":
Ma allora perchè c'è bisogno dell'alimentatore? e non si mette direttamente il pc collegato alla presa di corrente? Perchè con il suo circuito interno l'alimentatore è in grado di fornire al pc una corrente più stabile e pulita?
Attenzione

"Bandit":
Come pure sull'alimentatore, c'è scritto input 120-240V 1.2A. Perchè lo scrivono? Ci sono parti del mondo dove non si riesce ad ottenere una corrente di 1.2A?
No, lascia stare la corrente..con quella scritta ti informano soltanto del fatto che finchè colleghi l'alimentatore/trasformatore ad una presa di corrente che eroga massimo 240V (in alternata) non rischi di bruciare il dispositivo. Se poi vai in una fabbrica (dove la tensione di rete è intorno ai 330V) e lo colleghi direttamente alla presa..trai le tue conclusioni

"Bandit":
altra cosa che non so se c'entra oppure no: sento spesso parlare di corrente continua e corrente alternata, ma nella realtà cosa cambia ed in cosa si utilizza l'una e l'altra?
A questa rispondo dopo che tu hai risposto alle mie domande..
1) Hai mai studiato elettrotecnica o comunque studiato qualcosa di elettronica? (credo di sapere già la risposta)
2) Cosa sai dirmi tu sulle sinusoidi?
3) Sei disposto a/hai la buona volontà di leggere un libro che sicuramente chiarirebbe gran parte dei tuoi dubbi?
4) Come mai hai postato nella sezione di ingegneria? Ti sei appena iscritto ad ingegneria o hai intenzione di farlo?
grazie delle tue risposte, sono state molto utili e chiare.
Se ti rispondo alle domande tu mi dirai: "ti sei comprato la laurea?" la mia risposta è : "no, ci ho perso anche tanto tempo , è solo che perdendo il tempo a scervellarti sulle cose matematiche senza collegarle alla realtà, dalla testa, alla fine dell'esame, cancelli tutto e buonanotte al secchio."
Per la 2) è collegato al fatto che la corrente e la tensione sono esprimibili con i fasori e quindi $A e^(x) = Ajsen(x)+Acos(x)$?
EDIT: ho corretto
Se ti rispondo alle domande tu mi dirai: "ti sei comprato la laurea?" la mia risposta è : "no, ci ho perso anche tanto tempo , è solo che perdendo il tempo a scervellarti sulle cose matematiche senza collegarle alla realtà, dalla testa, alla fine dell'esame, cancelli tutto e buonanotte al secchio."
Per la 2) è collegato al fatto che la corrente e la tensione sono esprimibili con i fasori e quindi $A e^(x) = Ajsen(x)+Acos(x)$?
EDIT: ho corretto
Scusa se rispondo a distanza di ore ma studiando controllo il forum solo nei momenti di pausa
Tranquillo, le mie domande erano mirate a capire il grado di conoscenza e la volontà di imparare da parte tua, niente di personale
ah e comunque condivido in parte la tua esperienza riguardo al fatto che all'università ci spiegano le varie formule e passaggi matematici senza soffermarsi più di tanto sull'applicazione pratica (e non solo teorica) dell'argomento. Adesso che so che hai studiato ingegneria posso parlare più liberamente con termini "tecnici".
mmm..direi nì (occhio che davanti a sen(x) ci va una j perchè quella è la parte complessa del fasore).
Dunque, facciamo distinzione tra segnali AC (alternata) e segnali DC (continua). Tra le caratteristiche del segnale in alternata ci interessa in particolare che :
E' un segnale sinusoidale (o comunque esprimibile come somma di segnali sinusoidali) a frequenza fissa (e pertanto periodico)
Tensione e corrente non sono fissi ma variano sinusoidalmente ad ogni instante di tempo
Già da qui dovresti capire il perchè non è possibile utilizzare (perlomeno per i circuiti "normali") un'alimentazione AC. Facciamo un semplice esempio :
Supponiamo di avere un circuito elettronico che deve necessariamente essere alimentato a 5V e immaginiamo di voler utilizzare un alimentatore/trasformatore che "trasforma" i 220V AC della rete domestica in 5V AC (ovvero diminuisce soltanto l'ampiezza della sinusoide senza raddrizzare l'onda [tra poco ti spiego cosa vuol dire raddrizzare]). Idealmente cosa accadrebbe? Durante il semi-periodo positivo in cui l'onda sinusoidale si trova al di sopra dell'asse dei tempi, il modulo della tensione varia da 0V fino a 5V e poi scende di nuovo 0V. Ciò significa che per un breve periodo di tempo (tra poco ti quantifico il "periodo di tempo") il circuito viene acceso e subito dopo spento. Adesso però guardiamo cosa succede nell'altro semi-periodo. In questo caso, il modulo della tensione passa da 0V a -5V per poi tornare a 0V. Cosa significa avere -5V? Semplicemente abbiamo applicato al circuito una tensione da 5V invertendo polo positivo e polo negativo..funzionerà più il nostro circuito? la risposta è no, abbiamo sicuramente bruciato qualcosa..
A questo punto potresti pensare: ma se applicare un alimentazione negativa mi fa bruciare il circuito, non possiamo utilizzare "qualcosa" che filtra la parte negativa dell'onda sinusoidale così evitiamo questa situazione? Potremmo farlo, ma questo non risolve un altro problema che vediamo tra poco..
Hai studiato i diodi? I diodi sono dei particolari dispositivi elettrici che (in poche parole) sono in grado di far scorrere la corrente in un unica direzione e bloccarla completamente se "iniettata" in verso opposto. Vediamo un piccolo schemino :
[fcd="Diodo semplice"][FIDOCAD]
MC 100 35 0 0 200
LI 100 35 65 35 0
LI 115 35 155 35 0
MC 100 80 0 0 200
LI 100 80 65 80 0
LI 115 80 155 80 0
TY 85 15 4 3 0 0 0 * così passa corrente
TY 80 60 4 3 0 0 0 * così NON passa corrente
MC 100 75 2 0 074
MC 95 30 0 0 074
TY 90 25 4 3 0 0 0 * I
TY 90 70 4 3 0 0 0 * I[/fcd]
Quindi, se la corrente è concorde al verso della freccia che identifica il dispositivo, allora il componente fa scorrere corrente (si dice anche che il diodo è in conduzione), se invece viene applicata una corrente inversa (come vedi dal simbolo del diodo) incontra una sbarretta che sta a simboleggiare il fatto che la corrente non può passare (diodo in interdizione). Il perchè di questo comportamento te lo lascio approfondire a te (cerca info riguardo i processi fisici interni alle giunzioni pn).
Utilizzando questo componente possiamo quindi filtrare la componente negativa della tensione ottenendo una semi-onda sinusoidale (ancora periodica con stesso periodo della precedente) fatta così:
[fcd="Segnale filtrato"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0
BE 70 85 85 50 95 50 110 85 2
BE 135 85 150 50 160 50 175 85 2[/fcd]
Come vedi è sparita la componente negativa del segnale che è stato sostituita da un tratto a tensione nulla. Cosa accade adesso applicando questo segnale al circuito? Per un semi-periodo accade esattamente quello che accadeva nell'esempio precedente, per il restante semi-periodo la tensione è fissa a 0V e quindi il circuito resta spento. A parte il fatto che a noi interessa che il circuito elettronico resti sempre acceso (sarebbe fastidioso se ad esempio mentre stiamo guardando la tv questa si spegnesse e accendesse a intervalli regolari no?), però c'è un altro problema..prima ti dicevo :
Vediamo a quanto ammonta il breve periodo. La frequenza della tensione di rete che riceviamo a casa è di (circa) 50Hz, ricordando l'espressione analitica della frequenza :
Questo significa che (stiamo considerando il semi-periodo cioè la metà del periodo) ogni 0.01 s il circuito commuta (cioè passa dallo stato ON allo stato OFF). Queste commutazioni sicuramente brucieranno ugualmente il circuito, la frequenza con cui avvengono le commutazioni è troppo alta!
Adesso siamo giunti alla parte finale. Ma allora se anche dopo aver filtrato la parte negativa il circuito continua a bruciarsi, come posso sfruttare l'alimentazione AC? In sostanza, come funziona un alimentatore/trasformatore che "trasforma" quest'onda sinusoidale in un segnale DC? Aggiungendo una circuiteria adeguata! Vediamo come è fatto un alimentatore (ancora una volta ti invito a cercare maggiori informazioni online per le caratteristiche ed il funzionamento).
[fcd="Alimentatore DC"][FIDOCAD]
MC 55 40 0 0 ihram.trafo
MC 30 50 0 0 ey_libraries.genavs0
LI 55 35 30 35 0
LI 30 40 30 45 0
LI 55 65 30 65 0
LI 55 40 55 35 0
LI 55 60 55 65 0
LI 30 65 30 60 0
LI 30 40 30 35 0
LI 65 45 65 40 0
LI 65 25 120 25 0
LI 65 55 65 60 0
LI 65 75 120 75 0
MC 105 45 0 0 210
MC 125 35 1 0 210
MC 125 65 0 0 210
MC 105 55 1 0 210
LI 65 25 65 40 0
LI 65 60 65 75 0
LI 115 65 125 65 0
LI 115 35 125 35 0
LI 105 45 105 55 0
LI 135 45 135 55 0
LI 120 75 120 65 0
LI 120 35 120 25 0
MC 115 50 0 0 ihram.res
MC 175 100 1 0 170
LI 175 90 175 100 0
LI 175 110 175 120 0
LI 175 90 205 90 0
LI 175 120 205 120 0
TY 105 15 4 3 0 0 1 * raddrizzatore
TY 40 15 4 3 0 0 1 * trasformatore
RV 100 30 140 70 1
TY 160 75 4 3 0 0 1 * filtro
RV 45 30 75 70 1
RV 150 85 190 125 1
RV 205 85 245 125 1
TY 210 100 4 3 0 0 1 * regolatore
LI 95 120 175 120 2
LI 135 50 155 50 2
LI 155 50 155 90 2
LI 130 50 135 50 2
LI 155 90 175 90 2
LI 115 50 105 50 2
LI 95 50 95 120 2
LI 105 50 95 50 2[/fcd]
Vediamo step-by-step cosa fa il circuito :
1) Riceve in ingresso 220V AC e tramite il primo stadio (il trasformatore) modifica l'ampiezza del segnale sinusoidale in modo tale da adeguarla a quella che si vuole ottenere in uscita (ad esempio se volessimo ottenere in uscita 22V, il rapporto tra le spire del trasformatore deve essere pari a 1:10)
2) Il segnale sinusoidale viene poi fatto passare all'interno del raddrizzatore (per vedere come funziona il circuito raddrizzatore cerca ponte di Graetz). Lo scopo del raddrizzatore è appunto quello di raddrizzare il segnale, non eliminando la componente negativa (che prima abbiamo eliminato con un solo diodo) bensì ribaltandola dalla parte positiva in modo tale da avere un segnale del tipo :
[fcd="Onda raddrizzata"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0
BE 70 85 85 50 95 50 110 85 2
BE 150 85 165 50 175 50 190 85 2
BE 110 85 125 50 135 50 150 85 2[/fcd]
3) A questo punto la suddetta onda passa all'interno di un filtro (anche stavolta ti invito a cercare maggiori informazioni riguardo l'azione filtrante di un condensatore ed anche sulle caratteristiche di carica e scarica di esso). Senza approfondire più di tanto (dovresti già conoscere la legge esponenziale di carica e scarica del condensatore da fisica 2) ti dico che in questo modo il segnale diventa così :
[fcd="Segnale filtrato"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
BE 70 85 85 50 100 50 105 60 0
BE 105 60 125 55 135 55 140 60 0
BE 140 60 170 55 170 55 175 60 0
BE 175 60 195 55 205 55 210 60 0
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0[/fcd]
Come vedi ci siamo avvicinati molto a quello che un segnale in continua, tuttavia presenta ancora degli ondeggiamenti (detti ripple) che rendono il segnale ancora non adatto per poter essere utilizzato come alimentazione, per questo motivo abbiamo bisogno di un ulteriore dispositivo
4) Il regolatore di tensione! Ho volutamente omesso il componente (o meglio i componenti) che ci consentono di creare un buon regolatore di tensione (il più semplice è quello formato da un diodo zener ed una resistenza, se ti va di appofondire..sai già cosa fare
). Il regolatore ha (appunto) lo scopo di regolare il valore della tensione e mantenerla fissa attorno a tale punto, restituendoci così un segnale abbastanza pulito ed in grado di alimentare il circuito :
[fcd="Segnale DC"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
BE 70 85 80 45 95 50 125 50 0
BE 125 50 135 50 150 45 205 50 0
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0[/fcd]
Come vedi, è presente ancora qualche piccolo ondeggiamento (si parla, nel peggiore dei casi, di qualche centinaio di mV che possiamo tranquillamente trascurare) che comunque dipende dalla bontà del regolatore.
Sono riuscito a risolvere qualche dubbio? Se hai altre domande falle pure senza farti problemi (però abituati al fatto che ogni tanto di rimanderò ad approfondire l'argomento da solo
), ti risponderò appena mi sarà possibile
"Bandit":
Se ti rispondo alle domande tu mi dirai: "ti sei comprato la laurea?" la mia risposta è : "no, ci ho perso anche tanto tempo , è solo che perdendo il tempo a scervellarti sulle cose matematiche senza collegarle alla realtà, dalla testa, alla fine dell'esame, cancelli tutto e buonanotte al secchio."
Tranquillo, le mie domande erano mirate a capire il grado di conoscenza e la volontà di imparare da parte tua, niente di personale

"Bandit":
Per la 2) è collegato al fatto che la corrente e la tensione sono esprimibili con i fasori e quindi $ A e^(x) = Asen(x)+Acos(x) $?
mmm..direi nì (occhio che davanti a sen(x) ci va una j perchè quella è la parte complessa del fasore).
Dunque, facciamo distinzione tra segnali AC (alternata) e segnali DC (continua). Tra le caratteristiche del segnale in alternata ci interessa in particolare che :
Già da qui dovresti capire il perchè non è possibile utilizzare (perlomeno per i circuiti "normali") un'alimentazione AC. Facciamo un semplice esempio :
Supponiamo di avere un circuito elettronico che deve necessariamente essere alimentato a 5V e immaginiamo di voler utilizzare un alimentatore/trasformatore che "trasforma" i 220V AC della rete domestica in 5V AC (ovvero diminuisce soltanto l'ampiezza della sinusoide senza raddrizzare l'onda [tra poco ti spiego cosa vuol dire raddrizzare]). Idealmente cosa accadrebbe? Durante il semi-periodo positivo in cui l'onda sinusoidale si trova al di sopra dell'asse dei tempi, il modulo della tensione varia da 0V fino a 5V e poi scende di nuovo 0V. Ciò significa che per un breve periodo di tempo (tra poco ti quantifico il "periodo di tempo") il circuito viene acceso e subito dopo spento. Adesso però guardiamo cosa succede nell'altro semi-periodo. In questo caso, il modulo della tensione passa da 0V a -5V per poi tornare a 0V. Cosa significa avere -5V? Semplicemente abbiamo applicato al circuito una tensione da 5V invertendo polo positivo e polo negativo..funzionerà più il nostro circuito? la risposta è no, abbiamo sicuramente bruciato qualcosa..
A questo punto potresti pensare: ma se applicare un alimentazione negativa mi fa bruciare il circuito, non possiamo utilizzare "qualcosa" che filtra la parte negativa dell'onda sinusoidale così evitiamo questa situazione? Potremmo farlo, ma questo non risolve un altro problema che vediamo tra poco..
Hai studiato i diodi? I diodi sono dei particolari dispositivi elettrici che (in poche parole) sono in grado di far scorrere la corrente in un unica direzione e bloccarla completamente se "iniettata" in verso opposto. Vediamo un piccolo schemino :
[fcd="Diodo semplice"][FIDOCAD]
MC 100 35 0 0 200
LI 100 35 65 35 0
LI 115 35 155 35 0
MC 100 80 0 0 200
LI 100 80 65 80 0
LI 115 80 155 80 0
TY 85 15 4 3 0 0 0 * così passa corrente
TY 80 60 4 3 0 0 0 * così NON passa corrente
MC 100 75 2 0 074
MC 95 30 0 0 074
TY 90 25 4 3 0 0 0 * I
TY 90 70 4 3 0 0 0 * I[/fcd]
Quindi, se la corrente è concorde al verso della freccia che identifica il dispositivo, allora il componente fa scorrere corrente (si dice anche che il diodo è in conduzione), se invece viene applicata una corrente inversa (come vedi dal simbolo del diodo) incontra una sbarretta che sta a simboleggiare il fatto che la corrente non può passare (diodo in interdizione). Il perchè di questo comportamento te lo lascio approfondire a te (cerca info riguardo i processi fisici interni alle giunzioni pn).
Utilizzando questo componente possiamo quindi filtrare la componente negativa della tensione ottenendo una semi-onda sinusoidale (ancora periodica con stesso periodo della precedente) fatta così:
[fcd="Segnale filtrato"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0
BE 70 85 85 50 95 50 110 85 2
BE 135 85 150 50 160 50 175 85 2[/fcd]
Come vedi è sparita la componente negativa del segnale che è stato sostituita da un tratto a tensione nulla. Cosa accade adesso applicando questo segnale al circuito? Per un semi-periodo accade esattamente quello che accadeva nell'esempio precedente, per il restante semi-periodo la tensione è fissa a 0V e quindi il circuito resta spento. A parte il fatto che a noi interessa che il circuito elettronico resti sempre acceso (sarebbe fastidioso se ad esempio mentre stiamo guardando la tv questa si spegnesse e accendesse a intervalli regolari no?), però c'è un altro problema..prima ti dicevo :
Ciò significa che per un breve periodo di tempo il circuito viene acceso e subito dopo spento
Vediamo a quanto ammonta il breve periodo. La frequenza della tensione di rete che riceviamo a casa è di (circa) 50Hz, ricordando l'espressione analitica della frequenza :
\(\displaystyle f = \frac{1}{T} \Rightarrow T= \frac{1}{f} = \frac{1}{50} = 0.02 s \)
Questo significa che (stiamo considerando il semi-periodo cioè la metà del periodo) ogni 0.01 s il circuito commuta (cioè passa dallo stato ON allo stato OFF). Queste commutazioni sicuramente brucieranno ugualmente il circuito, la frequenza con cui avvengono le commutazioni è troppo alta!
Adesso siamo giunti alla parte finale. Ma allora se anche dopo aver filtrato la parte negativa il circuito continua a bruciarsi, come posso sfruttare l'alimentazione AC? In sostanza, come funziona un alimentatore/trasformatore che "trasforma" quest'onda sinusoidale in un segnale DC? Aggiungendo una circuiteria adeguata! Vediamo come è fatto un alimentatore (ancora una volta ti invito a cercare maggiori informazioni online per le caratteristiche ed il funzionamento).
[fcd="Alimentatore DC"][FIDOCAD]
MC 55 40 0 0 ihram.trafo
MC 30 50 0 0 ey_libraries.genavs0
LI 55 35 30 35 0
LI 30 40 30 45 0
LI 55 65 30 65 0
LI 55 40 55 35 0
LI 55 60 55 65 0
LI 30 65 30 60 0
LI 30 40 30 35 0
LI 65 45 65 40 0
LI 65 25 120 25 0
LI 65 55 65 60 0
LI 65 75 120 75 0
MC 105 45 0 0 210
MC 125 35 1 0 210
MC 125 65 0 0 210
MC 105 55 1 0 210
LI 65 25 65 40 0
LI 65 60 65 75 0
LI 115 65 125 65 0
LI 115 35 125 35 0
LI 105 45 105 55 0
LI 135 45 135 55 0
LI 120 75 120 65 0
LI 120 35 120 25 0
MC 115 50 0 0 ihram.res
MC 175 100 1 0 170
LI 175 90 175 100 0
LI 175 110 175 120 0
LI 175 90 205 90 0
LI 175 120 205 120 0
TY 105 15 4 3 0 0 1 * raddrizzatore
TY 40 15 4 3 0 0 1 * trasformatore
RV 100 30 140 70 1
TY 160 75 4 3 0 0 1 * filtro
RV 45 30 75 70 1
RV 150 85 190 125 1
RV 205 85 245 125 1
TY 210 100 4 3 0 0 1 * regolatore
LI 95 120 175 120 2
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LI 155 50 155 90 2
LI 130 50 135 50 2
LI 155 90 175 90 2
LI 115 50 105 50 2
LI 95 50 95 120 2
LI 105 50 95 50 2[/fcd]
Vediamo step-by-step cosa fa il circuito :
1) Riceve in ingresso 220V AC e tramite il primo stadio (il trasformatore) modifica l'ampiezza del segnale sinusoidale in modo tale da adeguarla a quella che si vuole ottenere in uscita (ad esempio se volessimo ottenere in uscita 22V, il rapporto tra le spire del trasformatore deve essere pari a 1:10)
2) Il segnale sinusoidale viene poi fatto passare all'interno del raddrizzatore (per vedere come funziona il circuito raddrizzatore cerca ponte di Graetz). Lo scopo del raddrizzatore è appunto quello di raddrizzare il segnale, non eliminando la componente negativa (che prima abbiamo eliminato con un solo diodo) bensì ribaltandola dalla parte positiva in modo tale da avere un segnale del tipo :
[fcd="Onda raddrizzata"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0
BE 70 85 85 50 95 50 110 85 2
BE 150 85 165 50 175 50 190 85 2
BE 110 85 125 50 135 50 150 85 2[/fcd]
3) A questo punto la suddetta onda passa all'interno di un filtro (anche stavolta ti invito a cercare maggiori informazioni riguardo l'azione filtrante di un condensatore ed anche sulle caratteristiche di carica e scarica di esso). Senza approfondire più di tanto (dovresti già conoscere la legge esponenziale di carica e scarica del condensatore da fisica 2) ti dico che in questo modo il segnale diventa così :
[fcd="Segnale filtrato"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
BE 70 85 85 50 100 50 105 60 0
BE 105 60 125 55 135 55 140 60 0
BE 140 60 170 55 170 55 175 60 0
BE 175 60 195 55 205 55 210 60 0
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0[/fcd]
Come vedi ci siamo avvicinati molto a quello che un segnale in continua, tuttavia presenta ancora degli ondeggiamenti (detti ripple) che rendono il segnale ancora non adatto per poter essere utilizzato come alimentazione, per questo motivo abbiamo bisogno di un ulteriore dispositivo
4) Il regolatore di tensione! Ho volutamente omesso il componente (o meglio i componenti) che ci consentono di creare un buon regolatore di tensione (il più semplice è quello formato da un diodo zener ed una resistenza, se ti va di appofondire..sai già cosa fare

[fcd="Segnale DC"][FIDOCAD]
TY 75 20 4 3 0 0 0 * V
TY 210 90 4 3 0 0 0 * t
BE 70 85 80 45 95 50 125 50 0
BE 125 50 135 50 150 45 205 50 0
LI 40 85 210 85 1
FCJ 2 0 3 1 0 0
LI 70 25 70 105 1
FCJ 1 0 3 1 0 0[/fcd]
Come vedi, è presente ancora qualche piccolo ondeggiamento (si parla, nel peggiore dei casi, di qualche centinaio di mV che possiamo tranquillamente trascurare) che comunque dipende dalla bontà del regolatore.
Sono riuscito a risolvere qualche dubbio? Se hai altre domande falle pure senza farti problemi (però abituati al fatto che ogni tanto di rimanderò ad approfondire l'argomento da solo


Ciao Oiram
il bello del forum è che puoi rispondere quando più ti aggrada, quindi non ti preoccupare minimamente di quando rispondi.
Per ora ti posso solo dire che mentre leggevo ciò che scrivevi mi ritornavano in mente un sacco di cose, che però non sono mai state collegate come tu hai fatto.
Non so se ti rendi conto: se i miei prof avessero perso uno o due giorni a spiegare questa cosa, avrebbero fatto capire molte più cose di una normale lezione.
Complimenti per la chiarezza che hai raggiunto in questi argomenti, ed per il fatto che mi hai collegato tante info che avevo in testa, ma che erano sparse senza meta.
Mi spiego: se avessero fatto una lezione del genere, mi sarei andato a cercare pure come erano le leggi in gioco, perchè ogni dispositivo funzionava in quel modo e tutti i per come e per quando....proprio per capire come si fa ad arrivare ad un risultato concreto.
il bello del forum è che puoi rispondere quando più ti aggrada, quindi non ti preoccupare minimamente di quando rispondi.
Per ora ti posso solo dire che mentre leggevo ciò che scrivevi mi ritornavano in mente un sacco di cose, che però non sono mai state collegate come tu hai fatto.
Non so se ti rendi conto: se i miei prof avessero perso uno o due giorni a spiegare questa cosa, avrebbero fatto capire molte più cose di una normale lezione.
Complimenti per la chiarezza che hai raggiunto in questi argomenti, ed per il fatto che mi hai collegato tante info che avevo in testa, ma che erano sparse senza meta.
Mi spiego: se avessero fatto una lezione del genere, mi sarei andato a cercare pure come erano le leggi in gioco, perchè ogni dispositivo funzionava in quel modo e tutti i per come e per quando....proprio per capire come si fa ad arrivare ad un risultato concreto.
Grazie a te, fa sempre piacere dare una mano a chi ne ha di bisogno 
Considera che ciò che ho scritto è in pratica il riassunto di una parte delle prime lezioni di elettronica I, in base a quanto mi stai dicendo suppondo che tu non abbia fatto ingegneria elettronica (anche perchè in tal caso sarebbe disarmante pensare che esistono prof che non sono in grado di spiegare queste piccole cose che stanno proprio alla base dell'elettronica). Se hai studiato in qualsiasi altra facoltà di ingegneria hai fatto soltanto elettrotecnica e lì continuo a condividere il tuo pensiero riguarda al fatto che la materia non viene spiegata come si deve. In elettrotecnica vengono analizzati tutti i componenti comuni ed il loro comportamento in regime temporale e frequenziale, e molto spesso (probabilmente per mancanza di tempo perchè la materia è vastissima) viene preferito un approccio più schematico tralasciando quelle che sono le applicazioni. Da un lato un approccio del genere è giustificato dal fatto che collegando qualche resistenza, condensatore, induttore ci fai ben poco nella pratica (per quello serve avere una base di elettronica) e quindi i prof preferiscono gettare soltanto le fondamenta (matematiche).
PS: non è che ti andrebbe di darmi una mano (se puoi) con la mia domanda in questa sezione riguardo la teoria dei segnali? E' solo un problema di calcolo matematico che (purtroppo) non riesco a risolvere da solo.

Considera che ciò che ho scritto è in pratica il riassunto di una parte delle prime lezioni di elettronica I, in base a quanto mi stai dicendo suppondo che tu non abbia fatto ingegneria elettronica (anche perchè in tal caso sarebbe disarmante pensare che esistono prof che non sono in grado di spiegare queste piccole cose che stanno proprio alla base dell'elettronica). Se hai studiato in qualsiasi altra facoltà di ingegneria hai fatto soltanto elettrotecnica e lì continuo a condividere il tuo pensiero riguarda al fatto che la materia non viene spiegata come si deve. In elettrotecnica vengono analizzati tutti i componenti comuni ed il loro comportamento in regime temporale e frequenziale, e molto spesso (probabilmente per mancanza di tempo perchè la materia è vastissima) viene preferito un approccio più schematico tralasciando quelle che sono le applicazioni. Da un lato un approccio del genere è giustificato dal fatto che collegando qualche resistenza, condensatore, induttore ci fai ben poco nella pratica (per quello serve avere una base di elettronica) e quindi i prof preferiscono gettare soltanto le fondamenta (matematiche).
PS: non è che ti andrebbe di darmi una mano (se puoi) con la mia domanda in questa sezione riguardo la teoria dei segnali? E' solo un problema di calcolo matematico che (purtroppo) non riesco a risolvere da solo.
Io perciò non ti volevo rispondere alle domande di prima....hai centrato il problema.
I prof si sono uccisi a spiegare per filo e per segno cose matematiche, alle volte piombate così senza apparenti legami, alle volte più coerentemente legate , senza mai inquadrare per bene perchè si stava facendo quella determinata cosa.
Personalmente ,se uno continua a parlare così è solo un fatto puramente stilistico: "vogliono far vedere fino a che grado si può diventare scienziati (con l'accezione negativa che io do al termine.), senza far appassionare/entrare la persona nell'argomento".
Io non posso dire che dal mio corso non si laurea nessuno, ma quelli che lo fanno negli anni prestabiliti sono pochi, gli altri o abbandonano o la maggioranza ci mettono molto, ma moooooooolto tempo. (ho un giudizio pessimo di ciò che ho seguito)
Anche se mi sarebbe piaciuto tantissimo visto che condividiamo la stessa idea dell'aiutare sui forum ( anche se qui sul forum da quando mi sono iscritto, non ho potuto mai (o quasi mai) aiutare nessuno), su teoria dei segnali, ho visto la tua domanda, ma non ti posso dare nessuna mano: non solo è passato troppo tempo dal momento del superamento dell'esame, ma poi anche durante il corso è stato come al solito della mia laurea: tutto così per "aria", senza capire che cosa effettivamente si faceva, senza collegamenti.
I prof si sono uccisi a spiegare per filo e per segno cose matematiche, alle volte piombate così senza apparenti legami, alle volte più coerentemente legate , senza mai inquadrare per bene perchè si stava facendo quella determinata cosa.
Personalmente ,se uno continua a parlare così è solo un fatto puramente stilistico: "vogliono far vedere fino a che grado si può diventare scienziati (con l'accezione negativa che io do al termine.), senza far appassionare/entrare la persona nell'argomento".
Io non posso dire che dal mio corso non si laurea nessuno, ma quelli che lo fanno negli anni prestabiliti sono pochi, gli altri o abbandonano o la maggioranza ci mettono molto, ma moooooooolto tempo. (ho un giudizio pessimo di ciò che ho seguito)
Anche se mi sarebbe piaciuto tantissimo visto che condividiamo la stessa idea dell'aiutare sui forum ( anche se qui sul forum da quando mi sono iscritto, non ho potuto mai (o quasi mai) aiutare nessuno), su teoria dei segnali, ho visto la tua domanda, ma non ti posso dare nessuna mano: non solo è passato troppo tempo dal momento del superamento dell'esame, ma poi anche durante il corso è stato come al solito della mia laurea: tutto così per "aria", senza capire che cosa effettivamente si faceva, senza collegamenti.
Va bene, grazie lo stesso non preoccuparti
