Unione disgiunta, Manetti, esempio 3.10
Ciao. Sia \( \left\{X_i:i\in I\right\} \) una famiglia di spazi. Sia \( X=\coprod_{i\in I}X \) la loro unione disgiunta insiemistica, che intendo come \( X=\coprod_{i\in I}X=\left\{(x,i):\text{$ x\in X_i $ e $ i\in I $}\right\} \).
Manetti - prima di introdurre le funzioni continue - definisce lo spazio unione disgiunta degli \( X_i \) come la coppia \( \left(X,\tau\right) \), dove, verbatim, \( \tau \) è "la topologia meno fine tra quelle che contengono tutte le topologie degli spazi \( X_i \)".
Questa definizione non mi quadra. Ossia, la topologia \( \tau \) su \( X \) così definita è l'intersezione di tutte le topologie \( \rho_j \) (facciamo, indicizzate da un insieme \( J \)) su \( X \) contenenti, ciascuna, tutte le topologie degli spazi \( X_i \). Ogni \( \rho_i \) - di fatto, sottoinsieme di \( \operatorname{P}X \) - contiene tutte le topologie possibili su ogni \( X_i \) - namely, sottoinsiemi di \( \operatorname{P}X_i \).
Come può una topologia di un \( X_i \) - insieme "1-dimensionale" - essere contenuta in una topologia di \( X=\coprod_{i\in I}X \) - di fatto, insieme di coppie -? (In modo informale riesco più o meno ad immaginarmelo, ma mi piacerebbe avere delle conferme
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Manetti - prima di introdurre le funzioni continue - definisce lo spazio unione disgiunta degli \( X_i \) come la coppia \( \left(X,\tau\right) \), dove, verbatim, \( \tau \) è "la topologia meno fine tra quelle che contengono tutte le topologie degli spazi \( X_i \)".
Questa definizione non mi quadra. Ossia, la topologia \( \tau \) su \( X \) così definita è l'intersezione di tutte le topologie \( \rho_j \) (facciamo, indicizzate da un insieme \( J \)) su \( X \) contenenti, ciascuna, tutte le topologie degli spazi \( X_i \). Ogni \( \rho_i \) - di fatto, sottoinsieme di \( \operatorname{P}X \) - contiene tutte le topologie possibili su ogni \( X_i \) - namely, sottoinsiemi di \( \operatorname{P}X_i \).
Come può una topologia di un \( X_i \) - insieme "1-dimensionale" - essere contenuta in una topologia di \( X=\coprod_{i\in I}X \) - di fatto, insieme di coppie -? (In modo informale riesco più o meno ad immaginarmelo, ma mi piacerebbe avere delle conferme

Risposte
Immagino che volesse semplificare la vita evitando di usare la continuità delle mappe, ma penso non abbia semplificato molto.
La topologia dell'unione disgiunta è la topologia meno fine che rende continue le iniezioni canoniche degli \(X_i\) in \(X\). Ovvero per cui le \(\iota_i\colon x\mapsto (x,i)\) sono continue.
Questo aspetto può poi essere generalizzato usando una proprietà universale e quindi evitando la costruzione effettiva di \(X\) come insieme di coppie. La proprietà universale la puoi trovare, per esempio, su https://en.wikipedia.org/wiki/Disjoint_union_(topology)
Venendo alla definizione del Manetti. Se \(\iota_i\) è continua allora \(\iota_i(A)\) è un aperto per ogni \(A\) aperto di \(X_i\). Questa è la ragione per cui Manetti afferma che \(X\) contiene le topologie degli \(X_i\).
La topologia dell'unione disgiunta è la topologia meno fine che rende continue le iniezioni canoniche degli \(X_i\) in \(X\). Ovvero per cui le \(\iota_i\colon x\mapsto (x,i)\) sono continue.
Questo aspetto può poi essere generalizzato usando una proprietà universale e quindi evitando la costruzione effettiva di \(X\) come insieme di coppie. La proprietà universale la puoi trovare, per esempio, su https://en.wikipedia.org/wiki/Disjoint_union_(topology)
Venendo alla definizione del Manetti. Se \(\iota_i\) è continua allora \(\iota_i(A)\) è un aperto per ogni \(A\) aperto di \(X_i\). Questa è la ragione per cui Manetti afferma che \(X\) contiene le topologie degli \(X_i\).
Ti ringrazio, le ultime due righe erano proprio quello che cercavo di formalizzarmi. Quindi Manetti, praticamente, fa questo - tanto per capire: considera la famiglia \( \left\{\rho_j\right\} \) delle topologie su \( X=\coprod_i X_i \) tali che, per ogni \( A \) appartenente ad una qualsivoglia topologia \( \tau_i \) su un \( X_i \), sia \( \iota_i(A)\subset\rho_j \), per ogni \( j \). Poi dà la topologia su \( X \) come l'intersezione delle \( \rho_j \). Cioè ogni \( \rho_j \) contiene tutti gli aperti che sia possibile dare su tutti gli \( X_i \). Che casino!
Sono un po’ arrugginito, o forse ero solo distratto. C’è un errore nel mio precedente massaggio: traducendo dall’inglese e usando il Manetti come base, ho scritto ‘meno fine’ invece di ‘più fine’.
Il fatto che non possa essere la meno fine è piuttosto evidente: la topologia banale su \(X\) rende continue tutte le iniezioni canoniche. Appena mi sono messo a rileggere mi sono accorto dell’assurdità che avevo scritto.
La definizione di Manetti è più costruttiva e dice correttamente che è la meno fine perché non ha richiesto la continuità delle iniezioni ma che i \(\iota_i(V)\), \(V\) aperto in \(X_i\), siano aperti.
Nota che, di fatto, la definizione di Manetti dice solo che la topologia degli insiemi disgiunti è generata dai \(\iota_i(V)\), \(V\) aperto in \(X_i\). Niente di più. Insomma né formano una base.
Il fatto che non possa essere la meno fine è piuttosto evidente: la topologia banale su \(X\) rende continue tutte le iniezioni canoniche. Appena mi sono messo a rileggere mi sono accorto dell’assurdità che avevo scritto.
La definizione di Manetti è più costruttiva e dice correttamente che è la meno fine perché non ha richiesto la continuità delle iniezioni ma che i \(\iota_i(V)\), \(V\) aperto in \(X_i\), siano aperti.
Nota che, di fatto, la definizione di Manetti dice solo che la topologia degli insiemi disgiunti è generata dai \(\iota_i(V)\), \(V\) aperto in \(X_i\). Niente di più. Insomma né formano una base.