Esercizi su rivestimenti e gruppo fondamentale

Paolo902
Sulla scia del recente thread di perplesso (che ha riscosso un certo successo :D ), ho pensato di aprirne uno simile, riguardo la Topologia Algebrica.
Siccome a lezione non vediamo nessun esercizio, ho pensato di svolgerne qualcuno e di proporlo qui per confrontare la mia soluzione. La fonte è sempre lui, il caro vecchio Munkres, Topology.

Cominciamo con uno semplice.

Esercizio 1. Siano $X,Y$ spazi topologici e supponiamo che su $Y$ ci sia la topologia discreta. Sia $p: X \times Y \to X$ la proiezione sul primo fattore. Mostrare che $p$ è un rivestimento.



Che ve ne pare? Grazie.

Risposte
j18eos
"Paolo90":
...Che ve ne pare? ...
Che lo svolgimento è perfetto; secondo la definizione che uso io: hai dimostrato che \((X\times Y;X;p;Y)\) è uno spazio fibrato su \(X\) a fibre di tipo \(Y\) mediante la funzione \(p\)!

Se ti può aiutare...
Sperando di non aver scritto delle dritte che sono "storte"... notte forum! :smt015

Paolo902
Ottimo, grazie Armando! Ti ringrazio molto anche per aver riportato le tue definizioni; effettivamente, da quel che ho visto in questo settore ci sono un sacco di notazioni in uso e perdersi è piuttosto facile (del resto, come ormai sappiamo, ciò capita spesso, in Matematica :lol:).

Bene, procedo con altri due esercizi, questa volta direttamente sul gruppo fondamentale.

Esercizio 2. Sia $A subset X$ e $r$ una retrazione di $X$ su $A$, i.e. una mappa continua $r: X \to A$ tale che $r(a)=a$ per ogni $a \in A$. Se $a_0 \in A$, allora
\[
r_{\star} \colon \pi_1(X,a_0) \to \pi_1(A,a_0)
\]
è suriettivo.


Esercizio 3 Sia $A \subset RR^{n}$ e sia $h: (A,a_0) \to (Y,y_0)$. Supponiamo che $h$ si possa estendere a una mappa continua da tutto $RR^{n} \to Y$. Alllora $h_{star}$ è l'omomorfismo banale.



Ci siamo? Grazie mille! :-D

maurer
Yes, ottimi entrambi!

Ne propongo uno io (ma non posto la soluzione ché la conosco già da tempo immemorabile).

Esercizio 4. Sia [tex]G[/tex] un gruppo topologico, sia [tex]e_G[/tex] l'elemento neutro. Allora [tex]\pi_1(G,e_G)[/tex] è abeliano.

Dedurre che un toro a g buchi con [tex]g \ge 2[/tex] non può essere un gruppo topologico. E siccome siamo in tema di rivestimenti, calcolare il rivestimento universale del toro con un buco.

Paolo902
"maurer":
Yes, ottimi entrambi!


Grazie! 8-)

"maurer":
Esercizio 4. Sia [tex]G[/tex] un gruppo topologico, sia [tex]e_G[/tex] l'elemento neutro. Allora [tex]\pi_1(G,e_G)[/tex] è abeliano.




A questo punto, Munkres sembra suggerire che l'asserto segua immediatamente ma... io non vedo come :oops:

"maurer":
Dedurre che un toro a g buchi con [tex]g \ge 2[/tex] non può essere un gruppo topologico. E siccome siamo in tema di rivestimenti, calcolare il rivestimento universale del toro con un buco.


Mmm, come è fatto il gruppo fondamentale di un toro con più di due buchi? Sicuramente sarà qualcosa di non abeliano; ci penserò. E nel frattempo continuo a pensare al rivestimento universale del toro con un buco. A proposito, una domanda: a livello "intuitivo", se ho uno spazio topologico (mettiamo pure connesso per archi) e un rivestimento universale, posso affermare che la cardinalità di una fibra (=la cardinalità di tutte le fibre, l'ho dimostrato per esercizio: magari dopo lo posto) è pari all'ordine del gruppo fondamentale? Giusto per vedere se ho capito... :wink:


Aggiornamento n.1:

Ma sì, certo; il rivestimento universale del toro è $RR^{2}$. Per essere più precisi, il rivestimento è dato dalla fibrazione $P: RR^{2} \to \mathbb{S}^{1} \times \mathbb{S}^{1}$ che manda [tex](x,y) \mapsto ((\cos(2\pi x), \sin(2\pi x)), (\cos(2\pi y), \sin(2\pi y))[/tex]. La dimostrazione è semplice ed è praticamente analoga a quella che si fa per mostrare che il rivestimento universale di $\mathbb{S}^{1}$ è $\RR$ (anzi, è il primo esempio furbo di rivestimento!).
Figurativamente, questa volta, anzichè l'elica che si avvolge sopra alla circonferenza, c'è un elicoide e dei "quadratini" (quelli i cui estremi hanno coordinate intere) che "rivestono" il toro.

Aggiornamento n.2:

Esercizio 5. (La definizione di grado di un rivestimento è ben data) Sia $p: E \to B$ un rivestimento e sia $B$ connesso. Se $|p^{-1}(b_0)|=k \in \NN$ allora $|p^{-1}(b)|=k$, per ogni $b \in B$. L'intero $k$ si chiama grado del rivestimento.



Alla luce di questo esercizio, mi domando: è vero che il grado del rivestimento coincide con l'ordine del gruppo fondamentale?

maurer
"Paolo90":
E' giusto?

A questo punto, Munkres sembra suggerire che l'asserto segua immediatamente ma... io non vedo come :oops:

Sì, è giusto. L'asserto segue perché [tex][f \otimes g] = ([f \star e_G]) \otimes ([e_G \star g]) = ([e_G \star f] \otimes ([g \star e_G]) = [g] \otimes [f][/tex]. Vedi [url=http://www.matematicamente.it/forum/post615153.html?hilit=il%20potere%20dell'algebra#p615153]qui[/url] per la generalizzazione dell'argomento ed una sua ulteriore applicazione.

"Paolo90":

Aggiornamento n.1:

Ma sì, certo; il rivestimento universale del toro è $RR^{2}$. Per essere più precisi, il rivestimento è dato dalla fibrazione $P: RR^{2} \to \mathbb{S}^{1} \times \mathbb{S}^{1}$ che manda [tex](x,y) \mapsto ((\cos(2\pi x), \sin(2\pi x)), (\cos(2\pi y), \sin(2\pi y))[/tex]. La dimostrazione è semplice ed è praticamente analoga a quella che si fa per mostrare che il rivestimento universale di $\mathbb{S}^{1}$ è $\RR$ (anzi, è il primo esempio furbo di rivestimento!).
Figurativamente, questa volta, anzichè l'elica che si avvolge sopra alla circonferenza, c'è un elicoide e dei "quadratini" (quelli i cui estremi hanno coordinate intere) che "rivestono" il toro.

Il fatto che sia un rivestimento è chiaro: si tratta del quoziente di una varietà topologica per un'azione libera e propriamente discontinua, quindi non c'è santo che tenga. Il fatto che sia universale discende direttamente dal fatto che è [tex]\mathbb R^2[/tex] semplicemente connesso!

Ti invito proprio a dimostrare questo mio asserto. Ricordiamo per chiarezza le due definizioni:

Definizione 1. Sia [tex]\rho \colon G \times X \to X[/tex] un'azione topologica del gruppo [tex]G[/tex] sullo spazio topologico [tex]X[/tex]. Diciamo che [tex]\rho[/tex] è libera se per ogni elemento [tex]g \ne 1_G[/tex] in [tex]G[/tex], la mappa [tex]\rho(g,-) \colon X \to X[/tex] non ha punti fissi.

Definizione 2. Sia [tex]\rho \colon G \times X \to X[/tex] un'azione topologica di [tex]G[/tex] su [tex]X[/tex]. Diciamo che [tex]\rho[/tex] è propriamente discontinua se per ogni scelta di due compatti [tex]K,H[/tex] esiste solo un numero finito di [tex]g \in G[/tex] tali che [tex]g K \cap H \ne \emptyset[/tex].

Esercizio 6. Sia [tex]G[/tex] un gruppo e sia [tex]X[/tex] uno spazio topologico [tex]\rho \colon G \times X[/tex] un'azione topologica. Se [tex]X[/tex] è Hausdorff e localmente compatto allora le seguenti affermazioni sono equivalenti:
[list=1]
[*:2xlrmhka] [tex]\rho[/tex] agisce in modo libero e propriamente discontinuo;[/*:m:2xlrmhka]
[*:2xlrmhka] per ogni [tex]x \in X[/tex] esiste un intorno [tex]U[/tex] di [tex]x[/tex] tale che per ogni [tex]g \in G[/tex], [tex]g \ne 1_G[/tex] si ha [tex]g U \cap U = \emptyset[/tex].[/*:m:2xlrmhka][/list:o:2xlrmhka]

Esercizio 7. Sia [tex]G[/tex] un gruppo e sia [tex]X[/tex] una varietà topologica (risp. differenziabile). Dimostrare che se [tex]\rho \colon G \times X[/tex] è un'azione topologica (risp. differenziabile) libera e propriamente discontinua, allora il quoziente [tex]X/\rho[/tex] ha un'unica struttura di varietà topologica (risp. differenziabile) tale che la mappa di proiezione [tex]p \colon X \to X / \rho[/tex] sia continua (risp. differenziabile) ed un rivestimento. Mostrare che la coppia [tex](X/\rho,p)[/tex] soddisfa la proprietà universale del quoziente nella categoria delle varietà topologiche (risp. differenziabili).

"Paolo90":

Alla luce di questo esercizio, mi domando: è vero che il grado del rivestimento coincide con l'ordine del gruppo fondamentale?

Il gruppo fondamentale di chi? La domanda è essenzialmente legata all'azione di monodromia...

Paolo902
"maurer":
L'asserto segue perché [tex][f \otimes g] = ([f \star e_G]) \otimes ([e_G \star g]) = ([e_G \star f] \otimes ([g \star e_G]) = [g] \otimes [f][/tex].


Abbi pazienza, devo proprio essere cieco: come giustifichi l'ultima uguaglianza? L'avrò scritto almeno 10 volte ieri, ma non sono mai riuscito a spiegarmi l'ultima uguaglianza...

Ah, grazie per il link su Eckmann - Hilton, ricordo quella discussione, spero ora di capirci qualcosa di più!

"maurer":


Esercizio 6. Sia [tex]G[/tex] un gruppo e sia [tex]X[/tex] uno spazio topologico [tex]\rho \colon G \times X[/tex] un'azione topologica. Se [tex]X[/tex] è Hausdorff e localmente compatto allora le seguenti affermazioni sono equivalenti:
[list=1]
[*:2lxub4jq] [tex]\rho[/tex] agisce in modo libero e propriamente discontinuo;[/*:m:2lxub4jq]
[*:2lxub4jq] per ogni [tex]x \in X[/tex] esiste un intorno [tex]U[/tex] di [tex]x[/tex] tale che per ogni [tex]g \in G[/tex] si ha [tex]g U \cap U = \emptyset[/tex].[/*:m:2lxub4jq][/list:o:2lxub4jq]


Provo con $\Rightarrow$. Sia $X$ un Hausdorff, localmente compatto e supponiamo che l'azione di $G$ sia libera e propriamente discontinua. Fissiamo $x \in X$: per ogni $g \in G$, ho che $rho(g,x)=y_g$ e - poichè l'azione è libera - $y_g \ne x$. Per le proprietà di separazione di $X$, per ogni $g$ esisteranno $U_{y_g}$ e $U_x$, due intorni che separano i punti $x$ e $y_g$; $X$ è localmente compatto quindi posso assumere che questi intorni siano a chiusura compatta. Ora pensavo di sfruttare l'altra ipotesi prendendo come compatti $\overline{U}_{x}$ e $g\overline{U_{x}}$... Sono sulla strada giusta? Dopo penso anche all'altra implicazione.

"maurer":
[...]La domanda è essenzialmente legata all'azione di monodromia...


Sì, ho letto un po' di questa roba sul Manetti (mi pare Munkres non parli esplicitamente di monodromia) ma non è che ci abbia capito molto. Devo mettermi lì e rileggere un po' le cose con calma, poi eventualmente tornerò sull'argomento.

Grazie! :D

maurer
"Paolo90":
[quote="maurer"] L'asserto segue perché [tex][f \otimes g] = ([f \star e_G]) \otimes ([e_G \star g]) = ([e_G \star f] \otimes ([g \star e_G]) = [g] \otimes [f][/tex].


Abbi pazienza, devo proprio essere cieco: come giustifichi l'ultima uguaglianza? L'avrò scritto almeno 10 volte ieri, ma non sono mai riuscito a spiegarmi l'ultima uguaglianza... [/quote]
Beh, guarda, se ci pensi non è da giustificare, dopo tutte le cose che hai dimostrato tu. E' semplicemente Eckmann - Hilton all'opera. Comunque, volendo fare i conti, il punto chiave è [tex][f \star e_G] = [e_G \star f][/tex]. Quindi
[tex]([f \star e_G]) \otimes ([e_G \star g]) = ([e_G \star f]) \otimes ([g \star e_G])[/tex]
Adesso, per definizione, si avrà:
[tex]((e_G \star f) \otimes (g \star e_G))(t) = \begin{cases} e_G \cdot g(2t) & \text{se } t \in \left[0, \frac{1}{2} \right] \\ f(2t-1) \cdot e_G & \text{se } t \in \left[ \frac{1}{2}, 0 \right] \end{cases} = (g \star f)(t)[/tex]
Quindi [tex]([e_G \star f]) \otimes ([g \star e_G]) = [g] \star [f] = [g] \otimes [f][/tex].

"Paolo90":
Provo con $\Rightarrow$. Sia $X$ un Hausdorff, localmente compatto e supponiamo che l'azione di $G$ sia libera e propriamente discontinua. Fissiamo $x \in X$: per ogni $g \in G$, ho che $rho(g,x)=y_g$ e - poichè l'azione è libera - $y_g \ne x$. Per le proprietà di separazione di $X$, per ogni $g$ esisteranno $U_{y_g}$ e $U_x$, due intorni che separano i punti $x$ e $y_g$; $X$ è localmente compatto quindi posso assumere che questi intorni siano a chiusura compatta. Ora pensavo di sfruttare l'altra ipotesi prendendo come compatti $\overline{U}_{x}$ e $g\overline{U_{x}}$... Sono sulla strada giusta? Dopo penso anche all'altra implicazione.

Sì, direi che potrebbe funzionare... adesso devi usare il fatto che l'azione è propriamente discontinua.

"Paolo90":

Sì, ho letto un po' di questa roba sul Manetti (mi pare Munkres non parli esplicitamente di monodromia) ma non è che ci abbia capito molto. Devo mettermi lì e rileggere un po' le cose con calma, poi eventualmente tornerò sull'argomento.

Ne parla anche Rudin per le funzioni olomorfe. E' una questione interessante, si lega anche alla costruzione delle superfici di Riemann e in particolare al problema proposto da Seneca qui.

Paolo902
"maurer":
Beh, guarda, se ci pensi non è da giustificare, dopo tutte le cose che hai dimostrato tu. E' semplicemente Eckmann - Hilton all'opera. Comunque, volendo fare i conti,[...]


Ah, chiarissimo! :D
Che scemo, bastava fare due conti. Ora è tutto perfettamente chiaro, ti ringrazio.

"maurer":
[quote="Paolo90"]Provo con $\Rightarrow$. Sia $X$ un Hausdorff, localmente compatto e supponiamo che l'azione di $G$ sia libera e propriamente discontinua. Fissiamo $x \in X$: per ogni $g \in G$, ho che $rho(g,x)=y_g$ e - poichè l'azione è libera - $y_g \ne x$. Per le proprietà di separazione di $X$, per ogni $g$ esisteranno $U_{y_g}$ e $U_x$, due intorni che separano i punti $x$ e $y_g$; $X$ è localmente compatto quindi posso assumere che questi intorni siano a chiusura compatta. Ora pensavo di sfruttare l'altra ipotesi prendendo come compatti $\overline{U}_{x}$ e $g\overline{U_{x}}$... Sono sulla strada giusta?

Sì, direi che potrebbe funzionare... adesso devi usare il fatto che l'azione è propriamente discontinua. [/quote]

E quindi esistono solo un numero finito di $g \in G$ tali che $g\overline{U}_x \cap \overline{U}_x \ne \emptyset$. In definitiva, l'intorno $U_{x}$ va bene per quasi tutti i $g$, ne restano solo un numero finito da sistemare. Forse questi si riescono a sistemare a mano? Prendo uno di questi $g$, $g\cdot x \ne x$ quindi esiste un intorno (aperto) di $x$ che separa $x$ da $g cdot x$. Interseco tutti questi intorni (aperti, in numero finito) con il vecchio $U_x$ e dovrei aver concluso. Dico bene?

Non so, non ne sono convintissimo, ora provo a rileggerla con calma.

maurer
Yes, ad essere pignoli devi fare il controllo che quello che hai trovato vada bene, ma è piuttosto chiaro che funziona...

Paolo902
Va bene, credo di esserci. Ricapitolo un po' tutto il discorso, cercando di scrivere bene tutto quanto. Ah, un dettaglio: c'è solo da sistemare una cosetta nel tuo enunciato, al punto 2 (bisogna dire, ovviamente per ogni $g \ne 1_G$).

"maurer":

Esercizio 6. Sia [tex]G[/tex] un gruppo e sia [tex]X[/tex] uno spazio topologico [tex]\rho \colon G \times X[/tex] un'azione topologica. Se [tex]X[/tex] è Hausdorff e localmente compatto allora le seguenti affermazioni sono equivalenti:
[list=1]
[*:2cevz1u3] [tex]\rho[/tex] agisce in modo libero e propriamente discontinuo;[/*:m:2cevz1u3]
[*:2cevz1u3] per ogni [tex]x \in X[/tex] esiste un intorno [tex]U[/tex] di [tex]x[/tex] tale che per ogni [tex]g \in G[/tex] si ha [tex]g U \cap U = \emptyset[/tex].[/*:m:2cevz1u3][/list:o:2cevz1u3]


$1 \Rightarrow 2$. Sia $X$ un Hausdorff, localmente compatto e supponiamo che l'azione di $G$ sia libera e propriamente discontinua. Fissiamo $x \in X$: per ogni $g \in G$, ho che $rho(g,x)=y_g$ e - poichè l'azione è libera - $y_g \ne x$. Per le proprietà di separazione di $X$, per ogni $g$ esisteranno $U_{y_g}$ e $U_x$, due intorni che separano i punti $x$ e $y_g$; $X$ è localmente compatto quindi posso assumere che questi intorni siano a chiusura compatta. Ora, per ipotesi, l'azione è propriamente discontinua e quindi esistono solo un numero finito di $g \in G$ tali che $g\overline{U}_x \cap \overline{U}_x \ne \emptyset$. In definitiva, l'intorno $U_{x}$ va bene per quasi tutti i $g$, ne restano solo un numero finito da sistemare, siano essi [tex]\{g_1, \ldots g_n\}[/tex]. E allora per ogni $g_i$ ho che $g_i \cdot x \ne x$ quindi esiste un intorno (aperto) $W_i$ di $x$ che separa $x$ da $g_i cdot x$. Chiamo finalmente $U := U_x cap W_1 \cap \ldots W_n$: questo è certamente un intorno di $x$ (perchè intersezione di intorni di $x$) e inoltre per ogni $g \in G$ vale $gU \cap U = \emptyset$ (per costruzione, direi).

$2 \Rightarrow 1$ L'azione è ovviamente libera: preso $x \in X$ per ipotesi esiste un intorno $U$ tale che per ogni $g \ne 1_G$ si ha $gU \cap U = \emptyset$ e quindi, in particolare $gx \ne x$.

E però... perchè l'azione è anche propriamente discontinua?
Prendiamo due compatti $H,K \subset X$ (non vuoti, altrimenti mi sembra ovvio).
Ho pensato: prendiamo un punto $h \in H$: allora esiste un intorno $U_h$ tale che per ogni $g \in G$ si ha $gU_h \cap U_h = emptyset$. E' evidente d'altra parte che gli $U_h$ ricoprano $H$: estraiamone dunque un numero finito $U^1_h, ldots , U^n_h$. Allo stesso modo, per ogni $k \in K$, esiste un intorno $W_k$ tale che per ogni $g \in G$ si ha $gW_k \cap W_k = emptyset$. Anche qui estraiamo un sottoricoprimento finito di $K$, $W^1_k, ldots , W^m_k$. E ora? Più che altro non riesco a capire come far saltare "solo un numero finito di elementi $g$"... un'idea, per piacere?

Tra parentesi, alcune osservazioni: in giro si trovano le definizioni più disparate di azione p.d. Saranno tutte equivalenti, mi auguro (e magari in futuro mi preoccuperò di verificarlo), però mi chiedo:

1. è vero che se il gruppo che agisce è finito allora necessariamente l'azione è propriamente discontinua? Almeno nella tua definizione mi sembra automaticamente vero...

2. da dove "vengono" queste azioni p.d.? Qual è la loro essenza? Immagino che la loro importanza stia in primis nell'esercizio 7: in poche parole, azione libera e propriamente discontinua $=>$ la proiezione sul quoziente è un rivestimento. Dico bene? Ci sono altre ragioni? (Immagino di sì...).

Grazie ;-)

maurer
"Paolo90":
un'idea, per piacere?

E' la parte bella... comunque, rifletti sul fatto che [tex]g_1 U_i \cap g_2 U_i = \emptyset[/tex] se [tex]g_1 \ne g_2[/tex]... E considera la famiglia dei [tex]g U_i[/tex] tali che [tex]g U_i \cap K \ne \emptyset[/tex]! Siccome [tex]K[/tex] è compatto...


"Paolo90":

Tra parentesi, alcune osservazioni: in giro si trovano le definizioni più disparate di azione p.d. Saranno tutte equivalenti, mi auguro (e magari in futuro mi preoccuperò di verificarlo)

Non ci spererei nemmeno troppo. Magari sono tutte equivalenti a patto di lavorare su uno spazio di Hausdorff e localmente compatto.

"Paolo90":

1. è vero che se il gruppo che agisce è finito allora necessariamente l'azione è propriamente discontinua? Almeno nella tua definizione mi sembra automaticamente vero...

Sì, con la mia definizione è chiaramente vero.

"Paolo90":

2. da dove "vengono" queste azioni p.d.? Qual è la loro essenza? Immagino che la loro importanza stia in primis nell'esercizio 7: in poche parole, azione libera e propriamente discontinua $=>$ la proiezione sul quoziente è un rivestimento. Dico bene? Ci sono altre ragioni? (Immagino di sì...).

Mah, che sappia io servono proprio a rendere vero l'esercizio 7. In particolare sono tali che la proprietà di essere Hausdorff passa al quoziente e questo le rende particolarmente preziose...

Esempi concreti ce ne sono tanti, ovviamente. I due super-classici: lo spazio proiettivo reale e i tori complessi...

Se qualcun altro sa qualcosa in più al riguardo delle azioni propriamente discontinue è caldamente invitato a renderci partecipe!

Paolo902
"maurer":
E' la parte bella... comunque, rifletti sul fatto che [tex]g_1 U_i \cap g_2 U_i = \emptyset[/tex] se [tex]g_1 \ne g_2[/tex]... E considera la famiglia dei [tex]g U_i[/tex] tali che [tex]g U_i \cap K \ne \emptyset[/tex]! Siccome [tex]K[/tex] è compatto...


Mmm, vediamo un po': è chiaro che [tex]g_1 U_i \cap g_2 U_i = \emptyset[/tex] se [tex]g_1 \ne g_2[/tex]: questo perchè l'azione è libera. Infatti, se l'intersezione non fosse vuota allora la mappa $rho(g_2^-1g_1, \cdot): X to X$ avrebbe punti fissi.

Ok, ora consideriamo la famiglia dei [tex]g U_i[/tex] tali che [tex]g U_i \cap K \ne \emptyset[/tex]: tali $g$ sono in numero finito, grazie alla compattezza di [tex]K[/tex]. Infatti, se [tex]g U_i \cap K \ne \emptyset[/tex] posso ricoprire l'intersezione con un numero finito di aperti e quindi selezionare solo un numero finito di $g$ (non mi piace per nulla come l'ho detto, ma tant'è... non riuscivo a scriverlo meglio!).

Più o meno ci sono?

Grazie anche per le altre osservazioni! :smt023

maurer
"Paolo90":

Mmm, vediamo un po': è chiaro che [tex]g_1 U_i \cap g_2 U_i = \emptyset[/tex] se [tex]g_1 \ne g_2[/tex]: questo perchè l'azione è libera. Infatti, se l'intersezione non fosse vuota allora la mappa $rho(g_2^-1g_1, \cdot): X to X$ avrebbe punti fissi.

Corretto, anche se mi è più immediato così: [tex]g_1 U_i \cap g_2 U_i \ne \emptyset[/tex] allora [tex](g_2^{-1} g_1) U_i \cap U_2 = g_2^{-1}(g_1 U_i \cap g_2 U_i) \ne \emptyset[/tex], assurdo.

"Paolo90":

Ok, ora consideriamo la famiglia dei [tex]g U_i[/tex] tali che [tex]g U_i \cap K \ne \emptyset[/tex]: tali $g$ sono in numero finito, grazie alla compattezza di [tex]K[/tex]. Infatti, se [tex]g U_i \cap K \ne \emptyset[/tex] posso ricoprire l'intersezione con un numero finito di aperti e quindi selezionare solo un numero finito di $g$ (non mi piace per nulla come l'ho detto, ma tant'è... non riuscivo a scriverlo meglio!).

In realtà non capisco. Intersezione di chi con cosa?
Comunque mi rendo conto che la dimostrazione che avevo dato io a suo tempo è sbagliata :oops:
Devo ripensarci anch'io!

Qualche considerazione: siccome lo spazio è localmente compatto e di Hausdorff, allora ogni punto ha una base di intorni compatti. Quindi, fissato [tex]x \in X[/tex] possiamo trovare un suo intorno [tex]U[/tex] tale che [tex]\overline{U}[/tex] è compatto e [tex]g \overline{U} \cap \overline{U} = \emptyset[/tex] per ogni [tex]g \in G[/tex] non identico. Se riuscissimo a dimostrare che [tex]\{g \overline{U}\}_{g \in G}[/tex] è una famiglia localmente finita avremmo concluso: infatti, l'unione di una qualsiasi sua sottofamiglia sarebbe un chiuso e, andando a metterci dentro un compatto, abbiamo che chiuso e discreto implica finito.

Paolo902
Purtroppo il tempo mi è tiranno (che novità) e ora sono stanco, non riesco a dedicarmi con lucidità all'esercizio 7.

Riporto qui solo una cosa - magari molto sciocca ai vostri occhi - che mi ha colpito profondamente, penso sia di una bellezza incredibile. Ho scoperto qui che il teorema di uniformizzazione (che nome orrendo!) di Riemann, tra le altre cose, afferma che il semipiano è un rivestimento universale delle superfici a curvatura gaussiana costantemente -1. E l'enunciato è incredibilmente più generale. Bello! :-)

Comincio proprio a pensare che questi rivestimenti siano proprio una bella cosa...

maurer
Sì è un parente stretto del teorema della mappa di Riemann. Questo dice che ogni aperto semplicemente connesso propriamente contenuto nel piano è conformemente omeomorfo al disco!

Comunque credo ci sia un problema nell'esercizio 6. Ho trovato un testo buono, ma devo anche trovare il tempo di leggerlo, quindi prima di lunedì mi è impossibile aggiornare tutto quanto.

maurer
Allora ho finalmente avuto il tempo di fare un po' di luce. La definizione più sensata di azione propria è questa:

Definizione. Sia [tex]G[/tex] un gruppo topologico, sia [tex]\rho \colon G \times X \to X[/tex] un'azione topologica. Diciamo che l'azione è propria se la mappa [tex]\theta_\rho \colon G \times X \to X \times X[/tex], [tex](g,x) \mapsto (x, gx)[/tex] è una mappa propria (la controimmagine di compatti è compatta.
Se inoltre [tex]G[/tex] è discreto, allora si dice che l'azione è propriamente discontinua.

Se lo spazio [tex]X[/tex] è Hausdorff le due definizioni che ho dato si equivalgono. Infatti, assumiamo questa nuova definizione. Siano [tex]H,K[/tex] due compatti di [tex]X[/tex]; allora [tex]H \times K[/tex] è un compatto di [tex]X \times X[/tex] e quindi la sua controimmagine tramite [tex]\theta_\rho[/tex] è un compatto [tex]C[/tex] in [tex]G \times X[/tex]. L'immagine di [tex]C[/tex] tramite la proiezione canonica [tex]G \times X \to G[/tex] è ancora un compatto; siccome [tex]G[/tex] è discreto (e quindi di Hausdorff), necessariamente segue che questo insieme è finito, da cui la tesi.
Viceversa, supponiamo che per ogni coppia di compatti [tex]H,K[/tex] esista solo un numero finito di elementi [tex]g\in G[/tex] tali che [tex]g H \cap K \ne \emptyset[/tex]. Ora, avremo che
[tex]\theta_\rho^{-1} (H \times K) = \bigcup_{g \in G} \{g\} \times (g^{-1}K \cap H)[/tex]
Per ipotesi quest'unione è finita; inoltre [tex]g[/tex] agisce come un omeomorfismo, quindi [tex]g^{-1}K[/tex] è compatto. Segue che [tex]g^{-1}K \cap H[/tex] è compatto e quindi anche [tex]\theta_\rho^{-1}(H \times K)[/tex] è compatto. La tesi segue dal fatto che ogni insieme compatto di [tex]X \times X[/tex] può essere rinchiuso in un insieme della forma [tex]H \times K[/tex] per opportuni [tex]H,K[/tex] compatti. Ora, siccome [tex]X[/tex] è Hausdorff, compatto implica chiuso e abbiamo già dimostrato che [tex]\theta_{rho}^{-1}(H\times K)[/tex] è compatto e questo finisce, visto che chiuso in un compatto implica compatto.

Paolo902
Riapro la questione perché ho un dubbio e vorrei vederci chiaro prima di farmi papere all'esame :-D

Siano $X,Y$ spazi topologici e siano $h,k:X \to Y$ con $h(x_0)=y_0$ e $k(x_0)=y_1$. In omotopia, abbiamo i due omomorfismi indotti $h_{\star}: pi_1(X,x_0) \to \pi_1(Y,y_0)$ e $k_{\star}: pi_1(X,x_0) \to pi_1(Y,y_1)$. Se $h,k$ sono omotope, allora esiste un cammino $\alpha: I \to Y$ (con $\alpha(0)=y_0$ e $alpha(1)=y_1$) tale che
\[
\hat{\alpha}: \pi_1(Y, y_0) \to \pi_1(Y, y_1)
\]
definito da $\hat{\alpha}[f]=[\bar{alpha}\star f \star \alpha]$ sia un omomorfismo di gruppi. Di più, se $h,k$ sono omotope via una certa $H: I times X \to Y$, allora possiamo dire che $alpha(t)=H(x_0,t)$.

La domanda è la seguente: $\hat{alpha}$ è un isomorfismo, vero? A mano, non riesco a verificarlo; però sul libro (il solito Munkres) non è detto esplicitamente quindi mi viene il dubbio.

Se è un isomorfismo, però, possiamo dire che è canonico o no? Voglio dire, se sappiamo chi è $H$, allora sappiamo anche $\alpha$; tuttavia, se ben ricordo, l'isomorfismo tra gruppi fondamentali di uno stesso spazio topologico (facciamo connesso per archi) è canonico sse il gruppo stesso è abeliano, no? (Tra l'altro, non mi dispiacerebbe vedere una dimostrazione di questa ultima affermazione: qualche hint?)

Qualcuno ha voglia di fare luce?
Grazie.

maurer
E' tutto giusto e chiaramente [tex]\hat{\alpha}[/tex] è un isomorfismo. Chiaramente è un omomorfismo di gruppi. Il suo inverso è [tex]\hat{\overline{\alpha}}[/tex] (la verifica è immediata).

Non è canonico in generale per la ragione che riporti. La dimostrazione di quel fatto non è difficile, se ricordo bene era solo una manciata di conti. Supponiamo ad esempio che il gruppo sia abeliano e siano [tex]\alpha, \beta[/tex] due cammini su [tex]X[/tex] che congiungono [tex]x_0[/tex] con [tex]x_1[/tex]. Allora la nostra tesi è che per ogni [tex][\gamma] \in \pi_1(X,x_0)[/tex] si ha [tex][\overline{\alpha} \star \gamma \star \alpha] = [\overline{\beta} \star \gamma \star \beta][/tex]. Questo equivale a [tex][\beta \star \overline{\alpha} \star \gamma \star \alpha \star \overline{\beta}] = [\gamma][/tex], ma siccome [tex]\pi_1(X,x_0)[/tex] è abeliano, [tex][\beta \star \overline{\alpha} \star \gamma \star \alpha \star \overline{\beta}] = [\gamma \star \beta \star \overline{\alpha} \star \alpha \star \overline{\beta}] = [\gamma][/tex], e sei a posto. Il viceversa era forse un po' più contorto, ma neanche tanto. Se mi vengono in mente i passaggi li posto.

Piuttosto, non ho mai capito a cosa corrisponde da un punto di vista geometrico l'abelianità del primo gruppo fondamentale. Qualche topologo algebrico di passaggio riesce ad illuminarmi?

P.S. Adesso rispondo alla mail!

Paolo902
Fantastico, tutto cristallino come sempre.
Ti ringrazio. :wink:

maurer
Il viceversa, infatti, è più scemo: supponi che tutti quegli isomorfismi siano indipendenti dal cammino scelto. In particolare, ottieni che [tex]\text{In}(\pi_1(X,x_0)) = \{\text{id}\}[/tex] (l'unico automorfismo interno è l'identità). Ma [tex]\text{In}(\pi_1(X,x_0)) \simeq \pi_1(X,x_0) / Z(\pi_1(X,x_0)[/tex], ossia [tex]\pi_1(X,x_0)[/tex] coincide con il suo centro, cvd. O, se non vogliamo tirarcela tanto, [tex][\overline{\delta} \star \gamma \star \delta] = [\overline{1_x} \star \gamma \star 1_x] = [\gamma][/tex].

Mmmmh. L'altra volta mi ero sicuramente complicato la vita...

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