Valore culturale della matematica

top secret
salve ragazzi..
sto approfondendo uno studio sul valore culturale della matematica..

la matematica come la forma di sapere più alta..
facile, se solo non fosse che non sono molto ferrato e non conosco bene la matematica.
Se tanto mi da tanto, forse non sono acculturato ?
forse =) per questo vi chiedo umilmente un aiuto.

potreste dirmi su cosa basare le mie argomentazioni a riguardo ?

grazie in anticipo

Risposte
Seneca1
Storia della matematica , di Carl B. Boyer.

chiaraotta1
Se li trovi, potresti leggere
Morris Kline
La matematica nella cultura occidentale, Feltrinelli, 1976, pp. 458
“STORIA DEL PENSIERO MATEMATICO – Volume I– DALL’ANTICHITA’ AL SETTECENTO” , (Titolo originale: Mathematical Thought from Ancient to Modern Times), e “Volume II - DAL SETTECENTO A OGGI” , Edizione italiana a cura di Alberto Conte, 1962 e 1996 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino

Seneca1
"chiaraotta":
Morris Kline


Molto utile quel testo.

Zero87
(Chiedo scusa per la risposta in ritardo, ma questo topic mi era sfuggito)

Secondo me non è una cosa da prendere superficialmente e sarebbe interessante porla come discussione "generale"...

Il valore culturale della matematica, non tanto come valore assoluto, ma come arricchimento complessivo della persona che la studia e considerazione da parte degli altri.
Faccio un esempio di quello che dico: io andrò sicuramente fuori corso (non posso farci nulla) però la maggior parte delle persone con cui parlo di università, quando dico "faccio matematica" mi risponde "è già tanto che non hai lasciato perdere" oppure altre cose simili e alcuni di questi mi guardano dal basso in alto come se fossi un qualcosa di astratto (come quello che studio!) quando invece sono solamente un pinco pallino qualsiasi...

Seneca1
"Zero87":
(Chiedo scusa per la risposta in ritardo, ma questo topic mi era sfuggito)

Secondo me non è una cosa da prendere superficialmente e sarebbe interessante porla come discussione "generale"...

Il valore culturale della matematica, non tanto come valore assoluto, ma come arricchimento complessivo della persona che la studia e considerazione da parte degli altri.
Faccio un esempio di quello che dico: io andrò sicuramente fuori corso (non posso farci nulla) però la maggior parte delle persone con cui parlo di università, quando dico "faccio matematica" mi risponde "è già tanto che non hai lasciato perdere" oppure altre cose simili e alcuni di questi mi guardano dal basso in alto come se fossi un qualcosa di astratto (come quello che studio!) quando invece sono solamente un pinco pallino qualsiasi...


Le premesse di questa conversazione erano ben diverse.
Il valore culturale della matematica secondo me è radicato nella storia del pensiero e delle idee. La matematica diventa un immenso gioco se non si attribuisce un significato a quello che si fa, e il significato di cui la mente abbisogna non è nella logica ma nella filosofia.

Zero87
"Seneca":
Le premesse di questa conversazione erano ben diverse.


[OT]

Allora pardon...

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