Calcio ad un pallone nello spazio.
...che se applico una forza a un corpo, inizialmente fermo o con velocità relativa uniforme, questo corpo accelera all'infinito, ovvero (mi viene da pensare così) fino a quando non raggiunge la velocità della luce? E se non è come ho detto io, perchè?
Risposte
Cinematica classica: se continui ad applicare una forza supposta costante, il corpo (che si presume avere massa costante) continua ad accelerare in modo costante.
Cinematica relativistica: se continui ad applicare una forza supposta costante, il corpo (che "aumenterà" la sua massa aumentando la velocità) aumenta la velocità tendendo asintoticamente a quella della luce.
Cinematica relativistica: se continui ad applicare una forza supposta costante, il corpo (che "aumenterà" la sua massa aumentando la velocità) aumenta la velocità tendendo asintoticamente a quella della luce.
E se io ad esempio do' un calcio ad un pallone nello spazio, applicando una forza, quindi, solo al momento del calcio, cosa avviene al moto del pallone nello spazio? Teoricamente, essendo la forza applicata solo al momento del calcio, in un sistema inerziale un corpo dovrebbe avere accelerazione istantanea diversa da zero solo al momento del calcio, dopodichè, cessando la forza impressa dal calcio, il corpo dovrebbe procedere di velocità costante. Quindi, nel vuoto, praticamente dando un calcio ad un pallone, il pallone dovrebbe procedere sempre con la stessa velocità (escluso il primo momento)?
raggiunge la velocità della luce...
seriamente: mantiene la velocità che ha raggiunto dopo l'accelerazione impressa col tuo calcio, finchè non intervengono altre forze.
è il principio di inerzia!
seriamente: mantiene la velocità che ha raggiunto dopo l'accelerazione impressa col tuo calcio, finchè non intervengono altre forze.
è il principio di inerzia!
è il principio di inerzia!
Sarebbe bello se fosse così intuitivo come sembrano intuitive le conclusioni della meccanica aristotelica

"turtle87":è il principio di inerzia!
Sarebbe bello se fosse così intuitivo come sembrano intuitive le conclusioni della meccanica aristotelica( e rido per non piangere). Il fatto è che ho molte difficoltà, di chiusura mentale, forse, nel cambiare impostazione.
In effetti l'umanità, e in minima parte, ha impiegato più di 2000 anni per accettarla.
Intuitivo significa consueto. Il problema è che è difficile immaginare il comportamento di un corpo sul quale non agiscono forze. L'assenza completa di forze è un'esperienza che nessuno ha mai fatto in modo esatto, se non mentalmente.
Non per niente Galileo è stato un genio.
No, guarda, anche intuitivo, anche ad un livello più profondo di astrazione, non mi verrebbe mai da fare l'esperimento ideale di Galileo, che qualche volta mi pare assurdo, se non ci fosse la teoria della relatività per come fu elaborata nel "Dialogo sopra i massimi sistemi", con il raccontino della nave. Ancora adesso, racconto della nave e esperimento della palla perfettamente levigata su un piano perfettamente levigato, mi sembrano due esperienze non riconducibili ad un unico principio interpretativo della realtà. Perchè, nel primo caso, è più evidente l'idea che non esista il concetto di velocità o stasi assoluta: nel secondo caso, invece, mi pare che addirittura che si sia arrivati da un esperimento all'elaborazione del principio, e non viceversa, che si sia verificato il principio grazie all'esperimento. E' questa un'apparente "assurdità procedurale" di Galileo che non so quanto sia stata anche vostra agli inizi dei vostri studi, e soprattutto, cosa vi siate detti per superarla.
[mod="Fioravante Patrone"]Modificare titolo, grazie[/mod]