Lorentz e l'esperienza Michelson-Morley
In che modo le formule di traslazione proposte da Lorentz spiegherebbero il risultato di questo esperimento?
Risposte
"nato_pigro":
In che modo le formule di traslazione proposte da Lorentz spiegherebbero il risultato di questo esperimento?
l'esperienza di Michelson e Morley mirava a misurare la velocità della terra rispetto all'etere, che veniva ipotizzato come "sostanza" che sosteneva il fenomeno elettromagnetico. Le equazioni di Maxwel mostravano che il fenomeno ondulatorio si manifestava ad una velocità ($c^2=1/(epsilon_o*mu_o$), dipendente solo dalle caratteristiche fisiche del mezzo, ed indipendente dal sistema di riferimento. Ci si chiedeva rispetto a cosa era riferita questa velocità, e la risposta era l'ipotesi dell'etere luminifero. L'esperienza citata dimostrò che la velocità misurata era indipendente dall'orientamento dei bracci dell'interferometro rispetto alla velocità della terra, e non c'era nessun vento d'etere, che si sarebbe rilevato per il moto della terra attraverso esso. Si cercarono molte spiegazioni, ed alla fine se ne selezionarono due: 1) una contrazione dei bracci nella direzione del moto della terra rispetto all'etere (contrazione di Lorentz–FitzGerald); 2) l'etere non esiste e la velocità della luce è indipendente dal sistema di riferimento. Einstein assunse l'indipendenza della velocità della luce rispetto al sistema di riferimento come principio della relatività ristretta. Le trasformazioni di Lorentz, sviluppate per quanto detto prima, oltre a dare la contrazione che giustifica il risultato dell'esperienza di Michelson e Morley, hanno il grande valore di garantire l'invarianza delle equazioni di Maxwell rispetto ad esse, cosa che non accade con le trasformazioni galileiane.