Differenziale di funzione
Qualcuno mi può spiegare il significato geometrico del differenziale secondo di una funzione, definito come d''y=f''(x)dx^2.
Pensando al differenziale primo dy=f'(x)dx, da un punto di vista geometrico, il differenziale secondo lo definirei come f''(x)dx.
Grazie
Pensando al differenziale primo dy=f'(x)dx, da un punto di vista geometrico, il differenziale secondo lo definirei come f''(x)dx.
Grazie
Risposte
Più che differenziale secondo, sarebbe meglio parlare di derivata seconda; così come la derivata prima è legata alla tangente, quindi alla linearizzazione di quanto varia una funzione, la derivata seconda vuole linearizzare quanto varia la tangente, quindi quanto si curva il grafico della funzione.
quindi il differenziale secondo non esiste???
Sì, certo che esiste, ma per evitare ogni ambiguità nell'uso formale dei $dx$ è sempre meglio parlare di derivata e non di differenziale, almeno in una variabile reale.
Insomma, abbiamo abbandonato i $dx$ di Leibniz con l'avvento della scuola di Cauchy e Weierstrass; perchè buttare 200 anni di evoluzione dell'Analisi?
Insomma, abbiamo abbandonato i $dx$ di Leibniz con l'avvento della scuola di Cauchy e Weierstrass; perchè buttare 200 anni di evoluzione dell'Analisi?
Perché robinson ha dimostrato che l'analisi non standard è rigorosa.
No, comunque, a parte questo, sono d'accordo del tenerci il concetto topologico di derivata, anche perché poi, in geometria differenziale le definizioni sono meno banali ed è meglio essere allenati.
Però è anche importante sapere che la trattazione formale con le d di Leibniz sono coerenti e utili.
No, comunque, a parte questo, sono d'accordo del tenerci il concetto topologico di derivata, anche perché poi, in geometria differenziale le definizioni sono meno banali ed è meglio essere allenati.
Però è anche importante sapere che la trattazione formale con le d di Leibniz sono coerenti e utili.
Il problema, caro Maxos, è che i conti formali con i $dx$ sono corretti e funzionano perchè sappiamo già come vanno le cose per altre vie, ovvero attraverso i Teoremi del calcolo differenziale.
Però queste cose le può notare e usare uno che conosce la teoria per bene; allora si può permettere di fare i conti alla Leibniz (io stesso li faccio); ma uno che inizia a studiare queste cose no.
Però queste cose le può notare e usare uno che conosce la teoria per bene; allora si può permettere di fare i conti alla Leibniz (io stesso li faccio); ma uno che inizia a studiare queste cose no.
Vero
"Maxos":
Però è anche importante sapere che la trattazione formale con le d di Leibniz sono coerenti e utili.
Si ad esempio in fisica mi sembra comodo "smanettare" coi "dx".

Sì, certo che esiste, ma per evitare ogni ambiguità nell'uso formale dei dx è sempre meglio parlare di derivata e non di differenziale, almeno in una variabile reale.
Ai miei tempi dell'analisi I i differenziali esistevano, guai a confonderli con la derivata, con tutto il rigore alla Cauchy e senza far intervenire l'analisi non standard di Robinson che tuttavia studiavo per conto mio......
Ahhh, che dolci ricordi!
Infatti il concetto di differenziale non coincide con quello di derivata; ma almeno in una variabile reale il vero protagonista è la derivata, e non il differenziale. Smanettare con i $dx$, come diceva david_e, è sì comodo e funziona, ma funziona perchè lo sappiamo a posteriori che funziona. Quindi, principianti attenzione: non smanettare con i $dx$ fino a quando la corretta teoria non vi è entrata bene in testa.
Smanettare con i dx, come diceva david_e, è sì comodo e funziona, ma funziona perchè lo sappiamo a posteriori che funziona.
Ma sì, funziona, se si utilizza la definizione e la teoria corretta e non quella "intuitiva" che lo definisce come variazione "infinitesima"....
Mi ricordo - non senza un certo sconcerto - i famosi "differenziali non esatti" che si incontravano in chimica e in fisica 1 (il "d tagliato" o il "d *"). Proprio mi rifiutavo di digerirli. Tutto mi fu chiaro qualche anno dopo, seguendo il corso di fisica tecnica ove la termodinamica veniva trattata secondo un rigoroso approccio matematico...