Principio deformazione cammini

DavideGenova1
Ciao, amici! Il Presilla per dimostrare il principio di deformazione dei cammini, che dice che, se $\gamma_1$ è una curva semplice regolare a tratti orientata positivamente contenuta nella regione interna racchiusa dalla curva $\gamma$ semplice regolare a tratti, di Jordan quindi, e ugualmente orientata e $f$ è analitica sulle curve $\gamma$, $\gamma_1$ e la regiona compresa tra esse, allora $\int_{\gamma}f(z)\text{d}z=\int_{\gamma_1}$, costruisce, fissata una curva $\lambda$ regolare a tratti aperta contenuta nella regione tra $\gamma$ e $\gamma_1$ e con estremi in un punto di ciascuna delle due curve, la curva chiusa \(\eta=\gamma+\lambda+(-\gamma_1)+(-\lambda)\), che è frontiere di un insieme semplicemente connesso $G$ in cui $f$ è analitica e quindi tale che -e questo mi è chiaro- l'integrale di $f$ lungo qualunque curva chiusa regolare a tratti contenuta in esso è nullo. Si considera quindi una curva $\eta_{\epsilon}$ contenuta in $G$, omotopa a $\eta$ e tale che $\lim_{\epsilon \to 0}\eta_{\epsilon}=\eta$.
Non sono certo di che cosa ciò significhi: forse che l'applicazione \(\Gamma:[a,b]\times[0,1]\to\mathbb{C}\) che definisce l'omotopia, cioè tale che \(\forall s\in[a,b]\quad (\Gamma(s,0)=\eta(s)\land \Gamma(s,1)=\eta_{\varepsilon}(s))\), è tale che $\lim_{\epsilon\to 0} \Gamma(s,\epsilon)=\eta(s)$?
Ancora più nebulosa mi risulta quindi la conclusione: il testo riporta\[\int_{\eta}f(z)\text{d}z=\lim_{\varepsilon\to 0}\int_{\eta_{\varepsilon}}f(z)\text{d}z=\lim_{\varepsilon\to 0}0=0\]Ora, mi è chiaro, come dicevo, che $\int_{\eta_{\epsilon}}f(z)\text{d}z=0$[nota]E anche che $\lim_{\epsilon\to 0}=0$ :lol:[/nota], ma che cosa significa, rigorosamente parlando, $\lim_{\epsilon\to 0}\int_{\eta_{\varepsilon}}f(z)\text{d}z$ e perché esso è uguale a $\int_{\eta}f(z)\text{d}z$? Significa forse $\lim_{\epsilon\to 0}\int_{\eta_{\varepsilon}}f(z)\text{d}z=\lim_{\epsilon\to 0}\int_{a}^{b}f(\Gamma(s,\epsilon))\frac{\partial \Gamma(s,\epsilon)}{\partial s}\text{d}s$? Se sì, che cosa garantisce che tale limite converga a $\int_{\eta}f(z)\text{d}z$?
Intuitivamente, beh, se la curva si avvicina arbitrariamente all'altra... ma è triste e frustrante accontentarsi di un'ìidea intuitiva...
$\infty$ grazie a tutti!

Risposte
Seneca1
Eh, diciamo che c'è sotto un teorema di passaggio al limite sotto il segno d'integrale. Sono quelle giustificazioni tecniche che si tacciono spesso. :) L'idea potrebbe essere quella di prendere una successione $\epsilon_n$ tale che $\lim_{n} \epsilon_n = 0$ e utilizzare la convergenza uniforme della successione integranda (sappimi dire se è vero...).

Seneca1
$f(\Gamma(s,\epsilon)) \cdot \frac{\partial \Gamma(s,\epsilon)}{\partial s} = \frac{\partial}{\partial s} ( f(\Gamma(s, \epsilon)) \cdot \Gamma(s,\epsilon) ) - \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon)) }{\partial s}\cdot \Gamma(s,\epsilon)$.

Quindi basta dimostrare che
\[ \lim_{ n \to \infty} \int_a^b \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon_n)) }{\partial s}\cdot \Gamma(s,\epsilon_n) ds = \int_a^b \lim_{ n \to \infty} \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon_n)) }{\partial s}\cdot \Gamma(s,\epsilon_n) ds \;.\]

Ma qui mi sembra facile, perché
\[ \left | \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon_n)) }{\partial s} \cdot \Gamma(s,\epsilon_n) \right | \le \max_{G \cup \Gamma} \left | \frac{\partial f }{\partial s} \right | \cdot \max_{s , \epsilon} |\Gamma | \]
Siccome $\partial_s f$ è continua e $\Gamma : [a,b] \times [0,1] \rightarrow \{ z : |z| \le R \} \subseteq CC$ per un certo $R$ sufficientemente grande, si può andare di convergenza dominata. Correggimi se sbaglio...

DavideGenova1
"Seneca":
Eh, diciamo che c'è sotto un teorema di passaggio al limite sotto il segno d'integrale.
Già: se \((f_n)\), con \(f_n\in\mathcal{C}[a,b]\quad\forall n\in\mathbb{N}\), converge uniformemente a $f$ vale $\int_{a}^{b}f(x)\text{d}x=\lim_{n}\int_{a}^{b}f_n(x)\text{d}x$.
Tuttavia non ero neanche certo che la funzione integranda $f(\Gamma(s,\epsilon_n))\frac{\partial \Gamma(s,\epsilon_n)}{\partial s}$ esistesse -e tanto meno della sua continuità- per $\epsilon_n\ne 0$: chiaramente \(\Gamma(s,0)=\eta(s)\) e $\eta$ è regolare a tratti e quindi \(\eta=\Gamma(-,0)\) è di classe \(\mathcal{C}^1\) quasi ovunque in $[a,b]$, ma se $\epsilon_n\ne 0$ in che modo possiamo sapere che $\frac{\partial \Gamma(s,\epsilon_n)}{\partial s}$ esiste? Inoltre tale derivata parziale è continua, almeno eccetto un numero finito di punti? Senz'altro esisterebbe e sarebbe continua quasi ovunque se ogni $\eta_{\epsilon_n}$ fosse regolare a tratti.

"Seneca":
Quindi basta dimostrare che\[ \lim_{ n \to \infty} \int_a^b \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon_n)) }{\partial s}\cdot \Gamma(s,\epsilon_n) ds = \int_a^b \lim_{ n \to \infty} \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon_n)) }{\partial s}\cdot \Gamma(s,\epsilon_n) ds \;. \]
Direi che\[\lim_{n} \int_{a}^{b} \frac{\partial}{\partial s} ( f(\Gamma(s, \varepsilon_n)) \cdot \Gamma(s,\varepsilon_n) )\text{d}s=\lim_{n}f(\Gamma(b,\varepsilon_n))\Gamma(b,\varepsilon_n) -f(\Gamma(a,\varepsilon_n))\Gamma(a,\varepsilon_n)=f(\Gamma(b,0))\Gamma(b,0) -f(\Gamma(a,0))\Gamma(a,0)=\int_{a}^{b} \frac{\partial}{\partial s} ( f(\Gamma(s, 0)) \cdot \Gamma(s,0) )\text{d}s \]Com'è possibile uguagliare l'ultimo membro a $\int_{a}^{b}\lim_{n} \frac{\partial}{\partial s} ( f(\Gamma(s, \epsilon_n)) \cdot \Gamma(s,\epsilon_n) )\text{d}s$: possiamo dimostrare che $\frac{\partial}{\partial s} ( f(\Gamma(s,-)) \cdot \Gamma(s,-) )$ è continua nella seconda variabile?

"Seneca":
\[ \left | \frac{\partial f(\Gamma(s, \epsilon_n)) }{\partial s} \cdot \Gamma(s,\epsilon_n) \right | \le \max_{G \cup \Gamma} \left | \frac{\partial f }{\partial s} \right | \cdot \max_{s , \epsilon} |\Gamma | \]
Questo dimostra la convergenza uniforme, vero? Scusa la mia durezza di comprendonio, ma non capisco che passaggio logico c'è tra la disuguaglianza e la convergenza uniforme. :(

"Seneca":
Siccome $ \partial_s f $ è continua
In effetti sappiamo che $f$ è analitica e quindi continua in tutto $G\cup\{\eta\}$. Ora, si può provare che una funzione analitica in un aperto $G$ è infinitamente derivabile in $G$, ma il mio libro dimostra tale teorema proprio usando il principio di deformazione dei cammini, quindi dovrei evitare questo tipo di circolarità. Se quindi esistesse $\frac{\text{d}f(\Gamma(s, \epsilon_n))}{\text{d}z}\frac{\partial \Gamma(s, \epsilon_n)}{\partial s}$ con entrambe le derivate del prodotto funzioni continue, tale prodotto definirebbe una funzione continua uguale a $\partial_s f$, ma di \(f'(\Gamma(-, \epsilon_n))\) non so come assumere la continuità, visto che non posso assumere quella di \(f'\). Quanto a $\partial_s \Gamma$, possiamo essere certi che esista e sia continua per $\epsilon_n\ne 0$, come detto sopra, giusto?

Grazie di cuore di tutto!!!!!

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.