[Misure Elettroniche]: Fascia di incertezza
Ciao a tutti!
Sono sempre alle prese con l'esame di misure elettroniche. Non sono tanto di sicuro di ciò che ho studiato oggi. Anche perché sulla relativa normativa UNI CEI ENV 10035:2000 non se ne parla (sempre se ho trovato quella giusta).
Effettuando varie ricerche, e analizzando vari testi sono giunto a ciò:
Incertezza di misura
Le operazioni di misura sono tutte inevitabilmente affette da incertezza, ovvero da "un grado di indeterminazione" con il quale il processo di misurazione ottiene il risultato. Essa produce un intervallo di valori in cui il valore vero del misurando è presente con una certa probabilità.
L'incertezza di misura è definita da norme internazionali recepite dagli istituti di normazione nazionali.
In Italia l'ente di riferimento è l'Ente Nazionale di Normazione (UNI) che ha approvato la norma "Guida all'espressione dell'incertezza di misura", UNI CEI ENV 130005:2000 (la sigla ENV contraddistingue norme sperimentali), alla quale ogni certificazione di misura deve attenersi.
In tale norma la parola "misura" viene sostituita dalla locuzione "stima del misurando" ed appare solo nelle espressioni "incertezza di misura" e "errore di misura".
(Fin qui non dovrebbero esserci problemi)
Fascia di incertezza
La stima dell'incertezza è eseguita sulla base di un modello:
- deterministico: se la misurazione è a lettura singola;
- probabilistico (potrei osare anche statistico?): se la misurazione è a letture ripetute;
(forse deterministico non è proprio corretto? Può andare questa classificazione oppure è sbagliata? Anche in relazione al fatto che il risultato di misura non è mai un unico numero “deterministico” ma un intervallo di valori possibili entro il quale il misurando può trovarsi con una data probabilità?)
Per quanto riguarda il modello deterministico la fascia di lavori (detta anche fascia di incertezza) è fornita indicando o:
- estremi della fascia, esempio $I = (3,035 -: 3,043) A$
- valore centrale e semiampiezza della fascia
- in valore assoluto, se ha le stesse dimensioni della lettuta (o del misurando?) esempio $I = (3,039 \pm 0,004) A$
- in valore relativo, esprime il rapporto tra l'incertezza assoluta, definita sopra, e il valore centrale della fascia. Essa adimensionale e può anche essere in valore percentuale o in parti per milione esempio $I = 3,0039 A \pm 0.13%$
- in valore ridotto ad un valore vero convenzionale, in tal caso essa esprime il rapporto tra l'incertezza assoluta e un valore convenzionale che solitamente coincide con il valore di fondo scala dello strumento esempio (suggerimento?)
Il modello probabilisto è più raffinato in quanto fornisce una stima più realistica. In questo caso la valutazione dell'incertezza fa riferimento a due strumenti matematici, ovvero tipo A e tipo B.
Che differenza c'è tra lettura e misurando?
Il misurando è la grandezza sottoposta a misura, la lettura è quello che dà come risultato lo strumento?
GRAZIE
Sono sempre alle prese con l'esame di misure elettroniche. Non sono tanto di sicuro di ciò che ho studiato oggi. Anche perché sulla relativa normativa UNI CEI ENV 10035:2000 non se ne parla (sempre se ho trovato quella giusta).
Effettuando varie ricerche, e analizzando vari testi sono giunto a ciò:
Incertezza di misura
Le operazioni di misura sono tutte inevitabilmente affette da incertezza, ovvero da "un grado di indeterminazione" con il quale il processo di misurazione ottiene il risultato. Essa produce un intervallo di valori in cui il valore vero del misurando è presente con una certa probabilità.
L'incertezza di misura è definita da norme internazionali recepite dagli istituti di normazione nazionali.
In Italia l'ente di riferimento è l'Ente Nazionale di Normazione (UNI) che ha approvato la norma "Guida all'espressione dell'incertezza di misura", UNI CEI ENV 130005:2000 (la sigla ENV contraddistingue norme sperimentali), alla quale ogni certificazione di misura deve attenersi.
In tale norma la parola "misura" viene sostituita dalla locuzione "stima del misurando" ed appare solo nelle espressioni "incertezza di misura" e "errore di misura".
(Fin qui non dovrebbero esserci problemi)
Fascia di incertezza
La stima dell'incertezza è eseguita sulla base di un modello:
- deterministico: se la misurazione è a lettura singola;
- probabilistico (potrei osare anche statistico?): se la misurazione è a letture ripetute;
(forse deterministico non è proprio corretto? Può andare questa classificazione oppure è sbagliata? Anche in relazione al fatto che il risultato di misura non è mai un unico numero “deterministico” ma un intervallo di valori possibili entro il quale il misurando può trovarsi con una data probabilità?)
Per quanto riguarda il modello deterministico la fascia di lavori (detta anche fascia di incertezza) è fornita indicando o:
- estremi della fascia, esempio $I = (3,035 -: 3,043) A$
- valore centrale e semiampiezza della fascia
- in valore assoluto, se ha le stesse dimensioni della lettuta (o del misurando?) esempio $I = (3,039 \pm 0,004) A$
- in valore relativo, esprime il rapporto tra l'incertezza assoluta, definita sopra, e il valore centrale della fascia. Essa adimensionale e può anche essere in valore percentuale o in parti per milione esempio $I = 3,0039 A \pm 0.13%$
- in valore ridotto ad un valore vero convenzionale, in tal caso essa esprime il rapporto tra l'incertezza assoluta e un valore convenzionale che solitamente coincide con il valore di fondo scala dello strumento esempio (suggerimento?)
Il modello probabilisto è più raffinato in quanto fornisce una stima più realistica. In questo caso la valutazione dell'incertezza fa riferimento a due strumenti matematici, ovvero tipo A e tipo B.
Che differenza c'è tra lettura e misurando?
Il misurando è la grandezza sottoposta a misura, la lettura è quello che dà come risultato lo strumento?
GRAZIE
Risposte
"Ahi":
Fascia di incertezza
La stima dell'incertezza è eseguita sulla base di un modello:
- deterministico: se la misurazione è a lettura singola;
- probabilistico (potrei osare anche statistico?): se la misurazione è a letture ripetute;
(forse deterministico non è proprio corretto? Può andare questa classificazione oppure è sbagliata? Anche in relazione al fatto che il risultato di misura non è mai un unico numero “deterministico” ma un intervallo di valori possibili entro il quale il misurando può trovarsi con una data probabilità?)
Per quanto riguarda il modello deterministico la fascia di lavori (detta anche fascia di incertezza) è fornita indicando o:
- estremi della fascia, esempio $I = (3,035 -: 3,043) A$
- valore centrale e semiampiezza della fascia
- in valore assoluto, se ha le stesse dimensioni della lettuta (o del misurando?) esempio $I = (3,039 \pm 0,004) A$
- in valore relativo, esprime il rapporto tra l'incertezza assoluta, definita sopra, e il valore centrale della fascia. Essa adimensionale e può anche essere in valore percentuale o in parti per milione esempio $I = 3,0039 A \pm 0.13%$
- in valore ridotto ad un valore vero convenzionale, in tal caso essa esprime il rapporto tra l'incertezza assoluta e un valore convenzionale che solitamente coincide con il valore di fondo scala dello strumento esempio (suggerimento?)
Il modello probabilisto è più raffinato in quanto fornisce una stima più realistica. In questo caso la valutazione dell'incertezza fa riferimento a due strumenti matematici, ovvero tipo A e tipo B.
Però ho trovato scritto anche questo
2.12 Espressione dell’incertezza in valore assoluto o relativo.
L’incertezza associata ad una misura, sia essa di categoria A, di categoria B, incertezza globale
o incertezza estesa, è una quantità che può essere espressa:
- in valore assoluto: in tal caso essa corrisponde alla semiampiezza della fascia di valori in cui
riteniamo cadere il valore del misurando (con assegnata probabilità) ed ha le stesse dimensioni
del misurando;
- in valore relativo: in tal caso essa esprime il rapporto tra l’incertezza assoluta, definita sopra, e il
valore centrale della fascia. Essa è adimensionale e può anche essere espressa in valore
percentuale o in parti per milione;
- in valore relativo ad un valore convenzionale: in tal caso essa esprime il rapporto tra
l’incertezza assoluta e un valore convenzionale che solitamente coincide con il valore di fondo
scala dello strumento.
Per esempio, il risultato della misurazione di una tensione incognita x, può essere espresso nei
seguenti modi:
$V_x = (2.000 pm 0.006) V$ (incertezza in valore assoluto)
$V_x = 2.000 V pm 0.3%$ (incertezza in valore relativo)
$V_x = 2.000 V pm 0.2% FS$ (incertezza relativa al F.S. nella ipotesi di fondo
scala uguale a 3.000 V
Chi sbaglia? Io?