Catapulta
Ragazzi, mi trovo un attimo in dubbio, mi occorre una mano.
A uno studente il professore di fisica ha dato questo esercizio:
Una catapulta e' costituita da un telaio (massa ignota) saldamente ancorato al terreno. Il braccio della catapulta ha massa M, lunghezza L e spara proiettili di massa m.
Si carica il braccio dalla verticale fino alla posizione orizzontale, caricando, in questo modo, una molla torsionale di costante k posta nel fulcro del braccio (e' ragionevole pensare che il fulcro si trovi ad altezza 0 nel telaio).
Si pone il proiettile nell'alloggiamento apposito, all'estremita del braccio, e si rilascia. Il braccio scontra con urto totalmente anelastico un fermo posto sulla verticale del fulcro e a distanza h da questo.
Calcolare
1 - La velocita' all impatto un istante prima che la leva sia fermata dallo scontro
2 - La gittata dal proiettile
3 - A che distanza bisogna mettere lo scontro per non avere ripercussioni sul fulcro
4 - Nell'ipotesi che la catapulta non sia ancorata, la velocita all'istante immediatamente successivo all'impatto leva scontro.
Ora, punto 1 ovviamente OK
Per il punto 2, ho detto allo studente che non si puo' applicare ne' la conservazione della qdm, ne' quella del momento angolare, e che, se non facciamo un'assunzione sulle veloctta' dopo l'urto, non possiamo risolvere. Gli ho suggerito dunque di assumere (per me ragionevolmente) che tutta l'energia cinetica al momento dell'impatto si trasferisca nel proiettile.
Bene, il professore dice che non e' necessario fare assunzioni e che i dati del problema sono sufficienti.
Sono io che mi rimbambisco un po' di piu' quotidianamente, oppure no?
La conservazione del momento angolare non si puo applicare. Tutt'al piu' si puo' applicare il teorema dell'impuslo, ma questo e' incognito, quindi se non so che velocita' ha il proiettile dopo, come mi calcolo $DeltaL$?
Il professore, giustamente, dice che assumere che l'energia cinetica del proiettile e' pari a quella proiettile braccio un istante prima del lancio e' barare: la gittata da trovare al punto 2 e' cosi di facile calcolo, troppo. Ma senza quella io non vedo risoluzione.
Any thoughts?
A uno studente il professore di fisica ha dato questo esercizio:
Una catapulta e' costituita da un telaio (massa ignota) saldamente ancorato al terreno. Il braccio della catapulta ha massa M, lunghezza L e spara proiettili di massa m.
Si carica il braccio dalla verticale fino alla posizione orizzontale, caricando, in questo modo, una molla torsionale di costante k posta nel fulcro del braccio (e' ragionevole pensare che il fulcro si trovi ad altezza 0 nel telaio).
Si pone il proiettile nell'alloggiamento apposito, all'estremita del braccio, e si rilascia. Il braccio scontra con urto totalmente anelastico un fermo posto sulla verticale del fulcro e a distanza h da questo.
Calcolare
1 - La velocita' all impatto un istante prima che la leva sia fermata dallo scontro
2 - La gittata dal proiettile
3 - A che distanza bisogna mettere lo scontro per non avere ripercussioni sul fulcro
4 - Nell'ipotesi che la catapulta non sia ancorata, la velocita all'istante immediatamente successivo all'impatto leva scontro.
Ora, punto 1 ovviamente OK
Per il punto 2, ho detto allo studente che non si puo' applicare ne' la conservazione della qdm, ne' quella del momento angolare, e che, se non facciamo un'assunzione sulle veloctta' dopo l'urto, non possiamo risolvere. Gli ho suggerito dunque di assumere (per me ragionevolmente) che tutta l'energia cinetica al momento dell'impatto si trasferisca nel proiettile.
Bene, il professore dice che non e' necessario fare assunzioni e che i dati del problema sono sufficienti.
Sono io che mi rimbambisco un po' di piu' quotidianamente, oppure no?
La conservazione del momento angolare non si puo applicare. Tutt'al piu' si puo' applicare il teorema dell'impuslo, ma questo e' incognito, quindi se non so che velocita' ha il proiettile dopo, come mi calcolo $DeltaL$?
Il professore, giustamente, dice che assumere che l'energia cinetica del proiettile e' pari a quella proiettile braccio un istante prima del lancio e' barare: la gittata da trovare al punto 2 e' cosi di facile calcolo, troppo. Ma senza quella io non vedo risoluzione.
Any thoughts?
Risposte
Il problema è indeterminato anche secondo me. In un urto totalmente anelastico non si conserva l'energia, i questo caso, se non ci dice quale frazione di energia si è persa, non si può determinare la velocità del proiettile. L'ipotesi più probabile è un uso a sproposito di "urto toalmente anelastico", il prof. probabilmente intende con ciò solo il fatto che il braccio dopo l'urto è fermo, non che perde energia, e allora in quel caso il problema è risolvibile perché si conserva l'energia meccanica.
Infatti, se non ci desse il dato dell'energia persa (o della sua eventuale conservazione), considerando le incognite $J_1$ e $J_2$ dell'impulso dovuto rispettivamente al fulcro e al fermo, le equazioni cardinali, essendo 2, ci forniscono 2 equazioni in 3 incognite (infatti si potrebbe barare usando due volte l'equazione dei momenti con rispetto al fulcro e al fermo, ottenendo 3 equazioni in 3 incognite, ovviamente una delle 3 è dipendente dalle altre)
Infatti, se non ci desse il dato dell'energia persa (o della sua eventuale conservazione), considerando le incognite $J_1$ e $J_2$ dell'impulso dovuto rispettivamente al fulcro e al fermo, le equazioni cardinali, essendo 2, ci forniscono 2 equazioni in 3 incognite (infatti si potrebbe barare usando due volte l'equazione dei momenti con rispetto al fulcro e al fermo, ottenendo 3 equazioni in 3 incognite, ovviamente una delle 3 è dipendente dalle altre)
Come ulteriore contrprova, se v è nota (assumendo si conservi l'energia o che si perda una quantità di energia nota), allora i due impulsi sono noti univocamente, e dipendono dalla quantità di energia persa. Se per assurdo fosse possibile determinare v e i due impulsi incogniti senza ipotesi sulla quantità di energia conservata, allora significa che quel valore di v e dei due impulsi è vero per qualsiasi valore di energia persa, e questo è un assurdo!
A me pare che si possa semplicemente dire che la velocità del proiettile è uguale a quella dell'estremità della catapulta nell'istante in cui si blocca, e quindi è quella calcolata al punto 1. Non ci metterei di mezzo nessuna legge di conservazione. Durante la rotazione del braccio il proiettile e l'estremità del braccio si muovono in modo solidale, quindi hanno la stessa velocità ad ogni istante. Nel momento del blocco, il braccio si ferma, mentre il proiettile continua il suo moto, con velocità istantanea pari a quella del braccio. Non ci vedo un urto in questa situazione.
Infatti! Quando suppongo che l'energia si trasferisca tutta al proiettile, intendo che l'asta si ferma.
Ma il professore contesta questo fatto, e dice che allora l'urto non sarebbe anelastico.
Dalla soluzione che mi ha portato lo studente, pare che il professore conservi il momento angolare rispetto al fulcro e da li trova la velocita' del proiettile!
Ma il professore contesta questo fatto, e dice che allora l'urto non sarebbe anelastico.
Dalla soluzione che mi ha portato lo studente, pare che il professore conservi il momento angolare rispetto al fulcro e da li trova la velocita' del proiettile!
Io non parlerei di energia che si trasferisce perché altrimenti la velocità del proiettile non sarebbe uguale a quella dell'estremità del braccio. È proprio la velocità che si "trasferisce" tout court". Per quanto riguarda la soluzione del prof di conservare il momento angolare non capisco a quale sistema si riferisca. Il sistema braccio-proiettile nell'istante dell'urto con il fermo subisce un momento di forza non nullo (rispetto al fulcro) quindi il momento angolare non si conserva. Bho...non capisco
My mistake, sto riguardando le note confusissime che ho. Il momento lo fa conservare rispetto al fermo, perche e' li che c'e' urto. Vabbe', nulla, ha preso un granchione grosso come una casa. Volevo esser certo che non fossi io a travisare o che ci fosse qualcosa che mi sfuggisse qualcosa
Eh ma nemmeno rispetto al fermo il momento si conserva, c'è sempre l'impulso del fulcro
"professorkappa":
Vabbe', nulla, ha preso un granchione grosso come una casa.
@mathbells Cosa ci garantisce che nell'istante dell'urto tra proiettile e braccio non agisca una forza impulsiva che faccia aumentare la velocità del proiettile? In tal caso le equazioni cardinali impulsive sono sempre rispettate
Non capisco bene le ragioni del dubbio.
Il proiettile viene scagliato alla velocità acquisita dal braccio, in corrispondenza del punto di alloggiamento. La costante k è solidale al sistema e l'impulso della molla viene trasmesso al braccio in toto: In questi casi il risultato è congruente anche sotto trasformazioni.
Per essere esaustivi, i reali parametri v e kg sono effettivamente necessari per determinare la gittata utilizzando stumenti di calcolo più raffinati, ma non è la richiesta del caso.
Il fermo viene posizionato nel cp ad h = 2/3L, dove si conosce il momento di M, scaricato totalmente in quel punto durante l'urto. Questo introduce la richiesta del punto 4:
Nell'ipotesi che la catapulta non sia ancorata; calcolare prima il rinculo derivato dall'accelerazione di M+m (solo quota di reazione su asse x). Successivamente, il contraccolpo scaricato dal braccio (tutto assumendo che il fermo blocca il braccio in posizione verticale).
A me sembra che sia esclusivamente per la risoluzione di quest'ultimo punto che viene tirata in ballo la conservazione (?)
Lo garantisce l'adaguata distinzione delle componenti forza e forza impulsiva applicate. La F*t erogata dalla molla non è tutto impulso, salvo in determinati casi.
Il proiettile viene scagliato alla velocità acquisita dal braccio, in corrispondenza del punto di alloggiamento. La costante k è solidale al sistema e l'impulso della molla viene trasmesso al braccio in toto: In questi casi il risultato è congruente anche sotto trasformazioni.
Per essere esaustivi, i reali parametri v e kg sono effettivamente necessari per determinare la gittata utilizzando stumenti di calcolo più raffinati, ma non è la richiesta del caso.
Il fermo viene posizionato nel cp ad h = 2/3L, dove si conosce il momento di M, scaricato totalmente in quel punto durante l'urto. Questo introduce la richiesta del punto 4:
Nell'ipotesi che la catapulta non sia ancorata; calcolare prima il rinculo derivato dall'accelerazione di M+m (solo quota di reazione su asse x). Successivamente, il contraccolpo scaricato dal braccio (tutto assumendo che il fermo blocca il braccio in posizione verticale).
A me sembra che sia esclusivamente per la risoluzione di quest'ultimo punto che viene tirata in ballo la conservazione (?)
"Vulplasir":
Cosa ci garantisce che nell'istante dell'urto tra proiettile e braccio non agisca una forza impulsiva che faccia aumentare la velocità del proiettile? In tal caso le equazioni cardinali impulsive sono sempre rispettate
Lo garantisce l'adaguata distinzione delle componenti forza e forza impulsiva applicate. La F*t erogata dalla molla non è tutto impulso, salvo in determinati casi.
Senti, ma perche' anziche' continuare a scrivere stupidaggini su stupidaggini, non diventi un membro utile del forum e contribuisci fattivamente? Mi risolvi l'esercizio? Hai tutti i dati: massa e lunghezza del braccio, massa del proiettile, costante della molla e distanza del fermo dal fulcro (da dove cavolo tiri fuori 2/3L lo sai solo tu, dato che la distanza del fermo e' data ed e' h).
Le condizioni le conosci, vorrei le formule risolutive, in funzione dei dati ai punti 1,2,3, e 4.
Altrimenti gradirei che non ti intromettessi nelle discussioni, non gia'quelle a cui rispondo, e men che meno quelle che genero.
Aspetto 4 formule, non un mucchio di parole senza senso. 4 maledette formule che in tonnellate di post che hai scritto non sei mai stato in grado di scrivere
Ai moderatori: gradirei, visto lo sforzo che tutti mettiamo per scrivere qualcosa di decente e a volte sbagliamo pure, che gli interventi di maximpertinente venissero oscurati quando non aggiungono nulla alla discussione e, anzi, sono cosi smaccatamente fuorvianti. All'inizio ci si sorrideva sopra, ora sono irritanti.
A meno che non mi chiariate una volta e per tutte:
Cosa significa, fisicamente parlando, che "La costante k è solidale al sistema".
Cosa significa, fisicamente parlando, che "il risultato è congruente anche sotto trasformazioni"
Mi indicate la via piu' raffinata per calcolare una gittata.
Mi indicate anche come si fa a fare un' "adaguata distinzione delle componenti forza e forza impulsiva applicate".
Cosa significa che "La F*t erogata dalla molla non è tutto impulso".
Se rispondete a 3 di queste 5 domande, lasciate il post. Altrimenti, pregasi applicare doverosa censura. E' diventata una barzelletta, ogni volta che si discute, dover negoziare un fiume di cacca liquida scritta da questi intelligentoni di turno.
Non mi ero mai sfogato, ma lo faccio ora, perche sono veramente seccato.
Le condizioni le conosci, vorrei le formule risolutive, in funzione dei dati ai punti 1,2,3, e 4.
Altrimenti gradirei che non ti intromettessi nelle discussioni, non gia'quelle a cui rispondo, e men che meno quelle che genero.
Aspetto 4 formule, non un mucchio di parole senza senso. 4 maledette formule che in tonnellate di post che hai scritto non sei mai stato in grado di scrivere
Ai moderatori: gradirei, visto lo sforzo che tutti mettiamo per scrivere qualcosa di decente e a volte sbagliamo pure, che gli interventi di maximpertinente venissero oscurati quando non aggiungono nulla alla discussione e, anzi, sono cosi smaccatamente fuorvianti. All'inizio ci si sorrideva sopra, ora sono irritanti.
A meno che non mi chiariate una volta e per tutte:
Cosa significa, fisicamente parlando, che "La costante k è solidale al sistema".
Cosa significa, fisicamente parlando, che "il risultato è congruente anche sotto trasformazioni"
Mi indicate la via piu' raffinata per calcolare una gittata.
Mi indicate anche come si fa a fare un' "adaguata distinzione delle componenti forza e forza impulsiva applicate".
Cosa significa che "La F*t erogata dalla molla non è tutto impulso".
Se rispondete a 3 di queste 5 domande, lasciate il post. Altrimenti, pregasi applicare doverosa censura. E' diventata una barzelletta, ogni volta che si discute, dover negoziare un fiume di cacca liquida scritta da questi intelligentoni di turno.
Non mi ero mai sfogato, ma lo faccio ora, perche sono veramente seccato.
@ professorkappa,
I tuoi contributi al forum sono essenziali. Come giustamente dici, ce la mettiamo tutta , a volte sbagliamo anche, ma le parole almeno suonano chiare.
Posso permettermi di esprimere il mio parere ? L'unico modo per far stancare i troll è ignorarli, qualunque cosa dicano.
Don't feed the trolls .
I tuoi contributi al forum sono essenziali. Come giustamente dici, ce la mettiamo tutta , a volte sbagliamo anche, ma le parole almeno suonano chiare.
Posso permettermi di esprimere il mio parere ? L'unico modo per far stancare i troll è ignorarli, qualunque cosa dicano.
Don't feed the trolls .
Hai ragione, ma avesse postato una formula. UNA. SI intromette a confondere le cose e ad allungare i post all'infinito con una diarrea verbale, ma non risolve mai nulla.
Che risolva l'esercizio, se ce la fa. Ma non lo fara'.
Che risolva l'esercizio, se ce la fa. Ma non lo fara'.
Forse mi sfugge qualcosa, ma non vedo tutti questi problemi.
Cosa c'entra la conservazione di questo o quello?
Il braccio si muove solidalmente col proiettile, poi quando va a sbattere si ferma, e il proiettile no, e continua con la velocità che aveva prima dell'urto. Dove stanno questi "trasferimenti" di energia cinetica?
Invece mi rende perplesso la questione della gittata: se il braccio si ferma in posizione verticale, il proiettile parte in orizzontale, che non è proprio un bel modo per lanciarlo lontano. Si deve considerare l'altezza di lancio uguale alla lunghezza del braccio?
Cosa c'entra la conservazione di questo o quello?
Il braccio si muove solidalmente col proiettile, poi quando va a sbattere si ferma, e il proiettile no, e continua con la velocità che aveva prima dell'urto. Dove stanno questi "trasferimenti" di energia cinetica?
Invece mi rende perplesso la questione della gittata: se il braccio si ferma in posizione verticale, il proiettile parte in orizzontale, che non è proprio un bel modo per lanciarlo lontano. Si deve considerare l'altezza di lancio uguale alla lunghezza del braccio?
"mgrau":
Forse mi sfugge qualcosa, ma non vedo tutti questi problemi.
Cosa c'entra la conservazione di questo o quello?
Il braccio si muove solidalmente col proiettile, poi quando va a sbattere si ferma, e il proiettile no, e continua con la velocità che aveva prima dell'urto. Dove stanno questi "trasferimenti" di energia cinetica?
Invece mi rende perplesso la questione della gittata: se il braccio si ferma in posizione verticale, il proiettile parte in orizzontale, che non è proprio un bel modo per lanciarlo lontano. Si deve considerare l'altezza di lancio uguale alla lunghezza del braccio?
E' una catapulta Romana, ancora non sapevano dei 45 gradi

Comunque la gittata potrebbe essere maggiore perche la velocita' del proiettile e' piu' alta quando il braccio si ferma a 90 gradi.
Non ci fate troppi pensieri, e' un esercizio che un professore ha dato ai suoi studenti, ma ha toppato in qualche punto.
Volevo solo verificare che non fossi io a travisare qualcosa nel ragionamento e mi pare che fino a ora tutti voi concordate con il mio filo logico, il che mi rincuora, ovviamente. Se ci sono dubbi, non possiamo che passarli tramire lo studente al professore ma dubito vedremo qualche risposta.
Si parte proprio dal presupposto che tutti possiamo commettere errori, o perseverarne altri, e questo capita piuttosto spesso. Penso sarai d'accordo che la cosa migliore è sviscerare punto per punto l'oggetto di divergenze, prendendosi tutto il tempo necessario, perchè non sempre è facile saper gestire un accorgimento in tempi brevi. Ma nulla per cui irritarsi.
Riguardo al tuo quesito, io risolverei in questo modo,
K in Nm/deg, L= h braccio.
punto 1,
la velocità angolare all'impatto con il fermo:
$rad//s^2 = K(α)deg^2//I$
(Esclude l'impulso di g durante l'evento di accelerazione)
punto 2,
velocità m = $sqrt (L^2*rad//s^2$
per Δt = $sqrt(2gL)/g$
Risoluzione approssimativa, perchè la determinazione esclusiva di attriti riconduce a gittate minori delle rilevazioni inclusive di attriti. Infatti si deve assumere lo spostamento dei campi generanti le forze, e vi sono specifici teoremi a riguardo (insomma, la via di calcolo più raffinata).
punto 3,
per non generare forze di reazione sulle estremità del braccio, l'impatto deve avvenire nel centro di percussione. Ipotizzando il braccio a forma di parallelepipedo e di materiale di densità omogenea, il cp risulta a 2/3L partendo dal fulcro.
punto 4,
forza-viva di M all'impatto = $1/2 K(α)deg^2*I_M/I_(Mm)$
Da cui poi si può confrontarla con le quantità di moto i ed f, ed infine dire che l'energia è sparita, anzi No, che si è dissipata sotto altre forme.
Comunque proverò a essere più chiaro. "Costante k della molla solidale al sistema" sta ad intendere (ciò che ho detto in altre salse precedentemente) che la Forza impulsiva applicata dipende dalla velocità del punto di esercizio e non è possibile determinarla unicamente da Intensità (N) e Spazio (metri).
La molla in questo caso è vicolata e rimane solidale al sistema, quindi la totalità della Forza impulsiva che questa può erogare produce sempre la stessa variazione di cinetica, posta una data massa.
Il prodotto di un'accelerazione per una lunghezza è direttamente proporzionale: 1m/s² x 1m equivale a 2m/s² x 0,5m o viceversa, 0,5m/s² x 2m. L'impulso è infatti identico, ed in questi casi la misura della forza-viva è ad esso corrispondente.
Diversamente, se esaminiamo gli effetti della stessa Intensità esercitata lungo lo stesso spazio, ma con una massa differente, naturalmente il tempo di applicazione è diverso, e anche l'impulso: la quantità di Forza impulsiva per un dato intervallo di tempo è differente.
Dunque si finisce inevitabilmente a chiedersi, con un po' di imbarazzo, cosa effettivamente produce una variazione di moto e quale misura è interpretazione più efficace.
Prendiamo un esempio terra terra: un circuito di elettroni sottoposto a carico di lavoro, che so, una resistenza di una lampadina.
E' la forza impulsiva per tempo che misura in modo preciso il tempo di funzionamento ad un dato regime.
Riguardo al tuo quesito, io risolverei in questo modo,
K in Nm/deg, L= h braccio.
punto 1,
la velocità angolare all'impatto con il fermo:
$rad//s^2 = K(α)deg^2//I$
(Esclude l'impulso di g durante l'evento di accelerazione)
punto 2,
velocità m = $sqrt (L^2*rad//s^2$
per Δt = $sqrt(2gL)/g$
Risoluzione approssimativa, perchè la determinazione esclusiva di attriti riconduce a gittate minori delle rilevazioni inclusive di attriti. Infatti si deve assumere lo spostamento dei campi generanti le forze, e vi sono specifici teoremi a riguardo (insomma, la via di calcolo più raffinata).
punto 3,
per non generare forze di reazione sulle estremità del braccio, l'impatto deve avvenire nel centro di percussione. Ipotizzando il braccio a forma di parallelepipedo e di materiale di densità omogenea, il cp risulta a 2/3L partendo dal fulcro.
punto 4,
forza-viva di M all'impatto = $1/2 K(α)deg^2*I_M/I_(Mm)$
Da cui poi si può confrontarla con le quantità di moto i ed f, ed infine dire che l'energia è sparita, anzi No, che si è dissipata sotto altre forme.
Comunque proverò a essere più chiaro. "Costante k della molla solidale al sistema" sta ad intendere (ciò che ho detto in altre salse precedentemente) che la Forza impulsiva applicata dipende dalla velocità del punto di esercizio e non è possibile determinarla unicamente da Intensità (N) e Spazio (metri).
La molla in questo caso è vicolata e rimane solidale al sistema, quindi la totalità della Forza impulsiva che questa può erogare produce sempre la stessa variazione di cinetica, posta una data massa.
Il prodotto di un'accelerazione per una lunghezza è direttamente proporzionale: 1m/s² x 1m equivale a 2m/s² x 0,5m o viceversa, 0,5m/s² x 2m. L'impulso è infatti identico, ed in questi casi la misura della forza-viva è ad esso corrispondente.
Diversamente, se esaminiamo gli effetti della stessa Intensità esercitata lungo lo stesso spazio, ma con una massa differente, naturalmente il tempo di applicazione è diverso, e anche l'impulso: la quantità di Forza impulsiva per un dato intervallo di tempo è differente.
Dunque si finisce inevitabilmente a chiedersi, con un po' di imbarazzo, cosa effettivamente produce una variazione di moto e quale misura è interpretazione più efficace.
Prendiamo un esempio terra terra: un circuito di elettroni sottoposto a carico di lavoro, che so, una resistenza di una lampadina.
E' la forza impulsiva per tempo che misura in modo preciso il tempo di funzionamento ad un dato regime.
"maximpertinente":
Si parte proprio dal presupposto che tutti possiamo commettere errori, o perseverarne altri, e questo capita piuttosto spesso. Penso sarai d'accordo che la cosa migliore è sviscerare punto per punto l'oggetto di divergenze, prendendosi tutto il tempo necessario, perchè non sempre è facile saper gestire un accorgimento in tempi brevi. Ma nulla per cui irritarsi.
Riguardo al tuo quesito, io risolverei in questo modo,
K in Nm/deg, L= h braccio.
punto 1,
la velocità angolare all'impatto con il fermo:
$rad//s^2 = K(α)deg^2//I$
(Esclude l'impulso di g durante l'evento di accelerazione)
punto 2,
velocità m = $sqrt (L^2*rad//s^2$
per Δt = $sqrt(2gL)/g$
Risoluzione approssimativa, perchè la determinazione esclusiva di attriti riconduce a gittate minori delle rilevazioni inclusive di attriti. Infatti si deve assumere lo spostamento dei campi generanti le forze, e vi sono specifici teoremi a riguardo (insomma, la via di calcolo più raffinata).
punto 3,
per non generare forze di reazione sulle estremità del braccio, l'impatto deve avvenire nel centro di percussione. Ipotizzando il braccio a forma di parallelepipedo e di materiale di densità omogenea, il cp risulta a 2/3L partendo dal fulcro.
punto 4,
forza-viva di M all'impatto = $1/2 K(α)deg^2*I_M/I_(Mm)$
Da cui poi si può confrontarla con le quantità di moto i ed f, ed infine dire che l'energia è sparita, anzi No, che si è dissipata sotto altre forme.
Comunque proverò a essere più chiaro. "Costante k della molla solidale al sistema" sta ad intendere (ciò che ho detto in altre salse precedentemente) che la Forza impulsiva applicata dipende dalla velocità del punto di esercizio e non è possibile determinarla unicamente da Intensità (N) e Spazio (metri).
La molla in questo caso è vicolata e rimane solidale al sistema, quindi la totalità della Forza impulsiva che questa può erogare produce sempre la stessa variazione di cinetica, posta una data massa.
Il prodotto di un'accelerazione per una lunghezza è direttamente proporzionale: 1m/s² x 1m equivale a 2m/s² x 0,5m o viceversa, 0,5m/s² x 2m. L'impulso è infatti identico, ed in questi casi la misura della forza-viva è ad esso corrispondente.
Diversamente, se esaminiamo gli effetti della stessa Intensità esercitata lungo lo stesso spazio, ma con una massa differente, naturalmente il tempo di applicazione è diverso, e anche l'impulso: la quantità di Forza impulsiva per un dato intervallo di tempo è differente.
Dunque si finisce inevitabilmente a chiedersi, con un po' di imbarazzo, cosa effettivamente produce una variazione di moto e quale misura è interpretazione più efficace.
Prendiamo un esempio terra terra: un circuito di elettroni sottoposto a carico di lavoro, che so, una resistenza di una lampadina.
E' la forza impulsiva per tempo che misura in modo preciso il tempo di funzionamento ad un dato regime.
Accetto il consiglio di Shackle di non nutrire il troll e non considero nemmeno questa enorme montagna di feci che hai scritto quindi non ti rispondo nemmeno.
Nota per gli studenti seri che leggono: purtroppo i moderatori, per un malinteso senso democratico, non sembrano intenzionati a rimuovere post cosi smaccatamente errati. Spero che che anche i piu' sprovveduti si rendano conto che in ogni post chilometrico che scrive non c'e' praticamente nulla da apprendere.
Per me possiamo chiudere cosi il solito post andato in caciara.
"professorkappa":
post cosi smaccatamente errati
Vedi che sei un po' prevenuto?
Avresti dovuto correggermi riguardo la velocità angolare che espressa in quel modo è un'accelerazione. Chiaramente va indicata con $(rad//s)^2$ e non $rad//s^2$.
Mi sembra che hai alcuna intenzione di essere aperto al dialogo, e preferisci crogiolarti nell'idea che io stia trollando piuttosto che essere disposto a rivedere certe considerazioni (ripetendolo ad ogni post come un pappagallo, sperando forse che ad un certo punto diventi vero).
Certo è, che se l'atteggiamento in ambiente di ricerca fosse questo, saremmo tutti spacciati da un pezzo.
"maximpertinente":
[quote="professorkappa"]post cosi smaccatamente errati
Vedi che sei un po' prevenuto?
Avresti dovuto correggermi riguardo la velocità angolare che espressa in quel modo è un'accelerazione. Chiaramente va indicata con $(rad//s)^2$ e non $rad//s^2$.
Mi sembra che hai alcuna intenzione di essere aperto al dialogo, e preferisci crogiolarti nell'idea che io stia trollando piuttosto che essere disposto a rivedere certe considerazioni (ripetendolo ad ogni post come un pappagallo, sperando forse che ad un certo punto diventi vero).
Certo è, che se l'atteggiamento in ambiente di ricerca fosse questo, saremmo tutti spacciati da un pezzo.[/quote]
Avrei dovuto, ma ho notato e non ho voluto. Non e' l'unica cazzata che scrivi in questo post, ma non mi soffermero' a commentare. Ho perso anche troppo tempo con te.
Non sono piu' aperto al dialogo con te, perche scrivi minchiate colossali.
Se l'atteggiamento fosse come il tuo, invece, non occorrerebbe per nulla fare ricerca: tutti fermi a capire le cretinate che vomiti. Ciao.
"professorkappa":
Non e' l'unica cazzata che scrivi in questo post
Tipo cosa? Non sei convinto della posizione del fermo?
"professorkappa":
Non sono piu' aperto al dialogo con te, perche scrivi minchiate colossali.
Oppure sapendo di non poter dimostrare la sostanza di certe "assunzioni" a cui sei affezionato, te la prendi male con chi invece sostiene di poterle invalidare.
"professorkappa":
Se l'atteggiamento fosse come il tuo, invece, non occorrerebbe per nulla fare ricerca: tutti fermi a capire...
Le doti da divulgatore sono tutt'altra cosa.