Operatori autoaggiunti reali

zio_mangrovia
$ CC^n $Volendo dimostrare che, dato un operatore autoaggiunto $A:CC^n->CC^n$ definito come $A(u)=\lambda(u)$ e la matrice $AinRR^(Nx N)$, ogni autospazio di $A$ contiene almeno un valore reale:

siano $\lambdainCC$ e $uinCC^n$ verificanti $A(u)=\lambda(u)$
$A$ è autoaggiunto quindi $\lambda$ è reale
fin qua tutto ok.
siano $v$ e $w$ vettori in $R^n$ (e in $CC^n$) le componenti dei quali sono rispettivamente le parti reali e immaginarie di quelle di $u$, quindi $u=v+iw$ da cui $A(u)=A(v)+iA(w)->\lambdau=\lambdav+i\lambdaw$
A mio avviso dovrebbero essere reali.

Dubbio
Non mi è chiaro perché $v$ e $w$ siano in $R^n$ (e in $CC^n$)
$v$ e $w$ sono componenti del vettore $u$, che è definito in ambito complesso, quindi rappresentano la componente reale e immaginaria e pertanto non dovrebbero far parte SOLO di $RR^n$, perché si dice "e in $CC^n$" ?

Successivamente si afferma che i seguenti elementi sono reali: $\lambda, v, w, Av, Aw$
A parte il primo elemento non ho chiaro perché gli altri dovrebbero essere reali.

Risposte
cooper1
provo ad aiutarti ma fatico molto a capire sia l'enunciato che la dimostrazione. ti espongo i miei dubbi.
ENUNCIATO:
consideri un operatore autoaggiunto da $CC ^n$ in sè stesso (su che campo? probabilmente $CC$). perchè non prendi uno spazio vettoriale V generico?
dici che è definito l'operatore, non è che prendi uno scalare $lambda in \mathbb{K}$ tale che sia autovalore?
ammettendo che A sia la matrice rappresentativa dell'operatore A, perchè è nei reali? se il campo è quello dei reali che bisogno c'è di dimostrare che $lambda$ è reale? lo prendo come tale con quel campo.
DIMOSTRAZIONE:
"zio_mangrovia":
A è autoaggiunto quindi λ è reale

in che senso è ok? non è quello che vogliamo dimostare?
"zio_mangrovia":
siano v e w vettori in Rn (e in Cn) le componenti dei quali sono rispettivamente le parti reali e immaginarie di quelle di u, quindi u=v+iw da cui A(u)=A(v)+iA(w)→λu=λv+iλw
A mio avviso dovrebbero essere reali.

a cosa serve questo passaggio? dove vuole andare a parare (leggasi cosa sto dimostrando con questo passaggio?)?

un teorema simile a quello che conosco io recita:

sia $(V, (,))$ uno spazio vettoriale euclideo, $\text{dim} V < oo$ e sia $A in end(V)$ un operatore autoaggiunto. se $lambda$ è un autovalore di T allora $lambda in RR$

anto_zoolander
Io ho invece un’altra domanda: ma autoaggiunto rispetto a chi?

killing_buddha
Solitamente, rispetto al prodotto hermitiano standard
\[
(u,v)\mapsto \sum u_i \overline{v_i}
\]

anto_zoolander
Allora ho un’altra domanda.

Se definisci $Au=lambdau,forallu inCC^n$ allora $(A-lambdaI_n)u=0,forall u inCC^n$ ma allora $A=lambdaI_n$ Il che è possibile solo se $A$ è una matrice diagonale e pertanto ha come polinomio $P(x)=(lambda-x)^n$ ed è diagonalizzabile con unico autovalore $lambda inCC$

Quindi non è che sia proprio ben definito... forse volevi dire $L(X)=AX$ con $lambda$ autovalore?

zio_mangrovia
"cooper":

in che senso è ok? non è quello che vogliamo dimostare?

nel senso che mi torna, ho capito il passo fino qua.
Le altre domande vanno aldilà delle mie conoscenze però a questo punto vi allego il testo perché probabilmente non sono stato sufficientemente chiaro nell'esposizione:







Di nuovo grazie a tutti per la collaborazione, e spero di comprendere meglio questo mondo così ASTRATTO!

killing_buddha
spero di comprendere meglio questo mondo così ASTRATTO!

L'algebra lineare è la parte di matematica pura meno astratta che esista (perché devono usarla gli ingegneri e matematici finti come quelli che fanno analisi numerica); buona fortuna col resto, se già sei convinto di stare vedendo cose molto astratte.

zio_mangrovia
"killing_buddha":

L'algebra lineare è la parte di matematica pura meno astratta che esista (perché devono usarla gli ingegneri e matematici finti come quelli che fanno analisi numerica); buona fortuna col resto, se già sei convinto di stare vedendo cose molto astratte.


Mi aspetto un mondo molto "colorito"! :-D
Qualcuno può aiutarmi nel quesito che ho sollevato?

cooper1
"zio_mangrovia":
Non mi è chiaro perché v e w siano in Rn (e in Cn)
v e w sono componenti del vettore u, che è definito in ambito complesso, quindi rappresentano la componente reale e immaginaria e pertanto non dovrebbero far parte SOLO di Rn, perché si dice "e in Cn" ?

secondo me lo dice perchè il tutto lo puoi generalizzare anche in $CC ^n$. mi immagino infatti che se anche li consideri complessi in qualche modo riesci a spezzare il vettore in due parti che siano solo reali. a parte questo mi sembra lui lavori solo in $RR^n$.
"zio_mangrovia":
Successivamente si afferma che i seguenti elementi sono reali: λ,v,w,Av,Aw
A parte il primo elemento non ho chiaro perché gli altri dovrebbero essere reali.

v,w lo sono perchè rappresentano la parte reale ed immaginaria di u e come tali sono reali. ora qui mi sembra li consideri da subito reali, altrimenti rimaneggiando un po' secondo me li riesci comunque a prendere reali.
le due matrici sono reali perchè A è presa a valori reali per ipotesi mentre v,w abbiamo detto essere reali. dunque il prodotto di due cose reali non può che essere reale.

zio_mangrovia
Grazie C. mi hai chiarito brillantemente con semplici parole chiave!

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