La connessione tra l'operazione * , l'integrale e l'invertibilità del funtore può definire uno spazio dei moduli ?

francox1
Ho seguito un ragionamento non-lineare per arrivare a questa domanda, tra l'altro partendo dalla biologia (riguardava la diffusione facilitata).

La domanda nasce anche perchè nella risoluzione di un' integrale ho notato che quando si va a fare l' integrale di un prodotto si tende ad 'eliminare' il simbolo dell' integrale restituendo il valore finale. Ma quella 'tecnica' di risoluzione mi ha posto alcune domande piu profonde perchè quel cambio di notazione, nella mia ipotesi, deve riflettere qualcosa di piu

Facendo un po di connessioni mi domando se questo metodo di risoluzione potrebbe giustificare l'esistenza di uno spazio dei moduli, quindi tornando alle definizioni base mi domando la relazione che intercorre tra

- operazione * (funzione di un prodotto cartesiano)
- integrale (operatore che associa alla funzione..)
- funtore

La ragione di considerare il funtore nasce per una mia riflessione sul prodotto cartesiano e sulla trasformata di Fourier necessaria a descrivere i segnali come delle particolari funzioni tra 2 insiemi X, Y

"Le trasformate di Fourier-Mukai sono funtori integrali invertibili.."
http://www.bdim.eu/item?fmt=pdf&id=BUMI ... A_1S_173_0

Mi ha incuriosito molto l' invertibilità del funtore e la definizione di 'funtori integrali'

Gli argomenti che sto cercando di descrivere riguarda il gradiente protonico elettrochimico transmembrana (in particolare la legge di Fick) connesso alla risonanza magnetica legati ai gradienti di diffusione (un tensore)

Risposte
killing_buddha
L'unico consiglio che posso darti, te l'ho già dato.

killing_buddha
A chi legge: vi assicuro che chi si interessa di teoria delle categorie non è un mattarello del genere (a volte è molto peggio).

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