Vi chiedo aiuto.
Raga', mi sento in dovere di scrivere quanto segue, anche perchè come si dice chi impara è sempre quello che è, non quello che impara. Pertanto, se io soffro per motivi miei, anche in parte legati alla matematica e alla fisica, che non riescono sempre a confortare le mie sofferenze. Chiedo ai moderatori di non cestinarmi, almeno per ora. Per arrivare a questo punto, e sentirmi di dover scrivere delle cose, vuol dire che sono proprio alla frutta.
Dunque, ragazzi, io volevo porre i miei mille dubbi su tutto quanto ho imparato di fisica fino ad ora. Come ben saprete, io ho invaso questo forum in modo anche maleducato a volte (in realtà era solo ansia da prestazione, fretta) per porre domande su domande, apparentemente anche uguali tra loro. I ritmi universitari non mi hanno consentito di approfondire adeguatamente tutto quello che voglio studiare. Una certa serie di impedimenti "aristotelici" hanno bloccato il sano sviluppo del mio studio della fisica. Io mi sento in sostanza, "handicappato" (con tutto il rispetto per chi ha problemi organici reali), perchè prima di imparare ogni cosa devo per forza distruggere quelli che Bacone chiamava "idola", e che il mio approccio allo studio della natura, senza solide basi scientifiche, ma solo grazie all'osservazione dei fenomeni, ha prodotto in me.
Mi trovo poi ad aiutare mia zia con un' esame di fisica. Mi sono preso una pausa, dopo un periodo iniziale in cui ho privilegiato gli studi di fisica a ingegneria, proprio per cercare di far sì che la mia mente andasse quasi in vacanza, ovvero cercasse di rigenerarsi dopo la prima ondata di "rivoluzioni" cui è stata sottoposta nei primi mesi. Se la naturale tendenza di osservare un fenomeno e descriverlo in termini scientifici, cosa nemmeno poi tanto eccezionale (pensate, se lo avete letto, a Mattia de "La solitudine dei numeri primi" meno abile e intelligente di lui, ma con la stessa tendenza ad analizzare il niente), si faceva viva e manifestava tutte le sue difficoltà, io per non soffrire molto la respingevo e magari mi godevo solo un profumo, un suono o un'immagine. Entropicamente, potrei dire, questo è un processo sfavorevole, ma la fatica che magari faccio per respingere serve a non farmi soffrire più di tanto.
A questo punto, però, non posso andare avanti così. Il fatto che mia zia mi abbia chiesto aiuto con un esame che dal punto di vista dei contenuti e delle semplificazioni è inferiore anche a quello che si studia al liceo (nella mia famiglia sono l'unico ad aver condotto studi scientifici), e che io abbia le abbia detto di sì per cercare di trasferire in qualche modo il mio amore per la scienza, potrebbe essere un toccasana importante per i miei disturbi comportamentali. Anche se a ogni spiegazione mi rendo conto che manca qualcosa. Talvolta i fisici cui mi rivolgo (professori universitari) tendono a guardarmi dal loro elevato punto di vista, e a farmi sentire ancora più male, perchè inadeguato a fare quel passo in più. C'è sempre dubbio in quello che leggo, ma non quel sano dubbio che il fisico (colui che studia fisica) deve avere. Sono dubbi causati da preconcetti, nemmeno da difficoltà di natura matematica. Riuscire a correggere i miei dubbi e le mie pecche, del tutto originali nella forma (quello che scrivo è antigalileiano in una forma del tutto personale), ma riconducibili sempre agli stessi idola di ogni uomo nella realtà dei fatti, potrebbe farmi bene in un periodo non molto buono per me. Forse dò troppa importanza allo studio, rispetto ad altri aspetti della vita. E' però la cosa che mi piace di più fare, e vorrei semplicemente farla per bene. Se la fisica genera solo dubbi e mai certezze assolute, io voglio capire bene di che natura siano questi dubbi, non voglio limitarmi a sapere che in un certo argomento, ad esempio, ci siano "dubbi". Voglio andare in fondo, ed accontentarmi dei miei dubbi soddisfatto.
Tutta questa grande quantità di parole per dire che chiedo il vostro aiuto. Anche se magari già mi avete risposto, anche se magari debba rifondare tutta la costruzione newtoniana. Anche per domande stupide, anche per connessioni che sono evidenti ma che non mi paiono così, in realtà.
Se riproporrò vecchie domande, vi prego di non mortificarmi. Sono solo magari dubbi non ancora risolti. Ho scritto con il cuore in mano, ho scritto quello che sono in questo momento: una persona che vede un colombo volare, tende a tracciarne le linee, ma poi si ritrae da questa attività disgustato, solo per non mettere in luce i propri dubbi che ora mi paiono irrisolvibili.
Dunque, ragazzi, io volevo porre i miei mille dubbi su tutto quanto ho imparato di fisica fino ad ora. Come ben saprete, io ho invaso questo forum in modo anche maleducato a volte (in realtà era solo ansia da prestazione, fretta) per porre domande su domande, apparentemente anche uguali tra loro. I ritmi universitari non mi hanno consentito di approfondire adeguatamente tutto quello che voglio studiare. Una certa serie di impedimenti "aristotelici" hanno bloccato il sano sviluppo del mio studio della fisica. Io mi sento in sostanza, "handicappato" (con tutto il rispetto per chi ha problemi organici reali), perchè prima di imparare ogni cosa devo per forza distruggere quelli che Bacone chiamava "idola", e che il mio approccio allo studio della natura, senza solide basi scientifiche, ma solo grazie all'osservazione dei fenomeni, ha prodotto in me.
Mi trovo poi ad aiutare mia zia con un' esame di fisica. Mi sono preso una pausa, dopo un periodo iniziale in cui ho privilegiato gli studi di fisica a ingegneria, proprio per cercare di far sì che la mia mente andasse quasi in vacanza, ovvero cercasse di rigenerarsi dopo la prima ondata di "rivoluzioni" cui è stata sottoposta nei primi mesi. Se la naturale tendenza di osservare un fenomeno e descriverlo in termini scientifici, cosa nemmeno poi tanto eccezionale (pensate, se lo avete letto, a Mattia de "La solitudine dei numeri primi" meno abile e intelligente di lui, ma con la stessa tendenza ad analizzare il niente), si faceva viva e manifestava tutte le sue difficoltà, io per non soffrire molto la respingevo e magari mi godevo solo un profumo, un suono o un'immagine. Entropicamente, potrei dire, questo è un processo sfavorevole, ma la fatica che magari faccio per respingere serve a non farmi soffrire più di tanto.
A questo punto, però, non posso andare avanti così. Il fatto che mia zia mi abbia chiesto aiuto con un esame che dal punto di vista dei contenuti e delle semplificazioni è inferiore anche a quello che si studia al liceo (nella mia famiglia sono l'unico ad aver condotto studi scientifici), e che io abbia le abbia detto di sì per cercare di trasferire in qualche modo il mio amore per la scienza, potrebbe essere un toccasana importante per i miei disturbi comportamentali. Anche se a ogni spiegazione mi rendo conto che manca qualcosa. Talvolta i fisici cui mi rivolgo (professori universitari) tendono a guardarmi dal loro elevato punto di vista, e a farmi sentire ancora più male, perchè inadeguato a fare quel passo in più. C'è sempre dubbio in quello che leggo, ma non quel sano dubbio che il fisico (colui che studia fisica) deve avere. Sono dubbi causati da preconcetti, nemmeno da difficoltà di natura matematica. Riuscire a correggere i miei dubbi e le mie pecche, del tutto originali nella forma (quello che scrivo è antigalileiano in una forma del tutto personale), ma riconducibili sempre agli stessi idola di ogni uomo nella realtà dei fatti, potrebbe farmi bene in un periodo non molto buono per me. Forse dò troppa importanza allo studio, rispetto ad altri aspetti della vita. E' però la cosa che mi piace di più fare, e vorrei semplicemente farla per bene. Se la fisica genera solo dubbi e mai certezze assolute, io voglio capire bene di che natura siano questi dubbi, non voglio limitarmi a sapere che in un certo argomento, ad esempio, ci siano "dubbi". Voglio andare in fondo, ed accontentarmi dei miei dubbi soddisfatto.
Tutta questa grande quantità di parole per dire che chiedo il vostro aiuto. Anche se magari già mi avete risposto, anche se magari debba rifondare tutta la costruzione newtoniana. Anche per domande stupide, anche per connessioni che sono evidenti ma che non mi paiono così, in realtà.
Se riproporrò vecchie domande, vi prego di non mortificarmi. Sono solo magari dubbi non ancora risolti. Ho scritto con il cuore in mano, ho scritto quello che sono in questo momento: una persona che vede un colombo volare, tende a tracciarne le linee, ma poi si ritrae da questa attività disgustato, solo per non mettere in luce i propri dubbi che ora mi paiono irrisolvibili.
Risposte
You welcome, per quanto mi riguarda.
Se ti può consolare ricorda che: raramente le domande sono stupide, le risposte invece spesso lo sono (e questo vale particolarmente per la Fisica).
ciao
PS: Scusa ma non riesco a capire come sia possibile che tu debba aiutare tua zia. O non ho capito nulla oppure ho qualche automatismo sulla sequenza delle generazioni che mi offusca la vista!
Se ti può consolare ricorda che: raramente le domande sono stupide, le risposte invece spesso lo sono (e questo vale particolarmente per la Fisica).
ciao
PS: Scusa ma non riesco a capire come sia possibile che tu debba aiutare tua zia. O non ho capito nulla oppure ho qualche automatismo sulla sequenza delle generazioni che mi offusca la vista!
Mi unisco a quanto detto da mircoFN, aggiungo però una semi-battuta che mi è venuta spontanea leggende la tua e-mail:
cerca anche di scopare (pardon, far l'amore) di più!
cerca anche di scopare (pardon, far l'amore) di più!
cerca anche di scopare (pardon, far l'amore) di più!
Penso che non sia così semplice, comunque grazie a entrambi.
Grazie per questo post che ha un po' rimpicciolito l'enorme punto interrogativo che mi creavano le domande che ponevi.
Ti confesserò un segreto di pulcinella. Per imparare le cose non bisogna farsi troppe domande. Ad ogni livello di studio (e anche al livello della ricerca) occore anche affidarsi al principio di autorità(*), cercare di capire "come si fa a risolvere gli esercizi dell'Halliday". Non cambia molto rispetto a quando si devono imparare le tabelline. Guai se uno si chiedesse perché "setteperottocinquantasei". Poi, ovviamente, verranno i dubbi, i ripensamenti, la consapevolezza critica. Ma è molto difficile tenere le due cose assieme, tanne casi veramente, ma davvero, eccezionali (che magari vogliono dire essere in condizione di non dover "insegnare alla zia"). Tu stesso te ne accorgi, visto che parli di rifondare la fisica newtoniana. Guarda che la fisica che ora devi imparare sono poco più di due ricettine, come quelle per fare l'uovo alla coque.
Stai sprecando un sacco di tempo inutilmente. E se proprio non riesci a farne a meno di studiare così, ti invito a riflettere se hai scelto il mestiere giusto. E se la tua risposta ora è si, annotati sull'agenda che il 15 dicembre di rispondere di nuovo (a te stesso, non certo a me che non conto niente).
Un warning doveroso: questo è un post in un forum e quindi come tale molto stringato e molto parziale.
E scusa per la franchezza. Mi permetto di risponderti in pubblico perché sei solo un "nick", qui, e perché penso che queste parole potebbero servire come spunto di riflessione per altri.
(*)[size=75] Lo so che ne dico sempre peste e corna. Ma mi affido all'intelligenza del lettore affinché sappia distinguere tra la fase di costruzione del sapere ed il suo uso.[/size]
Ti confesserò un segreto di pulcinella. Per imparare le cose non bisogna farsi troppe domande. Ad ogni livello di studio (e anche al livello della ricerca) occore anche affidarsi al principio di autorità(*), cercare di capire "come si fa a risolvere gli esercizi dell'Halliday". Non cambia molto rispetto a quando si devono imparare le tabelline. Guai se uno si chiedesse perché "setteperottocinquantasei". Poi, ovviamente, verranno i dubbi, i ripensamenti, la consapevolezza critica. Ma è molto difficile tenere le due cose assieme, tanne casi veramente, ma davvero, eccezionali (che magari vogliono dire essere in condizione di non dover "insegnare alla zia"). Tu stesso te ne accorgi, visto che parli di rifondare la fisica newtoniana. Guarda che la fisica che ora devi imparare sono poco più di due ricettine, come quelle per fare l'uovo alla coque.
Stai sprecando un sacco di tempo inutilmente. E se proprio non riesci a farne a meno di studiare così, ti invito a riflettere se hai scelto il mestiere giusto. E se la tua risposta ora è si, annotati sull'agenda che il 15 dicembre di rispondere di nuovo (a te stesso, non certo a me che non conto niente).
Un warning doveroso: questo è un post in un forum e quindi come tale molto stringato e molto parziale.
E scusa per la franchezza. Mi permetto di risponderti in pubblico perché sei solo un "nick", qui, e perché penso che queste parole potebbero servire come spunto di riflessione per altri.
(*)[size=75] Lo so che ne dico sempre peste e corna. Ma mi affido all'intelligenza del lettore affinché sappia distinguere tra la fase di costruzione del sapere ed il suo uso.[/size]
E' chiaro che ringrazio anche te di questa replica che non mi aspettavo. Proprio perchè l'apprezzo, quello che scrivo in risposta è per capire. Di fronte hai solo un cervello, se vuoi anche solo una serie di neuroni collegati chissà come. Magari il mio atteggiamento, che non vedo in nessuna persona che conosco (e non solo su questo forum), ti farà comprendere come l'umanità possa essere tanto "sorprendente". Per cose così, in sostanza, si esclamano frasi del tipo: "Questa mi mancava!".
In quello che ti scrivo mi fido della tua autorità. Non dei tuoi titoli, ma dell'autorità di chi ha studiato più di me e magari certi problemi li ha visti già prima. Della vera autorità, che sinceramente riconosco a te e a chiunque mi risponde con tanta pazienza ai miei post campati in aria.
Quindi, il fatto che mi fidi di te giustifica il tono assolutamente non polemico di questa risposta. Se poi urterò per qualche motivo, è per via dei miei limiti cognitivo-culturali.
Il mio professore di fisica mi dice esattamente le stesse cose, o meglio utilizza lo stesso esempio delle tabelline. Con il tempo già credo di aver fatto un enorme passo avanti (penso soprattutto grazie all'aiuto degli utenti di questo forum), nel "prendere per buono" l'utilizzo che la fisica fa della matematica. All'inizio mi era strano vedere i coseni, i seni per un corpo che si muove. Mi era strano concepire una cosa del genere. Mi era strano anche perchè ovviamente non avevo inteso bene cosa potesse essere lo spazio dal punto di vista geometrico-algebrico. Avevo, come si tende a fare, sopravvalutato il ruolo della fisica nel "capire il mondo", ero un po' fanatico.
Quella fase credo sia parzialmente superata. Adesso riesco a vedere più la fisica con distacco. Con il giusto "distacco", credo, almeno su questo primo punto di vista.
All'inizio mi facevo domande del tipo : "ma perchè alla fisica si applica la matematica", o, perchè lo spazio geometrico-algebrico "significa" lo spazio in cui viviamo. Ora tali domande non me le faccio più, pur rimanendo stupito ancora quando ogni calcolo riesce a dare previsioni. E' lo stesso stupore che proverei vedendo, ad esempio, come una bella donna sia capace di emozionarmi. Avviene e basta, quello che resta è solo l'emozione, nessun suo perchè.
Riesco "a pendere dalle labbra" del professore, ormai, quando lui spiega. non perchè sia il professore, ma perchè io credo che valga la pena farlo.
All'inizio non era così. Riesco a fidarmi totalmente di lui, della sua "autorità", che rappresenta quasi l'autorità di Newton, Einstein, e simili geni.
Qui bisognerebbe interrogarsi sul significato di parole come dubbi, ripensamenti, consapevolezza critica. Se io pongo una domanda del tipo: "chi mi sa dire come Galileo abbia scoperto tale cosa", come "ci sia arrivato", è perchè penso che Galileo, pur essendo un genio capace di essere "avanti" e quindi di effettuare rivoluzioni, è pur sempre un uomo, che ragiona con categorie mentali che tutti noi abbiamo. Quindi se io non riesco a "creare" una fisica come ha fatto lui, cerco almeno di "ripercorrere" strade per dare una maggiore consapevolezza ai concetti. Secondo me, in cose così, il senso di fare domande c'è. Magari mi direte, se sbaglio, dove sbaglio a pensarla ancora così.
Chiedere "come Galileo sia arrivato a scoprire una cosa" non vuol dire volerla "rivoluzionare", "rifondare". Quando uso la parola "rifondare" dico esattamente il contrario di quello che potrebbe apparire: io voglio rifondare il pensiero di Newton in me, voglio aderire perfettamente al pensiero di Newton, cercare di "ripercorrerlo", per capire profondamente, ove possibile, come egli sia arrivato a concepire determinati concetti. Vuole essere un profondo atto d'amore verso Newton, non c'è niente di "attivo" in questo, al contrario, voglio diventare estremamente "passivo", "ricettivo" proprio in virtù del fatto che riconosco il principio di autorità.
Le grandezze fisiche non nascono per caso. Però converrete con me che molte di esse tipo il "momento angolare", per citare le più banali, sono un po' antiintuitive. Uno le accetta per buone, ne tiene conto nei calcoli. Però la domanda del perchè qualche uomo abbia sentito l'esigenza di introdurre un nuovo concetto fisico sorge. Se c'è, vuol dire che qualcuno se lo sia chiesto: voglio semplicemente sapere, ove possibile naturalmente, come abbia fatto. Se poi non è possibile, allora capisco che non c'è niente dietro, e lascio stare.
Altro esempio: leggo che Galileo fa l'esperimento ideale del piano completamente piatto. E poi che dimostra il principio di relatività. Secondo me è lecito chiedersi quale sia la cosa che ha preceduto l'altra, che legame ci sia tra le due. O meglio, è lecito chiedersi se il principio di inerzia sia nato dopo l'osservazione dell'esperimento ideale, o dopo che razionalmente Galileo ne aveva costruito la dimostrazione in base al principio di relatività. C'è una differenza concettuale notevole dietro, a mio modo di vedere. Alla fine la "conoscenza dell'enunciato" è sempre la stessa, solo che qualcosa di più profondo cambia. E credo che questo sia un grado di profondità giusto, non azzardato. Si tratta solo di conoscere la biografia di Galileo, nulla più, un evento che ne ha caratterizzato la sua esistenza. Non credo che in cose così (spero che mi correggiate se ce ne sia bisogno) ci sia un "azzardo".
So bene che non posso descrivere con la fisica le emozioni che magari mi provoca un tramonto. Però cose così (i punti da me citati sopra) io penso che rientrino nell'ambito della fisica: non mi emoziono di più, tuttavia cerco di approfondire di più.
Cerco di sfruttare l'analogia, anche se non so se mi riuscirà (
, magari stasera sono più sereno di oggi pomeriggio).
Prima di cuocere un uovo, devo sapere se quest'uovo è di gallina o di struzzo (mettiamo il caso che io sia cieco e non me ne accorga osservandoli), da quale "buco" sia uscito
Tuttavia mi è inutile sapere "perchè" quest'uovo, cotto in un certo modo, diventi alla coque.
Penso sia una data come un' altra, però chiedo conferma.
Ripeto di aver apprezzato il tuo intervento, anzi, spero che qualcuno aggiunga qualcosa, se magari ha passato esperienze simili.
Ovviamente io voglio solo "cercare di capire meglio quello che leggo, cercare di andare quanto più profondamente possibile". I testi spesso "riformulano" concetti, a giusta ragione, li schematizzano. Soprattutto in alcuni ambiti come la concezione dei principi, però, a mio avviso l'aspetto "storiografico" è quello migliore per andare quanto più affondo possibile.
Cito la teoria di Euclide, matematica, e quella di Newton, fisica. Se per Euclide i principi sono intuitivi, e non possono essere definiti, a meno di ricorrere ad altri concetti primitivi, e quindi, privi di definizione, in una teoria fisica i principi, comunque accettati "fino a prova contraria", non sono pura "intuizione", ma nascono, prendono comunque spunto da osservazioni della natura. L'osservazione l'avrà pur fatta qualcuno, no? Io chiedo semplicemente come, da questo qualcuno, sia stata compiuta, sempre che sia scritto da qualche parte, o che si possa ricostruire da quello che è rimasto del passato.
Spero di non aver detto troppe sciocchezze. Grazie ancora a chi mi ha risposto sinora.
P.S.- Mia zia sta prendendo una seconda laurea, non scientifica, e gli serve aiuto con questo esame. Io le ho più volte detto di non essere in grado, e lei, rassegnata: "tanto vale provare, io da sola comunque non ci riuscirei
"
In quello che ti scrivo mi fido della tua autorità. Non dei tuoi titoli, ma dell'autorità di chi ha studiato più di me e magari certi problemi li ha visti già prima. Della vera autorità, che sinceramente riconosco a te e a chiunque mi risponde con tanta pazienza ai miei post campati in aria.
Quindi, il fatto che mi fidi di te giustifica il tono assolutamente non polemico di questa risposta. Se poi urterò per qualche motivo, è per via dei miei limiti cognitivo-culturali.
Per imparare le cose non bisogna farsi troppe domande. Ad ogni livello di studio (e anche al livello della ricerca) occore anche affidarsi al principio di autorità(*), cercare di capire "come si fa a risolvere gli esercizi dell'Halliday".
Il mio professore di fisica mi dice esattamente le stesse cose, o meglio utilizza lo stesso esempio delle tabelline. Con il tempo già credo di aver fatto un enorme passo avanti (penso soprattutto grazie all'aiuto degli utenti di questo forum), nel "prendere per buono" l'utilizzo che la fisica fa della matematica. All'inizio mi era strano vedere i coseni, i seni per un corpo che si muove. Mi era strano concepire una cosa del genere. Mi era strano anche perchè ovviamente non avevo inteso bene cosa potesse essere lo spazio dal punto di vista geometrico-algebrico. Avevo, come si tende a fare, sopravvalutato il ruolo della fisica nel "capire il mondo", ero un po' fanatico.
Quella fase credo sia parzialmente superata. Adesso riesco a vedere più la fisica con distacco. Con il giusto "distacco", credo, almeno su questo primo punto di vista.
All'inizio mi facevo domande del tipo : "ma perchè alla fisica si applica la matematica", o, perchè lo spazio geometrico-algebrico "significa" lo spazio in cui viviamo. Ora tali domande non me le faccio più, pur rimanendo stupito ancora quando ogni calcolo riesce a dare previsioni. E' lo stesso stupore che proverei vedendo, ad esempio, come una bella donna sia capace di emozionarmi. Avviene e basta, quello che resta è solo l'emozione, nessun suo perchè.
Riesco "a pendere dalle labbra" del professore, ormai, quando lui spiega. non perchè sia il professore, ma perchè io credo che valga la pena farlo.
All'inizio non era così. Riesco a fidarmi totalmente di lui, della sua "autorità", che rappresenta quasi l'autorità di Newton, Einstein, e simili geni.
Poi, ovviamente, verranno i dubbi, i ripensamenti, la consapevolezza critica.
Qui bisognerebbe interrogarsi sul significato di parole come dubbi, ripensamenti, consapevolezza critica. Se io pongo una domanda del tipo: "chi mi sa dire come Galileo abbia scoperto tale cosa", come "ci sia arrivato", è perchè penso che Galileo, pur essendo un genio capace di essere "avanti" e quindi di effettuare rivoluzioni, è pur sempre un uomo, che ragiona con categorie mentali che tutti noi abbiamo. Quindi se io non riesco a "creare" una fisica come ha fatto lui, cerco almeno di "ripercorrere" strade per dare una maggiore consapevolezza ai concetti. Secondo me, in cose così, il senso di fare domande c'è. Magari mi direte, se sbaglio, dove sbaglio a pensarla ancora così.
Chiedere "come Galileo sia arrivato a scoprire una cosa" non vuol dire volerla "rivoluzionare", "rifondare". Quando uso la parola "rifondare" dico esattamente il contrario di quello che potrebbe apparire: io voglio rifondare il pensiero di Newton in me, voglio aderire perfettamente al pensiero di Newton, cercare di "ripercorrerlo", per capire profondamente, ove possibile, come egli sia arrivato a concepire determinati concetti. Vuole essere un profondo atto d'amore verso Newton, non c'è niente di "attivo" in questo, al contrario, voglio diventare estremamente "passivo", "ricettivo" proprio in virtù del fatto che riconosco il principio di autorità.
Le grandezze fisiche non nascono per caso. Però converrete con me che molte di esse tipo il "momento angolare", per citare le più banali, sono un po' antiintuitive. Uno le accetta per buone, ne tiene conto nei calcoli. Però la domanda del perchè qualche uomo abbia sentito l'esigenza di introdurre un nuovo concetto fisico sorge. Se c'è, vuol dire che qualcuno se lo sia chiesto: voglio semplicemente sapere, ove possibile naturalmente, come abbia fatto. Se poi non è possibile, allora capisco che non c'è niente dietro, e lascio stare.
Altro esempio: leggo che Galileo fa l'esperimento ideale del piano completamente piatto. E poi che dimostra il principio di relatività. Secondo me è lecito chiedersi quale sia la cosa che ha preceduto l'altra, che legame ci sia tra le due. O meglio, è lecito chiedersi se il principio di inerzia sia nato dopo l'osservazione dell'esperimento ideale, o dopo che razionalmente Galileo ne aveva costruito la dimostrazione in base al principio di relatività. C'è una differenza concettuale notevole dietro, a mio modo di vedere. Alla fine la "conoscenza dell'enunciato" è sempre la stessa, solo che qualcosa di più profondo cambia. E credo che questo sia un grado di profondità giusto, non azzardato. Si tratta solo di conoscere la biografia di Galileo, nulla più, un evento che ne ha caratterizzato la sua esistenza. Non credo che in cose così (spero che mi correggiate se ce ne sia bisogno) ci sia un "azzardo".
So bene che non posso descrivere con la fisica le emozioni che magari mi provoca un tramonto. Però cose così (i punti da me citati sopra) io penso che rientrino nell'ambito della fisica: non mi emoziono di più, tuttavia cerco di approfondire di più.
Guarda che la fisica che ora devi imparare sono poco più di due ricettine, come quelle per fare l'uovo alla coque.
Cerco di sfruttare l'analogia, anche se non so se mi riuscirà (

Prima di cuocere un uovo, devo sapere se quest'uovo è di gallina o di struzzo (mettiamo il caso che io sia cieco e non me ne accorga osservandoli), da quale "buco" sia uscito

E se la tua risposta ora è si, annotati sull'agenda che il 15 dicembre di rispondere di nuovo (a te stesso, non certo a me che non conto niente).
Penso sia una data come un' altra, però chiedo conferma.
Un warning doveroso: questo è un post in un forum e quindi come tale molto stringato e molto parziale.
E scusa per la franchezza. Mi permetto di risponderti in pubblico perché sei solo un "nick", qui, e perché penso che queste parole potebbero servire come spunto di riflessione per altri.
Ripeto di aver apprezzato il tuo intervento, anzi, spero che qualcuno aggiunga qualcosa, se magari ha passato esperienze simili.
Ovviamente io voglio solo "cercare di capire meglio quello che leggo, cercare di andare quanto più profondamente possibile". I testi spesso "riformulano" concetti, a giusta ragione, li schematizzano. Soprattutto in alcuni ambiti come la concezione dei principi, però, a mio avviso l'aspetto "storiografico" è quello migliore per andare quanto più affondo possibile.
Cito la teoria di Euclide, matematica, e quella di Newton, fisica. Se per Euclide i principi sono intuitivi, e non possono essere definiti, a meno di ricorrere ad altri concetti primitivi, e quindi, privi di definizione, in una teoria fisica i principi, comunque accettati "fino a prova contraria", non sono pura "intuizione", ma nascono, prendono comunque spunto da osservazioni della natura. L'osservazione l'avrà pur fatta qualcuno, no? Io chiedo semplicemente come, da questo qualcuno, sia stata compiuta, sempre che sia scritto da qualche parte, o che si possa ricostruire da quello che è rimasto del passato.
Spero di non aver detto troppe sciocchezze. Grazie ancora a chi mi ha risposto sinora.
P.S.- Mia zia sta prendendo una seconda laurea, non scientifica, e gli serve aiuto con questo esame. Io le ho più volte detto di non essere in grado, e lei, rassegnata: "tanto vale provare, io da sola comunque non ci riuscirei

"turtle87":
E' chiaro che ringrazio anche te di questa replica che non mi aspettavo. Proprio perchè l'apprezzo, quello che scrivo in risposta è per capire. Di fronte hai solo un cervello, se vuoi anche solo una serie di neuroni collegati chissà come. un cervello che come tale appartiene all' umanità, che tu saprai come possa essere anche "sorprendente" a volte. Magari il mio atteggiamento, che non vedo in nessuna persona che conosco (e non solo su questo forum), ti farà comprendere come l'umanità possa essere tanto "sorprendente". Per cose così, in sostanza, si esclamano frasi del tipo: "Questa mi mancava!".
Che mi piaccia Brecht penso sia ormai noto ai frequentatori del forum, e l'ho in effetti citato varie volte. Una di più non guasta:
"Un tale, che da molto tempo non vedeva il Signor Keuner, lo salutò con le parole: - Non siete cambiato per nulla. - Oh! - esclamò il Signor Keuner, impallidendo".
Per dire che: e meno male che in giro c'è qualcuno che mi sorprende, che ci sorprende!
"turtle87":che invidia!
Riesco a pendere dalle labbra del professore, ormai, quando lui spiega.

"turtle87":
Qui bisognerebbe interrogarsi sul significato di parole come
...
diventare estremamente "passivo", proprio in virtù del fatto che riconosco il principio di autorità.
Attenzione, però. Approcciare lo studio di una disciplina seguendone lo sviluppo storico richiede una quantità di tempo enorme. Se puoi vivere a ufo per un bel po' di anni te lo puoi permettere, sennò no. E non è detto che il risultato finale sia poi tanto meglio di un percorso tradizionale.
"turtle87":esatto. Però sei incorreggibile: hai voluto domandarti se è di gallina o di struzzo!
Tuttavia mi è inutile sapere "perchè" quest'uovo, cotto in un certo modo, diventi alla coque.
"turtle87":Quasi. Ho volutamente scelto una data sufficientemente lontana ma non troppo. E, per evitare che la risposta possa subire cattive influenze da un contesto troppo rilassato, prima delle prossime vacanze.
Penso sia una data come un' altra, però chiedo conferma.
Per quello che può contare, trovo il post di Patrone la risposta perfetta!
Io avevo condensato tutto in una frasaccia...
...è qui che si vede la differenza tra un Matematico (e Prof!) e un ingegnere da 4 soldi...
Io avevo condensato tutto in una frasaccia...

...è qui che si vede la differenza tra un Matematico (e Prof!) e un ingegnere da 4 soldi...
@Faussone:
per evitare possibili faintendimenti, al tua frase non condensa quello che intendevo dire
per evitare possibili faintendimenti, al tua frase non condensa quello che intendevo dire

@Fioravante
Ovviamente!
Ho usato il termine 'condensa' non nel senso di 'riassume perfettamente', l'accezione era puramente negativa, spero si sia capito.
Avevo in mente, confusamente, quello che hai ben scritto tu, ma mi è venuto spontaneo scrivere solo quell'espressione...
Ovviamente!

Ho usato il termine 'condensa' non nel senso di 'riassume perfettamente', l'accezione era puramente negativa, spero si sia capito.
Avevo in mente, confusamente, quello che hai ben scritto tu, ma mi è venuto spontaneo scrivere solo quell'espressione...