Funzioni omotope

Antimius
Sia $f:X \to S^2$ una funzione continua non suriettiva. Allora f è omotopa ad un'applicazione costante. (X è un qualsiasi spazio topologico).
Perché? :shock:
Qualcuno ha un hint su come iniziare? Non vedo proprio la connessione fra le due cose :shock:

Risposte
cirasa
Visto che $f$ non è suriettiva esiste un punto $p\in S^2$ tale che $p\notin f(X)$.
Secondo me, l'idea è che $S^2\setminus{p}$ è omeomorfo ad $RR^2$ (pensa alla proiezione stereografica per esempio) ed $RR^2$ è uno spazio "buono".

Prova a sviluppare questa idea. Secondo me, ne vieni fuori.

Antimius
In che senso "buono"? Io so che $RR^2$ è contraibile, quindi ogni mappa verso $RR^2$ è omotopa a un'applicazione costante (o sbaglio?)

apatriarca
Esattamente in quel senso. Se "componi" (nel senso che ti crei un omotopia a partire da questi ingredienti) una qualsiasi mappa $H : RR^2 \times [0, 1] -> {x_0}$ con la proiezioni stereografica della sfera a partire da un punto $p$ non appartenente alla immagine di $f$ e con f, dovresti ottenere l'omotopia che cerchi da $f$ alla mappa costante.

Antimius
Ok, grazie a entrambi. Del resto date due funzioni [tex]$f_1: X \to Y$[/tex], [tex]$f_2: X \to Y$[/tex] continue, data [tex]$g: Y \to Z$[/tex] invertibile e continua, le composizioni [tex]$gf_1$[/tex] e [tex]$gf_2$[/tex] sono omotope se e solo se [tex]$f_1$[/tex] e [tex]$f_2$[/tex] sono omotope. Quindi potrei concluderla anche così (correggetemi se sbaglio).
Però, mi rimane un unico dubbio. Chi mi assicura l'omeomorfismo tra [tex]$f(X)$[/tex] e [tex]$\mathbb{R}^2$[/tex]. Nel caso in cui la differenza fra codominio e immagine della funzione è solo di un punto ok. Però se ne manca più di uno?

apatriarca
$f(X)$ non è necessariamente omeomorfo a $RR^2$. Però l'immagine di $f(X)$ attraverso la proiezione stereografica è contenuta in $RR^2$ per cui puoi usare l'omotopia in $RR^2$ tra l'identità e la mappa costante per costruirti un'omotopia per la tua mappa. Sia in particolare $\pi$ la proiezione stereografica. $\pi f : X \to RR^2$ è allora una funziona continua. Fissiamo ora un punto $P \in RR^2$. Vogliamo creare un'omotopia $H : X \times [0, 1] \to \RR^2$ tra $\pi f$ e la funzione costante $g(x) = P$. Definiamo $H(x, 0) = \pi f$, $H(x, 1) = g$, $H(x, t) = \pi f(x)(1 - t) + P t$. Ti lascio dimostrare che la mappa così definita è l'omotopia cercata. Per dimostrare ora che la mappa è omotopa alla funzione costante in $S^2$ devi ancora comporre $H$ per l'inversa della proiezione stereografica.

Antimius
Ok, ora ci provo.

Antimius
Credo che [tex]$H$[/tex] sia un'omotopia perché ogni combinazione convessa lo è (essendo [tex]$\mathbb{R}^2$[/tex] convesso, l'immagine di quell'omotopia è tutta contenuta in esso).

Poi, devo tornare indietro con la proiezione stereografica:
[tex]$X\times [0,1] \stackrel{H}{\longrightarrow} \mathbb{R}^2 \stackrel{\pi^{-1}}{\longrightarrow} S^2$[/tex].
Quindi mi verrebbe da dire che [tex]$G := \pi^{-1}\circ H$[/tex] è l'omotopia cercata.
Il problema è: chi mi garantisce che [tex]$G(x,t) \in f(X) \quad \forall (x,t) \in X\times[0,1]$[/tex]? Mi sa che non ho ben capito il tuo discorso.

apatriarca
Ho l'impressione che tu non abbia ben presente il significato di omotopia.

Definizione. Se [tex]f[/tex] e [tex]g[/tex] sono due funzioni continue da uno spazio topologico [tex]X[/tex] ad uno spazio [tex]Y[/tex], diciamo che [tex]f[/tex] e [tex]g[/tex] sono omotope se esiste una funzione continua [tex]H : X \times [0, 1] \to Y[/tex] tale che [tex]H(x, 0) = f(x)[/tex] e [tex]H(x, 1) = g(x)[/tex] per ogni [tex]x \in X[/tex]. La mappa [tex]H[/tex] è chiamata un'omotopia tra [tex]f[/tex] e [tex]g[/tex].

Data questa definizione, la mappa [tex]H[/tex] definita nel mio post precedente è un'omotopia tra [tex]\pi f[/tex] e [tex]g[/tex] (la mappa costante). Infatti, [tex]H(x, 0) = \pi f[/tex], [tex]H(x, 1) = g[/tex] ed è continua in quanto composizione di mappe continue ([tex]H(x, t) = F(\pi f(x), t)[/tex] dove [tex]F(x, t) = x(1 - t) + P t[/tex]). Sia adesso [tex]G = \pi^{-1}H[/tex]. [tex]G[/tex] è continua perché composizione di mappe continue. Inoltre [tex]G(x,0) = \pi^{-1}H(x,0) = \pi^{-1}\pi f = f[/tex] e [tex]G(x, 1) = \pi^{-1}H(x, 1) = \pi^{-1}g[/tex] che è una funzione costante perché [tex]g[/tex] lo è. [tex]G[/tex] è allora un'omotopia tra [tex]f[/tex] e una mappa costante e quindi il teorema è dimostrato.

Antimius
Ho capito la dimostrazione, ma non riesco a capire perché non potevo usare direttamente [tex]$H : X\times [0,1] \to S^2$[/tex] definita da
[tex]$H(x,t)=f(x)(1-t)+ct$[/tex] e cosa mi permette di definirne una analoga invece in [tex]$\mathbb{R}^2$[/tex].

apatriarca
Il problema è quello di comprendere il significato di [tex]H(x,t) = f(x)(1 - t) + ct[/tex] su [tex]S^2[/tex]. Stai infatti supponendo l'esistenza su [tex]S^2[/tex] di uno spazio vettoriale le cui operazioni sono compatibili con la topologia scelta. Conviene invece lavorare su una carta locale che contiene l'immagine di [tex]f[/tex] per poi tornare indietro alla sfera. In alternativa si può definire [tex]H[/tex] in modo più concreto considerando l'interpolazione sferica invece che quella lineare. Tieni comunque presente che potevi anche definire semplicemente [tex]H(x, t) = \pi^{-1}(\pi f(x)(1 - t) + ct)[/tex] e poi mostrare che è l'omologia cercata.

Antimius
Ti ringrazio per l'aiuto e per la chiarezza ;)
Io prima parlavo di convessità perché mi immaginavo quella funzione come un segmento che $\forall x \in X$ va da $f(x)$ a $c$. E quindi sicuramente in $RR^2$ potevo fare una cosa del genere, in $S^2$ no. Ma mi sa che ho fatto parecchia confusione.

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