Relatività?

Mega-X
http://www.effedieffe.com/interventizet ... ro=scienze

sembra abbastanza inattaccabile che dite?

Risposte
giacor86
direi che di quell'articolo (che aimè ho letto tutto anche se con somma fatica) è attaccabile tutto. La filosofia ai filosofi e la fisica ai fisici.

Cmax1
Sono arrivato fino a questa frase:
Infatti, se le distanze che separano gli oggetti celesti sono di gran lunga maggiori della più grande velocità possibile, se ne deduce l’immagine di un universo frammentato, scoordinato, tutto sommato incomprensibile, poiché di fatto è impedito ad una qualsiasi sua parte di essere compartecipe del Tutto in cui essa è immersa.

A questo punto è evidente che l'articolo non parla di fisica, e non ho proseguito.

MaGosTranO93
@ giacor 86:
"La filosofia ai filosofi e la fisica ai fisici."
Come si fa a dire una cosa del genere dopo millenni di storia dell'evoluzione umana?
Dunque la matematica ai matematici, la statistica ai statistici, ecc ecc??
Finchè dividiamo le menti in compartimenti stagni non ne ricaveremo nulla, credo invece che sarebbe opportuno tendere insieme ad un'unità assoluta, visto che la "Verità" può essere ovunque in ogni luogo e da chiunque osservabile e comprensibile (con i dovuti pre-allenamenti, è ovvio).
L'articolo è un pò "sbadato", è vero, e non credo esistano in questo mondo ipotesi inattaccabili: ognuno ha una sua parte di Scienza. Ma separare in modo così bruto le capacità dell'Uomo mi sembra un'offesa alla sua intelligenza.
Non mi sembra che Newton, vedendo la mela cadere, abbia detto: "adesso chiamo un agricoltore"...

Thelema.

zorn1
"MaGosTranO93":
@ giacor 86:
"La filosofia ai filosofi e la fisica ai fisici."
Come si fa a dire una cosa del genere dopo millenni di storia dell'evoluzione umana?
Dunque la matematica ai matematici, la statistica ai statistici, ecc ecc??
Finchè dividiamo le menti in compartimenti stagni non ne ricaveremo nulla, credo invece che sarebbe opportuno tendere insieme ad un'unità assoluta, visto che la "Verità" può essere ovunque in ogni luogo e da chiunque osservabile e comprensibile (con i dovuti pre-allenamenti, è ovvio).
L'articolo è un pò "sbadato", è vero, e non credo esistano in questo mondo ipotesi inattaccabili: ognuno ha una sua parte di Scienza. Ma separare in modo così bruto le capacità dell'Uomo mi sembra un'offesa alla sua intelligenza.
Non mi sembra che Newton, vedendo la mela cadere, abbia detto: "adesso chiamo un agricoltore"...

Thelema.


Ti sbagli perché ogni disciplina ha di fatto il suo modo di ragionare. Poi è chiaro che nessuna persona può pensare di occuparsi di un'unica cosa (ossia l'elettricista può anche cimentarsi a cucinare e via dicendo) ma per la forma mentis disciplinare della matematica è preferibile non ci siano invasioni.

giacor86
"MaGosTranO93":
@ giacor 86:
"La filosofia ai filosofi e la fisica ai fisici."
Come si fa a dire una cosa del genere dopo millenni di storia dell'evoluzione umana?
Dunque la matematica ai matematici, la statistica ai statistici, ecc ecc??
Finchè dividiamo le menti in compartimenti stagni non ne ricaveremo nulla, credo invece che sarebbe opportuno tendere insieme ad un'unità assoluta, visto che la "Verità" può essere ovunque in ogni luogo e da chiunque osservabile e comprensibile (con i dovuti pre-allenamenti, è ovvio).
L'articolo è un pò "sbadato", è vero, e non credo esistano in questo mondo ipotesi inattaccabili: ognuno ha una sua parte di Scienza. Ma separare in modo così bruto le capacità dell'Uomo mi sembra un'offesa alla sua intelligenza.
Non mi sembra che Newton, vedendo la mela cadere, abbia detto: "adesso chiamo un agricoltore"...

Thelema.


No. L'articolo non è un po' sbadato. L'articolo è ridicolo. La Filosofia serve a spiegare il perchè del mondo. La fisica ne spiega il come. non è una questione di compartimenti stagni. è questione di "ognuno fa il suo mestiere". Può esistere al mondo una persona che è sia un bravo cardiologo che un bravo neurologo, ma non può curare il cervello come cura il cuore e vice versa perchè sono 2 ambiti diversi. La relatività è una scienza che oramai ha avuto miliardi di conferme sperimentali. Un filosofo la può trattare dall'esterno sicuramente. Ci mancherebbe! Di sicuro ci saranno un sacco di risvolti filosofici dovuti all'accettazione da parte della comunitià scientifica della relatività. ed è giustissimo che la fiolosofia vada ad indagarli come meglio creda. Ma un filosofo non può e non deve permettersi di cercare di smcontare la teoria dall'interno, o almeno non lo può fare seguendo il procedimento filosofico perchè la relatività in se non è una teoria filosofica ma fisica. Se poi un filosofo si studia un bel po' di fisica e trova un modo fisico per dire che la teroia della relatività è sbagliata allora ok, faccia pure.

PS= per l'analogo di newton e la mela. direi che è un paragone pochissimo azzeccato. Se newton avesse voluto prendere la mela per poter coltivare altre mele allora avrebbe si chiamato un agricoltore. Invece volle studiarne la fisica e quindi fece il fisico.

Cmax1
Alla fine, visto che ha suscitato qualche discussione, la curiosità mi hatto leggere l'articolo. Ho già detto che non parla di fisica, nel senso che non dimostra alcunchè. E, per rispetto alla filosofia, non è nemmeno un articolo di filosofia, nel senso che è molto debole dal punto di vista argomentativo. L'impressione è di un discorso sviluppato in uno stato onirico, naturale od indotto, in cui vengono applicati concetti istintivi ad un campo cui sono totalmente estranei, con il risultato di una serie di nonsenso che non mancano comunque di una qualche eleganza discorsiva.
Se scrivo un articolo sulla fissione nucleare, nessuno mi impedisce di descrivere il processo in termini di neutroni malvagi che colpiscono nuclei pacifici, distruggendone la tranquillità iniziale, apportando scompiglio in un tutto ben ordinato, ma ho il sospetto che né fisici né filosofi lo considererebbero molto seriamente, se pretendessi di dare qualche realtà a queste definizioni.
Ma a questo punto mi sorge un'altra curiosità, cui può rispondere Mega-X: cosa ti ha colpito, o hai trovato interessante, nell'articolo? In che senso ti è sembrato inattaccabile?

Cantaro86
"giacor86":

La Filosofia serve a spiegare il perchè del mondo.


MAGARI!!!!!!!

Purtroppo questo non avviene... :lol: :lol:

Anche io sono dell'idea: ad ognuno il suo mestiere.

il filosofo non può occuparsi di argomenti che non gli competono e di cui non ha le conoscenze base per poter esprimere opinioni (e scrivere articoli ridicoli di conseguenza)
la metafisica è un po' passata di moda.... e i filosofi non possono modificare i postulati della realtà fisica e andare contro i fatti sperimentali...(o possono anche farlo senza pero spacciarli per articoli scientifici)

sono dell'opinione che i filosofi si debbano occupare di altre tematiche come la politica, l'etica, l'estetica ecc...

kinder1
"MaGosTranO93":
@ giacor 86:
"La filosofia ai filosofi e la fisica ai fisici."
Come si fa a dire una cosa del genere dopo millenni di storia dell'evoluzione umana?
Dunque la matematica ai matematici, la statistica ai statistici, ecc ecc??
Finchè dividiamo le menti in compartimenti stagni non ne ricaveremo nulla, credo invece che sarebbe opportuno tendere insieme ad un'unità assoluta, visto che la "Verità" può essere ovunque in ogni luogo e da chiunque osservabile e comprensibile (con i dovuti pre-allenamenti, è ovvio).
L'articolo è un pò "sbadato", è vero, e non credo esistano in questo mondo ipotesi inattaccabili: ognuno ha una sua parte di Scienza. Ma separare in modo così bruto le capacità dell'Uomo mi sembra un'offesa alla sua intelligenza.
Non mi sembra che Newton, vedendo la mela cadere, abbia detto: "adesso chiamo un agricoltore"...

Thelema.


mah...vedi, io se non sto bene preferisco andare dal medico piuttosto che dall'elettricista, e ciò indipendentemente dalla fiducia che possa avere nel medico.

E' meglio lasciare la fisica ai fisici, la medicina ai medici, la filosofia ai filosofi, e così via.

L'articolo segnalato non sembra scritto da un filosofo, perché un filosofo non è scemo, e conosce il suo ambito di competenza. L'articolo è scritto da uno che persegue un qualche obiettivo personale, a me ignoto; l'esperienza mi ha insegnato che, se non lo conosco, faccio bene ad ipotizzare che il motore sia l'interesse economico: si ha una elevata probabilità di indovinare.

Solo per divertimento, segnalo qualche passaggio dell'articolo piuttosto "cattura-ingenui".

"Non deve sorprendere allora se già lo stesso Einstein ebbe a dire a riguardo, senza mezzi termini, che: «Da quando i matematici si sono impadroniti della Relatività io stesso non la capisco più» (1).
Questa ironica, ma sorprendente ammissione di Einstein mette a fuoco quella che a noi sembra una contraddizione epistemologica di fondo, presente nella teoria einsteiniana, che a ben vedere proietta tutto il rigoroso quadro relativistico nell’ambito dell’ambiguità
."

Quella di Einstein è più che altro una battuta; in ogni caso, ammesso che sia da prendere alla lettera, non si capisce dove sta la contraddizione epistemologica. Infatti non c'è. L'epistemologia si occupa di teoria della conoscenza, ristretta all'ambito scientifico. L'eventuale limitata conoscenza di matematica di Einstein porrebbe solo la questione di un adeguamento della preparazione matematica del fisico, per affrontare la relatività, come poi è accaduto. Non c'è nessuna contraddizione. E' come dire che l'esigenza di conoscere l'analisi matematica per affrontare la meccanica newtoniana costituisca un paradosso epistemologico :shock: Secondo me l'autore dell'articolo aveva bevuto.

Altro effetto di qualche allucinogeno:
"Einstein, nel definire le basi della propria teoria, idealizza la luce, attribuendole proprietà che esulano dalla comune nozione di velocità, aprendo nel contempo la strada a conclusioni metareali. Fra queste, il cosiddetto «anno luce», presunta distanza percorsa da un raggio di luce in un anno (4).
Ebbene, l’anno luce non rappresenta una grandezza effettivamente fisica, ma corrisponde ad un «metro ideale» attraverso il quale vengono calcolate le distanze che separano gli oggetti celesti. Calcolate, non misurate.
Infatti, un conto è misurare una qualunque distanza in modo diretto, mediante l’ausilio di un metro campione rigido, altro è proiettare nello spazio un ente di ragione, considerandolo però al pari di un regolo rigido.
In ordine a tale distinzione, i risultati che si ricavano attraverso l’impiego della suddetta entità ideale non dovrebbero essere considerati alla stregua di quelli determinati attraverso campioni di misura effettivi, proprio perché altro è misurare, altro è calcolare il valore di una misura, che in tal modo rimane sempre presunta.
Ribadiamo dunque che l’anno luce rappresenta un’invenzione matematica, ricavata sulla carta, che in sé non esiste, ma che pur tuttavia viene applicata per misurare la realtà celeste, come se effettivamente esistesse.
"
Praticamente il signore pensa che la conoscenza della distanza tra New York e Roma sia possibile solo ammesso che qualcuno, dotato di opportuno regolo campione del metro, si metta pazientemente a misurarla. Come farà quando arriverà sulle sponde dell'Oceano Atlantico?

Un ultimo rilievo, dato che l'articolo è lungo e non vale la pena analizzarlo tutto, che serve solo a mettere in evidenza come il signore non sia neanche un filosofo.
"La contraddizione cioè relativa alla frattura insanabile che si viene a determinare, negli indirizzi intrapresi dalla fisica moderna, a partire dalla teoria eliocentrica fino alla famosa teoria di Einstein, fra modello e realtà. Ovvero, fra il mondo come viene rappresentato attraverso i modelli scientifici, ed il mondo così come ci appare."

Questo signore non conosce neanche la filosofia platonica, che si studia al liceo.

giacor86
Anche io credo che ci siano di mezzo motivazioni economiche dal momento che una delle prime cose che notai quando lessi l'articolo è che a lato sono esplicate le modalità su come fare offerte al sito.

MaGosTranO93
Forse non sono riuscito a spiegarmi.
Innanzitutto non difendevo l'articolo, nè il suo autore; anzi, mi sembra addirittura esagerato spendere delle energie per attaccarlo.
Sono uno studente di fisica, e credo di aver ben compreso, sulla mia pelle, che una cosa è la filosofia, un'altra è la fisica.
Tuttavia volevo semplicemente porre l'accento su come una mia tendenza (personale) all'analizzare i problemi sotto vari punti di vista mi abbia poi aiutato (in modo sostanziale) a comprendere le soluzioni nell'ambito relativo alla mia ricerca.
Mi sembra barbaro separare le capacità del cervello in settori, visto che non siamo sistemi isolati...
"la filosofia ai filosofi, la fisica ai fisici" andrebbe bene nel caso in cui le menti fossero settoriali, senza nessuno scambio di informazione tra i diversi centri di Comprensione (parlo di come si struttura il cervello, e di come riusciamo ad apprendere).
Provate ad esempio, parlando con una persona qualunque, a Comunicare con lei guardandola e ascoltandola allo stesso tempo; poi provate ad ascoltarla ad occhi chiusi o a guardarla senza sentirla... il risultato è diverso no?
Eppure ogni senso ha una sua struttura a se stante, con le sue leggi, le sue regole, il suo "dominio". Sembrerebbero funzioni separate, se non fosse che ambedue svolgno il ruolo di interpretazione della realtà.
Ora, se provo ad osservare l'Universo con la mente di un fisico o solo con la mente di un filosofo, ne trarrò meno vantaggi che se lo osservo con ambedue i "ricettori" sintonizzati, non trovate?

giacor86
sisi certo! capsico e concordo in quello che dici. ma quello che intendevo io è che però bisogna applicare le diverse sfaccettature intellettuali (fisiche, filosofiche etc) dove servono. concordi con me che (al di la dell'articolo) non si possono fare dimostrazioni fisiche con la filosofia? Ne tantomeno si possono confutare con la filosofia teorie fisiche dimostrate matematicamente e sperimentalmente.

kinder1
"MaGosTranO93":
Mi sembra barbaro separare le capacità del cervello in settori, visto che non siamo sistemi isolati...
"la filosofia ai filosofi, la fisica ai fisici" andrebbe bene nel caso in cui le menti fossero settoriali, senza nessuno scambio di informazione tra i diversi centri di Comprensione (parlo di come si struttura il cervello, e di come riusciamo ad apprendere).

Non è in discussione la fisiologia del sistema nervoso. La competenza si acquisisce, oppure no, e per trattare in maniera appropriata dei vari argomenti bisogna possederla, altrimenti si fanno chiacchiere da bar. Io non conosco nessuno che sia in grado di trattare con competenza contemporaneamente di filosofia, fisica, medicina etc., ma forse sono stato sfortunato. Con questo non voglio negare la possibilità di discorrere dei più vari argomenti, magari tra amici. Quello che è sbagliato, secondo me, è prendersi sul serio fino a ritenere di poter scrivere articoli o, peggio, libri. Chi vuole salire in cattedra ne deve soddisfare i requisiti.

giacor86
vi prego per favore leggete anche questo (preso dallo stesso sito)

http://www.effedieffe.com/interventizet ... ro=scienze

wedge
beh ragazzi, basta vedere che il direttore della testata è Maurizio Blondet per cogliere la serietà della stessa. speravo il soggetto restasse a delirare nella sua poltiglia antisemita, cospirazionista e lefebvriana. quando il suo giornale online tratta di scienza si rende ancor più ridicolo.

giacor86
a ma allora è davero famoso?? io ieri sera mi sono informato un po' su sto tipo.. Ad ogni modo mi sono lasciato prendere da mania polemicista tipica da pensionato, e ieri sera gli ho scritto una mail :D:D

GIOVANNI IL CHIMICO
La filosofia è il grido disperato di uno scarafaggio che scivola su uno specchio privo di appigli.
Disgraziatamente siamo tutti potenzialmente identificabili con tale scarafaggio, dal momento che il metodo scientifico ci h dato un potente strumento di indagine e di modellazione del mondo, ma ciò non diminusice il senso del mistero in cui siamo avvolti, semmai lo acuisce.
Si possono inseguire migliaia di lucide spiegazioni pseudorazionali sulla natura del mondo, ma al contrario della scienza, che dai tempi antichi si è evoluta migliorandosi e facendosi sempre più razionale e precisa, per la filosofia è successo il contrario, essendo aumentata la complicazione e dato il proliderare degli enti.

MaGosTranO93
@ Giovanni il Chimico:
Minchia! e chi sei, DIO???

Finiamola qui sta discussione, non siamo ne i primi ne gli ultimi che parliamo di un argomento così spinoso. Mi scuso se ho dato inizio a questa diatriba, non volevo; ora però stiamo raggiungendo livelli di degenerazione acuti...

GIOVANNI IL CHIMICO
A volte mi piace usare un linguaggio un po "pittorico".
Quello che volevo far passare è che la fisica NON risponde alle domande della filosofia, semmai le alimenta, ma le risposte che giungono dalla filosfia sono al di fuori dell'attuale paradigma scientifico.
Tuttavia nell'uomo c'è una inalienabile spinta a porsi tali questioni.

Mega-X
"Cmax":
Mega-X: cosa ti ha colpito, o hai trovato interessante, nell'articolo? In che senso ti è sembrato inattaccabile?


Riprendendo parte del post che ho mandato a giacor86:


Comunque c'ho ripensato per quando riguarda l'inattaccabilità, nel momento in cui stavo scrivendo che era inattaccabile (per il fatto della filosofia non c'ho pensato proprio) ero convinto da questa cosa:

"il sito effedieffe":

Infatti, che senso possiamo conferire alla cosiddetta velocità della luce che, essendo di principio sempre costante, presuppone in ogni istante, anche in quello iniziale del moto, un’accelerazione sempre nulla?
E’ infatti in questo attimo cruciale che si verificherebbe il «salto» dallo stato di quiete del raggio di luce (se così si può dire), a quello di moto; e questo, in modo discontinuo, dal momento che la velocità sale immediatamente, senza accelerazione, da zero al valore massimo c.


scordandomi che la luce ha velocità costante nel vuoto che poi riprendendo altri 2 spezzoni dallo stesso sito ho trovato (ora) altre 2 cazzate:

[quote="il sito effedieffe"]
Tale variazione, ribadiamo, non avviene in un intervallo di tempo, ma in un istante, che di per sé non ha durata, e dunque è «fuori» dal tempo.


"il sito effedieffe":

Ma così come l’istante è fuori dal tempo, poiché non ha durata, anche il corrispondente spazio che la luce percorrerebbe nell’istante, è altrettanto non valutabile, dal momento che si ridurrebbe ad un punto, che da parte sua è senza parti ed estensione, e quindi «fuori» dallo spazio.


evidentemente il redattore si è scordato dell'analisi infinitesimale così come lo ho fatto io :?

[/quote]

Cmax1
E purtroppo temo che il redattore sia un insegnante, perdipiù laureato in fisica ...

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