Automodello elettrico e forze
Salve a tutti, ho una curiosità: a casa possiedo un mini automodello con motore elettrico che una volta acceso si muove sul terreno lentamente a moto rettilineo uniforme. Ora ragionando da fisici verrebbe da dire questo: se si muove di moto rettilineo uniforme vuol dire che la risultante delle forze agenti su di esso è nulla. Invece evidentemente non è così poichè io posso agganciare a tale automodello un carretto e quando lo faccio esso non rallenta fino a fermarsi ma continua a muoversi. Come si spiega????
Risposte
Un cambio di velocità, detto molto brevemente, si progetta e funziona così.
Si considera la potenza resistente dell'auto in piano, o leggermente in discesa, e la si pone uguale alla potenza massima del motore. La potenza resistente è grosso modo proporzionale alla velocità del veicolo e quindi alla velocità di rotazione delle ruote. In base ad essa , si stabilisce innanzitutto il rapporto di riduzione minimo, che corrisponde alla marcia più alta dell'auto.
Invece per stabilire la prima marcia occorre determinare il massimo rapporto di riduzione che corrisponde alla condizione di coppia massima per il motore e di potenza resistente massima dovuta alle resistenze esterne.
Dati questi due valori, si stabiliscono i rapporti di riduzione di tutte le altre marce.
Ma la faccenda è abbastanza complessa, e non ne so molto.
Comunque un principio è chiaro : se mi serve più coppia che velocità ( come per affrontare una salita), vado con le marce basse ( la prima, la seconda...dove il rapporto di riduzione è alto). Se viceversa mi interessa di più la velocità, andrò con le marce alte ( rapporti di riduzione minimi). E' il contrario di quello che pensi, se ho ben capito la tua domanda. Nel momento in cui effettui un cambio marcia, i giri hanno una variazione temporanea ma poi si stabilizzano, non variano di molto.
Come sai, la quinta marcia permette teoricamente di mantenere la velocità risparmiando (...!) pure benzina...Se ti interessa, qui puoi soddisfare tutte le tue curiosità in materia. E ci sono anche parecchi link a siti più specializzati.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cambio_(meccanica)
Si considera la potenza resistente dell'auto in piano, o leggermente in discesa, e la si pone uguale alla potenza massima del motore. La potenza resistente è grosso modo proporzionale alla velocità del veicolo e quindi alla velocità di rotazione delle ruote. In base ad essa , si stabilisce innanzitutto il rapporto di riduzione minimo, che corrisponde alla marcia più alta dell'auto.
Invece per stabilire la prima marcia occorre determinare il massimo rapporto di riduzione che corrisponde alla condizione di coppia massima per il motore e di potenza resistente massima dovuta alle resistenze esterne.
Dati questi due valori, si stabiliscono i rapporti di riduzione di tutte le altre marce.
Ma la faccenda è abbastanza complessa, e non ne so molto.
Comunque un principio è chiaro : se mi serve più coppia che velocità ( come per affrontare una salita), vado con le marce basse ( la prima, la seconda...dove il rapporto di riduzione è alto). Se viceversa mi interessa di più la velocità, andrò con le marce alte ( rapporti di riduzione minimi). E' il contrario di quello che pensi, se ho ben capito la tua domanda. Nel momento in cui effettui un cambio marcia, i giri hanno una variazione temporanea ma poi si stabilizzano, non variano di molto.
Come sai, la quinta marcia permette teoricamente di mantenere la velocità risparmiando (...!) pure benzina...Se ti interessa, qui puoi soddisfare tutte le tue curiosità in materia. E ci sono anche parecchi link a siti più specializzati.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cambio_(meccanica)
Ciò che volevo dire è questo: In bicicletta se cambio marcia e diminuisco il numero di denti del pignone posteriore sento che devo fare uno sforzo maggiore per pedalare e quindi farò fare ai pedali meno giri al minuto ma eserciterò una coppia maggiore. Volevo capire se anche il motore risente di questo sforzo supplementare quando si sale di marcia e quindi diminuiscono i giri ma aumenta la coppia.
Penso di sì.