Restrizione di endomorfismi a sottospazi
Ha senso chiedersi se la restrizione di un endomorfismo a un sottospazio non banale è diagonalizzabile? Mi sembra proprio di no...dico ciò perchè in genere la restrizione di $f$ a un endomorfismo non è neanche un endomorfismo! Per esempio
$((0,1),(1,0))$
(rispetto alla base canonica).
La restrizione a $\Span e_1$ è l'applicazione $f:\Span(e_1)\mapsto RR^2$ che manda $e_1\mapsto e_2$: esso non è neanche un endomorfismo! E' rappresentata da una matrice rettangolare, 2 righe e una colonna no?
In generale, che senso ha dire che la restrizione a un endomorfismo è diagonalizzabile? Io so che vengono considerate determinate sottomatrici principali...ma ciò non è esatto, infatti le coordinate dell'immagine di un vettore dovrebbe contenere sempre tante componenti quant'e la dimensione del dominio di f...
$((0,1),(1,0))$
(rispetto alla base canonica).
La restrizione a $\Span e_1$ è l'applicazione $f:\Span(e_1)\mapsto RR^2$ che manda $e_1\mapsto e_2$: esso non è neanche un endomorfismo! E' rappresentata da una matrice rettangolare, 2 righe e una colonna no?
In generale, che senso ha dire che la restrizione a un endomorfismo è diagonalizzabile? Io so che vengono considerate determinate sottomatrici principali...ma ciò non è esatto, infatti le coordinate dell'immagine di un vettore dovrebbe contenere sempre tante componenti quant'e la dimensione del dominio di f...
Risposte
Guarda, non voglio dire una cavalota perché l'ora è tarda, quindi prendi con le pinze questo commento, ma credo che ti serva una condizione del tipo $f(W)\subset W$, cioè che il sottospazio su cui effetti la restrizione risulti invariante, affinché tu possa ottenere una cosa del genere. Poi al momento non ricordo se ci siano altre condizioni.
Ma anche se fosse $f(W)\subseteq W$, non è sbagliato considerare come matrice associata a $f|_W$ una sottomatrice? Il codominio di una restrizione è per definizione sempre V, quindi al limite dovrei considerare una matrice $m\cdot n$, con $m=\dim W$
In realtà devi considerare una estratta della matrice di partenza, non una sottomatrice: cioè una matrice sempre di ordine $n$ ma che "funzioni" solo su un blocco di ordine "m". Questa cosa viene fuori considerando il teorema di completamento di base (da quella di $W$ a quella di $V$) e ragionando su come possa riscriversi la matrice di $f$ riadattandola a tali basi.