Forza di Coulomb cos'è in realtà
Salve, forse è una domanda un po' banale, ma ho fatto delle ricerche su internet e trovo solamente definizioni tecniche sulla forza di Coulomb, ovvero quella che si esercita tra 2 cariche a distanza d. Ma al di là di queste definizioni cosa fa concretamente nel nostro mondo questa forza? possiamo vedere a occhio nudo gli effetti? cosa accadrebbe se non ci fosse?
Risposte
avrebbe livelli energetici quantizzati, come tutti i sistemi legati quantistici*. L'elettrone non si schianta sul protone con la forza gravitazionale per lo stesso motivo per cui non si schiantano con la forza elettromagnetica.
Poi sulla temperatura, ok, è un po' freddino, ma il bello della cosmologia del big bang è che per qualsiasi temperatura possibile uno possa immaginare (sub-planckiana chiaro) c'è un momento in cui l'universo era a quella temperatura.
Reitero, sto sfattonando, nel senso che il discorso che sto facendo è per puro divertimento.
Fra un protone e un elettrone, la legge di Newton e quella di Coulomb sono uguali. A fronte ci sono delle costanti, ma sono costanti dimensionali, quindi si possono aggiustare a piacimento cambiando le unità di misura. Quindi descrivono sostanzialmente lo stesso sistema su scale diverse.
*spettri quantistici discreti in un potenziale gravitazionale sono stati effettivamente misurati in un fascio di neutroni (http://www.users.csbsju.edu/~frioux/neutron/neutron.htm).
Poi sulla temperatura, ok, è un po' freddino, ma il bello della cosmologia del big bang è che per qualsiasi temperatura possibile uno possa immaginare (sub-planckiana chiaro) c'è un momento in cui l'universo era a quella temperatura.
Reitero, sto sfattonando, nel senso che il discorso che sto facendo è per puro divertimento.
Fra un protone e un elettrone, la legge di Newton e quella di Coulomb sono uguali. A fronte ci sono delle costanti, ma sono costanti dimensionali, quindi si possono aggiustare a piacimento cambiando le unità di misura. Quindi descrivono sostanzialmente lo stesso sistema su scale diverse.
*spettri quantistici discreti in un potenziale gravitazionale sono stati effettivamente misurati in un fascio di neutroni (http://www.users.csbsju.edu/~frioux/neutron/neutron.htm).
Ma poi, succede che l'elettrone va a schiantarsi sul protone, così ! Niente più livelli energetici quantizzati…
Come dice Hamilton, l'assenza della Forza di Coulomb non modifica le leggi della Meccanica Quantistica, esisterebbero ancora i livelli quantizzati e l'elettrone resterebbe nella sua orbita.

Se l'elettrone fosse soggetto alle leggi della meccanica classica dovrebbe cadere sul nucleo.. ma esso rispetta le leggi quantistiche, una tra le quali è il principio di indeterminazione di Heisemberg:
"non è possibile determinare con precisione assoluta contemporaneamente la posizione e la velocità di una particella". Questo principio ha una conseguenza importante: lo stato fondamentale (cioè quello a energia più bassa) non può corrispondere ad uno stato di particella ferma, altrimenti il principio di indeterminazione sarebbe violato, in quanto la particella sarebbe ferma in un punto e quindi sia velocità che posizione sarebbero determinate con precisione assoluta.
Quindi, in un atomo, lo stato fondamentale non sarà quello dell'elettrone collassato nel nucleo, bensì avrà una energia leggermente maggiore, che corrisponde all'elettrone ad una distanza minima dal protone. Questa distanza è chiamata raggio di bohr.
Buonanotte
grimx, congratulazioni ! Avete quantizzato la gravità , avete scoperto la gravità quantistica !
Ma dai! Questo qui è un giochetto, non fare affermazioni che non puoi dimostrare, e nessuno ha dimostrato. Che cosa ne sai tu che la gravità si comporti come in meccanica quantistica?
Hamilton,
Io non sarei tanto sicuro circa il quadro prospettato. Ma rimaniamo pure nel gioco.
Non sono d'accordo. Innanzitutto, come leggo in : "La trama del cosmo" di Brian Greene, pag 317 :
Nel 1974 [….] alcuni fisici ipotizzarono che entro il tempo di $10^-35$ secondi dal big bang la temperatura era superiore a $10^28 $ gradi, e tre delle 4 forze fondamentali, la e.m. la debole e la forte, fossero parti di un tutto. In tali condizioni, fotoni, bosoni deboli e gluoni erano tutti intercambiabili. […..]Ma questa teoria non è stata mai confermata sperimentalmente.
Più avanti, a pag. 322, cap 10 , "decostruzione di un'esplosione" :
Molti pensano che il big bang descriva il momento della nascita dell'universo. Ma non è così. Il big bang descrive l'evoluzione del cosmo a partire da una frazione di secondo dopo il misterioso evento che ha portato l'universo ad avere un inizio, ma che non dice nulla su ciò che è successo al tempo zero. […..] Siamo nella spiacevole situazione di un big bang che lascia fuori il "bang" , e addirittura non dimostra che il "botto" ci sia stato davvero.
Perciò , io non mi azzarderei a fare illazioni su quell'infima temperatura che hai detto. A quella infima temperatura, dal big bang a oggi (anzi, dal momento in cui gli scienziati pensano di sapere qualcosa sulla storia del cosmo, cioè quel tempo infinitesimo dopo il botto, quando la temperatura era $10^28$ gradi) l'universo non c'è ancora arrivato, la CMB è ancora a 2.73 ºK no? Si raffredda da allora, non si riscalda.
Anche su questo discorso, non sono affatto d'accordo, mi spiace.
Che abbiano la stessa forma, le due leggi dette, d'accordo. ma le "costanti dimensionali" $G$ e $1/(4\pi\epsilon_0) $ non hanno niente a che vedere con le unità di misura scelte per "dare i numeri" !
Le costanti dette, in quanto costanti di natura, le ha stabilite la natura ( o chi per essa) , sono le dimensioni che ha scelto l'uomo! Il numero $6.67*10^-11$ che dà il valore di $G$ nelle unita del SI posso farlo diventare enorme o piccolissimo, più grande è l'unità di misura e più piccolo è il numero che esprime una grandezza fisica in quella unità : $1000 m = 1 km $. La misura è diversa perché è diversa l'unità di misura. Ma la distanza è sempre quella.
Quindi, tu puoi aggiustare a piacimento il valore numerico della costante cambiando le dimensioni, come hai detto. Ma non cambi affatto "la costante" da un punto di vista fisico, sia ben chiaro questo! La costante non dipende da te. La misura sí !
Ad ogni modo, posso accettare un modello atomico gravitazionale con l'elettrone ( non più carico) che ruota su orbita stabile attorno al protone (non più carico) , a similitudine della Luna che gira attorno alla Terra e non casca proprio perché gira. Ma l'entità della forza gravitazionale non posso modificarla io. E non posso sapere se questa stabilità dura o meno, non posso ritenere quantizzata quest'orbita e la sua energia.
Comunque, Io voglio accendere la luce quando si fa buio. Mi piace troppo. Perciò , ringraziamo madre natura, Coulomb e Maxwell e tutti gli altri, e teniamoci il nostro mondo come ce l'hanno dato.
Basta divagare.
Ma dai! Questo qui è un giochetto, non fare affermazioni che non puoi dimostrare, e nessuno ha dimostrato. Che cosa ne sai tu che la gravità si comporti come in meccanica quantistica?
Hamilton,
Io non sarei tanto sicuro circa il quadro prospettato. Ma rimaniamo pure nel gioco.
"hamilton":
Poi sulla temperatura, ok, è un po' freddino, ma il bello della cosmologia del big bang è che per qualsiasi temperatura possibile uno possa immaginare (sub-planckiana chiaro) c'è un momento in cui l'universo era a quella temperatura.
Non sono d'accordo. Innanzitutto, come leggo in : "La trama del cosmo" di Brian Greene, pag 317 :
Nel 1974 [….] alcuni fisici ipotizzarono che entro il tempo di $10^-35$ secondi dal big bang la temperatura era superiore a $10^28 $ gradi, e tre delle 4 forze fondamentali, la e.m. la debole e la forte, fossero parti di un tutto. In tali condizioni, fotoni, bosoni deboli e gluoni erano tutti intercambiabili. […..]Ma questa teoria non è stata mai confermata sperimentalmente.
Più avanti, a pag. 322, cap 10 , "decostruzione di un'esplosione" :
Molti pensano che il big bang descriva il momento della nascita dell'universo. Ma non è così. Il big bang descrive l'evoluzione del cosmo a partire da una frazione di secondo dopo il misterioso evento che ha portato l'universo ad avere un inizio, ma che non dice nulla su ciò che è successo al tempo zero. […..] Siamo nella spiacevole situazione di un big bang che lascia fuori il "bang" , e addirittura non dimostra che il "botto" ci sia stato davvero.
Perciò , io non mi azzarderei a fare illazioni su quell'infima temperatura che hai detto. A quella infima temperatura, dal big bang a oggi (anzi, dal momento in cui gli scienziati pensano di sapere qualcosa sulla storia del cosmo, cioè quel tempo infinitesimo dopo il botto, quando la temperatura era $10^28$ gradi) l'universo non c'è ancora arrivato, la CMB è ancora a 2.73 ºK no? Si raffredda da allora, non si riscalda.
Fra un protone e un elettrone, la legge di Newton e quella di Coulomb sono uguali. A fronte ci sono delle costanti, ma sono costanti dimensionali, quindi si possono aggiustare a piacimento cambiando le unità di misura. Quindi descrivono sostanzialmente lo stesso sistema su scale diverse.
Anche su questo discorso, non sono affatto d'accordo, mi spiace.
Che abbiano la stessa forma, le due leggi dette, d'accordo. ma le "costanti dimensionali" $G$ e $1/(4\pi\epsilon_0) $ non hanno niente a che vedere con le unità di misura scelte per "dare i numeri" !
Le costanti dette, in quanto costanti di natura, le ha stabilite la natura ( o chi per essa) , sono le dimensioni che ha scelto l'uomo! Il numero $6.67*10^-11$ che dà il valore di $G$ nelle unita del SI posso farlo diventare enorme o piccolissimo, più grande è l'unità di misura e più piccolo è il numero che esprime una grandezza fisica in quella unità : $1000 m = 1 km $. La misura è diversa perché è diversa l'unità di misura. Ma la distanza è sempre quella.
Quindi, tu puoi aggiustare a piacimento il valore numerico della costante cambiando le dimensioni, come hai detto. Ma non cambi affatto "la costante" da un punto di vista fisico, sia ben chiaro questo! La costante non dipende da te. La misura sí !
Ad ogni modo, posso accettare un modello atomico gravitazionale con l'elettrone ( non più carico) che ruota su orbita stabile attorno al protone (non più carico) , a similitudine della Luna che gira attorno alla Terra e non casca proprio perché gira. Ma l'entità della forza gravitazionale non posso modificarla io. E non posso sapere se questa stabilità dura o meno, non posso ritenere quantizzata quest'orbita e la sua energia.
Comunque, Io voglio accendere la luce quando si fa buio. Mi piace troppo. Perciò , ringraziamo madre natura, Coulomb e Maxwell e tutti gli altri, e teniamoci il nostro mondo come ce l'hanno dato.
Basta divagare.

grimx, congratulazioni ! Avete quantizzato la gravità , avete scoperto la gravità quantistica !
Ma dai! Questo qui è un giochetto, non fare affermazioni che non puoi dimostrare, e nessuno ha dimostrato. Che cosa ne sai tu che la gravità si comporti come in meccanica quantistica?
Perché cosa ho detto scusa? Non ho mica quantizzato nessuna gravità..
Io non voglio dimostrare niente e non ho dimostrato niente.
Ho solo detto come stanno le cose in Meccanica Quantistica, ovvero perché l'elettrone non cade nel nucleo. Questa cosa non l'ho inventata io, ma la puoi trovare anche su Internet. L'elettrone non cade nel nucleo perché viene pensato in meccanica quantistica né come particella né come onda. Non ho dimostrato come la gravità si comporta in meccanica quantistica, per niente.
Mi scuso se ti sono sembrato di voler "inventare nuove teorie", non era il mio punto.

Ciao!

"navigatore":
grimx, congratulazioni ! Avete quantizzato la gravità , avete scoperto la gravità quantistica !
Ma dai! Questo qui è un giochetto, non fare affermazioni che non puoi dimostrare, e nessuno ha dimostrato. Che cosa ne sai tu che la gravità si comporti come in meccanica quantistica?
no, c'è una differenza fra gravità quantistica e quantistica sotto un potenziale gravitazionale classico. La seconda, come ho linkato sopra, è stata addirittura esaminata sperimentalmente.
Non solo: comunque la gravità quantistica minima necessaria per discutere correzioni di quantum gravity all'atomo gravitazionale esiste già, nel senso che conosciamo nel limite nonrelativistico un metodo per calcolare le perturbazioni quantistiche arbitrarie alla legge di Newton dovute a diagrammi di feynman di ordine superiore; la prima (1-loop) correzione quantistica è assolutamente infima ed è stata recentemente calcolata esplicitamente, qui https://plus.google.com/117663015413546257905/posts/87iC8XYhubZ ne parla John Baez.
Il vero problema è la non rinormalizzabilità ad alte energie della gravità quantistica.
In ogni caso, la quantum gravity non entra in gioco in questa situazione freddissima. La questione è quantistica perché, come ha fatto notare grimx, le particelle sono quantistiche. Nel sistema del centro di massa, sono particelle quantistiche nonrelativistiche in un potenziale classico $V(x)$.
Non sono d'accordo. Innanzitutto, come leggo in : "La trama del cosmo" di Brian Greene, pag 317 :
Nel 1974 [….] alcuni fisici ipotizzarono che entro il tempo di $10^-35$ secondi dal big bang la temperatura era superiore a $10^28 $ gradi, e tre delle 4 forze fondamentali, la e.m. la debole e la forte, fossero parti di un tutto. In tali condizioni, fotoni, bosoni deboli e gluoni erano tutti intercambiabili. […..]Ma questa teoria non è stata mai confermata sperimentalmente.
Quello che non è confermato sperimentalmente è la grande unificazione, non l'affermazione sulle temperature. Che comunque non serve, infatti:
Perciò , io non mi azzarderei a fare illazioni su quell'infima temperatura che hai detto. A quella infima temperatura, dal big bang a oggi (anzi, dal momento in cui gli scienziati pensano di sapere qualcosa sulla storia del cosmo, cioè quel tempo infinitesimo dopo il botto, quando la temperatura era $10^28$ gradi) l'universo non c'è ancora arrivato, la CMB è ancora a 2.73 ºK no? Si raffredda da allora, non si riscalda.
esatto, il tempo corrispondente a quella temperatura è nel futuro lontano, non nel passato. Il futuro è più che certo, oramai. Giusto per chiarire, sul passato sappiamo molto, molto di più di quanto si sapeva quando è uscito il libro di Greene. Ma ha ragione che in generale è bene avere prudenza.
Che abbiano la stessa forma, le due leggi dette, d'accordo. ma le "costanti dimensionali" $G$ e $1/(4\pi\epsilon_0) $ non hanno niente a che vedere con le unità di misura scelte per "dare i numeri" !
Le costanti dette, in quanto costanti di natura, le ha stabilite la natura ( o chi per essa) , sono le dimensioni che ha scelto l'uomo! Il numero $6.67*10^-11$ che dà il valore di $G$ nelle unita del SI posso farlo diventare enorme o piccolissimo, più grande è l'unità di misura e più piccolo è il numero che esprime una grandezza fisica in quella unità : $1000 m = 1 km $. La misura è diversa perché è diversa l'unità di misura. Ma la distanza è sempre quella.
ma la distanza da sola non vuol dire nulla. Come si misura la "distanza assoluta"? Le uniche vere costanti stabilite dalla natura sono quelle adimensionali, ovvero le costanti di accoppiamento adimensionali delle interazioni fondamentali. Non solo: nel caso nonrelativistico, hai libertà addizionale e puoi liberarti anche di quest'ultime (se hai una sola interazione alla volta).
Quindi, tu puoi aggiustare a piacimento il valore numerico della costante cambiando le dimensioni, come hai detto. Ma non cambi affatto "la costante" da un punto di vista fisico, sia ben chiaro questo! La costante non dipende da te. La misura sí !
la fisicità è definita in termini di misurabilità. Misure della serie righelli e orologi.
Ad ogni modo, posso accettare un modello atomico gravitazionale con l'elettrone ( non più carico) che ruota su orbita stabile attorno al protone (non più carico) , a similitudine della Luna che gira attorno alla Terra e non casca proprio perché gira. Ma l'entità della forza gravitazionale non posso modificarla io. E non posso sapere se questa stabilità dura o meno, non posso ritenere quantizzata quest'orbita e la sua energia.
non è una questione di opinione sulla stabilità, hai un potenziale di interazione e risolvi l'equazione di Schroedinger con quel potenziale. Il problema è matematicamente identico all'atomo di idrogeno e ne condivide gli aspetti qualitativi delle soluzioni.
Comunque, Io voglio accendere la luce quando si fa buio. Mi piace troppo. Perciò , ringraziamo madre natura, Coulomb e Maxwell e tutti gli altri, e teniamoci il nostro mondo come ce l'hanno dato.
rispetto questa posizione ed esprimo anch'io la gratitudine per l'elettromagnetismo.
P.S.: chiarifico:
non serve la quantum gravity per risolvere l'atomo gravitazionale così come non serve la QED per risolvere l'atomo di idrogeno.
non serve la quantum gravity per risolvere l'atomo gravitazionale così come non serve la QED per risolvere l'atomo di idrogeno.
@grimx
non devi scusarti di nulla. Ma non occorreva che richiamassi i principi di base della MQ. Non vado su Internet a leggerli. Almeno quelli, li conosco.
@Hamilton
Ti ringrazio per la lunga e dotta spiegazione. Leggerò il link di Baez, ma devo prima inquadrare meglio la differenza che poni.
Il mio punto debole è la non conoscenza della MQ, per cui non posso procedere ad ulteriori obiezioni.
Quindi ora quoto solo questa porzione del tuo messaggio :
la fisicità è definita in termini di misurabilità. Misure della serie righelli e orologi. [/quote]
La tua frase che ho evidenziato si trova spesso nei testi di Relatività, sotto una forma leggermente diversa, a proposito di vari "paradossi" , e in specie a proposito della "contrazione delle lunghezze" di Lorentz . Si trova infatti scritto, come risposta a chi chiede : " Ma la contrazione di Lorentz è reale, o è solo una questione di misure che diminuiscono? "
La risposta suona così : " In fisica è reale ciò che si misura" . E questo vale sia per le lunghezze che per i tempi, dico in relatività.
Ora tu sai quanto io difenda la relatività, mi sono preso valanghe di insulti da un sacco di persone, e ho scritto anche parecchi topic dal titolo "RR for dummies" . Ma ti chiedo ( qui la questione sarebbe lunga e spinosa…, ma mi limito a una domanda) :
-Se un righello ha una lunghezza $L$ nel proprio riferimento di quiete, ed è "misurata" da tre OI in moto con 3 velocità diverse rispetto al righello, questi ottengono tre misure diverse. Quindi, secondo quella affermazione, tre "realtà" diverse da quella di quiete.
Quale di queste quattro realtà è quella "fisica" ?
Ma non temere, non ti faccio lavorare a rispondermi. LA risposta la dò io. Gli oggetti hanno esistenza non nello spazio e nel tempo considerati separatamente, ma nello spaziotempo (mi limito alla RR e quindi allo ST piatto di Minkowski), che ha quattro dimensioni. Il righello ha una sua striscia di universo, e questa striscia di universo è tagliata secondo "piani di contemporaneità" diversi da OI diversi. Perciò ogni OI ha diritto di considerare reale, per lui, ciò che egli misura.
Tempo fa, rispondendo a Emit a proposito della contrazione delle distanze, avevo scritto questo, che è il sunto delle idee di un famoso relativista , Vesselin Petkov :
"Emit, in Relatività gli oggetti hanno una loro esistenza quadridimensionale. Secondo Minkowski, la relatività della simultaneità implica "molti spazi" , giacchè uno spazio è definito come una classe di eventi simultanei . La simultaneità relativa e i "molti spazi" non possono esistere in un mondo tridimensionale.
Un corpo esteso spazialmente, come la matita o un corpo celeste, è definito in termini di simultaneità : tutte le parti del corpo prese a un "dato momento" di tempo. Ma "tempo di chi?". Di chi lo guarda, o misura, evidentemente. E sono in tanti, che possono misurare lo stesso corpo.
Se due osservatori diversi in moto relativo misurano lo stesso corpo, stanno in effetti misurando "due diversi corpi tridimensionali" , poiché ognuno di loro ha la propria classe di eventi simultanei. E questo è possibile soltanto se il "tubo di universo" è un reale oggetto 4-dimensionale. I due osservatori fanno sezioni diverse di questo tubo di universo.
Ma le due sezioni diverse non hanno un significato oggettivo. Esse sono solo un "descrizione" del tubo di universo in termini del nostro inappropriato linguaggio tridimensionale!
Basta questo a spiegare, per esempio, perché non ci sono tensioni o compressioni in un corpo relativisticamente contratto. Il corpo "contratto" non è un un reale oggetto 3-dimensionale che, nella nostra visione a 3d (siamo fatti così, separiamo lo spazio dal tempo, e sbagliamo secondo la Relatività !), si è accorciato e quindi deformato, poiché nello spaziotempo (a 4 dimensioni) non ci sono oggetti a tre dimensioni ! LA misura, ripeto, è fatta con una sezione del tubo di universo 4-dimensionale, e tutte le misure fatte da osservatori in moto rispetto all'oggetto danno un risultato minore della misura eseguita nel riferimento di quiete dell'oggetto. LE varie sezioni del tubo di universo fatte da vari osservatori hanno tutte la stessa valenza e diritto di essere. MA l'unica che ha "senso fisico" , è quella nel riferimento di quiete.
Visto che hanno la stessa valenza, non ci possono essere tensioni o compressioni "diverse" per osservatori "diversi".
Ecco, io sono d'accordo con questa visione. L'unica misura che ha senso fisico è quella nel riferimento di quiete. E bisogna capire che la relatività e una teoria della "misura" , di spazi e tempi, anzi di spaziotempo.
Tu che ne dici ? Qui è in gioco il concetto di realtà .
non devi scusarti di nulla. Ma non occorreva che richiamassi i principi di base della MQ. Non vado su Internet a leggerli. Almeno quelli, li conosco.
@Hamilton
Ti ringrazio per la lunga e dotta spiegazione. Leggerò il link di Baez, ma devo prima inquadrare meglio la differenza che poni.
Il mio punto debole è la non conoscenza della MQ, per cui non posso procedere ad ulteriori obiezioni.
Quindi ora quoto solo questa porzione del tuo messaggio :
"hamilton":
[quote="navigatore"]Quindi, tu puoi aggiustare a piacimento il valore numerico della costante cambiando le dimensioni, come hai detto. Ma non cambi affatto "la costante" da un punto di vista fisico, sia ben chiaro questo! La costante non dipende da te. La misura sí !
la fisicità è definita in termini di misurabilità. Misure della serie righelli e orologi. [/quote]
La tua frase che ho evidenziato si trova spesso nei testi di Relatività, sotto una forma leggermente diversa, a proposito di vari "paradossi" , e in specie a proposito della "contrazione delle lunghezze" di Lorentz . Si trova infatti scritto, come risposta a chi chiede : " Ma la contrazione di Lorentz è reale, o è solo una questione di misure che diminuiscono? "
La risposta suona così : " In fisica è reale ciò che si misura" . E questo vale sia per le lunghezze che per i tempi, dico in relatività.
Ora tu sai quanto io difenda la relatività, mi sono preso valanghe di insulti da un sacco di persone, e ho scritto anche parecchi topic dal titolo "RR for dummies" . Ma ti chiedo ( qui la questione sarebbe lunga e spinosa…, ma mi limito a una domanda) :
-Se un righello ha una lunghezza $L$ nel proprio riferimento di quiete, ed è "misurata" da tre OI in moto con 3 velocità diverse rispetto al righello, questi ottengono tre misure diverse. Quindi, secondo quella affermazione, tre "realtà" diverse da quella di quiete.
Quale di queste quattro realtà è quella "fisica" ?
Ma non temere, non ti faccio lavorare a rispondermi. LA risposta la dò io. Gli oggetti hanno esistenza non nello spazio e nel tempo considerati separatamente, ma nello spaziotempo (mi limito alla RR e quindi allo ST piatto di Minkowski), che ha quattro dimensioni. Il righello ha una sua striscia di universo, e questa striscia di universo è tagliata secondo "piani di contemporaneità" diversi da OI diversi. Perciò ogni OI ha diritto di considerare reale, per lui, ciò che egli misura.
Tempo fa, rispondendo a Emit a proposito della contrazione delle distanze, avevo scritto questo, che è il sunto delle idee di un famoso relativista , Vesselin Petkov :
"Emit, in Relatività gli oggetti hanno una loro esistenza quadridimensionale. Secondo Minkowski, la relatività della simultaneità implica "molti spazi" , giacchè uno spazio è definito come una classe di eventi simultanei . La simultaneità relativa e i "molti spazi" non possono esistere in un mondo tridimensionale.
Un corpo esteso spazialmente, come la matita o un corpo celeste, è definito in termini di simultaneità : tutte le parti del corpo prese a un "dato momento" di tempo. Ma "tempo di chi?". Di chi lo guarda, o misura, evidentemente. E sono in tanti, che possono misurare lo stesso corpo.
Se due osservatori diversi in moto relativo misurano lo stesso corpo, stanno in effetti misurando "due diversi corpi tridimensionali" , poiché ognuno di loro ha la propria classe di eventi simultanei. E questo è possibile soltanto se il "tubo di universo" è un reale oggetto 4-dimensionale. I due osservatori fanno sezioni diverse di questo tubo di universo.
Ma le due sezioni diverse non hanno un significato oggettivo. Esse sono solo un "descrizione" del tubo di universo in termini del nostro inappropriato linguaggio tridimensionale!
Basta questo a spiegare, per esempio, perché non ci sono tensioni o compressioni in un corpo relativisticamente contratto. Il corpo "contratto" non è un un reale oggetto 3-dimensionale che, nella nostra visione a 3d (siamo fatti così, separiamo lo spazio dal tempo, e sbagliamo secondo la Relatività !), si è accorciato e quindi deformato, poiché nello spaziotempo (a 4 dimensioni) non ci sono oggetti a tre dimensioni ! LA misura, ripeto, è fatta con una sezione del tubo di universo 4-dimensionale, e tutte le misure fatte da osservatori in moto rispetto all'oggetto danno un risultato minore della misura eseguita nel riferimento di quiete dell'oggetto. LE varie sezioni del tubo di universo fatte da vari osservatori hanno tutte la stessa valenza e diritto di essere. MA l'unica che ha "senso fisico" , è quella nel riferimento di quiete.
Visto che hanno la stessa valenza, non ci possono essere tensioni o compressioni "diverse" per osservatori "diversi".
Ecco, io sono d'accordo con questa visione. L'unica misura che ha senso fisico è quella nel riferimento di quiete. E bisogna capire che la relatività e una teoria della "misura" , di spazi e tempi, anzi di spaziotempo.
Tu che ne dici ? Qui è in gioco il concetto di realtà .
vorrei evitare a tutti i costi di parlare di filosofia, perché non sono competente.
Però io argomenterei che qui
non ci sono tre misure diverse della stessa quantità, ma misure di tre quantità diverse. Come hai detto, sono misure di sezioni diverse del tubo di universo, quindi sono osservabili diverse.
E quindi mi piacerebbe riscrivere questa
come qualcosa di più dolce, come: quella nel riferimento di quiete è la più facile da leggere. Considera questo:
in un sistema di riferimento in moto relativistico rispetto al nostro corpo rigido, le leggi dell'elettrodinamica e le altre interazioni fondamentali valgono invariate (essendo covarianti). Il corpo è veramente contratto, ma la relazioni fra e le definizioni di quantità tipo tensione o altre sono profondamente diverse, perché le cariche costituenti sono in moto relativistico e hanno dei campi magnetici enormi e non trascurabili. Gli atomi sono complicati e deformati. Alla fine si torna sempre alla legge di Coulomb, e a quando vale. Come è possibile che un sistema così complicato si tenga perfettamente insieme? Semplicemente, la dimostrazione è ovvia se si passa al sistema di quiete e poi si ritrasforma indietro. Ma questo identifica il sistema di quiete come quello della fisica semplice, non della fisica vera.
Sarebbe un bell'esercizio verificare che un protone e un elettrone in moto parallelo a $\frac{c}{2}$ abbiano uno stato legato che è il trasformato di Lorentz dell'atomo di idrogeno, e verificare inoltre che in un certo senso è veramente schiacciato. Non abbiamo bisogno di fare questo calcolo, comunque. Sappiamo che deve essere così, perché l'elettromagnetismo è covariante.
La misura della lunghezza di un corpo in moto relativistico è una misura più che vera, secondo me, e la contrazione è assolutamente reale.
Rimane verissimo allo stesso tempo che stiamo facendo misure su sezioni del tubo di universo. Ma allora questo dovrebbe suggerire che l'essenza sta nel tubo, non nelle sezioni a tempo proprio (del corpo) costante, e che la scelta del sistema di riferimento significa introdurre inevitabilmente una certa arbitrarietà nella scelta delle quantità sulla quale costruire una teoria. Questa non è una caratteristica solo della relatività, ovviamente, ma è una realtà generale della fisica, specialmente fondamentale. Mi permetto di dire che è il principio fondante, anzi. Per questo spesso non mi sento di assegnare alla relatività questa valenza mistica/misterica: perché in questo aspetto è una delle teorie più miti. La storia di identificare le quantità osservabili e le quantità fondamentali (nel senso di utili per la descrizione del problema) e riconoscere che spesso e volentieri sono insiemi radicalmente diversi è già estremamente più ricca nel solo elettromagnetismo.
Quello che io ho riscontrato nel mio breve percorso è che la ricerca invece di quelle che sono le quantità "vere" o di "senso fisico" diventa sempre più disperata più a fondo si va. E questo è un fatto tragico solo se ti importa.
Però io argomenterei che qui
-Se un righello ha una lunghezza L nel proprio riferimento di quiete, ed è "misurata" da tre OI in moto con 3 velocità diverse rispetto al righello, questi ottengono tre misure diverse. Quindi, secondo quella affermazione, tre "realtà" diverse da quella di quiete.
non ci sono tre misure diverse della stessa quantità, ma misure di tre quantità diverse. Come hai detto, sono misure di sezioni diverse del tubo di universo, quindi sono osservabili diverse.
E quindi mi piacerebbe riscrivere questa
MA l'unica che ha "senso fisico" , è quella nel riferimento di quiete.
come qualcosa di più dolce, come: quella nel riferimento di quiete è la più facile da leggere. Considera questo:
in un sistema di riferimento in moto relativistico rispetto al nostro corpo rigido, le leggi dell'elettrodinamica e le altre interazioni fondamentali valgono invariate (essendo covarianti). Il corpo è veramente contratto, ma la relazioni fra e le definizioni di quantità tipo tensione o altre sono profondamente diverse, perché le cariche costituenti sono in moto relativistico e hanno dei campi magnetici enormi e non trascurabili. Gli atomi sono complicati e deformati. Alla fine si torna sempre alla legge di Coulomb, e a quando vale. Come è possibile che un sistema così complicato si tenga perfettamente insieme? Semplicemente, la dimostrazione è ovvia se si passa al sistema di quiete e poi si ritrasforma indietro. Ma questo identifica il sistema di quiete come quello della fisica semplice, non della fisica vera.
Sarebbe un bell'esercizio verificare che un protone e un elettrone in moto parallelo a $\frac{c}{2}$ abbiano uno stato legato che è il trasformato di Lorentz dell'atomo di idrogeno, e verificare inoltre che in un certo senso è veramente schiacciato. Non abbiamo bisogno di fare questo calcolo, comunque. Sappiamo che deve essere così, perché l'elettromagnetismo è covariante.
La misura della lunghezza di un corpo in moto relativistico è una misura più che vera, secondo me, e la contrazione è assolutamente reale.
Rimane verissimo allo stesso tempo che stiamo facendo misure su sezioni del tubo di universo. Ma allora questo dovrebbe suggerire che l'essenza sta nel tubo, non nelle sezioni a tempo proprio (del corpo) costante, e che la scelta del sistema di riferimento significa introdurre inevitabilmente una certa arbitrarietà nella scelta delle quantità sulla quale costruire una teoria. Questa non è una caratteristica solo della relatività, ovviamente, ma è una realtà generale della fisica, specialmente fondamentale. Mi permetto di dire che è il principio fondante, anzi. Per questo spesso non mi sento di assegnare alla relatività questa valenza mistica/misterica: perché in questo aspetto è una delle teorie più miti. La storia di identificare le quantità osservabili e le quantità fondamentali (nel senso di utili per la descrizione del problema) e riconoscere che spesso e volentieri sono insiemi radicalmente diversi è già estremamente più ricca nel solo elettromagnetismo.
Quello che io ho riscontrato nel mio breve percorso è che la ricerca invece di quelle che sono le quantità "vere" o di "senso fisico" diventa sempre più disperata più a fondo si va. E questo è un fatto tragico solo se ti importa.
"hamilton":
vorrei evitare a tutti i costi di parlare di filosofia, perché non sono competente.
Io neppure, ma non è filosofia.
Però io argomenterei che qui
[quote]-Se un righello ha una lunghezza L nel proprio riferimento di quiete, ed è "misurata" da tre OI in moto con 3 velocità diverse rispetto al righello, questi ottengono tre misure diverse. Quindi, secondo quella affermazione, tre "realtà" diverse da quella di quiete.
non ci sono tre misure diverse della stessa quantità, ma misure di tre quantità diverse. Come hai detto, sono misure di sezioni diverse del tubo di universo, quindi sono osservabili diverse.[/quote]
Posso essere d'accordo. Comunque si tratta di "misure diverse" ; per me non si tratta di "accorciamento fisico" del copro in moto, che comporterebbe una deformazione una compressione del corpo in moto. Un celebre relativista, Roman Sexl, così scrive nel suo libro "Spaziotempo" :
Per noi oggi la contrazione di L. non è reale nel senso che ad essa è legata una deformazione e compressione dei corpi, perché allora, nell'esempio dell'automobile , le ruote dell'auto esploderebbero nella rotazione per effetto delle continue deformazioni. Questo tuttavia non significa che con la spiegazione relativistica della contrazione questa sia soltanto presente in apparenza e si sottragga a una osservazione sperimentale. I due esempi seguenti hanno lo scopo di chiarire questo punto […..] (gli esempi sono: i muoni nell'alta atmosfera; e la contrazione del campo coulombiano, su cui poi l'autore torna in seguito per darne la corretta interpretazione con le TL del campo e.m. tra rif. in. in moto ) .
….in un sistema di riferimento in moto relativistico rispetto al nostro corpo rigido, le leggi dell'elettrodinamica e le altre interazioni fondamentali valgono invariate (essendo covarianti)
Si ,certo, sappiamo bene che la covarianza delle equazioni di Maxwell sussiste naturalmente per TL , non sussite per trasformazioni di Galileo.
Il corpo è veramente contratto, ma la relazioni fra e le definizioni di quantità tipo tensione o altre sono profondamente diverse, perché le cariche costituenti sono in moto relativistico e hanno dei campi magnetici enormi e non trascurabili. Gli atomi sono complicati e deformati. Alla fine si torna sempre alla legge di Coulomb, e a quando vale. Come è possibile che un sistema così complicato si tenga perfettamente insieme? Semplicemente, la dimostrazione è ovvia se si passa al sistema di quiete e poi si ritrasforma indietro. Ma questo identifica il sistema di quiete come quello della fisica semplice, non della fisica vera.
Non sono d'accordo sul corpo "veramente" contratto; il resto va da sé. Bisognerebbe a questo punto formulare una teoria relativistica dell'elasticità , con lo studio delle tensioni e delle deformazioni. Credo che qualcosa esista già, e certo non è fisica facile.
Sarebbe un bell'esercizio verificare che un protone e un elettrone in moto parallelo a $\frac{c}{2}$ abbiano uno stato legato che è il trasformato di Lorentz dell'atomo di idrogeno, e verificare inoltre che in un certo senso è veramente schiacciato. Non abbiamo bisogno di fare questo calcolo, comunque. Sappiamo che deve essere così, perché l'elettromagnetismo è covariante.
Già detto, l'elettromagnetismo è covariante.
La misura della lunghezza di un corpo in moto relativistico è una misura più che vera, secondo me, e la contrazione è assolutamente reale.
Ripeto il mio punto di vista : la misura è verissima, ci mancherebbe. Ma è la misura ad essere contratta, perché è una conseguenza inevitabile delle TL, del ritardo degli orologi in moto, della relatività della contemporaneità. Non è il corpo che si comprime e si deforma. Seconde me, ripeto, e secondo numerosi relativisti. Ma c'è chi sostiene anche il tuo punto di vista. Per esempio Wolfgang Rindler è un convinto assertore della realtà della contrazione del corpo. Allora qui la partita si gioca sul significato del termine "reale".
Rimane verissimo allo stesso tempo che stiamo facendo misure su sezioni del tubo di universo. Ma allora questo dovrebbe suggerire che l'essenza sta nel tubo, non nelle sezioni a tempo proprio (del corpo) costante, e che la scelta del sistema di riferimento significa introdurre inevitabilmente una certa arbitrarietà nella scelta delle quantità sulla quale costruire una teoria.
Certo, esiste il tubo di universo, che osservatori diversi tagliano con piani di simultaneità diversi. Sfondi una porta aperta su questo.
Questa non è una caratteristica solo della relatività, ovviamente, ma è una realtà generale della fisica, specialmente fondamentale. Mi permetto di dire che è il principio fondante, anzi. Per questo spesso non mi sento di assegnare alla relatività questa valenza mistica/misterica: perché in questo aspetto è una delle teorie più miti. La storia di identificare le quantità osservabili e le quantità fondamentali (nel senso di utili per la descrizione del problema) e riconoscere che spesso e volentieri sono insiemi radicalmente diversi è già estremamente più ricca nel solo elettromagnetismo.
Quello che io ho riscontrato nel mio breve percorso è che la ricerca invece di quelle che sono le quantità "vere" o di "senso fisico" diventa sempre più disperata più a fondo si va. E questo è un fatto tragico solo se ti importa.
D'accordo. La RR e la RG non sono, in fondo, così mistiche come qualcuno vorrebbe. Il fatto è che spesso si prendono grossi abbagli, e non si sanno risolvere delle situazioni apparentemente paradossali, perché l'essere umano è da sempre abituato a ragionare in termini di spazio separato dal tempo. E poi in RG il discorso si fa più complicato, poiché lo scopo ultimo della RG è quello di scrivere equazioni valide in tutti i riferimenti, non solo quelli inerziali. Percio la sua matematica tensoriale è così complessa.
Per il resto, non ho fatto le tue esperienze, non saprei dire.
"Tuttavia , in certi casi la forza di gravità può essere molto, molto intensa. In astrofisica relativistica, si vede che stelle aventi massa inferiore a circa 10MS (massa del Sole) terminano la propria vita o come nane bianche ( se la loro massa è inferiore a un certo limite, che vale circa 1.4MS , detto "limite di Chandrasekar " ) oppure come stelle di neutroni. Stelle di massa superiore a circa 10MS diventano buchi neri."
quello che volevo sapere (credo riguardo all'astrofisica) è se in assenza della forza di Coulomb tramite l'attrazione solo gravitazionale si potrebbero creare facilmente oltre ai buchineri delle supernove ovvero stelle che hanno una massa talmente elevata da esplodere
quello che volevo sapere (credo riguardo all'astrofisica) è se in assenza della forza di Coulomb tramite l'attrazione solo gravitazionale si potrebbero creare facilmente oltre ai buchineri delle supernove ovvero stelle che hanno una massa talmente elevata da esplodere
"Trashmob":
"Tuttavia , in certi casi la forza di gravità può essere molto, molto intensa. In astrofisica relativistica, si vede che stelle aventi massa inferiore a circa 10MS (massa del Sole) terminano la propria vita o come nane bianche ( se la loro massa è inferiore a un certo limite, che vale circa 1.4MS , detto "limite di Chandrasekar " ) oppure come stelle di neutroni. Stelle di massa superiore a circa 10MS diventano buchi neri."
quello che volevo sapere (credo riguardo all'astrofisica) è se in assenza della forza di Coulomb tramite l'attrazione solo gravitazionale si potrebbero creare facilmente oltre ai buchineri delle supernove ovvero stelle che hanno una massa talmente elevata da esplodere
No, senza la forza di Coulomb non si formerebbero stelle e altri oggetti massicci, perché la forza di Coulomb fornisce l'attrito necessario per perdere energia. Per fare un esempio, la materia oscura interagisce gravitazionalmente ma non elettromagneticamente, e infatti non riesce ad addensarsi in "stelle" o oggetti simili. Continua piuttosto a rimbalzare attraverso corpi massicci visibili, senza perdere energia.
"hamilton":
[quote="Trashmob"]"Tuttavia , in certi casi la forza di gravità può essere molto, molto intensa. In astrofisica relativistica, si vede che stelle aventi massa inferiore a circa 10MS (massa del Sole) terminano la propria vita o come nane bianche ( se la loro massa è inferiore a un certo limite, che vale circa 1.4MS , detto "limite di Chandrasekar " ) oppure come stelle di neutroni. Stelle di massa superiore a circa 10MS diventano buchi neri."
quello che volevo sapere (credo riguardo all'astrofisica) è se in assenza della forza di Coulomb tramite l'attrazione solo gravitazionale si potrebbero creare facilmente oltre ai buchineri delle supernove ovvero stelle che hanno una massa talmente elevata da esplodere
No, senza la forza di Coulomb non si formerebbero stelle e altri oggetti massicci, perché la forza di Coulomb fornisce l'attrito necessario per perdere energia. Per fare un esempio, la materia oscura interagisce gravitazionalmente ma non elettromagneticamente, e infatti non riesce ad addensarsi in "stelle" o oggetti simili. Continua piuttosto a rimbalzare attraverso corpi massicci visibili, senza perdere energia.[/quote]
Non ho capito molto bene "fornisce l'attrito necessario per perdere energia" potresti spiegarmi?
Quindi solamente ciò che è direttamente osservabile dai nostri occhi è formato di particelle attratte dalla forza di Coulomb mentre ciò che non è direttamente osservabile (come la materia oscura) è formato di particelle attratte solamente dalla gravità?
La maggior parte della densità di energia dell'Universo è costituito da energia oscura; la maggior parte della materia (la quale contribuisce anch'essa alla densità di energia) è materia oscura. Sappiamo che la materia oscura interagisce gravitazionalmente (tutto interagisce gravitazionalmente), ma chiaramente non interagisce o interagisce molto debolmente elettromagneticamente (non parlo solo della legge di Coulomb, parlo anche di effetti elettromagnetici di ordine superiore), per il semplice motivo che se così non fosse, la vedremmo.
Argomenti simili ti permettono di dedurre la stessa cosa per le altre forze fondamentali, ovvero che gli accoppiamenti sono nulli o molto piccoli.
Non si tratta solo dei nostri occhi, ma qualsiasi tipo di osservatorio o rilevatore ad oggi costruito. La presenza della materia oscura è deducibile solo attraverso l'effetto gravitazionale.
Ci sono svariate teorie ma la maggior parte delle persone sono pronte a scommettere che la materia oscura è costituita da un singolo tipo di particella massiva debolmente interagente con se stessa e con quelle del modello standard (WIMP).
Comunque, quello che intendevo è questo: la materia (visibile) nell'universo è elettricamente neutra, ma generalmente ha, su scala microscopica, momenti di dipolo, quadrupolo, eccetera. Ad esempio, la molecola di idrogeno è costituita da due cariche negativa e due positive; anche se la sua carica totale è nulla, risponderà comunque in qualche modo ai campi elettromagnetici, non si comporterà come una particella puntiforme neutra. Ovviamente questo comportamento si misura solo su scale molto piccole; su scale molto più grandi della taglia della molecola una massa di idrogeno è a tutti gli effetti neutra. Questo vuol dire che fra grandi masse di idrogeno non si stabiliscono forze, ma fra le singole molecole, quando sono vicine, sì.
L'interazione gravitazionale ha una fenomenologia opposta: la molecola non è gravitazionalmente neutra (la somma delle masse ammonta ad una massa positiva). Quindi masse grandi di idrogeno interagiscono gravitazionalmente. Inoltre, la gravitazione è estremamente debole: su scale piccole, non è significativa. Quindi le molecole non sentono effetti gravitazionali significativi dovuti alle loro vicine.
Prendi un guscio sottile di raggio planetario di gas idrogeno. Inizierà a contrarsi sotto la sua stessa forza gravitazionale, accelerando radialmente sempre di più. Se il raggio diminuisce, aumenta la densità. Quando le molecole saranno abbastanza vicine, inizieranno a interagire sotto effetti elettromagnetici di ordine superiore (forze di van der Waals) e la loro energia cinetica "pulita" immagazzinata in un moto puramente radiale viene scambiata con le vicine e il moto delle singole particelle diventa in parte casuale. Parte dell'energia cinetica di un elemento di fluido viene trasformata in energia cinetica di moti casuali delle singole particelle... stiamo descrivendo ovviamente l'attrito, e il gas si sta scaldando. Non tutta l'energia cinetica si perde e il gas "rimbalza", cioè le molecole attraversano con velocità massima il centro del guscio, il quale inizia di nuovo ad espandersi (rallentando). Il raggio massimo sarà più piccolo di quello originale, perché abbiamo perso parte dell'energia in calore. Dopo molti cicli, il gas è in una situazione di equilibrio dinamico, ha il raggio minimo permesso dalla sua pressione (anche per l'esistenza della pressione è fondamentale la presenza delle forze di van der Waals, che tra parentesi sono conseguenza di Coulomb), ed è più caldo.
Prendi un guscio sottile di materia oscura... avrai intuito cosa succede. Senza interazioni a corto raggio, non hai mai attrito. Il guscio si comprime sotto il suo campo gravitazionale, ma poi "rimbalza" senza perdere energia in calore. Non potrà mai coalescere in un corpo stabile.
Argomenti simili ti permettono di dedurre la stessa cosa per le altre forze fondamentali, ovvero che gli accoppiamenti sono nulli o molto piccoli.
Non si tratta solo dei nostri occhi, ma qualsiasi tipo di osservatorio o rilevatore ad oggi costruito. La presenza della materia oscura è deducibile solo attraverso l'effetto gravitazionale.
Ci sono svariate teorie ma la maggior parte delle persone sono pronte a scommettere che la materia oscura è costituita da un singolo tipo di particella massiva debolmente interagente con se stessa e con quelle del modello standard (WIMP).
Comunque, quello che intendevo è questo: la materia (visibile) nell'universo è elettricamente neutra, ma generalmente ha, su scala microscopica, momenti di dipolo, quadrupolo, eccetera. Ad esempio, la molecola di idrogeno è costituita da due cariche negativa e due positive; anche se la sua carica totale è nulla, risponderà comunque in qualche modo ai campi elettromagnetici, non si comporterà come una particella puntiforme neutra. Ovviamente questo comportamento si misura solo su scale molto piccole; su scale molto più grandi della taglia della molecola una massa di idrogeno è a tutti gli effetti neutra. Questo vuol dire che fra grandi masse di idrogeno non si stabiliscono forze, ma fra le singole molecole, quando sono vicine, sì.
L'interazione gravitazionale ha una fenomenologia opposta: la molecola non è gravitazionalmente neutra (la somma delle masse ammonta ad una massa positiva). Quindi masse grandi di idrogeno interagiscono gravitazionalmente. Inoltre, la gravitazione è estremamente debole: su scale piccole, non è significativa. Quindi le molecole non sentono effetti gravitazionali significativi dovuti alle loro vicine.
Prendi un guscio sottile di raggio planetario di gas idrogeno. Inizierà a contrarsi sotto la sua stessa forza gravitazionale, accelerando radialmente sempre di più. Se il raggio diminuisce, aumenta la densità. Quando le molecole saranno abbastanza vicine, inizieranno a interagire sotto effetti elettromagnetici di ordine superiore (forze di van der Waals) e la loro energia cinetica "pulita" immagazzinata in un moto puramente radiale viene scambiata con le vicine e il moto delle singole particelle diventa in parte casuale. Parte dell'energia cinetica di un elemento di fluido viene trasformata in energia cinetica di moti casuali delle singole particelle... stiamo descrivendo ovviamente l'attrito, e il gas si sta scaldando. Non tutta l'energia cinetica si perde e il gas "rimbalza", cioè le molecole attraversano con velocità massima il centro del guscio, il quale inizia di nuovo ad espandersi (rallentando). Il raggio massimo sarà più piccolo di quello originale, perché abbiamo perso parte dell'energia in calore. Dopo molti cicli, il gas è in una situazione di equilibrio dinamico, ha il raggio minimo permesso dalla sua pressione (anche per l'esistenza della pressione è fondamentale la presenza delle forze di van der Waals, che tra parentesi sono conseguenza di Coulomb), ed è più caldo.
Prendi un guscio sottile di materia oscura... avrai intuito cosa succede. Senza interazioni a corto raggio, non hai mai attrito. Il guscio si comprime sotto il suo campo gravitazionale, ma poi "rimbalza" senza perdere energia in calore. Non potrà mai coalescere in un corpo stabile.
grazie della risposta esaustiva, ma diciamo che mi sono confuso ancora di più.. in pratica mi hai spiegato come la materia oscura (creata tramite l'attrazione gravitazionale e non elettromagnetica) non è visibile?
la materia oscura non è creata dall'attrazione gravitazionale. Semplicemente interagisce gravitazionalmente (ha un campo gravitazionale, risente della forza gravitazionale) ma non percepisce per niente o quasi per niente le forze elettromagnetiche né produce campi elettromagnetici. Sarebbe composta di singole particelle che a loro volta non interagiscono fra loro. Semplicemente vaga intorno agli oggetti massicci e forma intorno ad essi delle grandi nubi. C'è una nube di materia oscura galattica, e addensamenti locali corrispondenti alle stelle; anche il sole ha la sua nube di materia oscura. La materia oscura (insieme ad altre robe) attraversa costantemente i nostri corpi (infatti la solidità dei corpi è una conseguenza della legge di Coulomb).
Gli oggetti visibili lo sono perché interagiscono con la radiazione elettromagnetica. Quando un onda elettromagnetica (ad esempio luce visibile) incide su un corpo visibile, le cariche risentono dei campi EM che costituiscono l'onda e oscillano. Oscillando emettono a loro volta radiazione alla stessa frequenza. Macroscopicamente la radiazione è stata riflessa dalla superficie dell'oggetto, e parte di essa si dirige verso l'osservatore.
Inoltre, un oggetto visibile interposto fra una sorgente luminosa e l'osservatore assorbe la radiazione incidente proveniente dalla sorgente.
Alcuni oggetti sono trasparenti ad alcune frequenze, quindi possono essere invisibili all'occhio, ad esempio. Ma nessuna materia ordinaria è trasparente a tutto lo spettro. Con strumenti ottici diversi è sempre possibile trovarla. Questa è la materia ordinaria. Apri questo http://www.chromoscope.net/ e nota come alcuni oggetti passano da visibili luminosi, a visibili scuri, a invisibili al variare della frequenza a cui li osservi.
La materia oscura non ha alcun tipo di interazione elettromagnetica (o quasi nessuno). Dunque la radiazione passa completamente attraverso. Per cui è completamente invisibile ad ogni frequenza plausibile.
Gli oggetti visibili lo sono perché interagiscono con la radiazione elettromagnetica. Quando un onda elettromagnetica (ad esempio luce visibile) incide su un corpo visibile, le cariche risentono dei campi EM che costituiscono l'onda e oscillano. Oscillando emettono a loro volta radiazione alla stessa frequenza. Macroscopicamente la radiazione è stata riflessa dalla superficie dell'oggetto, e parte di essa si dirige verso l'osservatore.
Inoltre, un oggetto visibile interposto fra una sorgente luminosa e l'osservatore assorbe la radiazione incidente proveniente dalla sorgente.
Alcuni oggetti sono trasparenti ad alcune frequenze, quindi possono essere invisibili all'occhio, ad esempio. Ma nessuna materia ordinaria è trasparente a tutto lo spettro. Con strumenti ottici diversi è sempre possibile trovarla. Questa è la materia ordinaria. Apri questo http://www.chromoscope.net/ e nota come alcuni oggetti passano da visibili luminosi, a visibili scuri, a invisibili al variare della frequenza a cui li osservi.
La materia oscura non ha alcun tipo di interazione elettromagnetica (o quasi nessuno). Dunque la radiazione passa completamente attraverso. Per cui è completamente invisibile ad ogni frequenza plausibile.
Ok grazie di nuovo per la risposta, comunque ora andiamo oltre al vero argomento, penso di aver capito ciò che cercavo di capire