Circuit0
Salve a tutti!
C'è qualcuno che mi può spiegare cos'è il rapporto di reiezione di modo comune e perchè all'aumentare della frequenza del segnale di modo comune ho un'andamento del CMRR in funzione della frequenza ?
Grazie mille
C'è qualcuno che mi può spiegare cos'è il rapporto di reiezione di modo comune e perchè all'aumentare della frequenza del segnale di modo comune ho un'andamento del CMRR in funzione della frequenza ?
Grazie mille
Risposte
Tramite semplici passaggi algebrici, si può mostrare che un circuito lineare con due ingressi (si ipotizzi che le grandezze di ingresso e uscita siano tensioni) ha una risposta del tipo
$V_o = A_d * V_d + A_(cm) * V_(cm)$
ovvero una combinazione lineare tra la differenza degli ingressi ($V_d$) e il modo comune ($V_(cm)$).
Definiamo CMRR la quantità $A_d/A_(cm)$, ovvero il rapporto tra il guadagno differenziale e il guadagno di modo comune.
In molte applicazioni, si vuole che il CMRR sia elevato. Abbattere il modo comune ha sicuramente il vantaggio di evitare il ricorso a condensatori di disaccoppiamento tra stadi successivi di un circuito (i condensatori di disaccoppiamento, che sono di capacità piuttosto elevata, sono difficili da integrare e pongono anche un limite alla frequenza di taglio inferiore).
Per quanto riguarda l'amplificatore operazionale, per convenzione si dice che esso ha CMRR infinito, poiché in effetti l'uscita dipende dalla differenza degli ingressi e solo da essa. Il fenomeno per cui il CMRR diminuisce all'aumentare della frequenza dei segnali di ingresso può essere visto studiando la risposta in frequenza di un amplificatore differenziale in tecnologia bipolare. Forse è quello a cui ti riferivi?
$V_o = A_d * V_d + A_(cm) * V_(cm)$
ovvero una combinazione lineare tra la differenza degli ingressi ($V_d$) e il modo comune ($V_(cm)$).
Definiamo CMRR la quantità $A_d/A_(cm)$, ovvero il rapporto tra il guadagno differenziale e il guadagno di modo comune.
In molte applicazioni, si vuole che il CMRR sia elevato. Abbattere il modo comune ha sicuramente il vantaggio di evitare il ricorso a condensatori di disaccoppiamento tra stadi successivi di un circuito (i condensatori di disaccoppiamento, che sono di capacità piuttosto elevata, sono difficili da integrare e pongono anche un limite alla frequenza di taglio inferiore).
Per quanto riguarda l'amplificatore operazionale, per convenzione si dice che esso ha CMRR infinito, poiché in effetti l'uscita dipende dalla differenza degli ingressi e solo da essa. Il fenomeno per cui il CMRR diminuisce all'aumentare della frequenza dei segnali di ingresso può essere visto studiando la risposta in frequenza di un amplificatore differenziale in tecnologia bipolare. Forse è quello a cui ti riferivi?
Si Kroldar mi riferivo proprio al rapporto di reiezione di modo comune e ti ringrazio per la risposta..
"lollo8602":
attraverso la misura del rapporto del segnale di modo comune in ingresso (Vin) e il segnale che ottengo in uscita dall'amplificatore (Vout) ottengo il CMRR
Non capisco quello che dici... il CMRR è il rapporto tra il guadagno differenziele e il guadagno di modo comune.
Non è che ti stai confondendo con la risposta in frequenza dell'integratore reale?
Scusami..
cmq grazie mille per l'aiuto che mi stai dando
cmq grazie mille per l'aiuto che mi stai dando

Come ti ho detto, per me il CMRR è il rapporto tra guadagno differenziale e guadagno di modo comune... non quello che intendi tu dunque. Vabbè, poco male, è solo un problema di definizioni.
Puoi dirmi a che pagina del documento c'è la parte che non hai capito?
Puoi dirmi a che pagina del documento c'è la parte che non hai capito?
si si .. concordo che è solo un problema di definizione
Potresti essere più preciso e spiegare meglio cosa hai fatto? Inoltre che valori hanno i componenti che hai utilizzato?
Sul data sheet non dice nulla a riguardo?
Sul data sheet non dice nulla a riguardo?
ciao Kroldar forse ci sono problemi di comunicazione tra noi due
...
Grazie ancora.

Grazie ancora.
Ok inizio a capire dove vuoi arrivare... il problema però è che tu hai usato un circuito integrato che sinceramente non so come sia fatto internamente e, per uno studio dettagliato della risposta in frequenza, occorre tenere conto di tutti gli effetti capacitivi, che tra l'altro si manifestano o meno a seconda delle frequenze a cui ci si trova.
Ricavare la risposta in frequenza di un circuito non è mai immediato, se pensi che già un semplice transistor richiede la costruzione del modello equivalente alle frequenze desiderate.
Per circuiti complessi come quello che hai usato tu, solitamente si fa riferimento al data sheet per desumere tutte le informazioni necessarie.
Ricavare la risposta in frequenza di un circuito non è mai immediato, se pensi che già un semplice transistor richiede la costruzione del modello equivalente alle frequenze desiderate.
Per circuiti complessi come quello che hai usato tu, solitamente si fa riferimento al data sheet per desumere tutte le informazioni necessarie.
ok ok capito...
grazie ancora.
ah ps .. posso chiederti cosa studi?
grazie ancora.
ah ps .. posso chiederti cosa studi?

L'aumento o la diminuzione del CMRR si possono agevolmente desumere da un grafico della risposta in frequenza per segnali di modo comune. Il problema è che la costruzione (grafica o analitica) della risposta in frequenza non è semplice... se ad esempio il numero di poli è dato dal numero di componenti reattivi presenti, il numero di zeri è variabile e dipende dalle posizioni dei vari elementi. Insomma, non è affatto agevole.
Se si semplifica il circuito e si sostituisce l'integrato con degli interruttori, si arriva ad avere alla fine una sorta di integratore (dove però l'ingresso è sul morsetto non invertente). Hai provato a studiare la risposta in frequenza di quel circuito? Magari è proprio quel condensatore sul ramo di reazione che crea questo fenomeno... per un integratore reale ad esempio (basato sulla configurazione invertente) quel condensatore introduce in effetti un polo nella risposta in frequenza.
Per rispondere all'ultima domanda, studio ing informatica e ho trattato le risposte in frequenza di circuiti basilari, non di circuiti particolarmente complessi; anche perché per circuiti complicati si fanno prove al calcolatore oppure ci si riferisce alla documentazione.
Se si semplifica il circuito e si sostituisce l'integrato con degli interruttori, si arriva ad avere alla fine una sorta di integratore (dove però l'ingresso è sul morsetto non invertente). Hai provato a studiare la risposta in frequenza di quel circuito? Magari è proprio quel condensatore sul ramo di reazione che crea questo fenomeno... per un integratore reale ad esempio (basato sulla configurazione invertente) quel condensatore introduce in effetti un polo nella risposta in frequenza.
Per rispondere all'ultima domanda, studio ing informatica e ho trattato le risposte in frequenza di circuiti basilari, non di circuiti particolarmente complessi; anche perché per circuiti complicati si fanno prove al calcolatore oppure ci si riferisce alla documentazione.