Dimostrazione ostica proprietà o piccolo

Riccardo Desimini
«Siano \( I, J, K \subseteq \mathbb{R} \), \( x_0 \in \mathbb{\overline{R}} \) un punto di accumulazione per \( I \cap J \cap K \) e \( f : I \rightarrow \mathbb{R} \), \( g : J \rightarrow \mathbb{R} \), \( h : K \rightarrow \mathbb{R} \). Per \( x \to x_0 \), se \( f = o(g) \) e \( g = o(h) \), allora \( f = o(h) \).»

Voglio dimostrare quest'affermazione.

Per ipotesi, valgono le due scritture
\[ \forall \varepsilon_1 > 0, \exists I_{\varepsilon_1}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_1}(x_0) \cap I \cap J \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon_1 \left \vert g(x) \right \vert \]
\[ \forall \varepsilon_2 > 0, \exists I_{\varepsilon_2}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_2}(x_0) \cap J \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert g(x) \right \vert \le \varepsilon_2 \left \vert h(x) \right \vert \]
ma da qui non ho la più pallida idea di come si faccia.

Chi mi sa aiutare?

P.S.: questo è l'unico modo con cui voglio dimostrarlo, quindi non vale cambiare approccio.

Risposte
Paolo902
"Riccardo Desimini":
«Siano \( I, J, K \subseteq \mathbb{R} \), \( x_0 \in \mathbb{\overline{R}} \) un punto di accumulazione per \( I \cap J \cap K \) e \( f : I \rightarrow \mathbb{R} \), \( g : J \rightarrow \mathbb{R} \), \( h : K \rightarrow \mathbb{R} \). Per \( x \to x_0 \), se \( f = o(g) \) e \( g = o(h) \), allora \( f = o(h) \).»

[...]
Per ipotesi, valgono le due scritture
\[ \forall \varepsilon_1 > 0, \exists I_{\varepsilon_1}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_1}(x_0) \cap I \cap J \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon_1 \left \vert g(x) \right \vert \]
\[ \forall \varepsilon_2 > 0, \exists I_{\varepsilon_2}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_2}(x_0) \cap J \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert g(x) \right \vert \le \varepsilon_2 \left \vert h(x) \right \vert \]


E immagino che il claim sia (nelle tue notazioni):
\[ \forall \varepsilon > 0, \exists I_{\varepsilon}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon}(x_0) \cap I \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert h(x) \right \vert \]

Ebbene, sia \( \varepsilon >0 \) fissato. Prendiamo \(\varepsilon_1 = \varepsilon \) nella prima delle ipotesi, cosicché possiamo affermare che
\[ \exists I_{1}(x_0) : \forall x \in I_{1}(x_0) \cap I \cap J \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert g(x) \right \vert \]
Ora prendiamo \(\varepsilon_2=1 \) nella seconda ipotesi e dunque
\[ \exists I_{2}(x_0) : \forall x \in I_{2}(x_0) \cap J \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert g(x) \right \vert \le \left \vert h(x) \right \vert \]

Ora detto \(I_{\varepsilon}:=I_1 \cap I_2 \cap J\) (l'intersezione di due intorni di $x_0$ è ancora un intorno di $x_0$ quindi $I_1 \cap I_2$ interseca sicuramente $J$ in un punto diverso da $x_0$ perché $x_0$ è di accumulazione per $J$) si ha che per ogni \(x \in I_{\varepsilon} \cap I \cap K \setminus \{x_0\}\) valgono le due scritture di sopra, quindi
\[
\left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert g(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert h(x) \right \vert
\]

Ti torna?

Riccardo Desimini
C'è una cosa che non capisco, Paolo.

Ma \( I_{\epsilon}(x_0) \) perché è ancora un intorno di \( x_0 \)? Se io interseco \( I_1 \cap I_2 \cap J \) chi mi dice che quell'intersezione è ancora un intorno di \( x_0 \)? Io so solo che \( J \) è un sottoinsieme qualunque di \( \mathbb{R} \).
Sono d'accordo comunque sul fatto che \( I_1 \cap I_2 \) è ancora un intorno di \( x_0 \).

Ma soprattutto: perché hai fissato gli epsilon? La richiesta non dice che deve valere per ogni epsilon?
Questa cosa continuo a non capirla.

giuscri
My 2 cents:
"Riccardo Desimini":
Ma soprattutto: perché hai fissato gli epsilon? La richiesta non dice che deve valere per ogni epsilon?

Quindi per ogni \( \varepsilon \) fissato, no? :-)
\( \varepsilon \) non balla: sta all'inizio della proposizione. La scelta dev'essere arbitraria, si; ma e' una volta[\u] scelto che a cascata vale il resto.
Sei d'accordo?

Riccardo Desimini
Credo di aver capito, anche se non ne sono sicuro al 100%.

giuscri
"Riccardo Desimini":
Credo di aver capito, anche se non ne sono sicuro al 100%.

Va be', intanto che Paolo arriva ... e' una questione piuttosto generale questa che stai sollevando sull'\( \varepsilon \), giusto? Quindi, vanno bene anche esempi presi dalla tradizione di quando eravamo bimbi :-)

Limite di una funzione \( f \) di erre in erre:
\[ \lim_{x \to x_0} f(x) = l \]
e' una scrittura compatta --ed estremamente intuitiva, chiaramente-- per
\[ \forall \varepsilon > 0 \; \exists \delta ( \varepsilon ) > 0 \; | \; \text{se} \; \; d(x, x_0) < \delta \; \Rightarrow d(f(x), l) \]
Anche qui c'e' il (poco digerito) \( \forall \varepsilon \); la filosofia qui e' (dimmi un numero/scegli una carta) dimmi quanto vuoi avvicinarti --con le immagini-- ad \( l \) e io ti fornisco una stima di quanto devi avvicinarti ad \( x_0 \) perche' \( l \) e \( f(x) \) non siano lontani piu' di \( \varepsilon \).
L'idea che c'e' dietro al \( \forall \) e' che puoi soddisfare sia i palati piu' rozzi che quelli piu' raffinati: ogni scelta e' valida.
Una volta scelto, vai avanti ...

Riccardo Desimini
Vediamo se ho capito bene:

Paolo ha scelto \( \varepsilon_1 = \varepsilon \) per la prima ipotesi, \( \varepsilon_2 = 1 \) per la seconda.
In questo modo ha ricavato la disuguaglianza \( \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert h(x) \right \vert \), vera per tutti gli \( x \) in un intorno di \( x_0 \) (tale intorno risulta essere \( I_{\varepsilon}(x_0) \cap I \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace \)).

Il fatto che valga per ogni \( \varepsilon \) segue per caso dalla sua arbitrarietà?

Mi spiego meglio.

L'intorno trovato ponendo \( \varepsilon_1 = \varepsilon \) nella prima ipotesi (cioè \( I_1(x_0) \)) dipende da \( \varepsilon \), pertanto al variare di \( \varepsilon \) varia quell'intorno, ma comunque continua ad esistere perché la prima ipotesi è vera per ogni \( \varepsilon_1 \), ho capito bene?

giuscri
[ot]@Riccardo: sono un po' di fretta, ho letto ora il post di Paolo. Non vorrei essere responsabile di aggiungere altra confusione (oltre a quella di cui sono colpevole fin'ora), ma e' possibile ci sia un errore di battitura e sia invece:
Ora prendiamo \( \varepsilon_2= \varepsilon_1 \) nella seconda ipotesi ...

? :-)[/ot]

Riccardo Desimini
Non credo che ci sia un errore, perché a partire da \( (\varepsilon_1, \varepsilon_2) = (\varepsilon, 1) \) si ricava la disuguaglianza di cui ti ho parlato sopra.

Ma comunque è giusto o no quello che ho scritto sopra?

Paolo902
Scusatemi, avevo un esame e non ho avuto tempo di riprendere in mano la questione.
Mmm, sì, probabilmente c'è qualcosa da sistemare, se $I,J,K$ sono sottoinsiemi qualunque di $RR$ (e possono essere anche molto brutti) allora non vedo come quello che ho chiamato $I_{\varepsilon}$ possa essere un intorno di $x_0$. E' solo un insieme che contiene $x_0$ e infiniti punti di $J$, però non è necessariamente un intorno.

Ad ogni modo, per quanto riguarda la faccenda degli $\varepsilon$ fissati/da fissare/arbitrari è tutto chiaro? Intanto penso un po' a come sistemare la faccenda sopra (e resto dell'idea che l'intersezione di quei due intorni $I_1$ e $I_2$ sia l'intorno giusto per noi).

Riccardo Desimini
Ciao Paolo,
trovi la mia interpretazione sulla questione degli epsilon fissati/da fissare/arbitrari qui:
"Riccardo Desimini":
Vediamo se ho capito bene:
Paolo ha scelto \( \varepsilon_1 = \varepsilon \) per la prima ipotesi, \( \varepsilon_2 = 1 \) per la seconda.
In questo modo ha ricavato la disuguaglianza \( \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert h(x) \right \vert \), vera per tutti gli \( x \) in un intorno di \( x_0 \) (tale intorno risulta essere \( I_{\varepsilon}(x_0) \cap I \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace \)).
Il fatto che valga per ogni \( \varepsilon \) segue per caso dalla sua arbitrarietà?
Mi spiego meglio.
L'intorno trovato ponendo \( \varepsilon_1 = \varepsilon \) nella prima ipotesi (cioè \( I_1(x_0) \)) dipende da \( \varepsilon \), pertanto al variare di \( \varepsilon \) varia quell'intorno, ma comunque continua ad esistere perché la prima ipotesi è vera per ogni \( \varepsilon_1 \), ho capito bene?

P.S.: com'è andato l'esame?

Paolo902
Mi è venuto in mente questo, dimmi se ti piace. Siccome noi stiamo facendo un discorso locale, intorno al punto $x_0$, possiamo restringere le nostre funzioni a \( A:=I_{\eta}(x_0) \cap I \cap J \cap K \) (dove \( I_{\eta}(x_0)\) è un intorno di $x_0$ fissato a priori). Nota che $A$ è sicuramente non vuoto e contiene almeno un punto diverso da $x_0$; inoltre, per ipotesi, valgono le due scritture
\[ \forall \varepsilon_1 > 0, \exists I_{\varepsilon_1}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_1}(x_0) \cap A \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon_1 \left \vert g(x) \right \vert \]
\[ \forall \varepsilon_2 > 0, \exists I_{\varepsilon_2}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_2}(x_0) \cap A \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert g(x) \right \vert \le \varepsilon_2 \left \vert h(x) \right \vert \]
Procedendo come sopra (fissato $\varepsilon>0$, sfruttiamo le due ipotesi con $\varepsilon_1=\varepsilon$ e $\varepsilon_2=1$; nota che puoi anche fare viceversa), poniamo \( I_{\varepsilon}:=I_1 \cap I_2 \) (che è ancora un intorno di $ x_0 $). Si ha che per ogni \( x \in I_{\varepsilon} \cap A \setminus \{x_0\} \) vale
\[ \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert g(x) \right \vert \le \varepsilon \left \vert h(x) \right \vert \]
e ciò conclude.
La sostanza è: questi o piccoli [size=50](che poi, detto tra noi, a me non piacciono molto soprattutto in questa salsa così "generale" e poco concreta)[/size] servono per fare confronti locali tra funzioni, i.e. confronti attorno a un punto fissato.
Se qualcuno ha qualche idea diversa per la dimostrazione ascolto volentieri anche io.
P.S. L'esame è andato bene, ti ringrazio; soprattutto era l'ultimo, quindi ora... mi concedo un po' di riposo. 8-)

Riccardo Desimini
Ciao Paolo, ti rispondo ora perché ho ripreso solo in questi giorni queste questioni.

Tornando a noi, mi sembra che sia anche troppo, nel senso che a questo punto tanto vale procedere in questo modo:
\[ \forall \varepsilon_1 > 0, \exists I_{\varepsilon_1}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_1}(x_0) \cap I \cap J \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert f(x) \right \vert \le \varepsilon_1 \left \vert g(x) \right \vert \]
\[ \forall \varepsilon_2 > 0, \exists I_{\varepsilon_2}(x_0) : \forall x \in I_{\varepsilon_2}(x_0) \cap I \cap J \cap K \setminus \lbrace x_0 \rbrace, \left \vert g(x) \right \vert \le \varepsilon_2 \left \vert h(x) \right \vert \]
Questo non lederebbe in alcun modo la generalità dato che \( I \cap J \cap K \subseteq I \cap J \) (prendendo ad esempio la prima delle due ipotesi). Inoltre è anche ragionevole far così perché se io ho degli \( x \) che soddisfano la prima ipotesi ma questi stessi \( x \) non soddisfano in alcun modo la seconda non mi servono a niente quando poi vado a fare l'intersezione.
Morale della storia, non ho bisogno in questo modo di racchiudere tutto in un intorno opportuno e quindi il teorema è dimostrato per ogni tipo di dominio assumibile dalle funzioni.

Cosa ne pensi del mio ragionamento? Ti ringrazio per i tuoi preziosi contributi.

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