Orologio a luce ?
Navigatore siccome anche tu mi sei simpatico ti chiedo di non eclissarti.
Conosciamo il funzionamento dell'orologio a luce....ma in effetti cosa ci dice?
Semplicemente che un raggio di luce sparato in un mezzo, che si muove a v relativistica, normale al "pavimento"
e riflesso verrebbe visto da un sistema di riferimento esterno verso il quale il mezzo considerato si muove
con una diagonale invece che con un segmento.(In sintesi le cose sono cosi' e' inutile dilungarmi su questo perche'
ormai e' piu' che conosciuto da tutti).
Il t1 che ne deriva dal triangolo rettangolo e' in relazione con il tempo che ci impiega la luce a descrivere questa nuova traiettoria rispetto a t.
Il domandone e': Perche' l'onda elettromagnetica e' stata presa per misurare il tempo?
Si e' semplicemente osservato il comportamento di un onda che ha come caratteristica quella di non sommarsi con nessuna
velocita'.Proprieta' che potrebbe essere relazionata con lo spazio che sta attraversando,con il vuoto quantistico...ecc.
Per il solo fatto che esiste questa proprieta' dell'invarianza che potrebbe avere spiegazioni differenti non credo che
possiamo essere autorizzati a relegare il tempo della natura ad un meccanismo artificioso che tiene conto solo
di un comportamento di un ente differente da quello che si potrebbe immaginare.
Conosciamo il funzionamento dell'orologio a luce....ma in effetti cosa ci dice?
Semplicemente che un raggio di luce sparato in un mezzo, che si muove a v relativistica, normale al "pavimento"
e riflesso verrebbe visto da un sistema di riferimento esterno verso il quale il mezzo considerato si muove
con una diagonale invece che con un segmento.(In sintesi le cose sono cosi' e' inutile dilungarmi su questo perche'
ormai e' piu' che conosciuto da tutti).
Il t1 che ne deriva dal triangolo rettangolo e' in relazione con il tempo che ci impiega la luce a descrivere questa nuova traiettoria rispetto a t.
Il domandone e': Perche' l'onda elettromagnetica e' stata presa per misurare il tempo?
Si e' semplicemente osservato il comportamento di un onda che ha come caratteristica quella di non sommarsi con nessuna
velocita'.Proprieta' che potrebbe essere relazionata con lo spazio che sta attraversando,con il vuoto quantistico...ecc.
Per il solo fatto che esiste questa proprieta' dell'invarianza che potrebbe avere spiegazioni differenti non credo che
possiamo essere autorizzati a relegare il tempo della natura ad un meccanismo artificioso che tiene conto solo
di un comportamento di un ente differente da quello che si potrebbe immaginare.
Risposte
Emit, non mi eclisso, solo che ora ho proprio poco tempo.... ( o forse dovrei dire : ho poco tempo proprio? ...Ma vanno bene entrambi i modi, no?).
Dovrei muovermi abbastanza velocemente rispetto a te, per averne di più ....o di meno? ...O tale e quale?
Mannaggia mi si stanno confondendo i tempi qui...abbi un po' di pazienza, aggiusto la caccavella (= il mio orologio a luce) e ti rispondo, per quello che posso e so fare.
A più tardi (= avverbio di tempo : tuo o mio?)
Dovrei muovermi abbastanza velocemente rispetto a te, per averne di più ....o di meno? ...O tale e quale?
Mannaggia mi si stanno confondendo i tempi qui...abbi un po' di pazienza, aggiusto la caccavella (= il mio orologio a luce) e ti rispondo, per quello che posso e so fare.
A più tardi (= avverbio di tempo : tuo o mio?)
"EMIT":
........
Il domandone e': Perche' l'onda elettromagnetica e' stata presa per misurare il tempo?
Ci sono dei libri sulla Relatività, scientifici e non divulgativi, che l'orologio a luce neanche lo nominano.
Se prendi per esempio il libro : "Teoria dei campi" di Landau-Lifsitz, nel primo capitolo, in un linguaggio rigoroso e asciutto (caratteristica questa degli autori, che amano ben poco i fronzoli) viene introdotto e spiegato l'essenziale della teoria, in $4+4 = 8$ (come si dice). Gli autori parlano piuttosto di una "massima velocità possibile per la trasmissione delle interazioni" . E quasi con indifferenza, en-passant, dicono : " questa massima velocità, la chiamano velocità della luce..." . Ti rendi conto ? Dicono proprio così : "..la chiamano...".
Qualunque orologio in moto, non solo quello a luce ma anche un orologio meccanico o atomico, funziona benissimo, non ha niente di speciale o di rotto. Perché è "il tempo" a rallentare, in questo senso che ormai dovrebbe essere chiaro: l'orologio in moto accumula del tempo, e il tempo da esso accumulato, quando fai compiere all'orologio un percorso chiuso, facendogli cambiare sistemi di riferimento inerziali, e lo rimetti a confronto con l'orologio coordinato che invece è rimasto in un unico riferimento inerziale, è inferiore.
Come sai, orologi atomici sono stati portati in giro attorno al mondo già negli anni '70, ma poi gli esperimenti sono stati ripetuti. È stato riscontrato il ritardo previsto dalla teoria ( RR + RG).
Si e' semplicemente osservato il comportamento di un onda che ha come caratteristica quella di non sommarsi con nessuna velocita'.Proprieta' che potrebbe essere relazionata con lo spazio che sta attraversando,con il vuoto quantistico...ecc.
Ti ripeto : non capisco che cosa tu voglia dire con questo. Il vuoto quantistico, non so che cosa sia.
Per il solo fatto che esiste questa proprieta' dell'invarianza che potrebbe avere spiegazioni differenti....
Non saprei proprio quali potrebbero essere. SE hai qualche idea, dovresti manifestarla.
non credo che possiamo essere autorizzati a relegare il tempo della natura ad un meccanismo artificioso che tiene conto solo di un comportamento di un ente differente da quello che si potrebbe immaginare.
Sei sempre su un piano ipotetico, ma scusami: dire "non credo che..." dovrebbe essere seguito da : " ...per questo e questo e quest'altro motivo, che ora vi spiego..." .
Nella tua ultima frase, parli del "tempo della natura" . Insomma, sei un Newtoniano convinto. Ritieni che in natura esista un tempo, e che la sua natura non possa, anzi non debba, avere niente a che fare col meccanismo "artificioso" della costanza di $c$ nel vuoto in tutti i riferimenti inerziali.
Beh, che cosa posso rispondere? Non ho altri argomenti che quelli messi a mia disposizione dalla Scienza ufficiale, per quel poco che conosco...
Ho accennato già ad altre scuole di pensiero che, negando la Relatività della contemporaneità, ritengono possibile che esista una contemporaneita assoluta, e negano quindi buona parte della RR come la conosciamo. Ma su queste teorie io non sono in grado di pronunciarmi.
Ci vorrebbe un fisico, che conosca un po' anche la storia della Fisica, che venisse a spiegarci come, dalla teoria di Maxwell in poi, si sia evoluto il pensiero scientifico nella direzione che sappiamo.
Io ti ammiro e ti stimo, Emit, perche sei uno che ha domande.
Un uomo che ha domande, fa lavorare i suoi neuroni, non li tiene a riposo, non li condanna a morte. Ammiro di più un uomo che ha domande, rispetto a uno che ha (o suppone di avere) tutte le risposte, poiché in realtà le risposte "vere" secondo me non ce l'ha nessuno.
La risposta che manca a tutti è a questa domanda : la Scienza è in grado di spiegare come avvengono (una parte) dei fenomeni naturali. Ma perché avvengono? Ecco, credo che il "perché" del mondo, per quale motivo è fatto com'è fatto, non lo sappia veramente nessuno.
Ma ora non dobbiamo sconfinare nella Metafisica o nella Filosofia. Altrimenti cambiamo forum.
"navigatore":
...Gli autori parlano piuttosto di una "massima velocità possibile per la trasmissione delle interazioni" ..
Questa velocita' potrebbe essere effettivamente la velocita' del tempo stesso.
Anzi ritengo che prendere la velocita' della luce sia fuordeviante.
Mi convinco sempre di piu' che il tempo di Plank non sia solo il piu' piccolo intervallo di tempo misurabile ma effettivamente il piu' piccolo intervallo di tempo esistente dando al tempo la caratteristica della quantizzazione il che implicherebbe
la possibilita' di infiniti universi paralleli ma questa e' un'altra storia....
Mettendo insieme questi pensieri il fluire del tempo sarebbe paragonabile al comportamento di un'onda elettromagnetica.
Ed e' per questo che sono contrario ad ogni forma di rallentamento del tempo nel vuoto.
Se gli orologi rimangono indietro lo fanno perche' percorrono spazi piu' brevi rispetto a quelli calcolati da un sistema di riferimento esterno.
Il problema potrebbe essere proprio qui: Sono spazi piu' brevi o sono spazi contratti?
Sto riflettendo sul ponte Einstein-Rosen svincolato da effetti gravitazionali e mi sto domandando se raggiungendo velocita' relativistiche il cammino
possa procedere su altri "binari" accorciando cosi' le distanze...E facendo rimanere gli orologi indietro per il solo fatto
di percorrere percorsi inferiori.
Altre due o tre spremute di cervello e arrivo ad ipotizzare viaggi nel passato e a questo ci tengo molto.
Il motivo principale e' che non mi e' mai andato giu' ,l'anno scorso, il fuorigioco che mi ha fischiato l'arbitro quando per la prima volta sono riuscito a fare un goal.Vorrei andare ad indagare con la consapevolezza che avevo ragione io....
....Si lo so che mi devo rassegnare....

Vorrei terminare le riflessioni fatte incoraggiando il lettore a riuscire a districarsi tra la R.R. e la fisica quantistica.
Queste due ottiche non credo che siano agli antipodi e sarebbe interessante trovare intersezioni logiche perche' la
verita',se esiste,puo' essere avvicinata utilizzando tutti i mezzi che la mente umana mette a disposizione.
Certo se entriamo nella quantistica e' meglio rinunciare subito a capire.
Il mistero dei misteri e' l'entanglement quantistico ma per coerenza con quanto detto prima forse ricercare un concetto diverso di spazio potrebbe dare una tiepida interpretazione del fenomeno.
Le due unita' oggetto dell'entanglement non possiamo a mio avviso considerarle spazialmente "lontane" ma essere un tuttuno.
Cioe' lo spazio potrebbe presentarsi "piegato" fino a far combaciare i due estremi nei quali si troverebbero le due unita'.
Quando ho accennato al ponte Einstein-Rosen mi sembrava di aver colto un'analogia con quanto ho scritto.
Forse davvero lo spazio e' "modellabile" e forse non sarebbe piu' necessario parlare di contrazioni relativistiche dello stesso.
Buona serata.
Queste due ottiche non credo che siano agli antipodi e sarebbe interessante trovare intersezioni logiche perche' la
verita',se esiste,puo' essere avvicinata utilizzando tutti i mezzi che la mente umana mette a disposizione.
Certo se entriamo nella quantistica e' meglio rinunciare subito a capire.
Il mistero dei misteri e' l'entanglement quantistico ma per coerenza con quanto detto prima forse ricercare un concetto diverso di spazio potrebbe dare una tiepida interpretazione del fenomeno.
Le due unita' oggetto dell'entanglement non possiamo a mio avviso considerarle spazialmente "lontane" ma essere un tuttuno.
Cioe' lo spazio potrebbe presentarsi "piegato" fino a far combaciare i due estremi nei quali si troverebbero le due unita'.
Quando ho accennato al ponte Einstein-Rosen mi sembrava di aver colto un'analogia con quanto ho scritto.
Forse davvero lo spazio e' "modellabile" e forse non sarebbe piu' necessario parlare di contrazioni relativistiche dello stesso.
Buona serata.