Rappresentazione di circoli mediante matrici hermitiane

marco2132k
Ciao. Data una matrice hermitiana \( \mathfrak C=\bigl(\begin{smallmatrix}A & B\\ C & D\end{smallmatrix}\bigr) \) tale che almeno una delle entrate \( A \), \( B \) e \( C \) siano non-nulle, in quale misura è possibile dire che l'equazione associata
\[
Az\overline z + Bz + C\overline z + D = 0
\] rappresenta un circolo in \( \mathbb C \)?

Se \( A\neq 0 \) la cosa è immediata: basta porre \( \gamma=-\overline B/A \) e \( \rho=\lvert B/A\rvert-D/A \). Leggo però sul Geometry of complex numebrs di Schwerdtfeger che una matrice hermitiana come quella lì sopra è detta "rappresentante" di un circolo \( \mathfrak C \) indipendentemente dall'appartenenza di \( A \) a \( \mathbb R^*=\mathbb R\setminus\{0\} \).

In qual modo, se \( A=0 \), ci si può ricondurre ad un'equazione della forma
\[
(z-\gamma)(\overline z - \overline\gamma)=\rho^2
\] partendo dalla \( Bz + B\overline z + D = 0 \)?

(In qualche momo dovrebbe essere rilevante la riflessione del circolo unitario \( \lambda\colon z\mapsto 1/\overline z \), ma di più non so dire c:).

Penso che potrebbe essermi anche utile dimostrare che, date due matrici hermitiane \( \mathfrak C \) e \( \mathfrak C_1 \), esse rappresentano lo stesso circolo se e solo se \( \mathfrak C_1 = \lambda\mathfrak C \), per qualche \( \lambda > 0 \). Ho che, assunto \( \mathfrak C_1 = \lambda\mathfrak C \), la cosa è banale. Ma nell'altra direzione come faccio? Devo provare che, poste \( \mathfrak C=\bigl(\begin{smallmatrix}A & B\\ C & D\end{smallmatrix}\bigr) \), \( \mathfrak C_1=\bigl(\begin{smallmatrix}A_1 & B_1\\ C_1 & D_1\end{smallmatrix}\bigr) \), se i due insiemi
\[
\begin{align*}
\mathfrak C &= \left\{z\in\mathbb C:Az\bar z + Bz + C\bar z + D = 0\right\}\\
\mathfrak C_1 &= \left\{z\in\mathbb C:A_1z\bar z + B_1z + C_1\bar z + D_1 = 0\right\}
\end{align*}
\] sono uguali, allora, per le matrici, è \( \mathfrak C_1 = \mathfrak C_1 \). Assumo, ad esempio, che quei due insiemi siano non vuoti, ma poi mi blocco.

Risposte
gugo82
L'unico "circolo" che mi viene in mente è quello Matematico di Palermo…
Circonferenza sa un po' meno di "vecchio". :wink:

A parte questo, credo basti farsi un po' di conti in coordinate: certo, le espressioni che vengono fuori faranno schifissimo, ma vabbè… Chi va per questi mari, questi pesci prende.

dissonance
:-D :-D :-D

io pensavo al circolo delle bocce

dissonance
Comunque questa cosa l'avevo letta su dei vecchi appunti di Candilera, che adesso ha tolto da internet e fanno parte dell'Appendice A del suo libro di testo. Un pdf si trova qui: https://zh.b-ok2.org/book/2766792/5933ab

Proposizione A.2.1

marco2132k
"Circolo" l'ho letto in seconda superiore su un vecchio testo dello Zwirner. Io e la mia pigrizia gli siamo diventati amicissimi da lì.

@dissonance Ho guardato sul Candilera, ma non c'è quello che cercavo: non dice come un'equazione del tipo
\[
Bz + \bar B\bar z + D = 0
\] dovrebbe ancora poter essere scritta come \( (z - \gamma)(\bar z - \bar\gamma) = P \), dove \( P \) è un numero reale (non necessariamente positivo!). Se più tardi passo in biblioteca da me, butto un occhio sull'Algebra lineare e geometria (1990), che dovrebbe essere esattamente quegli appunti di cui parli.

@gugo Beh se è solo da far conti, appena ho un attimo di voglia ci provo.

dissonance
Non capisco, la prima equazione è di primo grado, la seconda di secondo grado, non possono essere equivalenti

gugo82
"dissonance":
Non capisco, la prima equazione è di primo grado, la seconda di secondo grado, non possono essere equivalenti

Appunto.

Tra l’altro $Bz + bar(Bz) +D =0$ equivale a $text(Re)(Bz) = -D/2$, ha senso solo se $D in RR$ ed è l’equazione di una retta.

marco2132k
Eh lo so. Riporto però testualmente ciò che lo Schwerdtfeger scrive a pagina 10, nel primo esempio:
1.Straight lines, being special cases of circles, are also represented by hermitian matrices \( \mathfrak C \), viz. those for which \(A = 0 \).
Anyway, credo sia semplicemente "abuso di linguaggio". (Che può essere, dato che altrove quantità negative sono chiamate spesso con \( \rho^2 \). Ma è un libro del '62...)

Sono riuscito a dimostrare quella cosetta sulla dipendenza lineare, comunque.
La dimostrazione vale ovviamente anche per circonferenze immaginarie, a patto di non chiamare \( \rho^2 \) quello che sarebbe il raggio di una circonferenza reale se il discriminante fosse negativo.

Detto ciò, vorrei chiedere un'altra cosa. A pagina 10 c'è l'esercizio seguente:
(a). Express the non-zero coefficients of the hermitian matrix of a straight line, viz. B, C, D, by means of the distance \( p \) of the line from the origin of the coordinate system, and the angle \( \theta \) which the distance vector makes with the x-axis.
Scrivere una generica retta nel piano di Gauss come un insieme del tipo \( \zeta_0 + e^{i\theta}\mathbb R \) non serve a molto. La devo pensare come tot di vettori perpendicolari a questo vettore distanza. Avete qualche suggerimento?

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