Funzioni periodiche e parte intera; archimedeità
Ciao! Sia \( f \) una funzione da un sottoinsieme \( X \) dei reali in \( \mathbb{R} \), periodica. Se \( \tau \) è un suo periodo positivo, il comportamento della funzione si può dedurre dalla conoscenza delle immagini in un singolo intervallo semiaperto[nota]In realtà dovremmo parlare dell'intersezione di tale intervallo con \( X \): specificarlo di nuovo in quanto segue appesantirebbe troppo, quindi ometto.[/nota] del tipo \( R=\left[a,a+\tau\right] \), con \( a\in X \): questo significa che per ogni numero reale, sia \( x\in X \), è possibile determinare un elemento di \( R \), sia \( y \), per cui \( f(y)=f(x) \).
L'idea, è ovviamente di trovare un \( y\in\left[a,a-\tau\right[ \) della forma \( x-k_0\tau \), con \( k_0 \) un qualche numero intero ché, come è noto, i periodi sono un sottogruppo additivo dei reali.
A provare meccanicamente che un qualche (unico) \( k_0 \) esiste, ne sono capace: è la parte intera di \( (a-x)/\tau \). Ciò che cerco di farmi più chiaro con questo post, è piuttosto l'interpretazione geometrica di questo fatto.
Immaginando questi numeri come punti della retta, considero gli intervalli \( R_k=\left[a+k\tau, a+(k+1)\tau\right[ \), per \( k\in\mathbb{Z} \): evidentemente, esisterà un \( k_0 \) tale per cui \( x\in R_{k_0} \) (e sarà dato dal floor del numero di volte in cui \( \tau \) è contenuto nel segmento che va da \( a \) ad \( x \), i.e. \( x-a \)). Alla luce di questo, abbiamo che \( f(x) \) coincide con \( f(x-k_0\tau) \), perché appunto \( k_0\tau\in\mathbb{Z}\tau \) è ovviamente un periodo.
Ma cosa mi rappresenta il numero \( x-k_0\tau \)? Perché il prolungamento per periodicità ad \( \mathbb{R} \) di una \( g \) definita su un intervallo del tipo \( (R_0=)\left[a,a+\tau\right[ \) è definito come \( f\colon\mathbb{R}\to\mathbb{R} \) che \( x\mapsto g\left(x-\lfloor (x-a)/\tau\rfloor \tau\right) \)?
In altre parole (ma il concetto che non mi è chiaro è lo stesso), se considero una funzione \( \gamma \) che \( x\mapsto x-\lfloor (x-a)/\tau\rfloor\tau \), questa manda ogni \( x \) reale sull'intervallo \( (R_0=)\left[a,a+\tau\right[ \), ma perché è "conservata la distanza" tra \( a+\lfloor (x-a)/\tau\rfloor\tau \) e \( x \)?
Comprendo siano un po' seghe mentali, e ho come l'impressione che sia già stato chiesto qualcosa di simile sul forum, che no ho voglia di cercare; in genere mi sono accorto che capisco meglio le cose se le "vedo" geometricamente, quindi..
EDIT: Corretti due typo sulla formula di \( \gamma \).
L'idea, è ovviamente di trovare un \( y\in\left[a,a-\tau\right[ \) della forma \( x-k_0\tau \), con \( k_0 \) un qualche numero intero ché, come è noto, i periodi sono un sottogruppo additivo dei reali.
A provare meccanicamente che un qualche (unico) \( k_0 \) esiste, ne sono capace: è la parte intera di \( (a-x)/\tau \). Ciò che cerco di farmi più chiaro con questo post, è piuttosto l'interpretazione geometrica di questo fatto.
Immaginando questi numeri come punti della retta, considero gli intervalli \( R_k=\left[a+k\tau, a+(k+1)\tau\right[ \), per \( k\in\mathbb{Z} \): evidentemente, esisterà un \( k_0 \) tale per cui \( x\in R_{k_0} \) (e sarà dato dal floor del numero di volte in cui \( \tau \) è contenuto nel segmento che va da \( a \) ad \( x \), i.e. \( x-a \)). Alla luce di questo, abbiamo che \( f(x) \) coincide con \( f(x-k_0\tau) \), perché appunto \( k_0\tau\in\mathbb{Z}\tau \) è ovviamente un periodo.
Ma cosa mi rappresenta il numero \( x-k_0\tau \)? Perché il prolungamento per periodicità ad \( \mathbb{R} \) di una \( g \) definita su un intervallo del tipo \( (R_0=)\left[a,a+\tau\right[ \) è definito come \( f\colon\mathbb{R}\to\mathbb{R} \) che \( x\mapsto g\left(x-\lfloor (x-a)/\tau\rfloor \tau\right) \)?
In altre parole (ma il concetto che non mi è chiaro è lo stesso), se considero una funzione \( \gamma \) che \( x\mapsto x-\lfloor (x-a)/\tau\rfloor\tau \), questa manda ogni \( x \) reale sull'intervallo \( (R_0=)\left[a,a+\tau\right[ \), ma perché è "conservata la distanza" tra \( a+\lfloor (x-a)/\tau\rfloor\tau \) e \( x \)?
Comprendo siano un po' seghe mentali, e ho come l'impressione che sia già stato chiesto qualcosa di simile sul forum, che no ho voglia di cercare; in genere mi sono accorto che capisco meglio le cose se le "vedo" geometricamente, quindi..

EDIT: Corretti due typo sulla formula di \( \gamma \).
Risposte
Se aggiungo qualche esercizietto mongolo su integrali e limiti, qualcuno risponderà?
Ovviamente scherzo. Mi interesserebbe capire meglio ‘sta cosa però (il messaggio, pure lungo, è stra-banale), e al momento non posso permettermi di buttare un pomeriggio intero per pensarci.

Ovviamente scherzo. Mi interesserebbe capire meglio ‘sta cosa però (il messaggio, pure lungo, è stra-banale), e al momento non posso permettermi di buttare un pomeriggio intero per pensarci.
Che vuol dire con "è conservata la distanza tra etc..."?
Insomma, non riesco a capire il tuo dubbio.
La famiglia di intervalli $\{ [a+ktau , a+(k+1)tau[\}_(k in ZZ)$ è un ricoprimento di $RR$ fatto da intervalli disgiunti, quindi ogni $x in RR$ appartiene ad un unico intervallo di quella famiglia lì.
Insomma, non riesco a capire il tuo dubbio.
La famiglia di intervalli $\{ [a+ktau , a+(k+1)tau[\}_(k in ZZ)$ è un ricoprimento di $RR$ fatto da intervalli disgiunti, quindi ogni $x in RR$ appartiene ad un unico intervallo di quella famiglia lì.
Grazie per aver risposto!
Ammetto che il post è confuso. Diciamo che sostanzialmente non mi è chiaro l'esempio che segue.
"Se \( g \) è la funzione \( x\mapsto x^2 \) dall'intervallo \( \left[-1,1\right[ \) nei reali, possiamo prolungare \( g \) a tutto \( \mathbb{R} \) "incollando" tante volte il grafico di \( g \), ossia (???) definendo \( f\colon\mathbb{R}\to\mathbb{R} \) come la funzione che mappa \( x \) in \( g\left(x-\lfloor(x-a)/\tau\rfloor\tau\right) \), dove per \( \tau \) intendo il "periodo" \( 1-(-1) \), ampiezza del dominio della \( g \)."
domanda 1) Perché definendo \( f \) in quel modo si ottiene, in ogni intervallo \( R_k \), un "clone" del grafico di \( g \)?
domanda 2) Sia \( \gamma \) come in OP; è semplice provare che la sua restrizione all'intervallo \( R_0=\left[a,a+\tau\right[ \) è l'identica di \( R_0 \). Se \( x\in R_k \) per un \( k \) intero qualsiasi, è \( \lvert x-(a+k)\tau\rvert=\lvert \gamma(x)-a\rvert \). Cercavo un interpretazione geometrica del fatto che proprio l'immagine \( \gamma(x) \) avesse tale proprietà (che è la proprietà che alla fine mi dovrebbe permettere di definire il "prolungamento per periodicità" \( f \) di cui sopra).
Ammetto che il post è confuso. Diciamo che sostanzialmente non mi è chiaro l'esempio che segue.
"Se \( g \) è la funzione \( x\mapsto x^2 \) dall'intervallo \( \left[-1,1\right[ \) nei reali, possiamo prolungare \( g \) a tutto \( \mathbb{R} \) "incollando" tante volte il grafico di \( g \), ossia (???) definendo \( f\colon\mathbb{R}\to\mathbb{R} \) come la funzione che mappa \( x \) in \( g\left(x-\lfloor(x-a)/\tau\rfloor\tau\right) \), dove per \( \tau \) intendo il "periodo" \( 1-(-1) \), ampiezza del dominio della \( g \)."
domanda 1) Perché definendo \( f \) in quel modo si ottiene, in ogni intervallo \( R_k \), un "clone" del grafico di \( g \)?
domanda 2) Sia \( \gamma \) come in OP; è semplice provare che la sua restrizione all'intervallo \( R_0=\left[a,a+\tau\right[ \) è l'identica di \( R_0 \). Se \( x\in R_k \) per un \( k \) intero qualsiasi, è \( \lvert x-(a+k)\tau\rvert=\lvert \gamma(x)-a\rvert \). Cercavo un interpretazione geometrica del fatto che proprio l'immagine \( \gamma(x) \) avesse tale proprietà (che è la proprietà che alla fine mi dovrebbe permettere di definire il "prolungamento per periodicità" \( f \) di cui sopra).
Credo che "l'interpretazione geometrica" di questo fatto sia che la funzione che ottieni prolungando quella definita su un singolo periodo è, segretamente, una mappa definita sul cerchio \(\mathbb R/\mathbb Z\) (questo per l'ovvio motivo che a prescindere da quanto sia largo l'intervallo $[a,a+\tau[$, il quoziente per la relazione di equivalenza generata da questo sottoinsieme è proprio la circonferenza).
"marco2132k":
"Se \( g \) è la funzione \( x\mapsto x^2 \) dall'intervallo \( \left[-1,1\right[ \) nei reali, possiamo prolungare \( g \) a tutto \( \mathbb{R} \) "incollando" tante volte il grafico di \( g \), ossia (???) definendo \( f\colon\mathbb{R}\to\mathbb{R} \) come la funzione che mappa \( x \) in \( g\left(x-\lfloor(x-a)/\tau\rfloor\tau\right) \), dove per \( \tau \) intendo il "periodo" \( 1-(-1) \), ampiezza del dominio della \( g \)."
domanda 1) Perché definendo \( f \) in quel modo si ottiene, in ogni intervallo \( R_k \), un "clone" del grafico di \( g \)?
Facciamo le cose “con le mani” (come se costruissimo un comodino Askvoll

Il grafico di $g$ è ovviamente il seguente:
[asvg]ymin=-1; ymax=4;
axes(1,1," ",1,1, " ");
strokewidth =2;
stroke="dodgerblue"; plot("x^2", -1, 1);[/asvg]
ed il grafico del suo prolungamento $G$ periodico di periodo $tau =2$ è:
[asvg]ymin=-1; ymax=4;
axes(1,1," ",1,1, " ");
strokewidth =2;
stroke="dodgerblue"; plot("x^2", -1, 1);
stroke= "red"; plot("(x-2)^2", 1,3); plot("(x-4)^2",3,5); plot("(x-6)^2",5,7); plot("(x+2)^2",-3,-1); plot("(x+4)^2",-5,-3); plot("(x+6)^2", -7,-5);[/asvg]
Vediamo di ottenere un’espressione analitica di $G$.
Osservando il grafico in $[1,3[$, in $[3,5[$, in $[-3,-1[$ ed in $[-5,-3[$, desumiamo che l’espressione analitica di $G$ in tali intervalli è:
\[
\begin{split}
G(x) &= (x - 2)^2\qquad \text{per } x \in [1,3[\\
G(x) &= (x - 4)^2\qquad \text{per } x \in [3,5[\\
G(x) &= (x + 2)^2\qquad \text{per } x \in [-3, -1[\\
G(x) &= (x + 4)^2\qquad \text{per } x \in [-5, -3[
\end{split}
\]
da cui congetturiamo lecitamente:
\[
\tag{*} G(x) = (x - 2k)^2 \qquad \text{per } x \in [-1+2k, 1+2k[
\]
in cui $k in ZZ$ è l’unico intero tale che $x in [-1+2k, 1+2k[$.
Dovremmo ora dimostrare che $G$ è periodica di periodo $2$ e che la sua restrizione a $[-1,1[$ coincide con $g$.
La seconda cosa è semplice: infatti, ponendo $k=0$ nell’espressione precedente si ottiene $G(x)=g(x)$.
Per il primo fatto, fissiamo $x in RR $ e vediamo cosa succede in $x+2n$ (con $n in ZZ$): se $x in [-1+2k, 1+2k[$ allora $x+2n in [-1+2(k+n) , 1+2(k+n)[$ e perciò $G(x+2n) = ( x+2n - 2(k+n))^2 = (x - 2k)^2 = G(x)$. Ne consegue che $G$ è periodica di periodo $tau =2$.
L’espressione analitica (*) ha l’unico difetto di avere una legge che non dipende solo da $x$ (c'è quel $k$ che rompe le scatole…

La domanda, quindi, è: come si esprime $k$ in funzione di $x$?
Vediamo.
Se $x in [-1+2k,1+2k[$ allora $-1+2k <= x < 1+2k$ e dunque $-1 -x<= -2k <1-x$ ossia $(x-1)/2< k <= (x+1)/2$; l’intervallo di estremi $(x-1)/2$ e $(x+1)/2$ ha ampiezza $(x+1)/2-(x-1)/2 = 1$ ed è semiaperto inferiormente, dunque contiene un’unico intero $k$ è tale intero è proprio \( k = \lfloor \frac{x+1}{2}\rfloor\).
Conseguentemente:
\[
G(x)= \left( x - 2 \left\lfloor \frac{x+1}{2}\right\rfloor \right)^2
\]
è l’espressione analitica di $G$ che cercavamo.
Generalizzando il discorso a periodi $tau$ ed intervalli base $[a,a+tau[$ arbitrari, trovi che il prolungamento di una funzione $g$ assegnata in $[a,a+tau[$ di periodo $tau$ è dato da:
\[
G(x)= g\left( x - \tau \left\lfloor \frac{x - a}{\tau}\right\rfloor \right)\; .
\]
"marco2132k":
domanda 2) Sia \( \gamma \) come in OP; è semplice provare che la sua restrizione all'intervallo \( R_0=\left[a,a+\tau\right[ \) è l'identica di \( R_0 \). Se \( x\in R_k \) per un \( k \) intero qualsiasi, è \( \lvert x-(a+k)\tau\rvert=\lvert \gamma(x)-a\rvert \). Cercavo un interpretazione geometrica del fatto che proprio l'immagine \( \gamma(x) \) avesse tale proprietà (che è la proprietà che alla fine mi dovrebbe permettere di definire il "prolungamento per periodicità" \( f \) di cui sopra).
Semplicemente l’identità di $[a,a+tau[$ si prolunga periodicamente come detto sopra e si ottiene proprio $gamma$.
Sono tornato (più o meno..).
@gugo82 Grazie mille per il post! credo di essere riuscito a visualizzare la cosa (che è il motivo per cui ho aperto questa discussione): alla fine si trattava semplicemente di giocare un po' con le traslazioni, nulla più da quel che ho capito (forse dovrei imparare a farmi più disegni e grafici..).
@fmnq Purtroppo tra le poche cose che ad ora ho in testa di topologia, non ci sono gli spazi quoziente
. Non appena mi metterò a studiare queste cose in modo serio, rileggerò di sicuro questa risposta!
In effetti, credo che l'idea di definire il prolungamento per periodicità di una \( g \) data sull'intervallo \( R_0=\left[a,a+\tau\right[ \) con quella formula per \( G \), possa venire anche in altro modo (ma chiedo se 'sta cosa abbia un qualche senso, o se intendessi una cosa simile -in ogni caso ho risolto il mio dubbio principale, nel senso che ora \( G \) non mi sembra più "campata per aria").
Sappiamo che per ogni funzione \( f \) da un sottoinsieme \( X \) dei reali in un insieme \( S \), periodica di \( \tau \), ossia tale da rispettare la relazione di equivalenza \( \sim_\tau \) con \( x\mathrel{\sim_\tau}y \) se e solo se \( x-y=k\tau \) per un \( k\in\mathbb{Z} \), esiste un'unica funzione \( g \) che fa commutare
dove \( \gamma \) è la funzione \( \mathbb{R}\to R_0 \) di cui parlavamo prima.
Allora c'è una biiezione (\( \theta \)) tra le funzioni belle su \( \sim_\tau \) (ossia, le funzioni periodiche \( \mathbb{R}\to S \) di periodo \( \tau \)), e \( S^{R_0} \): data una funzione "stampo" \( g\colon\left[a,a+\tau\right[\to S \), abbiamo che esiste un'unica \( f \) di periodo \( \tau \) (la cui formula è proprio la \( G \) del post di @gugo82). Boh forse cercavo anche una sicurezza del genere sull'unicità di 'sta \( G \).
@gugo82 Grazie mille per il post! credo di essere riuscito a visualizzare la cosa (che è il motivo per cui ho aperto questa discussione): alla fine si trattava semplicemente di giocare un po' con le traslazioni, nulla più da quel che ho capito (forse dovrei imparare a farmi più disegni e grafici..).
@fmnq Purtroppo tra le poche cose che ad ora ho in testa di topologia, non ci sono gli spazi quoziente

In effetti, credo che l'idea di definire il prolungamento per periodicità di una \( g \) data sull'intervallo \( R_0=\left[a,a+\tau\right[ \) con quella formula per \( G \), possa venire anche in altro modo (ma chiedo se 'sta cosa abbia un qualche senso, o se intendessi una cosa simile -in ogni caso ho risolto il mio dubbio principale, nel senso che ora \( G \) non mi sembra più "campata per aria").
Sappiamo che per ogni funzione \( f \) da un sottoinsieme \( X \) dei reali in un insieme \( S \), periodica di \( \tau \), ossia tale da rispettare la relazione di equivalenza \( \sim_\tau \) con \( x\mathrel{\sim_\tau}y \) se e solo se \( x-y=k\tau \) per un \( k\in\mathbb{Z} \), esiste un'unica funzione \( g \) che fa commutare
[tex]\xymatrix{ {\mathbb{R}}\ar[r]^{\gamma}\ar[dr]_f & {\left[a,a+\tau\right[}\ar@{.>}[d]^g\\
& S }[/tex]
& S }[/tex]
dove \( \gamma \) è la funzione \( \mathbb{R}\to R_0 \) di cui parlavamo prima.
Allora c'è una biiezione (\( \theta \)) tra le funzioni belle su \( \sim_\tau \) (ossia, le funzioni periodiche \( \mathbb{R}\to S \) di periodo \( \tau \)), e \( S^{R_0} \): data una funzione "stampo" \( g\colon\left[a,a+\tau\right[\to S \), abbiamo che esiste un'unica \( f \) di periodo \( \tau \) (la cui formula è proprio la \( G \) del post di @gugo82). Boh forse cercavo anche una sicurezza del genere sull'unicità di 'sta \( G \).