Un problema di Teoria della Misura e dell'Integrazione
Prendo spunto da una questione di Teoria della Misura ed Integrazione postata ieri (qui) per proporre il seguente problema.
***
Siano $u,v:RR^N\to RR$ misurabili secondo Lebesgue.
Si dice che $u$ e $v$ sono equimisurabili se e solo se gli insiemi di livello di $|u|$ e $|v|$ corrispondenti ad uno stesso livello $t>=0$ hanno la stessa misura, ovvero se:
$AA t>=0,\quad |\{ |u|>t\}|=|\{|v|>t\}|$
(qui evidentemente il simbolo $|\cdot|$ denota il valore assoluto se l'argomento è un numero od una funzione, oppure la misura di Lebesgue se l'argomento è un insieme).
In tal caso si dice pure che $v$ è un riordinamento di $u$.
Se poniamo $mu_u:[0,+oo[ to [0,+oo],\ mu_u(t):=|\{ |u|>t\}|$ (la $mu_u$ è detta funzione di distribuzione di $u$), si ha $u" e " v" equimisurabili" \Leftrightarrow mu_u=mu_v$.
***
Problema:
Siano $u,v:RR^N\to RR$ funzioni misurabili.
1. Dimostrare che $mu_u$ è una funzione decrescente in $[0,+oo[$ e continua a destra di ogni $t\in [0,+oo[$ (nel senso che, comunque si fissi una successione $(t_n)\subseteq [0,+oo[$ con $AAn\in NN,\ t_n>t$ e $t_n\to t$, si ha $lim_n mu_u(t_n)=mu_u(t)$).
2. Dimostrare che se $u$ e $v$ sono equimisurabili allora, per ogni $p \in [1,+oo[$, si ha
(a) $\quad u\in L^p(RR^N) => v\in L^p(RR^N) \quad$ e $\quad ||u||_p=||v||_p$.
3. Posto:
$AA x\in RR^N,\quad u^**(x):="sup"\{ t>=0 :\ mu_u(t)>omega_N |x|^N\}="sup"\{ t>=0 :\ |\{ |u|>t\}|>omega_N |x|^N\}$,
(qui $omega_N:=" misura della palla unitaria di " RR^N$) dimostrare che $u^**$ è un riordinamento di $u$ e che $||u||_p=||u^**||_p$.
Inoltre mostrare che $u^**$ è una funzione non negativa, a simmetria radiale (ossia costante su ogni sfera di centro $o=(0,\ldots ,0)$*) e decrescente su ogni semiretta uscente da $o$.
4. Posto $N=1$ ed:
$u(x):=\{(4-(x^2-1)^2, ", se " |x|<= \sqrt(3)),(0, ", se " |x|>=sqrt(3)):}$
calcolare esplicitamente la legge di assegnazione di $u^**$.
Si confronti la regolarità delle restrizioni a $]-sqrt(3),sqrt(3)[$ di $u$ ed $u^**$.
***
La funzione $u^**$ si chiama riordinamento di Schwarz o anche riordinamento sferico decrescente di $u$.
L'idea che sta dietro al riordinamento di Schwarz è semplice: data $u$, io affetto il grafico di $|u|$ (sottoinsieme di $RR^(N+1)$) al livello $t$, trasformo l'insieme di livello $\{ |u|>t\}$ ($\subseteq RR^N$) in una palla di ugual misura e la impilo ad altezza $t$ sullo $(N+1)$-esimo asse coordinato di $RR^(N+1)$. Facendo queste operazioni ricostruisco il grafico di $u^**$.
L'importanza del riordinamento sferico decrescente sta nel fatto che tale funzione è, essenzialmente, una funzione di un'unica variabile (ossia di $r=|x|$) e perciò, in molti casi, consente di ricondurre al caso monodimensionale problemi di Calcolo delle Variazioni in dimensione maggiore di $1$ (ad esempio, si veda il classico articolo di G. Talenti (1976), Best constant in Sobolev inequality, Annali di Mat. Pura e Appl., vol. 110, pagg. 353-376.)
__________
* Qui per sfera di centro $o$ intendo un insieme del tipo $\{ x\in RR^N:\ |x|=R\}$ con $R>0$.
***
Siano $u,v:RR^N\to RR$ misurabili secondo Lebesgue.
Si dice che $u$ e $v$ sono equimisurabili se e solo se gli insiemi di livello di $|u|$ e $|v|$ corrispondenti ad uno stesso livello $t>=0$ hanno la stessa misura, ovvero se:
$AA t>=0,\quad |\{ |u|>t\}|=|\{|v|>t\}|$
(qui evidentemente il simbolo $|\cdot|$ denota il valore assoluto se l'argomento è un numero od una funzione, oppure la misura di Lebesgue se l'argomento è un insieme).
In tal caso si dice pure che $v$ è un riordinamento di $u$.
Se poniamo $mu_u:[0,+oo[ to [0,+oo],\ mu_u(t):=|\{ |u|>t\}|$ (la $mu_u$ è detta funzione di distribuzione di $u$), si ha $u" e " v" equimisurabili" \Leftrightarrow mu_u=mu_v$.
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Problema:
Siano $u,v:RR^N\to RR$ funzioni misurabili.
1. Dimostrare che $mu_u$ è una funzione decrescente in $[0,+oo[$ e continua a destra di ogni $t\in [0,+oo[$ (nel senso che, comunque si fissi una successione $(t_n)\subseteq [0,+oo[$ con $AAn\in NN,\ t_n>t$ e $t_n\to t$, si ha $lim_n mu_u(t_n)=mu_u(t)$).
2. Dimostrare che se $u$ e $v$ sono equimisurabili allora, per ogni $p \in [1,+oo[$, si ha
(a) $\quad u\in L^p(RR^N) => v\in L^p(RR^N) \quad$ e $\quad ||u||_p=||v||_p$.
3. Posto:
$AA x\in RR^N,\quad u^**(x):="sup"\{ t>=0 :\ mu_u(t)>omega_N |x|^N\}="sup"\{ t>=0 :\ |\{ |u|>t\}|>omega_N |x|^N\}$,
(qui $omega_N:=" misura della palla unitaria di " RR^N$) dimostrare che $u^**$ è un riordinamento di $u$ e che $||u||_p=||u^**||_p$.
Inoltre mostrare che $u^**$ è una funzione non negativa, a simmetria radiale (ossia costante su ogni sfera di centro $o=(0,\ldots ,0)$*) e decrescente su ogni semiretta uscente da $o$.
4. Posto $N=1$ ed:
$u(x):=\{(4-(x^2-1)^2, ", se " |x|<= \sqrt(3)),(0, ", se " |x|>=sqrt(3)):}$
calcolare esplicitamente la legge di assegnazione di $u^**$.
Si confronti la regolarità delle restrizioni a $]-sqrt(3),sqrt(3)[$ di $u$ ed $u^**$.
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La funzione $u^**$ si chiama riordinamento di Schwarz o anche riordinamento sferico decrescente di $u$.
L'idea che sta dietro al riordinamento di Schwarz è semplice: data $u$, io affetto il grafico di $|u|$ (sottoinsieme di $RR^(N+1)$) al livello $t$, trasformo l'insieme di livello $\{ |u|>t\}$ ($\subseteq RR^N$) in una palla di ugual misura e la impilo ad altezza $t$ sullo $(N+1)$-esimo asse coordinato di $RR^(N+1)$. Facendo queste operazioni ricostruisco il grafico di $u^**$.
L'importanza del riordinamento sferico decrescente sta nel fatto che tale funzione è, essenzialmente, una funzione di un'unica variabile (ossia di $r=|x|$) e perciò, in molti casi, consente di ricondurre al caso monodimensionale problemi di Calcolo delle Variazioni in dimensione maggiore di $1$ (ad esempio, si veda il classico articolo di G. Talenti (1976), Best constant in Sobolev inequality, Annali di Mat. Pura e Appl., vol. 110, pagg. 353-376.)
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* Qui per sfera di centro $o$ intendo un insieme del tipo $\{ x\in RR^N:\ |x|=R\}$ con $R>0$.
Risposte
Nessuno vuol provare?
Forza, almeno la 1 che è semplice semplice...
Forza, almeno la 1 che è semplice semplice...
Sia [tex]ts \} \subset \{ |u|>t \}[/tex] quindi [tex]\mu_u(s)=m\{ |u|>s \} \le m \{ |u|>t \}=\mu_u(t)[/tex], ovvero [tex]\mu_u[/tex] è non crescente. Sia poi [tex]t_n \searrow t \ge 0[/tex], allora [tex]\{ |u| > t_1 \} \subset \{ |u| > t_2 \} \subset \dots \subset \{ |u|>t_n \} \subset \dots[/tex] e quindi [tex]m\{ |u|> t_n \} \to m\bigcup \{ |u|>t_n \}[/tex]; essendo [tex]t=\text{inf}(t_n)[/tex] è anche [tex]\bigcup \{ |u|>t_n \} = \{ |u|>t \}[/tex], ovvero la tesi.
Vabbé, questo era l'antipasto, ora vediamo di risolvere gli altri punti.
Ma perché $v$ è un riordinamento di $u$? Non riesco ad intuire l'analogia con i riordinamenti delle somme. La cosa mi interessa perché è proprio l'argomento di questo topic.
Vabbé, questo era l'antipasto, ora vediamo di risolvere gli altri punti.
Ma perché $v$ è un riordinamento di $u$? Non riesco ad intuire l'analogia con i riordinamenti delle somme. La cosa mi interessa perché è proprio l'argomento di questo topic.
L'analogia l'ho esposta nelle ultime righe del primo post: si tratta sempre di "ricostruire" il grafico di [tex]u[/tex] in un modo diverso, ma conservando qualcosa (in questo caso, la misura degli insiemi di livello).
Volendo fare un paragone con le successioni, prendiamo [tex](a_n)\in c_{00}(\mathbb{R})[/tex]* ed una [tex]\sigma:\mathbb{N} \to \mathbb{N}[/tex] una permutazione d'indici; inoltre mettiamo su [tex]\mathbb{N}[/tex] la misura che conta denotata con [tex]\sharp[/tex].
La [tex](a_n)[/tex] e la [tex](a_{\sigma(n)})[/tex] sono equimisurabili nel senso della definizione precedente: infatti, comunque si fissi [tex]t\in \mathbb{R}[/tex], gli insiemi [tex]A(t):=\{ n\in \mathbb{N} :\; a_n>t\}[/tex] ed [tex]A^\sigma (t):=\{ n\in \mathbb{N} :\; a_{\sigma (n)}>t\}[/tex] hanno [tex]\sharp A(t)=\sharp A^\sigma (t)[/tex].
Probabilmente è da questo fatto che Hardy, Littlewood e Polya hanno tratto il nome riordinamento: invero, il termine "rearrangement of a function" per denotare una funzione equimisurabile ad una assegnata è stato introdotto dai tre matematici nell'ultimo capitolo del classico Inequalities (1934).
Insieme alla definizione formale, in H-L-P è provata una simpatica disuguaglianza per le successioni positive in [tex]c_{00}(\mathbb{R})[/tex] (che può essere generalizzata alle successioni di ogni segno ed alle funzioni misurabili), che è nota come disuguaglianza di Hardy Littlewood:
[tex]\sum_{n=0}^{+\infty} a_n^\sharp b_n_\sharp \leq \sum_{n=0}^{+\infty} a_nb_n \leq \sum_{n=0}^{+\infty} a_n^\sharp b_n^\sharp[/tex]
in cui: [tex]a=(a_n),b=(b_n)\in c_{00}(\mathbb{R})[/tex] sono positive ([tex]\forall n\in \mathbb{N},\; a_n,b_n\geq 0[/tex]); [tex]a^\sharp=(a_n^\sharp)[/tex] e [tex]b^\sharp=(b_n^\sharp)[/tex] sono i riordinamenti crescenti di [tex]a[/tex] e [tex]b[/tex]; [tex]b_\sharp=(b_n_\sharp)[/tex] è il riordinamento decrescente di [tex]b[/tex].**
Un modo più colloquiale di enunciare la disuguaglianza di H-L è dire che "il prodotto scalare" di due successioni positive definitivamente nulle è massimo [risp. minimo] quando le due successioni sono ordinate allo stesso modo (entrambe crescenti o entrambe decrescenti) [risp. in modi opposti (una crescente e l'altra decrescente)].
Per immaginarsi un po' il perchè funzioni la disuguaglianza di H-L prova a rispondere al seguente problema:
Ho nel portafogli 5 banconote di ogni taglio tra 5 e 100 euro (insomma, 5 da 5E, 5 da 10E, etc...).
Prendendo 1 banconota di un taglio; 2 banconote di un taglio diverso dal precedente; 3 di un taglio diverso dai precedenti; 4 di un taglio diverso dai precedenti; e 5 dell'ultimo taglio;*** quali sono le minime e le massime somme di denaro che posso prelevare dal portafogli?
La risposta è nella disuguaglianza di H-L.
__________
* Qui [tex]c_{00}(\mathbb{R})[/tex] è la classe delle successioni definitivamente nulle, ossia quelle [tex](a_n)[/tex] caratterizzate dalla proprietà [tex]\exists \nu \in \mathbb{N} :\quad \forall n\geq \nu , a_n=0[/tex].
** Definire esplicitamente ed in maniera buona i riordinamenti, se le successioni hanno termini ripetuti, è un po' noioso; tuttavia si capisce cosa intendo: ad esempio [tex]b_\sharp[/tex] è ottenuta applicando una permutazione [tex]\sigma[/tex] che muove solo gli indici [tex]\{ 0,\ldots ,\nu-1\}[/tex] (qui [tex]\nu[/tex] è l'indice a partire dal quale in poi tutti gli elementi di [tex](b_n)[/tex] sono nulli) di modo che la successione [tex](b_n_\sharp)=(b_{\sigma(n)})[/tex] sia decrescente sul suo "supporto" [tex]\{ 0,\ldots ,\nu-1\}[/tex].
*** Esempio: 1 banconota da 10E; 2 banconote da 50E; 3 banconote da 100E; 4 banconote da 20E; 5 banconote da 5E.
Volendo fare un paragone con le successioni, prendiamo [tex](a_n)\in c_{00}(\mathbb{R})[/tex]* ed una [tex]\sigma:\mathbb{N} \to \mathbb{N}[/tex] una permutazione d'indici; inoltre mettiamo su [tex]\mathbb{N}[/tex] la misura che conta denotata con [tex]\sharp[/tex].
La [tex](a_n)[/tex] e la [tex](a_{\sigma(n)})[/tex] sono equimisurabili nel senso della definizione precedente: infatti, comunque si fissi [tex]t\in \mathbb{R}[/tex], gli insiemi [tex]A(t):=\{ n\in \mathbb{N} :\; a_n>t\}[/tex] ed [tex]A^\sigma (t):=\{ n\in \mathbb{N} :\; a_{\sigma (n)}>t\}[/tex] hanno [tex]\sharp A(t)=\sharp A^\sigma (t)[/tex].
Probabilmente è da questo fatto che Hardy, Littlewood e Polya hanno tratto il nome riordinamento: invero, il termine "rearrangement of a function" per denotare una funzione equimisurabile ad una assegnata è stato introdotto dai tre matematici nell'ultimo capitolo del classico Inequalities (1934).
Insieme alla definizione formale, in H-L-P è provata una simpatica disuguaglianza per le successioni positive in [tex]c_{00}(\mathbb{R})[/tex] (che può essere generalizzata alle successioni di ogni segno ed alle funzioni misurabili), che è nota come disuguaglianza di Hardy Littlewood:
[tex]\sum_{n=0}^{+\infty} a_n^\sharp b_n_\sharp \leq \sum_{n=0}^{+\infty} a_nb_n \leq \sum_{n=0}^{+\infty} a_n^\sharp b_n^\sharp[/tex]
in cui: [tex]a=(a_n),b=(b_n)\in c_{00}(\mathbb{R})[/tex] sono positive ([tex]\forall n\in \mathbb{N},\; a_n,b_n\geq 0[/tex]); [tex]a^\sharp=(a_n^\sharp)[/tex] e [tex]b^\sharp=(b_n^\sharp)[/tex] sono i riordinamenti crescenti di [tex]a[/tex] e [tex]b[/tex]; [tex]b_\sharp=(b_n_\sharp)[/tex] è il riordinamento decrescente di [tex]b[/tex].**
Un modo più colloquiale di enunciare la disuguaglianza di H-L è dire che "il prodotto scalare" di due successioni positive definitivamente nulle è massimo [risp. minimo] quando le due successioni sono ordinate allo stesso modo (entrambe crescenti o entrambe decrescenti) [risp. in modi opposti (una crescente e l'altra decrescente)].
Per immaginarsi un po' il perchè funzioni la disuguaglianza di H-L prova a rispondere al seguente problema:
Ho nel portafogli 5 banconote di ogni taglio tra 5 e 100 euro (insomma, 5 da 5E, 5 da 10E, etc...).
Prendendo 1 banconota di un taglio; 2 banconote di un taglio diverso dal precedente; 3 di un taglio diverso dai precedenti; 4 di un taglio diverso dai precedenti; e 5 dell'ultimo taglio;*** quali sono le minime e le massime somme di denaro che posso prelevare dal portafogli?
La risposta è nella disuguaglianza di H-L.
__________
* Qui [tex]c_{00}(\mathbb{R})[/tex] è la classe delle successioni definitivamente nulle, ossia quelle [tex](a_n)[/tex] caratterizzate dalla proprietà [tex]\exists \nu \in \mathbb{N} :\quad \forall n\geq \nu , a_n=0[/tex].
** Definire esplicitamente ed in maniera buona i riordinamenti, se le successioni hanno termini ripetuti, è un po' noioso; tuttavia si capisce cosa intendo: ad esempio [tex]b_\sharp[/tex] è ottenuta applicando una permutazione [tex]\sigma[/tex] che muove solo gli indici [tex]\{ 0,\ldots ,\nu-1\}[/tex] (qui [tex]\nu[/tex] è l'indice a partire dal quale in poi tutti gli elementi di [tex](b_n)[/tex] sono nulli) di modo che la successione [tex](b_n_\sharp)=(b_{\sigma(n)})[/tex] sia decrescente sul suo "supporto" [tex]\{ 0,\ldots ,\nu-1\}[/tex].
*** Esempio: 1 banconota da 10E; 2 banconote da 50E; 3 banconote da 100E; 4 banconote da 20E; 5 banconote da 5E.
"dissonance":
Sia [tex]ts \} \subset \{ |u|>t \}[/tex] quindi [tex]\mu_u(s)=m\{ |u|>s \} \le m \{ |u|>t \}=\mu_u(t)[/tex], ovvero [tex]\mu_u[/tex] è non crescente. Sia poi [tex]t_n \searrow t \ge 0[/tex], allora [tex]\{ |u| > t_1 \} \subset \{ |u| > t_2 \} \subset \dots \subset \{ |u|>t_n \} \subset \dots[/tex] e quindi [tex]m(\{ |u|> t_n \}) \to m(\bigcup \{ |u|>t_n \})[/tex]; essendo [tex]t=\text{inf}(t_n)[/tex] è anche [tex]\bigcup \{ |u|>t_n \} = \{ |u|>t \}[/tex], ovvero la tesi.
Giusto, direi. Quindi la 1 è accomodata.
Come sapete, non mi piace lasciare questi esercizi in sospeso per più di un mese e perciò di solito pubblico le soluzioni.
Non faccio eccezione questa volta; tuttavia, visto che dissonance ci sta lavorando, metto la soluzione in spoiler, nella speranza che finisca di postare le sue idee.
Non faccio eccezione questa volta; tuttavia, visto che dissonance ci sta lavorando, metto la soluzione in spoiler, nella speranza che finisca di postare le sue idee.
"Gugo82":Grazie Gugo, questo problema mi interessa molto. Propongo la mia dimostrazione per il punto 2).
Non faccio eccezione questa volta; tuttavia, visto che dissonance ci sta lavorando, metto la soluzione in spoiler, nella speranza che finisca di postare le sue idee.
Sia [tex]f\colon \mathbb{R}^N \to \ [0, \infty ][/tex] una funzione misurabile. Osserviamo che la funzione di distribuzione [tex]\mu_f\colon [0, \infty) \to [0, \infty ][/tex], essendo decrescente, è misurabile: infatti gli insiemi [tex]\{ t\ge 0\ :\ \mu_f(t) > s \}[/tex] sono intervalli per ogni [tex]s[/tex] reale. Ha quindi senso calcolarne l'integrale e risulta
[tex]\begin{equation}
\int_0 ^\infty \mu_f(t)\,dt = \int_{\mathbb{R}^N}f(x)\,dx \end{equation}[/tex]
Per dimostrare la (1) consideriamo preliminarmente [tex]s\colon \mathbb{R}^N \to [0, \infty ][/tex] una funzione semplice e misurabile, [tex]s(x)=c_1 \chi_{A_1}(x)+\dots +c_k\chi_{A_k}(x)[/tex] per opportuni [tex]A_1, \dots , A_k[/tex] misurabili e [tex]c_1
[tex]\mu_s (t) =
\begin{cases}
m(A_1)+m(A_2)+\dots +m(A_k) & 0 \le t < c_1 \\
m(A_2)+\dots+m(A_k) & c_1 \le t < c_2 \\
\vdots \\
m(A_k) & c_{k-1} \le t < c_k \end{cases}[/tex]
il cui integrale è
[tex]\displaymath \int_0^\infty \mu_s (t)\, dt = c_1 [ m(A_1)+ \dots + m(A_k) ] + (c_2 -c_1)[m(A_2) + \dots + m(A_k)] + \dots + (c_k - c_{k-1}) m(A_k)[/tex]
ovvero [tex]\int_0^\infty \mu_s (t)\, dt = c_1 m(A_1) + \dots + c_k m(A_k) = \int _{\mathbb{R}^N} s(x)\, dx[/tex] essendo telescopica la somma a secondo membro.
Per estendere questo risultato ad una [tex]f\colon \mathbb{R}^N \to [0, \infty][/tex] misurabile, consideriamo una successione [tex](s_n)[/tex] di funzioni semplici e misurabili tali che [tex]s_n \nearrow f[/tex]. Dalla disuguaglianza [tex]s_n(x) \le s_{n+1}(x)[/tex] segue che [tex]\{ s_n(x)>t \} \subset \{ s_{n+1}(x) > t \}[/tex], dunque [tex]\mu_{s_n} \le \mu_{s_{n+1}}[/tex]; inoltre
[tex]\displaymath \bigcup_{n=1}^\infty \{ s_n(x)> t \} = \{ \sup _{n \in \mathbb{N} } s_n(x) > t \} = \{ u(x) > t \}[/tex]; dal teorema sulla misura dell'unione crescente si ha [tex]\mu_{s_n} \nearrow \mu_{f}[/tex].
Applicando i teoremi di B. Levi e dell'unicità del limite si ottiene la (1).
Infine, siano [tex]1 \le p < \infty , \ u \in L^p(\mathbb{R} ^N )[/tex] e [tex]v[/tex] un riordinamento di [tex]u[/tex]. Dall'uguaglianza, verificata per ogni [tex]t \ge 0[/tex],
[tex]m \{ \lvert u \rvert > t^\frac{1}{p} \} = m \{ \lvert v \rvert > t^\frac{1}{p} \}[/tex] segue che [tex]\mu_{ \lvert u \rvert ^p } = \mu_{ \lvert v \rvert ^p}[/tex], e quindi per la (1)
[tex]\displaymath \int_{\mathbb{R}^n} \lvert u(x) \rvert ^p \, dx = \int_0 ^\infty \mu_{ \lvert u \rvert ^p }(t)\,dt = \int_0^\infty \mu_{ \lvert v \rvert ^p}(t)\,dt = \int_{\mathbb{R}^n} \lvert v(x) \rvert ^p \, dx[/tex]
ovvero la tesi del punto 2).
Ottimo!
Con la tecnica che hai usato credo si riesca a mostrare addirittura che se [tex]\Psi :\mathbb{R}\to [0,+\infty[[/tex] è una qualsiasi funzione misurabile secondo Borel allora risulta:
[tex]\int_{\mathbb{R}^N} \Psi (u(x)) \text{ d}x =\int_{\mathbb{R}^N} \Psi (v(x)) \text{ d}x[/tex]
per ogni coppia di funzioni equimisurabili [tex]u[/tex] e [tex]v[/tex].
Però si tratta di fare una piccola verifica.
***
Io l'avevo pensata diversa, però!
Il trucco stava nell'applicare Fubini.
Infatti, se [tex]1\leq p <+\infty[/tex] ed [tex]u\in L^p(\mathbb{R}^N)[/tex], allora [tex]||u||_p<+\infty[/tex]; si ha:
(a) [tex]||u||_p^p=\int_{\mathbb{R}^N} |u(x)|^p \text{ d}x=\int_{\mathbb{R}^N} \left\{ \int_0^{|u(x)|}p\; t^{p-1} \text{ d} t\right\} \text{ d}x[/tex]
e non è difficile rendersi conto che, per fissato [tex]x\in \mathbb{R}^N[/tex], si ha:
(b) [tex]\int_0^{|u(x)|} p\; t^{p-1}\text{ d} t=\int_0^{+\infty} p\; t^{p-1} \chi_{\{ |u|>t\}}(x) \text{ d} t[/tex];
sostituendo (b) in (a) si trova:
(c) [tex]||u||_p^p =\int_{\mathbb{R}^N} \left\{ \int_0^{+\infty} p\; t^{p-1} \chi_{\{|u|>t\}} (x) \text{ d} t\right\} \text{ d} x[/tex],
cosicché esiste finito l'integrale iterato rispetto a [tex]t[/tex] ed [tex]x[/tex] della funzione positiva [tex]U(x,t)=p\; t^{p-1} \chi_{\{ |u|>t\}} (x)[/tex] definita in [tex]\mathbb{R}^N \times [0,+\infty[[/tex].
Il teorema di Fubini assicura che esiste finito anche l'itegrale iterato di [tex]U(x,t)[/tex] rispetto ad [tex]x[/tex] e [tex]t[/tex] e che tra i due integrali sussiste l'uguaglianza: pertanto si può invertire l'ordine d'integrazione in (c) e si può scrivere:
(d) [tex]||u||_p^p = \int_0^{+\infty} \left\{ \int_{\mathbb{R}^N} p\; t^{p-1} \chi_{\{ |u|>t\}} (x)\text{ d} x\right\} \text{ d} t = p\; \int_0^{+\infty} t^{p-1} \mu_u (t) \text{ d} t[/tex].
La differenza che passa tra (c) e (d) è questa: in (c) stiamo integrando "per verticali", mentre in (d) stiamo integrando "per orizzontali".
Con (d) siamo riusciti ad esprimere la norma [tex]L^p[/tex] di [tex]u[/tex] rispetto alla funzione di distribuzione [tex]\mu_u[/tex]; in tal modo la tesi segue dalla supposta equimisurabilità di [tex]u[/tex] e [tex]v[/tex].
Piaciuta?
Con la tecnica che hai usato credo si riesca a mostrare addirittura che se [tex]\Psi :\mathbb{R}\to [0,+\infty[[/tex] è una qualsiasi funzione misurabile secondo Borel allora risulta:
[tex]\int_{\mathbb{R}^N} \Psi (u(x)) \text{ d}x =\int_{\mathbb{R}^N} \Psi (v(x)) \text{ d}x[/tex]
per ogni coppia di funzioni equimisurabili [tex]u[/tex] e [tex]v[/tex].
Però si tratta di fare una piccola verifica.
***
Io l'avevo pensata diversa, però!

Il trucco stava nell'applicare Fubini.
Infatti, se [tex]1\leq p <+\infty[/tex] ed [tex]u\in L^p(\mathbb{R}^N)[/tex], allora [tex]||u||_p<+\infty[/tex]; si ha:
(a) [tex]||u||_p^p=\int_{\mathbb{R}^N} |u(x)|^p \text{ d}x=\int_{\mathbb{R}^N} \left\{ \int_0^{|u(x)|}p\; t^{p-1} \text{ d} t\right\} \text{ d}x[/tex]
e non è difficile rendersi conto che, per fissato [tex]x\in \mathbb{R}^N[/tex], si ha:
(b) [tex]\int_0^{|u(x)|} p\; t^{p-1}\text{ d} t=\int_0^{+\infty} p\; t^{p-1} \chi_{\{ |u|>t\}}(x) \text{ d} t[/tex];
sostituendo (b) in (a) si trova:
(c) [tex]||u||_p^p =\int_{\mathbb{R}^N} \left\{ \int_0^{+\infty} p\; t^{p-1} \chi_{\{|u|>t\}} (x) \text{ d} t\right\} \text{ d} x[/tex],
cosicché esiste finito l'integrale iterato rispetto a [tex]t[/tex] ed [tex]x[/tex] della funzione positiva [tex]U(x,t)=p\; t^{p-1} \chi_{\{ |u|>t\}} (x)[/tex] definita in [tex]\mathbb{R}^N \times [0,+\infty[[/tex].
Il teorema di Fubini assicura che esiste finito anche l'itegrale iterato di [tex]U(x,t)[/tex] rispetto ad [tex]x[/tex] e [tex]t[/tex] e che tra i due integrali sussiste l'uguaglianza: pertanto si può invertire l'ordine d'integrazione in (c) e si può scrivere:
(d) [tex]||u||_p^p = \int_0^{+\infty} \left\{ \int_{\mathbb{R}^N} p\; t^{p-1} \chi_{\{ |u|>t\}} (x)\text{ d} x\right\} \text{ d} t = p\; \int_0^{+\infty} t^{p-1} \mu_u (t) \text{ d} t[/tex].
La differenza che passa tra (c) e (d) è questa: in (c) stiamo integrando "per verticali", mentre in (d) stiamo integrando "per orizzontali".
Con (d) siamo riusciti ad esprimere la norma [tex]L^p[/tex] di [tex]u[/tex] rispetto alla funzione di distribuzione [tex]\mu_u[/tex]; in tal modo la tesi segue dalla supposta equimisurabilità di [tex]u[/tex] e [tex]v[/tex].

Piaciuta?