Lancio del peso.
Ragazzi, mi piacerebbe avere la vostra opinione sull'idea (che poi mi confermerete o no) che i lanciatori del peso più corpulenti siano favoriti nel primeggiare. Secondo voi, se è vero, perchè lo è?
Risposte
E' vero: basta guardare una gara qualsiasi, da quelle a livello regionale fino ai campionati del mondo (che proprio ora si stanno disputando a Berlino, fra l'altro).
Un pesista innanzitutto deve essere molto alto, in modo da imprimere la miglior parabola possibile all'attrezzo.
Inoltre, inutile dirlo, deve essere molto forte e potente: il "peso" ha una "massa" (tanto per essere pignoli..) di 7,5 kg circa, e non è quindi facile farlo arrivare con un braccio solo a più di 20 metri!
Contrariamente a quanto si possa pensare, comunque, un pesista (un lanciatore in generale) deve essere molto forte anche negli arti inferiori: il lancio "parte dalle gambe" come si dice in gergo.
Ma tutto ciò non basta: ci vogliono anche agilità, destrezza, coordinazione, velocità e stabilità. Guardando il fisico di un pesista si può avere qualche dubbio in proposito, ma osservando la loro azione in pedana (soprattutto nella tecnica rotatoria più che in quella traslocatoria) ci si accorge di come queste caratteristiche non manchino affatto.
Unendo tutti questi elementi si capisce come mai un pesita abbia un fisico del genere. C'è da dire, inoltre, che un pesista non è assolutamente un culturista, ovvero allena la forza ma senza preoccuparsi più di tanto degli addominali a tartaruga, visto che non gli servono, nè tantomeno si cura della linea correndo, dato che allenamenti di corsa prolungata sottraggono tempo ad allenamenti specifici di forza e di tecnica, e influiscono negativamente sulla reattività e sulla rapidità; tutto ciò incide inevitabilmente sulla loro massa grassa, che comunque è molto meno abbondante di quello che si possa credere a prima vista (sotto questo strato c'è, infatti, una montagna di muscoli!).
Un pesista innanzitutto deve essere molto alto, in modo da imprimere la miglior parabola possibile all'attrezzo.
Inoltre, inutile dirlo, deve essere molto forte e potente: il "peso" ha una "massa" (tanto per essere pignoli..) di 7,5 kg circa, e non è quindi facile farlo arrivare con un braccio solo a più di 20 metri!
Contrariamente a quanto si possa pensare, comunque, un pesista (un lanciatore in generale) deve essere molto forte anche negli arti inferiori: il lancio "parte dalle gambe" come si dice in gergo.
Ma tutto ciò non basta: ci vogliono anche agilità, destrezza, coordinazione, velocità e stabilità. Guardando il fisico di un pesista si può avere qualche dubbio in proposito, ma osservando la loro azione in pedana (soprattutto nella tecnica rotatoria più che in quella traslocatoria) ci si accorge di come queste caratteristiche non manchino affatto.
Unendo tutti questi elementi si capisce come mai un pesita abbia un fisico del genere. C'è da dire, inoltre, che un pesista non è assolutamente un culturista, ovvero allena la forza ma senza preoccuparsi più di tanto degli addominali a tartaruga, visto che non gli servono, nè tantomeno si cura della linea correndo, dato che allenamenti di corsa prolungata sottraggono tempo ad allenamenti specifici di forza e di tecnica, e influiscono negativamente sulla reattività e sulla rapidità; tutto ciò incide inevitabilmente sulla loro massa grassa, che comunque è molto meno abbondante di quello che si possa credere a prima vista (sotto questo strato c'è, infatti, una montagna di muscoli!).
Io ho provato a interpretare il problema in termini cinematici.
Consideriamo, invece che esseri umani, corpi rigidi capaci di muoversi per forze interne.
Ne consideriamo in particolare due, di geometria identica, ma di massa diversa. Essi ruotano a velocità angolare costante, uguale. Dalla velocità angolare dipende la velocità iniziale con la quale un peso, attaccato ad ognuno dei corpi rigidi, comincia la sua parabola di caduta (appunto, il lancio).
Nella nostra analogia con i lanciatori del peso, supponiamo che i due corpi rigidi in rotazione siano capaci di cambiare la propria velocità angolare di rotazione grazie a forze interne. Un lanciatore si serve delle gambe, quindi il modello tenderebbe a discostarsi: in realtà a me premeva analizzare semplicemente come la massa (e così il momento di inerzia) condizioni l'esito del lancio. E' vero, infatti, che al gesto contribuiscono mille fattori dinamici, ma a mio "idiotissimo" avviso è preponderante in questa situazione un' efficace rotazione "controllata".
Continuiamo quindi la nostra analisi degna di una nota di derisione da parte dei vertici del premio "IG NOBEL".
Le forze interne applicano un momento risultante, che varia la velocità angolare. A maggiore accelerazione, data la velocità iniziale uguale per entrambi i corpi in principio, corrisponde una maggiore velocità finale al momento dello stacco del pesetto (che supponiamo punto materiale) dal corpo rigido.
Da questa banale analisi risulta che, se i due corpi rigidi esercitassero un uguale momento delle forze interne (mi perdonerete l'espressione poco corretta dal punto di vista fisico), quello più leggero manderebbe la pallina più lontano (la gittata è direttamente proporzionale alla velocità iniziale).
Siccome generalmente avviene il contrario, se veramente la rotazione è così più efficace delle altre forze che contribuiscono al gesto, allora è facile pensare a quanto già detto da VIN89: la forza muscolare è fondamentale, anche in persone dall'elevata massa adiposa.
In conclusione, stanti tutte le approssimazioni, se i miei ragionamenti sono corretti, bisogna essere massicci ma non eccessivamente grassi per riuscire in questo sport!
Non so, ditemi voi.
Consideriamo, invece che esseri umani, corpi rigidi capaci di muoversi per forze interne.
Ne consideriamo in particolare due, di geometria identica, ma di massa diversa. Essi ruotano a velocità angolare costante, uguale. Dalla velocità angolare dipende la velocità iniziale con la quale un peso, attaccato ad ognuno dei corpi rigidi, comincia la sua parabola di caduta (appunto, il lancio).
Nella nostra analogia con i lanciatori del peso, supponiamo che i due corpi rigidi in rotazione siano capaci di cambiare la propria velocità angolare di rotazione grazie a forze interne. Un lanciatore si serve delle gambe, quindi il modello tenderebbe a discostarsi: in realtà a me premeva analizzare semplicemente come la massa (e così il momento di inerzia) condizioni l'esito del lancio. E' vero, infatti, che al gesto contribuiscono mille fattori dinamici, ma a mio "idiotissimo" avviso è preponderante in questa situazione un' efficace rotazione "controllata".
Continuiamo quindi la nostra analisi degna di una nota di derisione da parte dei vertici del premio "IG NOBEL".
Le forze interne applicano un momento risultante, che varia la velocità angolare. A maggiore accelerazione, data la velocità iniziale uguale per entrambi i corpi in principio, corrisponde una maggiore velocità finale al momento dello stacco del pesetto (che supponiamo punto materiale) dal corpo rigido.
Da questa banale analisi risulta che, se i due corpi rigidi esercitassero un uguale momento delle forze interne (mi perdonerete l'espressione poco corretta dal punto di vista fisico), quello più leggero manderebbe la pallina più lontano (la gittata è direttamente proporzionale alla velocità iniziale).
Siccome generalmente avviene il contrario, se veramente la rotazione è così più efficace delle altre forze che contribuiscono al gesto, allora è facile pensare a quanto già detto da VIN89: la forza muscolare è fondamentale, anche in persone dall'elevata massa adiposa.
In conclusione, stanti tutte le approssimazioni, se i miei ragionamenti sono corretti, bisogna essere massicci ma non eccessivamente grassi per riuscire in questo sport!
Non so, ditemi voi.
Proporrei di fare un semplice modello in questo modo (forse si adatta meglio al lancio del martello, non so se anche a quello del peso): consideriamo inizialmente due masse ad una certa distanza r tra i loro centri di massa alle quali viene ceduta energia cinetica (dalle gambe) incrementando la loro velocità angolare, con asse di rotazione passante per il centro di massa dell'intero sistema.
A questo andrebbe aggiunto anche il momento di inerzia del corpo...
A questo andrebbe aggiunto anche il momento di inerzia del corpo...
Secondo me, come in tutte le cose, la fisica è fondamentale, ma qui siamo in un territorio in cui contano di più gli aspetti "biologici" di quelli fisici.
Basti pensare all'apparente "paradosso" trovato da turtle87, secondo cui a parità di momento applicato (dalle forze esterne comunque, altrimenti con le sole forze interne non ci può essere accelerazione!) il lancio è maggiore se effettuato da un pesista più leggero.
Ciò è del tutto plausibile, e spesso avviene nella realtà, ma altrettanto spesso atleti molto più lenti e grossi hanno una spallata micidiale che mette tutti d'accordo.
Proprio ieri, alla finale del peso ai mondiali, è arrivato secondo un polacco che nemmeno utilizza la tecnica rotatoria, ma che si affida invece alla traslocazione, in cui si sfruttano diverse componenti "biomeccaniche" tra cui non rientra sicuramente l'accelerazione angolare.
Basti pensare all'apparente "paradosso" trovato da turtle87, secondo cui a parità di momento applicato (dalle forze esterne comunque, altrimenti con le sole forze interne non ci può essere accelerazione!) il lancio è maggiore se effettuato da un pesista più leggero.
Ciò è del tutto plausibile, e spesso avviene nella realtà, ma altrettanto spesso atleti molto più lenti e grossi hanno una spallata micidiale che mette tutti d'accordo.
Proprio ieri, alla finale del peso ai mondiali, è arrivato secondo un polacco che nemmeno utilizza la tecnica rotatoria, ma che si affida invece alla traslocazione, in cui si sfruttano diverse componenti "biomeccaniche" tra cui non rientra sicuramente l'accelerazione angolare.
dalle forze esterne comunque, altrimenti con le sole forze interne non ci può essere accelerazione!
Mea culpa.
Ho molta difficoltà a inquadrare le forze interne, specialmente per quanto riguarda le auto o gli altri veicoli semoventi.
Per questo tendo a considerarle come "forze esterne" quando ci sono dei veicoli che si muovono proprio grazie ad esse.
Leggendo anche quello che dice nonsoxkè, è evidente che il modello da lui introdotto è molto più corretto, perchè quelle che io avevo chiamato forze interne diventano, nel suo modello, forze esterne, capaci di variare la velocità di rotazione.
Provo a fare alcune considerazioni di carattere assolutamente generale.
Prendiamo due ipotetici lanciatori del peso di identiche proporzioni fisiche e identica composizione muscolare, però uno alto il doppio dell'altro (per pura ipotesi astratta, si intende!).
Proviamo a immaginarli nel gesto di lanciare qualcosa con la mano, però senza tenere in mano nulla, cioè senza il peso.
L'energia cinetica conferita a ogni parte del corpo di ciascun lanciatore è uguale al lavoro compiuto dalle sue fibre muscolari, ovvero in generale $F\Deltas$. Nel lanciatore alto il $\Deltas$ è il doppio di quello del lanciatore basso, mentre la forza $F$ del lanciatore alto è 4 volte quella del lanciatore basso (è ragionevole pensare che la forza di un arto sia proporzionale alla sezione trasversale dell'arto stesso, che cresce col quadrato delle dimensioni lineari). Pertanto il lavoro sviluppato dal lanciatore alto sarà 8 volte quello sviluppato dal lanciatore basso.
La massa del lanciatore alto, però, sarà 8 volte quella del lanciatore basso (essendo uguale la densità, la massa cresce con il cubo delle dimensioni lineari). Allora poichè l'energia cinetica acquisita da ciascuna parte del corpo del lanciatore alto deve essere uguale al lavoro di cui ho detto sopra (ovvero 8 volte quella del lanciatore basso), essendo anche la sua massa 8 volte maggiore di quella del lanciatore basso risulta che la velocità impressa dai due lanciatori a ciascuna parte del loro corpo sarà la medesima.
Questo però in assenza di peso impugnato.
Impugnando il peso ci sono due elementi a ovvio vantaggio del lanciatore alto: per lui il peso è una massa proporzionalmente molto meno influente rispetto alla sua massa coporea, dunque la diminuzione di velocità rispetto al caso di movimento senza il peso (a pari energia cinetica impressa) è molto meno sensibile rispetto alla diminuzione di velocità subita dal lanciatore basso; e in secondo luogo il peso viene lanciato da una posizione alta il doppio.
Questi due elementi farebbero concludere che più è alto il lanciatore (e grosso in proporzione) più il peso andrà lontano.
La valutazione fatta è però solo teorica poiché è forse inevitabile che più un lanciatore è alto e grosso più è anche grasso e quindi lento, per cui il fenomeno di miglioramento con le dimensioni corporeee a un certo punto inevitabilmente si arresterà.
Prendiamo due ipotetici lanciatori del peso di identiche proporzioni fisiche e identica composizione muscolare, però uno alto il doppio dell'altro (per pura ipotesi astratta, si intende!).
Proviamo a immaginarli nel gesto di lanciare qualcosa con la mano, però senza tenere in mano nulla, cioè senza il peso.
L'energia cinetica conferita a ogni parte del corpo di ciascun lanciatore è uguale al lavoro compiuto dalle sue fibre muscolari, ovvero in generale $F\Deltas$. Nel lanciatore alto il $\Deltas$ è il doppio di quello del lanciatore basso, mentre la forza $F$ del lanciatore alto è 4 volte quella del lanciatore basso (è ragionevole pensare che la forza di un arto sia proporzionale alla sezione trasversale dell'arto stesso, che cresce col quadrato delle dimensioni lineari). Pertanto il lavoro sviluppato dal lanciatore alto sarà 8 volte quello sviluppato dal lanciatore basso.
La massa del lanciatore alto, però, sarà 8 volte quella del lanciatore basso (essendo uguale la densità, la massa cresce con il cubo delle dimensioni lineari). Allora poichè l'energia cinetica acquisita da ciascuna parte del corpo del lanciatore alto deve essere uguale al lavoro di cui ho detto sopra (ovvero 8 volte quella del lanciatore basso), essendo anche la sua massa 8 volte maggiore di quella del lanciatore basso risulta che la velocità impressa dai due lanciatori a ciascuna parte del loro corpo sarà la medesima.
Questo però in assenza di peso impugnato.
Impugnando il peso ci sono due elementi a ovvio vantaggio del lanciatore alto: per lui il peso è una massa proporzionalmente molto meno influente rispetto alla sua massa coporea, dunque la diminuzione di velocità rispetto al caso di movimento senza il peso (a pari energia cinetica impressa) è molto meno sensibile rispetto alla diminuzione di velocità subita dal lanciatore basso; e in secondo luogo il peso viene lanciato da una posizione alta il doppio.
Questi due elementi farebbero concludere che più è alto il lanciatore (e grosso in proporzione) più il peso andrà lontano.
La valutazione fatta è però solo teorica poiché è forse inevitabile che più un lanciatore è alto e grosso più è anche grasso e quindi lento, per cui il fenomeno di miglioramento con le dimensioni corporeee a un certo punto inevitabilmente si arresterà.
Anche i lanciatori di martello e giavellotto sono per lo più belli tracagnotti, uomini o donne che siano. Questo fa pensare che qualche tipo di vantaggio ci sia... eppure se non ricordo male l'utima campionessa mondiale (o europea) di lancio del giavellotto è una bulgara si altezza media (per essere una donna) e di fisico estremamente asciutto...
Qualche giorno fa mi sono posto anch'io una domanda simile, non solo per quanto riguarda quali vantaggi possano avere gli atleti più alti e tracagnotti rispetto a quelli più bassi o longilinei ma, a quanta forza e che sollecitazioni siano soggette le articolazioni. Nonchè tutte le possibili variabili in gioco.
Curiosando qua e là nella rete prima di prendere carta e penna ho trovato fortunatamente un documento che analizza il problema a livello cinematico, quindi angolo di alzo ottimale per una gittata maggiore (anche se si sà essere 45°), forza necessaria per lanciare il "peso" ad una certa distanza e l'influenza della resistenza dell'aria sul risultato finale.
Ecco il testo: http://www.liceocuriel.it/Facchin/lancio_del_peso.doc
Mi è sorto un dubbio.
La gittata viene definita, da quanto ne so io, come la distanza orizzontale tra il punto di lancio e il punto in cui la massa ripassa attraverso la medesima quota di lancio. A questo punto sappiamo tutti che la quota di lancio non è a livello del terreno ma all'altezza della spalla dell'atleta. La massa dovrà scendere anche di questa quota e quindi in tale spazio la sua distanza massima dovrebbe aumentare giusto!!
Una mia ipotesi poi mi porta a dire che secondo me esiste un peso limite ottimale dell'atleta (nota la sua altezza) analizzando le forza normale esercitata dal sistema peso e atleta e quindi l'attrito esercitato quasi come un rapporto peso/potenza che si calcola nelle auto e soprattutto nelle trattrici agricole.
Che dite?
Secondo voi è un'analisi fattibile o sto sparando cazzate a vuoto???
Curiosando qua e là nella rete prima di prendere carta e penna ho trovato fortunatamente un documento che analizza il problema a livello cinematico, quindi angolo di alzo ottimale per una gittata maggiore (anche se si sà essere 45°), forza necessaria per lanciare il "peso" ad una certa distanza e l'influenza della resistenza dell'aria sul risultato finale.
Ecco il testo: http://www.liceocuriel.it/Facchin/lancio_del_peso.doc
Mi è sorto un dubbio.
La gittata viene definita, da quanto ne so io, come la distanza orizzontale tra il punto di lancio e il punto in cui la massa ripassa attraverso la medesima quota di lancio. A questo punto sappiamo tutti che la quota di lancio non è a livello del terreno ma all'altezza della spalla dell'atleta. La massa dovrà scendere anche di questa quota e quindi in tale spazio la sua distanza massima dovrebbe aumentare giusto!!
Una mia ipotesi poi mi porta a dire che secondo me esiste un peso limite ottimale dell'atleta (nota la sua altezza) analizzando le forza normale esercitata dal sistema peso e atleta e quindi l'attrito esercitato quasi come un rapporto peso/potenza che si calcola nelle auto e soprattutto nelle trattrici agricole.
Che dite?
Secondo voi è un'analisi fattibile o sto sparando cazzate a vuoto???