Onde e raggi

DavideGenova1
Ciao, amici!
Mentre mi accingo allo studio delle onde elettromagnetiche vorrei chiedere ai tanti che girano su questi forum il rapporto tra le cui conoscenze e le mie $-> +oo$ se è corretta una mia interpretazione dei fenomeni di riflessione e rifrazione delle onde.
Spesso, soprattutto in ottica geometrica, si usa il modello del raggio perpendicolare alla tangente al fronte d'onda per descrivere il modo in cui le onde si riflettono e rifrangono. Non ho mai trovato una descrizione rigorosissima di quanto accade, ma dai disegnini che si possono trovare ho l'impressione che un'onda riflessa o rifratta arrivi all'osservatore con la curvatura che avrebbe se il centro a cui convergono i raggi, il punto di origine dell'onda, fosse situato sul prolungamento del raggio dall'altra parte della superficie rilettente o rifrangente alla stessa distanza (nel disegnino l'ho chiamata d)che ha il reale punto di origine dal punto in cui il raggio è riflesso o rifranto. È corretta questa mia interpretazione?

Qui sopra ho cercato di esemplificare quello che mi sembra di aver capito con un disegnino...
Grazie infinite a tutti!!!!
Davide

Risposte
Sk_Anonymous
Stai anticipando il concetto di immagine formata da uno specchio e da un diottro piano.

DavideGenova1
Grazie, speculor!!! Quindi è giusta la mia interpretazione?
Grazie ancora!!!!!

Sk_Anonymous
Sicuramente corretta. Te ne renderai conto completando il programma.

DavideGenova1
$+oo$ grazie!!! Mi sorge un altro piccolo dubbio: il fatto che da una torcia elettrica esca uno stretto fascio conico è dovuto a fenomeni di interferenza distruttiva causati dalla diffrazione che rendono quasi impercettibile la luce oltre un certo angolo dalla perpendicolare all'apertura?
Grazie ancora a tutti!!!

DavideGenova1
Ciao, Speculor e ciao a tutti!
Credo di dover apportare una correzione a quanto detto sulle onde rifratte: direi che sì arrivano all'osservatore come se partissero da un punto sul prolungamento del raggio rifratto dietro la superficie rifrangente, ma non alla stessa distanza che ha il punto sorgente dalla superficie, bensì la curvatura che avrebbero se partissero da un punto (sul prolungamento del raggio rifratto dietro la superficie rifrangente) dove si intersecano i prolungamenti dei raggi rifratti (la cui posizione è determinabile trigonometricamente), no?
Tante grazie quanta è la distanza di un punto da cui partono raggi paralleli a chiunque risponda!!!!

Sk_Anonymous
La formula ipotizza raggi che formano piccoli angoli con la normale:

$i = -n_2/n_1o$

$n_1$: indice di rifrazione dell'acqua.

$n_2$: indice di rifrazione dell'aria.

Sto considerando l'oggetto in acqua. Come mai non trovi queste cose sul tuo manuale?

DavideGenova1
Grazie!!!!! Il mio libro tratta il diottro sferico, ma non quello piano... :?
Mi sono appena cercato di calcolare la profondità a cui si vede un punto i raggi provenienti dal quale sono rifratti passando da un indice $n_1$ a un indice di rifrazione $n_2$ e, chiamando la posizione sulla normale alla superficie $h_o$ e quella apparente $h_i$, e chiamando $\theta_2$ l'angolo del raggio rifratto rispetto alla normale, cioè l'angolo a cui si osserva il punto, mi pare che, dato che $h_itan\theta_2=h_otan\theta_1$, si abbia che
$h_i= h_o (n_2cos\theta_2)/(n_1cos(arcsin(n_2/n_1sin\theta_2))) = h_o (cos\theta_2)/sqrt((n_1/n_2)^2-sin^2\theta_2)$
e quindi direi che posizione del centro virtuale del raggio rifratto e osservato (e quindi la curvatura dell'onda osservata) dipenda secondo questa relazione dall'angolo di osservazione...
Ciao e $+oo$ grazie!!!

giacor86
Il motivo per cui da una torca il cono luminoso è stretto è poichè la lampadina nella torcia è messa nel fuoco di uno specchio parabolico, e quindi i raggi sono riflessi tutti parallelamente alll'asse. Però siccome lo specchio non è percfetto, la lampadina non è un punto, l'ottica non è davvero geometrica etc etc, la luce esce come cono un po' divergente e non come "cilindro".

DavideGenova1
Grazie per la spiegazione!!!! :D

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