Curve e funzioni vettoriali

anto_zoolander
Una cosa: le curve e le funzioni vettoriali sono due cose diverse in teoria no?

Stavo pensando a questa cosa in merito alla derivazione delle curve.
Se considero $x:I->RR^n$ con $I$ aperto di $RR$ e $RR^n$ insieme di punti la quantità $(x(t)-x(t_0))/(t-t_0)$ è un vettore di $RR^n$
Pertanto la derivata di una curva in un punto assume il significato di vettore tangente al sostegno.
Mentre considerando $RR^n$ ho semplicemente che la derivata di una funzione vettoriale è un vettore.

Diciamo che non mi sembra una sottigliezza

Risposte
Shocker1
Qual è la tua definizione di curva? E qual è la tua def. di funzione vettoriale?

Poi non ho capito bene la tua argomentazione, cioè prima vedi $\mathbb{R^n}$ solo come insieme di punti(insomma senza metrica, senza topologia, senza struttura di spazio affine o vettoriale), poi lo vedi come spazio vettoriale?

Ciao!

anto_zoolander
si sono stato molto vago.
Una curva è una funzione $x: I->X$ dove $X$ è uno spazio topologico e $I$ un intervallo di $RR$. Mentre per quanto riguarda la funzione vettoriale, il codominio è uno spazio vettoriale.

Nel caso in cui $X=RR^n$ con la solita definizione degli aperti, in merito ai punti interni, la curva diventa $x:I->RR^n$
Ovviamente posso dotare lo spazio topologico $RR^n$ della struttura affine con l’applicazione che mi associa a due punti di $RR^n$ un vettore di $RR^n$.

Quindi la derivata di una curva la vedo proprio come un vettore.
O in generale la differenza di punti dello spazio topologico $RR^n$ la vedo come un vettore

killing_buddha
"anto_zoolander":
Una curva è una funzione $x: I->X$ dove $X$ è uno spazio topologico e $I$ un intervallo di $RR$.

Forse volevi dire continua? Mandare un numero reale \(x\in[0,15]\) nella sua parte frazionaria è una "curva" piuttosto strana :-)

anto_zoolander
Esattamente :-D
Per il resto è corretto quanto ho detto? Questa cosa di punti e vettori ogni volta crea queste differenze sostanziali :-k

Shocker1
"anto_zoolander":
Esattamente :-D
Per il resto è corretto quanto ho detto? Questa cosa di punti e vettori ogni volta crea queste differenze sostanziali :-k

Dal basso della mia conoscenza della matematica ti direi che, nelle definizione così poste, una curva $x:I \to \mathbb{R^n}$ si può vedere come una particolare funzione vettoriale, in generale però i concetti sono diversi: il codominio di una curva è uno spazio topologico a caso, il codominio di una funzione vettoriale è uno spazio vettoriale. Per quanto riguarda la distinzione di fra "punti" e "vettori": sì sono due concetti diversi, per esempio perché se gli elementi sono punti allora vedi $\mathbb{R^n}$ come insieme o come spazio topologico o come spazio affine, se gli elementi sono vettori stai vedendo $\mathbb{R^n}$ come spazio vettoriale; nel tuo esempio $\mathbb{R^n}$ non solo è uno spazio topologico ma è anche uno spazio vettoriale(ad anche uno spazio affine), le due cose poi si sposano bene perché la topologia euclidea è indotta dalla norma.

Aspettiamo commenti di persone più sagge.

anto_zoolander
È un’orgia di strutture tutte insieme [-X

dissonance
C'è un po' di confusione con le strutture. Per fare calcolo differenziale ci vuole uno spazio vettoriale: per definizione il differenziale è una approssimazione *lineare*. Ci vuole poi una nozione di limite, perché questa approssimazione deve essere esatta al primo ordine. E siccome non è il momento di andarsi a invischiare in questioni matematiche sottili, consideriamo spazi vettoriali reali di dimensione finita. In conclusione: possiamo fare calcolo differenziale con funzioni definite in \(\mathbb R^n\) (o in un aperto) e a valori in \(\mathbb R^m\):
\[
f\colon \mathbb R^n\to \mathbb R^m.\]

Detto questo, c'è una differenza sostanziale tra il caso \(n=1\) e quello \(n\ge 2\), come intuito da anto. Nel primo caso, \(f\colon \mathbb R \to \mathbb R^m\) viene interpretata come una *curva*, il suo dominio è ordinato, per cui si può parlare di derivate destre e sinistre. Ma ancora più importante è il fatto che, in questo caso, la derivata di \(f\) è una applicazione con lo stesso dominio e codominio di \(f\):
\[
f'\colon \mathbb R\to \mathbb R^m.\]
Nel caso generale \(n\ge 2\), invece, non si parla di "derivata" ma di "differenziale" (anche se questa è una sottigliezza che esiste solo in italiano). Assumendo che \(f\colon \mathbb R^n\to \mathbb R^m\), e denotando il differenziale con \(df\), abbiamo che
\[
df\colon \mathbb R^n \to L(\mathbb R^n; \mathbb R^m), \]
dove \(L(\mathbb R^n;\mathbb R^m)\) è lo spazio delle applicazioni lineari di \(\mathbb R^n\) in \(\mathbb R^m\). Siccome \(L(\mathbb R; \mathbb R^m)\) si può identificare con \(\mathbb R^m\), ritroviamo la derivata \(f'\) quando \(n=1\).

Mi piace molto il libro "Undergraduate analysis" di Serge Lang per queste cose.

killing_buddha
Per fare calcolo differenziale ci vuole una varietà differenziale

Fixed. :)

dissonance
Avevo pensato di scrivere una appendice: "generalizzazioni". Ci sono varie strade in cui il discorso si generalizza: invece di uno spazio vettoriale uno può considerare un *fibrato* vettoriale, ovvero uno spazio a cui in ogni punto viene appeso uno spazio vettoriale. In effetti quando qualcuno fa calcolo differenziale ha bisogno di uno spazio vettoriale solo nel punto in cui si è messo, quello che succede lontano da quel punto non è rilevante. E questo ragionamento porta al concetto di varietà differenziabile che dice killing_buddha. Un'altra strada è considerare spazi vettoriali complessi, che porta all'analisi complessa e alle varietà complesse. E perché spazi di dimensione finita? Eccetera.

Però poi ho pensato di lasciare perdere e di non scrivere nessuna appendice. :-D

anto_zoolander
Scusate il ritardo ma non l’ho proprio visto (per ritardo intendo quello mentale).
Sei stato chiarissimo, come sempre :-D ti ringrazio!

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