Spazi vettoriali

Bob_inch
Siano $S={(x,y,z) in RR^3: x-2y+2z=0}$ e $T={(x,y,z) in RR^3: -2x+y+2z=0}$ sottospazi di $RR^3$. Determinare $S nn T$.

Un vettore (x,y.z) di $RR^3$ appartiene ad $S nn T$ se, e solo se:

$(x,y,z)=a(x,y,y-x/2) + b(x,y,x-y/2)$
Sostituendo alle ultime terne due vettori qualunque rispettivamente di S e di T si ottiene:
$(x,y,z)=a(1,0,-1/2) + b(0,1,-1/2)$
Quindi si ha, infine: $(x,y,z)=(a,b,-1/2a-1/2b)$

A questo punto come continuo? L'insieme intersezione volendo me lo potrei ricavare con la relazione di Grassmann, oppure?


Grazie ;)

Risposte
Bob_inch
In addition, avrei bisogno di un altro chiarimento:
S e T sono due sottospazi di $RR^3$ tali che
$S=<{(1,1,0), (2,1,3)}>$ e $T=<{(2,1,0), (-4,2,0)}>$. (Col simbolo <> indica i generatori, anche se non ne sono sicurissimo poiché l'eserciziario che utilizzo non chiarisce cosa intenda con quel simbolo)

Risulta evidente che il secondo generatore di T risulta essere combinazione lineare del primo. Quando mi vado a trovare un vettore qualunque del tipo (x, y, z) che appartenga a T devo agire così:

$(x,y,z)=a(2,1,0)$ escludendo il secondo vettore di T perché multiplo dell'altro. Giusto? Come si spiega cio' in maniera meno pratica e più teorica?

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Attento, stai facendo un po' di confusione :)

"Bob_inch":
Siano $S={(x,y,z) in RR^3: x-2y+2z=0}$ e $T={(x,y,z) in RR^3: -2x+y+2z=0}$ sottospazi di $RR^3$. Determinare $S nn T$.

Un vettore (x,y.z) di $RR^3$ appartiene ad $S nn T$ se, e solo se:

$(x,y,z)=a(x,y,y-x/2) + b(x,y,x-y/2)$
Sostituendo alle ultime terne due vettori qualunque rispettivamente di S e di T si ottiene:
$(x,y,z)=a(1,0,-1/2) + b(0,1,-1/2)$
Quindi si ha, infine: $(x,y,z)=(a,b,-1/2a-1/2b)$


Alt: questo che dici non va bene. Quello che hai trovato tu non è niente in particolare. Non puoi sostituire arbitrariamente dei valori di x e y. E la scrittura $(x,y,z)=a(x,y,y-x/2) + b(x,y,x-y/2)$ non c'entra molto con quello che stai facendo (dovresti distinguere le x,y del membro di sinistra con le x,y di quello di destra: non sono supposte essere le stesse!). Inoltre una combinazione lineare di un elemento di T e uno di S non produce un elemento qualunque dell'intersezione, ma un elemento qualunque del sottospazio generato da T e S.

Invece fai così: un vettore (x,y,z) sta in $S nn T$ se e solo se verifica l'equazione di S e l'equazione di T, ovvero verifica il sistema:

${(x-2y+2z=0),(-2x+y+2z=0):}$

E da qui prosegui.

"Bob_inch":
Risulta evidente che il secondo generatore di T risulta essere combinazione lineare del primo.


Non così evidente :)
Controlla meglio.

Bob_inch
"Martino":


Alt: questo che dici non va bene. Quello che hai trovato tu non è niente in particolare. Non puoi sostituire arbitrariamente dei valori di x e y. E la scrittura $(x,y,z)=a(x,y,y-x/2) + b(x,y,x-y/2)$ non c'entra molto con quello che stai facendo (dovresti distinguere le x,y del membro di sinistra con le x,y di quello di destra: non sono supposte essere le stesse!). Inoltre una combinazione lineare di un elemento di T e uno di S non produce un elemento qualunque dell'intersezione, ma un elemento qualunque del sottospazio generato da T e S.



Risolvendo il sistema mi viene un vettore del tipo $(-7/3t, -2/3t, t), t in RR$. Questo sarebbe il generico elemento appartenente a $S nn T$. No? L'esercizio è finito? :D
Dipendendo da un solo parametro $dim (S nn T)=1$.

"Martino":

Non così evidente
Controlla meglio.


Ho sbagliato a scrivere il secondo vettore. Era: $(-4,-2,0)$. Ti rilancio, Martino, la domanda fatta nel post precendente...

Il mio libro, Procesi Ciampi - Rota, fa le intersezioni con la seguente tecnica:
-si trova il generico vettore del primo sottospazio (in dipendenza dei parametri)
-si trova il generico vettore del secondo sottospazio (in dipendenza dei parametri)
-mette a sistema i parametri e li calcola
-così infine puo' scrivere il vettore dell'intersezione

:shock:

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Perfetto, tranne l'ultimissimo passaggio:

"Sergio":
$2((0),(1),(1))-((-2),(0),(1))=2((1),(0),(1))-((0),(-2),(1))=((2),(2),(0))$


Direi piuttosto che il risultato è $((2),(2),(1))$.

In definitiva $S nn T = <((2),(2),(1))>$.

Bob_inch
Grazie Sergio e Martino! Bene, adesso ho capito :)

Bob_inch
"Bob_inch":
Siano $S={(x,y,z) in RR^3: x-2y+2z=0}$ e $T={(x,y,z) in RR^3: -2x+y+2z=0}$ sottospazi di $RR^3$. Determinare $S nn T$.



E se invece in T comparisse una seconda equazione, ad es. $T={(x,y,z) in RR^3: x-y+z=0, 3x+3y-z=0}$;
Si ricavano i vettori di $RR^3$ soluzione delle due equazioni. E poi? :wink: Si trovano due basi, una per ogni equazione.. ??

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"Bob_inch":
[quote="Bob_inch"]Siano $S={(x,y,z) in RR^3: x-2y+2z=0}$ e $T={(x,y,z) in RR^3: -2x+y+2z=0}$ sottospazi di $RR^3$. Determinare $S nn T$.



E se invece in T comparisse una seconda equazione, ad es. $T={(x,y,z) in RR^3: x-y+z=0, 3x+3y-z=0}$;
Si ricavano i vettori di $RR^4$ soluzione delle due equazioni. E poi? :wink: Si trovano due basi, una per ogni equazione.. ??[/quote]

Guarda, il metodo piu indolore a mio avviso è appunto quello di mettere le equazioni a sistema. Se hai quindi

$S={(x,y,z) in RR^3: x-2y+2z=0}$
$T={(x,y,z) in RR^3: x-y+z=0, 3x+3y-z=0}$

allora semplicemente

$S nn T ={(x,y,z) in RR^3: x-2y+2z=0,\ x-y+z=0,\ 3x+3y-z=0}$

Per trovare dei generatori basta quindi che risolvi il sistema

${(x-2y+2z=0),(x-y+z=0),(3x+3y-z=0):}$

Dalla seconda $x=y-z$ e quindi dalla prima $z=y$ e allora $x=0$. Da $z=3y$ segue allora $y=z=0$, quindi in questo caso

$S nn T = {((0),(0),(0))} = <((0),(0),(0))>$

Cio' capita perché le tre equazioni sono tra loro indipendenti, ovvero la matrice dei coefficienti è invertibile.

Bob_inch
Altrimenti, lavorando diversamente non se ne usciva più.
Ora voglio calcolarmi $S+T$. So che $S+T={s+t: s in S e t in T}$. I vettori di $S+T$ devono essere del tipo:

$(2y-2z, y, z)+(-1/3 z, 2/3 z, z)$.

Sbaglio?

La cosa che mi infastidisce dell'algebra è che non sono mai pienamente sicuro di quello che faccio. :S

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"Bob_inch":
Altrimenti, lavorando diversamente non se ne usciva più.
Ora voglio calcolarmi $S+T$. So che $S+T={s+t: s in S e t in T}$. I vettori di $S+T$ devono essere del tipo:

$(2y-2z, y, z)+(-1/3 z, 2/3 z, z)$.

Sbaglio?


Purtroppo si', sbagli.

Non puoi usare la stessa $z$ per il primo vettore e per il secondo. Devi usarne un'altra per il secondo (per esempio $w$). In base a cosa usi la stessa $z$?

In altre parole, siccome puoi scrivere ogni vettore di $S$ nella forma

$a((2),(1),(0))+b((-2),(0),(1))$

e ogni vettore di $T$ nella forma

$a((-1),(2),(3))$

allora evidentemente un vettore generico di $S+T$ sarà della forma

$a((2),(1),(0))+b((-2),(0),(1))+c((-1),(2),(3))$

(non posso usare $a$ per il terzo vettore solo perché l'ho usato sopra, perché se facessi cosi' creerei una dipendenza lineare!)
Ci sei?

Bob_inch
Pardon, hai ragione!

Quindi $S+T$ da' tutti i vettori del tipo $(2a-2b-c,a+2c,b+3c)$, quindi di dimensione $3$.

E una sua basi si da fissando tre arbitrari valori ad a, b, c.

Stavo pensando: anche l'esercizo svolto da Sergio si sarebbe potuto fare alternativamente mettendo a sistema le due equazioni?

Ti Ringrazio Martino per la disponibilità..

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"Bob_inch":
Pardon, hai ragione!

Quindi $S+T$ da' tutti i vettori del tipo $(2a-2b-c,a+2c,b+3c)$, quindi di dimensione $3$.

E una sua basi si da fissando tre arbitrari valori ad a, b, c.


Giusto. Ma bada che il fatto che la dimensione è 3 non segue dal fatto che ci sono tre parametri, ma dal fatto che se affianchi la base trovata di S a quella trovata di T ottieni una base di $RR^3$ (se vuoi lo puoi dedurre dalla formula di Grassman osservando che $dim(S)=2$, $dim(T)=1$ e $dim(S nn T)=0$).

"Bob_inch":
Stavo pensando: anche l'esercizo svolto da Sergio si sarebbe potuto fare alternativamente mettendo a sistema le due equazioni?


Certo. Ma credo che Sergio abbia fatto quel procedimento per mostrarti come si applica la tecnica illustrata dal tuo libro.

"Bob_inch":
Ti Ringrazio Martino per la disponibilità..


Prego :)

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Bel lavoro Sergio :D

Dico anch'io la mia. Userò il teorema di omomorfismo, ma a mio avviso ne vale la pena, dato che permette di semplificare al massimo il concetto.

Dato un sistema lineare omogeneo con $n$ equazioni e $m$ incognite, la matrice $A$ dei coefficienti avrà allora $n$ righe e $m$ colonne. Sia $k$ un campo dove stanno i coefficienti. Allora possiamo vedere $A$ come la matrice di un'applicazione lineare $f:k^m to k^n$ nella base canonica.

Allora le soluzioni del sistema sono date esattamente dal sottospazio $ker(f)$ di $k^m$ (per definizione).

Ora il primo teorema di omomorfismo ci dice in particolare che $dim_k(ker(f))+dim_k(Im(f))=dim_k(k^m)=m$. Ma $r=dim_k(Im(f))$ è esattamente il rango della matrice $A$ (per definizione). Otteniamo allora immediatamente che lo spazio delle soluzioni ha dimensione $m-r$.

Sono davvero contento dell'esistenza dell'algebra lineare: permette di risolvere problemi come la comprensione dei sistemi lineari, che preannunciano a priori calcoli lunghi con indici da tutte le parti, in pochi acuti passaggi.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"Sergio":
[quote="Martino"]Bel lavoro Sergio :D

Grazie Maestro, ma il merito è tutto del pdf che mi avevi indicato ;-)[/quote]

Eh "maestro", non esageriamo :oops:

Non mi pare ci sia un unico approccio all'algebra lineare e mi pare, "a naso", che Bob_inch ne stia seguendo uno nel quale ancora non si è parlato di applicazioni lineari, omomorfismi, nuclei e immagini, spazi affini ecc.


Lo immagino anch'io. Infatti il mio era piu' un "appunto" che un consigliare un possibile punto di vista.

Bob_inch
Grazie maestri! ;) Per precisare: il rango della matrice ci fornisce il numero delle equazioni indipendenti?

Inoltre: se mi vengono dati due vettori $v_1, v_2$, e mi chiedono di ottenere le equazioni caratteristiche di $S=L(v_1,v_2)$, cosa potrei fare? Se mi ricavo il vettore risultato della combinazione lineare in funzione dei parametri a e b, come potrei continuare?

Camillo
Se ho inteso bene vuoi sapere come ottenere la rappresentazione cartesiana dello spazio $S$ generato dai due vettori $ v_1 , v_2 $ . ok ?

Il generico vettore $ s in S$ sarà del tipo : $ s = av_1+ bv_2 $ con $a,b in RR$ .
Faccio un esempio numerico :
sia $ v_1 =(1,0,2) ;v_2 =(3,1,5)$.
Quindi $ s = (a+3b, b,2a+5b)$ e pertanto ottengo il sistema
$x= a+3b$
$y=b$
$ z= 2a+5b$
Cerco ora di eliminare i parametri $a,b $ ed ottenere quindi una relazione tra $x,y,z$.

$x=a+3y$
$z= 2a+5y$

da cui : $ a= x-3y $ e infine sostituendo : $ z=2x-6y+5y$ e quindi in conclusione la relazione cercata è

$2x-y-z =0 $

Quindi il generico vettore $s in S $ si può rappresentare in forma cartesiana così : $s = ( x,y,2x-y)$.
Chiaramente lo spazio $S $ è di dimensione 2 , infatti ci sono 2 variabili indipendenti $ x,y $ mentre la terza $ z $ è appunto funzione di $x,y$.
Questa conclusione sulla dimensione era prevista in quanto lo spazio è formato dalle combinazioni lineari di due vettori tra loro linearmente indipendenti $ v_1,v_2 $ .[ se li accosti vedrai che il rango della matrice risultante è appunto 2 ].

Se vuoi considerare lo spazio $S$ come trasformazione lineare del generico vettore $ (x,y,z) $ allora puoi dare la rappresentazione matriciale $ A$ della trasformazione che sarà :

$A = ((1,0,0),(0,1,0),(2,-1,0)) $
in quanto $((1,0,0),(0,1,0),(2,-1,0)) ((x),(y),(z))= ((x),(y),(2x-y)) $.

Bob_inch
Rieccomi nuovamente. Ti ringrazio ex novo, Sergio. Mi sembra che tu sia più esaustivo del mio testo ;)!

Anyway, oggi mi affligge questo:

Sia $V=L(v_1,v_2), v_1=(1,1,0,-1), v_2=(1,1,1,1) inn RR^4$. E' data l'applicazione lineare $f: V->RR^3$ tale che $f(v_1)=(1,0,-1), f(v_2)=(-1,1,0)$. Definire un'applicazione lineare $g: RR^4 -> RR^3$, estensione della $f$ a $RR^4$.

L'idea mia sarebbe di prendere una base A di $RR^4$ contenente la base B dei vettori $v_1, v_2$ e determinare le immagini dei vettori contenuti in A.
Riepilogo: prendo $v_1, v_2$ e altri due vettori di $RR^4$ in modo tale che essi siano linearmente indipendenti e quindi formino una base A di $RR^4$. Però come determino le immagini di questi due vettori?

Grazie :)

amel3
Io non sono certo più bravo di te, però mi chiedo una cosa: questa parte è necessaria?
"Sergio":

Provo a ragionare un po' "al contrario".
Devo cercare quattro vettori di $RR^3$, sapendo che di essi solo 3 possono essere l.i.
Due li ho: $(1,0,-1)$ e $(-1,1,0)$. Un terzo, l.i. da questi, è facile da trovare.
Se costruisco una matrice che abbia per righe i due e la riduco a gradini ottengo (sommando la prima alla seconda):
$[(1,0,-1),(-1,1,0)] to [(1,0,-1),(0,1,-1)]$
quindi il terzo vettore può essere $(0,0,1)$.
In altri termini, ho così "completato la base" di $RR^3$.

In fin dei conti, non posso mandare $v_3$ e $v_4$ entrambi in 0? Chiedo scusa se la domanda è una stupidata. :-)

amel3
Ho capito. Resta a questo punto da sapere cosa si intende per estensione di un'applicazione lineare. :?

Bob_inch
Grazie Sergio per la tempestiva risposta.
Da quanto mi hai spiegato, ho capito come devo muovermi. Ho visto la risoluzione dell'esercizio che ho postato e ... l'unica differenza riguarda il considerare fin da subito i vettori dell'insieme d'arrivo.
Avrei bisogno di due delucidazioni.
Pnt 1: per ottenere un terzo vettore l.ind. si sarebbe anche potuto impostare l'equazione vettoriale $av_1+bv_2+cv_3=O_v$. Risolvendo rispetto a v_3 e assegnando a=1, b=1, z=0, si sarebbe ottenuto il tuo medesimo risultato. Sbaglio?
Pnt 2: mi spieghi come hai ottenuto su due piedi il vettore l. dipendente $(1,1,1)$?

Grazie come sempre, la didattica italiana avrebbe bisogno di persone così. ;-)

Bob_inch
:D

La riduzione è necessaria? L'obiettivo della riduzione è far spuntare più uni e zeri possibili, per avvantaggiare la facilità di calcolo. Queste riduzioni fanno rimanere invariato il rango.

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