Secondo principio della dinamica
raga prendendo un pò male gli appunti del prof. riguardo f=ma. magari leggendo qualcosa si capisce ma il concetto di base qual'è? mi sapete dire cosa vuole dire?:
testuali appunti:
"Newton nn definì la forza ma trovò la relazione con le leggi fondamentali.invece la quantità di moto nn è definita da leggi fondamentali e nn soddisfa la relatività. solo f è determinata da leggi fondamentali dell'universo. la quantità di moto è solo identicamente uguale a m*v mentre f=ma è un'equazione perchè indipendente"
perchè parla di equazione? le altre che sono?
"se esiste un campo f=ma diventa legge prevedendo ciò che accade attorno senza passare per f=ma mentre p=mv nn si può fare perchè nn è un campo"
che vuol dire?
testuali appunti:
"Newton nn definì la forza ma trovò la relazione con le leggi fondamentali.invece la quantità di moto nn è definita da leggi fondamentali e nn soddisfa la relatività. solo f è determinata da leggi fondamentali dell'universo. la quantità di moto è solo identicamente uguale a m*v mentre f=ma è un'equazione perchè indipendente"
perchè parla di equazione? le altre che sono?
"se esiste un campo f=ma diventa legge prevedendo ciò che accade attorno senza passare per f=ma mentre p=mv nn si può fare perchè nn è un campo"
che vuol dire?
Risposte
"ditek":
raga prendendo un pò male gli appunti del prof. riguardo f=ma. magari leggendo qualcosa si capisce ma il concetto di base qual'è? mi sapete dire cosa vuole dire?:
Se traduci in italiano la tua richiesta, probabilmente risulta piú chiaro cosa stai chiedendo.
si lo so infatti è il motivo per il quale nn capisco.
cmq andiamo per gradi?
perchè f=ma è un'equazione mentre p=mv no?
cmq andiamo per gradi?
perchè f=ma è un'equazione mentre p=mv no?
Con $vecp=mvecv$ stai definendo una grandezza, e non stai dicendo
niente di particolare. Con $vecF=mveca$ invece sostieni che la forza
impressa ad un corpo di massa $m$ è proporzionale all'accelerazione $veca$
di tale corpo.
niente di particolare. Con $vecF=mveca$ invece sostieni che la forza
impressa ad un corpo di massa $m$ è proporzionale all'accelerazione $veca$
di tale corpo.
perchè f=ma proviene da fatti empirici?
L'equazione potrebbe anche non discendere da riscontri
empirici, ma anche da un teorema. Ad esempio, si prova
che per un sistema di punti materiali $vecR^((E))=m (sum_(i)m_iveca_i)/m$.
Se poi al termine $(sum_i m_iveca_i)/m$ si dà il nome di
accelerazione del centro di massa ($veca_(cm)=(sum_i m_iveca_i)/m$)
non si aggiunge nulla di nuovo a quanto si sapeva già, si guadagna
esclusivamente in termini di comodità, perchè il teorema assume
la forma $vecR^((E))=mveca_(cm)$.
empirici, ma anche da un teorema. Ad esempio, si prova
che per un sistema di punti materiali $vecR^((E))=m (sum_(i)m_iveca_i)/m$.
Se poi al termine $(sum_i m_iveca_i)/m$ si dà il nome di
accelerazione del centro di massa ($veca_(cm)=(sum_i m_iveca_i)/m$)
non si aggiunge nulla di nuovo a quanto si sapeva già, si guadagna
esclusivamente in termini di comodità, perchè il teorema assume
la forma $vecR^((E))=mveca_(cm)$.
quindi f=ma è la base di tutta la dinamica quindi un'equazione mentre le altre si basano su di essa
Fai attenzione: sono d'accordo nel dire che $vecF=mveca$ è la base
della dinamica, ma non è di certo l'unica equazione della dinamica.
Ad esempio $vecR^((E))=mveca_(cm)$ è un'altra equazione
molto importante, nota come teorema del centro di massa.
Come ho detto prima, le equazioni possono discendere da
riscontri empirici (di solito, in una teoria, vi è una sola di queste
equazioni, come la legge di Coulomb $vecF=1/(4pi varepsilon_0) (q_1q_2)/r^2vecu_r$
nell'elettrostatica) o da teoremi.
della dinamica, ma non è di certo l'unica equazione della dinamica.
Ad esempio $vecR^((E))=mveca_(cm)$ è un'altra equazione
molto importante, nota come teorema del centro di massa.
Come ho detto prima, le equazioni possono discendere da
riscontri empirici (di solito, in una teoria, vi è una sola di queste
equazioni, come la legge di Coulomb $vecF=1/(4pi varepsilon_0) (q_1q_2)/r^2vecu_r$
nell'elettrostatica) o da teoremi.
credo che il significato dei toi appunti sia questo: F = ma leg aassieme 2 cose (F ed a) che sono slegate fra di loro... cioè al mondo esistono sia le forze che le acccelerazioni. Infatti le forze hanno (a seconda di come sono le forze) una loro espressione particolare ad esempio per a molla la forza è -kdeltax oppure fra 2 cariche è la forza di coulomb... tutte queste espressioni sono = ma, ma indipendentemente da com'è la forza. per quanto riguarda la quantità di moto invece, p = mv sempre. non esiste un altro modo per definire la p.. per dirla brutalmente, la lettera p è solo un modo abbreviato e comodo di scrivere mv.
grazie
A me sembra questo:
$m$ è una quantità misurabile per confronto con la massa campione (per esempio usando una bilancia a piattelliin una campana a vuoto)
$a$ è una quantià misurabile con misure di posizione e di tempo
$F=ma$ è la definizione (dinamica) di forza.
ciao
$m$ è una quantità misurabile per confronto con la massa campione (per esempio usando una bilancia a piattelliin una campana a vuoto)
$a$ è una quantià misurabile con misure di posizione e di tempo
$F=ma$ è la definizione (dinamica) di forza.
ciao
"mirco59":
A me sembra questo:
$m$ è una quantità misurabile per confronto con la massa campione (per esempio usando una bilancia a piattelliin una campana a vuoto)
$a$ è una quantià misurabile con misure di posizione e di tempo
$F=ma$ è la definizione (dinamica) di forza.
ciao
Una forza però è un concetto intuitivo, proprio come
massa e accelerazione. Anzi, si può dire che anche la
forza è definita grazie ad una "forza campione", ad esempio
quella capace di muovere di 1cm la molla di un dinamometro,
Dire che $vecF=mveca$ non è banale, tanto che per milleseicento
anni si è ritenuta vera l'"equazione" di Aristotele, secondo cui
la forza è proporzionale non all'accelerazione del corpo,
bensì alla sua velocità. Come del resto nel caso elettrostatico:
il ragionamento non è: "ora chiamo questa cosa repulsivo-attrattiva
forza, e la definisco come $k q_1q_2/r^2 vecu_r$", ma casomai:
"qui l'esperienza riscontra una forza. Dopo tanti esperimenti
si può dire che tale forza è proporzionale al prodotto delle due cariche
ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza".
"mirco59":
A me sembra questo:
$m$ è una quantità misurabile per confronto con la massa campione (per esempio usando una bilancia a piattelliin una campana a vuoto)
$a$ è una quantià misurabile con misure di posizione e di tempo
$F=ma$ è la definizione (dinamica) di forza.
ciao
Una forza però è un concetto intuitivo, proprio come
massa e accelerazione. Anzi, si può dire che anche la
forza è definita grazie ad una "forza campione", ad esempio
quella capace di muovere di 1cm la molla di un dinamometro,
Dire che $vecF=mveca$ non è banale, tanto che per milleseicento
anni si è ritenuta vera l'"equazione" di Aristotele, secondo cui
la forza è proporzionale non all'accelerazione del corpo,
bensì alla sua velocità. Come del resto nel caso elettrostatico:
il ragionamento non è: "ora chiamo questa cosa repulsivo-attrattiva
forza, e la definisco come $k q_1q_2/r^2 vecu_r$", ma casomai:
"qui l'esperienza riscontra una forza. Dopo tanti esperimenti
si può dire che tale forza è proporzionale al prodotto delle due cariche
ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza".
"mirco59":
A me sembra questo:
$m$ è una quantità misurabile per confronto con la massa campione (per esempio usando una bilancia a piattelliin una campana a vuoto)
$a$ è una quantià misurabile con misure di posizione e di tempo
$F=ma$ è la definizione (dinamica) di forza.
ciao
Una forza però è un concetto intuitivo, proprio come
massa e accelerazione. Anzi, si può dire che anche la
forza è definita grazie ad una "forza campione", ad esempio
quella capace di muovere di 1cm la molla di un dinamometro,
Dire che $vecF=mveca$ non è banale, tanto che per milleseicento
anni si è ritenuta vera l'"equazione" di Aristotele, secondo cui
la forza è proporzionale non all'accelerazione del corpo,
bensì alla sua velocità. Come del resto nel caso elettrostatico:
il ragionamento non è: "ora chiamo questa cosa repulsivo-attrattiva
forza, e la definisco come $k q_1q_2/r^2 vecu_r$", ma casomai:
"qui l'esperienza riscontra una forza. Dopo tanti esperimenti
si può dire che tale forza è proporzionale al prodotto delle due cariche
ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza".
"elgiovo":
Una forza però è un concetto intuitivo, proprio come
massa e accelerazione.
Non è per niente un concetto intuitivo, soprattutto se lo guardi in prospettiva storica. Per altro, il resto del tuo intervento lo testimonia.
Una grandezza fisica non deve necessariamente essere intuitiva, deve essere definita in modo che sia misurabile.
"elgiovo":
Anzi, si può dire che anche la
forza è definita grazie ad una "forza campione", ad esempio
quella capace di muovere di 1cm la molla di un dinamometro,
Certo, questa si chiama 'definizione statica' di forza e si basa sulla constatazione che le forze producono distorsione nella forma dei corpi. Questa caratterisitca permette di misurarle generalmente con una precisione e una ripetibilità molto maggiori di quella ottenibile con il metodo dinamico (per lo meno nella scala umana, ma non nel micro e nel macro...). Tuttavia la 'forza statica' e la 'forza dinamica' non sono a rigore la stessa grandezza fisica. Diciamo che a posteriori possiamo affermare che non c'è alcun vantaggio a separare le definizioni, per cui ora chiamiamo forza sia quello che accelera i corpi sia quello che li deforma. La questione è in effetti un po' più complessa, per esempio: non è possibile deformare una molla esercitando una sola forza. A rigore infatti la misura statica è sempre riferita a un fenomeno che coinvolge un corpo (campione, dinamometro, ....) su cui agisce (almeno) una coppia di forze.
Che si possa fondare la dinamica sulla grandezza fondamentale 'forza', invece che sulla massa, lo testimionia l'ormai abbandonato sistema di misura tecnico.
"elgiovo":
Dire che $vecF=mveca$ non è banale, tanto che per milleseicento
anni si è ritenuta vera l'"equazione" di Aristotele, secondo cui
la forza è proporzionale non all'accelerazione del corpo,
bensì alla sua velocità. Come del resto nel caso elettrostatico:
il ragionamento non è: "ora chiamo questa cosa repulsivo-attrattiva
forza, e la definisco come $k q_1q_2/r^2 vecu_r$", ma casomai:
"qui l'esperienza riscontra una forza. Dopo tanti esperimenti
si può dire che tale forza è proporzionale al prodotto delle due cariche
ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza".
Convengo, è per questo che è importante definire in modo operativo le grandezze fisiche, e ora è possibile.
Per quanto riguarda la forza elettrostatica, la legge di Coulomb è necessariamente successiva alla definizione operativa di forza, altrimenti, non essendoci modo di misurarla, non sarebbe stato possibile verificarla sperimentalmente.
ciao