La "coscienza" della materia
Ciao a tutti,
sono nuovo e (lo dico subito
) non sono un fisico, e probabilmente sto già trasgredendo a qualche regola del forum... vi chiedo scusa in anticipo.
Mi chiamo Carlo, lavoro nel marketing e da qualche anno mi sono appassionato alla scrittura, specialmente racconti e storie brevi. Ultimamente ho iniziato a lavorare su un progetto che mescola fantasy e fantascienza, e mi sono ritrovato a costruire un’idea piuttosto complessa che vorrei condividere qui, nella speranza di trovare qualche spunto, ma soprattutto per chiedere aiuto e supporto scientifico su alcuni concetti che vorrei rendere, se non realistici, almeno plausibili.
Allora, ecco la questione:
[size=150]è plausibile pensare che la materia possa avere una qualche forma di “coscienza”[/size]?
Non intendo solo per gli esseri viventi più complessi, ma anche entità viventi molto più semplici come batteri e funghi, che a volte sembrano avere comportamenti “collettivi.”
La domanda poi si estende anche alla materia inanimata o inorganica (scusate se sbaglio certi termini...): c'è una base scientifica per immaginare che le particelle o la materia “inanimata” potrebbero avere, in qualche modo, una forma rudimentale di consapevolezza?
Ho letto di concetti come la "Teoria dell’Informazione Integrata" di Giulio Tononi e mi sono imbattuto nel panpsichismo (che so essere più un’idea filosofica, ma sono curioso se possa essere supportata in qualche modo dalla fisica). (https://vittoriodublinoblog.org/2023/07 ... 0complessa.)
Mi è venuto in mente anche l’effetto osservatore nei fenomeni quantistici, dove sembra che le particelle si comportino in modo diverso quando vengono osservate. Questo mi fa chiedere se esista un livello di interazione "semi-cosciente" nella materia a livello fondamentale.
Ho anche trovato degli studi di Federico Faggin, inventore del microprocessore, che ha esplorato concetti di coscienza legati alla materia e ai processi fisici. Faggin suggerisce che ci potrebbe essere una forma di consapevolezza o auto-percezione intrinseca a ogni livello della materia. (http://www.fagginfoundation.org/it/arti ... scienza-2/).
Infine, c’è un concetto che trovo molto affascinante di Carl Jung: il “subconscio collettivo”. Anche se Jung lo applicava alla psiche umana, potrebbe esserci qualcosa di parallelo nella materia: una sorta di rete “sotterranea” di percezioni o interconnessioni che esiste in tutti i sistemi?
Se sto andando troppo in là, mi fermo subito, ma mi piacerebbe sapere se, nel campo della fisica o biologia, ci sia qualche base (anche ipotetica) per considerare che forme semplici di vita o particelle possano, per così dire, “percepire” l'ambiente circostante e agire secondo delle dinamiche simili alla "scelta".
Grazie per qualsiasi suggerimento o fonte (anche dure critiche, se sto prendendo un abbaglio)!
Grazie mille
Chako
sono nuovo e (lo dico subito

Mi chiamo Carlo, lavoro nel marketing e da qualche anno mi sono appassionato alla scrittura, specialmente racconti e storie brevi. Ultimamente ho iniziato a lavorare su un progetto che mescola fantasy e fantascienza, e mi sono ritrovato a costruire un’idea piuttosto complessa che vorrei condividere qui, nella speranza di trovare qualche spunto, ma soprattutto per chiedere aiuto e supporto scientifico su alcuni concetti che vorrei rendere, se non realistici, almeno plausibili.
Allora, ecco la questione:
[size=150]è plausibile pensare che la materia possa avere una qualche forma di “coscienza”[/size]?
Non intendo solo per gli esseri viventi più complessi, ma anche entità viventi molto più semplici come batteri e funghi, che a volte sembrano avere comportamenti “collettivi.”
La domanda poi si estende anche alla materia inanimata o inorganica (scusate se sbaglio certi termini...): c'è una base scientifica per immaginare che le particelle o la materia “inanimata” potrebbero avere, in qualche modo, una forma rudimentale di consapevolezza?
Ho letto di concetti come la "Teoria dell’Informazione Integrata" di Giulio Tononi e mi sono imbattuto nel panpsichismo (che so essere più un’idea filosofica, ma sono curioso se possa essere supportata in qualche modo dalla fisica). (https://vittoriodublinoblog.org/2023/07 ... 0complessa.)
Mi è venuto in mente anche l’effetto osservatore nei fenomeni quantistici, dove sembra che le particelle si comportino in modo diverso quando vengono osservate. Questo mi fa chiedere se esista un livello di interazione "semi-cosciente" nella materia a livello fondamentale.
Ho anche trovato degli studi di Federico Faggin, inventore del microprocessore, che ha esplorato concetti di coscienza legati alla materia e ai processi fisici. Faggin suggerisce che ci potrebbe essere una forma di consapevolezza o auto-percezione intrinseca a ogni livello della materia. (http://www.fagginfoundation.org/it/arti ... scienza-2/).
Infine, c’è un concetto che trovo molto affascinante di Carl Jung: il “subconscio collettivo”. Anche se Jung lo applicava alla psiche umana, potrebbe esserci qualcosa di parallelo nella materia: una sorta di rete “sotterranea” di percezioni o interconnessioni che esiste in tutti i sistemi?
Se sto andando troppo in là, mi fermo subito, ma mi piacerebbe sapere se, nel campo della fisica o biologia, ci sia qualche base (anche ipotetica) per considerare che forme semplici di vita o particelle possano, per così dire, “percepire” l'ambiente circostante e agire secondo delle dinamiche simili alla "scelta".
Grazie per qualsiasi suggerimento o fonte (anche dure critiche, se sto prendendo un abbaglio)!
Grazie mille
Chako
Risposte
Tu di cosa pensi di essere fatto?
Non sei forse materia?
Non hai per caso la capacità di riflettere su te stesso?
Non sei forse materia?
Non hai per caso la capacità di riflettere su te stesso?
Grazie per le domande 
E certo, io sono fatto di materia, credo di avere una coscienza e quindi la materia può, in alcuni casi, generare esseri coscienti.
Ma la mia domanda è se quindi considerare la nostra coscienza, il pensare (forse), una caratteristica della materia stessa, e che possiamo trovarla in ogni sua forma: un albero, una roccia, un pianeta.
E non sto cercando una forma filosofica, sto cercando di capire se esiste o nessuno ha mai provato un modo per misurare la coscienza e valutare in quali contesti “esiste”.

E certo, io sono fatto di materia, credo di avere una coscienza e quindi la materia può, in alcuni casi, generare esseri coscienti.
Ma la mia domanda è se quindi considerare la nostra coscienza, il pensare (forse), una caratteristica della materia stessa, e che possiamo trovarla in ogni sua forma: un albero, una roccia, un pianeta.
E non sto cercando una forma filosofica, sto cercando di capire se esiste o nessuno ha mai provato un modo per misurare la coscienza e valutare in quali contesti “esiste”.
Vedi, ho fatto delle domande perché se vuoi delle risposte dovresti provare in un forum di teologia, non matematica e fisica. Questi (loschi) figuri hanno la pessima abitudine di fare domande non di dare risposte!
Nello specifico le domande erano pensate per farti riflettere su quella che a me pare una fallacia.
Sembra che tu affermi: io sono di materia+, i batteri sono di materia-, quindi io penso ed i batteri no.
Io affermo che la materia+ sia uguale alla materia-.
La miglior "risposta" che ti posso dare (e non è certo un mio pensiero originale) è che esiste una certa "massa critica" dopo la quale la materia (senza + o -) esibisce quello che si può definire come epifenomeno ovvero si organizza ed inizia a riflettere su se stessa.
L'universo potrebbe essere un automa cellulare, poche semplici regole, ci butti poche cellule ed ottieni il caos e l'estinzione, ne butti tante ed ecco che "magicamente" emergono configurazioni sempre più complesse.
P.S. dimenticavo, ti lascio un paio di "hint", io li ho trovati molto comici:
Fritjof Capra Adelphi
Gary Zukav Corbaccio
Nello specifico le domande erano pensate per farti riflettere su quella che a me pare una fallacia.
Sembra che tu affermi: io sono di materia+, i batteri sono di materia-, quindi io penso ed i batteri no.
Io affermo che la materia+ sia uguale alla materia-.
La miglior "risposta" che ti posso dare (e non è certo un mio pensiero originale) è che esiste una certa "massa critica" dopo la quale la materia (senza + o -) esibisce quello che si può definire come epifenomeno ovvero si organizza ed inizia a riflettere su se stessa.
L'universo potrebbe essere un automa cellulare, poche semplici regole, ci butti poche cellule ed ottieni il caos e l'estinzione, ne butti tante ed ecco che "magicamente" emergono configurazioni sempre più complesse.
P.S. dimenticavo, ti lascio un paio di "hint", io li ho trovati molto comici:
Fritjof Capra Adelphi
Gary Zukav Corbaccio