Errore massimo , errore statistico ...
Facendo alcune esperienze di laboratorio circa la misurazione della costante elastica di una molla e l'accelerazione gravitazione attraverso il pendolo , mi sono imbattuto nella differenza tra errore massimo ed errore statistico . A dir la verità mi sembra molto labile il confine tra le due , dal momento che non riesco a trovare un confine netto . Da ciò che abbiam fatto ho compreso che nel momento in cui si ottiene sempre una stessa misura ( ad esempio misurando la massa del pesetto ) si può parlare di errore massimo , il quale errore si ottiene attraverso la sensibilità dello strumento . Nel caso in cui le misurazioni sono abbastanza sfalsate tra loro si applica l'errore statistico e dunque si calcolano $ bar(X) $ ( valor medio) e sigma ( scarto quadratico medio ) . Che ne dite voi ? Avreste qualche definizione più rigorosa ? Ringrazio anticipatamente per la collaborazione !

Risposte
Sono due concetti diversi. In generale, vanno considerati entrambi. Voglio dire, se eseguo delle misure affette da errore casuale con uno strumento di bassa sensibilità, non posso non considerare anche questo ultimo aspetto. Nella stragrande maggioranza dei casi sono indipendenti. Quindi, quando sono confrontabili, andrebbero sommati in quadratura.
In che senso " sommati in quadratura " ? Perdonami , ma so che è possibile sommare errori massimi OPPURE errori statistica , non ho mai sentito parlare di questa sorte di unione "ibrida" tra i due . Potresti darmi qualche particolare a riguardo ?
Questo messaggio è andato perso.

Caspita , quindi non è per nulla banale :/ Pensavo fosse più semplice del previsto . Dunque nel momento in cui ho le due tipologie di errore , devo seguire questa strada ?
Ho sbadatamente cancellato il messaggio precedente. Spero non sia un problema.
Questi sono i miei ricordi. Del resto, come ben sai, l'incertezza casuale può essere resa piccola quanto si vuole, a patto di fare un numero sufficiente di misure. Ad un certo punto le due incertezze potrebbero risultare confrontabili. Allora delle due l'una:
1. Continui a ripetere la misura, così, al limite, ti resta quella derivante dalla sensibilità dello strumento, in quanto quella casuale è diventata trascurabile.
2. Ti fermi ed avendo incertezze confrontabili applichi quella formula.
In ogni modo, ti confesso che questo era uno dei miei crucci ai tempi degli esami in laboratorio. Purtroppo, non ho mai trovato del materiale sufficientemente rigoroso al riguardo. Ma sono abbastanza sicuro di aver dovuto applicarla nell'esperimento del pendolo di Maxwell: $50$ misure temporali con un cronometro analogico la cui sensibilità non era certo superiore al decimo di secondo.
Questi sono i miei ricordi. Del resto, come ben sai, l'incertezza casuale può essere resa piccola quanto si vuole, a patto di fare un numero sufficiente di misure. Ad un certo punto le due incertezze potrebbero risultare confrontabili. Allora delle due l'una:
1. Continui a ripetere la misura, così, al limite, ti resta quella derivante dalla sensibilità dello strumento, in quanto quella casuale è diventata trascurabile.
2. Ti fermi ed avendo incertezze confrontabili applichi quella formula.
In ogni modo, ti confesso che questo era uno dei miei crucci ai tempi degli esami in laboratorio. Purtroppo, non ho mai trovato del materiale sufficientemente rigoroso al riguardo. Ma sono abbastanza sicuro di aver dovuto applicarla nell'esperimento del pendolo di Maxwell: $50$ misure temporali con un cronometro analogico la cui sensibilità non era certo superiore al decimo di secondo.
Ecco , difatti non si riescono a trovare definizioni rigorose a riguardo e a riguardo della metodologia stessa da applicare ! Talvolta è meno banale di quanto possa sembrare ! Comunque grazie di tutto !
