Dubbio riguardo definizione
Buonasera ragazzi vi scrivo in quanto ho un dubbio riguardo una definizione.
Dato un endomorfismo \(\displaystyle f: V \rightarrow V \) , \(\displaystyle V_\lambda \) è il sottospazio di \(\displaystyle V \) costituito da tutti gli autovettori relativi a \(\displaystyle \lambda \). E quindi giustamente la sua definizione rigorosa è \(\displaystyle ker(f-\lambda*id_V) \) cioè \(\displaystyle V_\lambda=\{u\in V: f(u)=\lambda u\} \) ("u ovviamente è un vettore")
Non riscontro invece la stessa semplicità nella definizione dell'autospazio generalizzato, che è a sua volta così definito:
\(\displaystyle \tilde{V_\lambda}=ker(f-\lambda*id_V)^{m_a(\lambda)} \) dove con \(\displaystyle m_a(\lambda) \) indico la molteplicità algebrica di \(\displaystyle \lambda \).
L'autospazio generalizzato dovrebbe essere lo spazio che contiene le stringhe relative a \(\displaystyle \lambda \), ma non capisco come questa definizione rispecchi questa "idea", magari è un semplice calcolo? Sono però bloccato quindi vi chiedo se potete spiegarmi questa cosuccia. Grazie!
Dato un endomorfismo \(\displaystyle f: V \rightarrow V \) , \(\displaystyle V_\lambda \) è il sottospazio di \(\displaystyle V \) costituito da tutti gli autovettori relativi a \(\displaystyle \lambda \). E quindi giustamente la sua definizione rigorosa è \(\displaystyle ker(f-\lambda*id_V) \) cioè \(\displaystyle V_\lambda=\{u\in V: f(u)=\lambda u\} \) ("u ovviamente è un vettore")
Non riscontro invece la stessa semplicità nella definizione dell'autospazio generalizzato, che è a sua volta così definito:
\(\displaystyle \tilde{V_\lambda}=ker(f-\lambda*id_V)^{m_a(\lambda)} \) dove con \(\displaystyle m_a(\lambda) \) indico la molteplicità algebrica di \(\displaystyle \lambda \).
L'autospazio generalizzato dovrebbe essere lo spazio che contiene le stringhe relative a \(\displaystyle \lambda \), ma non capisco come questa definizione rispecchi questa "idea", magari è un semplice calcolo? Sono però bloccato quindi vi chiedo se potete spiegarmi questa cosuccia. Grazie!

Risposte
Come ben sai, ci sono delle situazioni in cui l'ordine di \(\lambda\) come radice del polinomio caratteristico \(p_f\) di \(f\) è maggiore della dimensione di \(V_\lambda\); per ovviare a questo problema si introduce la nozione di polinomio minimo di \(f\), \(m_f\), definito come il generatore monico del nucleo della mappa \(\Phi_f : K[T] \to End(V)\) che manda \(f\) in \(p_f(f) = \sum_{k=0}^d a_i f^i\) (il teorema di Hamilton-Cayley afferma che \(p_f\) appartiene a \(\ker \Phi_f\), ovvero che \(m_f \mid p_f\)).
A questo punto devi osservare due cose:
1. Esiste la catena di inclusioni \(\ker g \subseteq \ker g^2 \subseteq \ker g^3\subseteq\cdots\)
2. Esiste un teorema che dice che

Applicando questo risultato teorema al polinomio caratteristico otteniamo che se \(p_f(X) = \prod_i p_i(X)\) è una sua fattorizzazione in fattori a due a due coprimi (quindi la sua fattorizzazione canonica che mette in luce gli autovalori), allora il dominio \(V\) dell'endomorfismo \(f\) è la somma diretta dei sottospazi \(V_{p_i} = \ker p_i(f)\), ciascuno dei quali ha dimensione \(\deg p_i(X)\) pari al grado (come polinomio in \(X\)) del fattore p_i(X). In particolare, per ogni autovalore \(\lambda\) di molteplicità \(m_\lambda\) si deduce che esso compare nel polinomio minimo con un esponente \(\ell\) che è il minimo intero positivo per cui \(\dim \ker(f − \lambda \cdot 1_V )^l = m\) (al massimo è proprio m).
A questo punto devi osservare due cose:
1. Esiste la catena di inclusioni \(\ker g \subseteq \ker g^2 \subseteq \ker g^3\subseteq\cdots\)
2. Esiste un teorema che dice che

Applicando questo risultato teorema al polinomio caratteristico otteniamo che se \(p_f(X) = \prod_i p_i(X)\) è una sua fattorizzazione in fattori a due a due coprimi (quindi la sua fattorizzazione canonica che mette in luce gli autovalori), allora il dominio \(V\) dell'endomorfismo \(f\) è la somma diretta dei sottospazi \(V_{p_i} = \ker p_i(f)\), ciascuno dei quali ha dimensione \(\deg p_i(X)\) pari al grado (come polinomio in \(X\)) del fattore p_i(X). In particolare, per ogni autovalore \(\lambda\) di molteplicità \(m_\lambda\) si deduce che esso compare nel polinomio minimo con un esponente \(\ell\) che è il minimo intero positivo per cui \(\dim \ker(f − \lambda \cdot 1_V )^l = m\) (al massimo è proprio m).
Venendo, ora, a ciò che hai scritto tu,
Forse volevi scrivere \( V_\lambda=\{u\in V: f(u)=\lambda u\} \).
Cosa sono le "stringhe relative a $\lambda$"?
quindi giustamente la sua definizione rigorosa è \(\displaystyle ker(f-\lambda*id_V) \) cioè \(\displaystyle V_\lambda=\{u\in V: f(u)=u\} \)
Forse volevi scrivere \( V_\lambda=\{u\in V: f(u)=\lambda u\} \).
L'autospazio generalizzato dovrebbe essere lo spazio che contiene le stringhe relative a \(\displaystyle \lambda \)
Cosa sono le "stringhe relative a $\lambda$"?
Per quanto riguarda la definizione di autospazio ho corretto, errore di battitura scusatemi.
Per quanto riguarda la stringa. Dato \(\displaystyle f:V \rightarrow V \) operatore lineare e \(\displaystyle S=\{b_1,...,b_p\} \) è un sistema di \(\displaystyle p \) vettori di \(\displaystyle V \), allora \(\displaystyle S \) si dice che è una \(\displaystyle \lambda-stringa \) di lunghezza \(\displaystyle p \) per \(\displaystyle f \) se \(\displaystyle b_1 \neq 0 \) ed inoltre:
\(\displaystyle f(b_p)= \lambda b_p + b_{p-1} \)
\(\displaystyle f(b_{p-1}) = \lambda b_{p-1} + b_{p-2}
\)
...
\(\displaystyle f(b_2)= \lambda b_2 +b_1 \)
\(\displaystyle f(b_1)= \lambda b_1 \)
Quindi la nozione di blocco di Jordan corrisponde a quella di stringa ovviamente.
Per quanto riguarda la stringa. Dato \(\displaystyle f:V \rightarrow V \) operatore lineare e \(\displaystyle S=\{b_1,...,b_p\} \) è un sistema di \(\displaystyle p \) vettori di \(\displaystyle V \), allora \(\displaystyle S \) si dice che è una \(\displaystyle \lambda-stringa \) di lunghezza \(\displaystyle p \) per \(\displaystyle f \) se \(\displaystyle b_1 \neq 0 \) ed inoltre:
\(\displaystyle f(b_p)= \lambda b_p + b_{p-1} \)
\(\displaystyle f(b_{p-1}) = \lambda b_{p-1} + b_{p-2}
\)
...
\(\displaystyle f(b_2)= \lambda b_2 +b_1 \)
\(\displaystyle f(b_1)= \lambda b_1 \)
Quindi la nozione di blocco di Jordan corrisponde a quella di stringa ovviamente.