Tesina sul Gioco
Dopo aver pensato alla tesina sulla numerologia, sul cubo, sull'incertezza (ci stava proprio... -.-') e sul senso comune ecco a cosa sono approdato
IL GIOCO. (passatemi il maiuscolo...)
Parto dal gioco come divertimenti spontaneo fine a se stesso e la sua importanza nell'infanzia.
Il gioco quando diventa collettivo ha bisogno di regole, un gioco deve avere le seguenti caratteristiche: deve avere una situazione iniziale, delle regole ben definite, uno scopo, e possibilmente deve essere vasto.
Da qui faccio un'analogia con il pensiero di hilbert e dei formalisti: "la matematica è solo un gioco di trasformazione di simboli" da cui segue una perdita del signignificato delle entità matematiche e la matematica è fine a se stessa, cito Hardy in "apologia di un matematico": si fa matematica perchè è bella e non perchè è utile, e quindi si ritorna alla definizione aristotelica gioco come attività finalizzati solo al divertimento intrinseco.
Introduco poi gli scacchi come esempio tipico di un gioco ben costruito che rispetta le caratteristiche del gioco, parlo un po' della bellezza e della vastità.
Passo poi a Wittgestein: i giochi linguistici, lo collego con gli scacchi siccome lui li cita come esempio.
Ma il gioco è anche competizione, cito quindi la teoria dei giochi come la teoria che studia l'interazione di decisori razionali (...), e il significato psicologico della competizione negli scacchi (ho trovato un libro che ne da un'interpretazione freudiana) [ma questo non so se o metto forse è eccessivo].
Quando poi le regole sono sinomino di costruzione e staticità tutto diventa un gioco, si è fissati nella propria forma e si recita una parte, quindi Pirandello con il gioco delle parti o una novella.
Ma le regole possono essere anche il simbolo dell'antichità e vi può essere una spinta innovativa di trasgressione, quindi parlo dele avanguardie, futuristi e dadaisti in arte i quali vogliono contrapporre il gioco alla serietà.
Non ho idea ancora di quanto possa venire lunga - avrò massimo 15 minuti all'esame - ma potrei partire dai formalisti per parlare del gioco MU riportato nel libro di hofstadter come esempio di sistema formale, la goedelizzazione e un cenno ai suoi teoremi (giusto un cenno nulla più) per arrivare a dire che per ogni sistema di regole abbastanza vasto è impossibile essere certi della loro coerenza, applicato al campo giuridico inteso come sistema di leggi...
ho ancora molti dubbi sui collegamenti tra i vari argomenti, mi piacerebbe fare una tesina non divisa tanto per argomenti ma fluida, in cui ogni argomenti è collegato a quello successivo. Quindi se faccio quest'ultima divagazione non sono bene poi come ricollegarla al resto...
Mi servono consigli, sopratutto per la filosofia di Wittgestein, non la facciamo a scuola e quindi non vorrei dire cavolate.
IL GIOCO. (passatemi il maiuscolo...)
Parto dal gioco come divertimenti spontaneo fine a se stesso e la sua importanza nell'infanzia.
Il gioco quando diventa collettivo ha bisogno di regole, un gioco deve avere le seguenti caratteristiche: deve avere una situazione iniziale, delle regole ben definite, uno scopo, e possibilmente deve essere vasto.
Da qui faccio un'analogia con il pensiero di hilbert e dei formalisti: "la matematica è solo un gioco di trasformazione di simboli" da cui segue una perdita del signignificato delle entità matematiche e la matematica è fine a se stessa, cito Hardy in "apologia di un matematico": si fa matematica perchè è bella e non perchè è utile, e quindi si ritorna alla definizione aristotelica gioco come attività finalizzati solo al divertimento intrinseco.
Introduco poi gli scacchi come esempio tipico di un gioco ben costruito che rispetta le caratteristiche del gioco, parlo un po' della bellezza e della vastità.
Passo poi a Wittgestein: i giochi linguistici, lo collego con gli scacchi siccome lui li cita come esempio.
Ma il gioco è anche competizione, cito quindi la teoria dei giochi come la teoria che studia l'interazione di decisori razionali (...), e il significato psicologico della competizione negli scacchi (ho trovato un libro che ne da un'interpretazione freudiana) [ma questo non so se o metto forse è eccessivo].
Quando poi le regole sono sinomino di costruzione e staticità tutto diventa un gioco, si è fissati nella propria forma e si recita una parte, quindi Pirandello con il gioco delle parti o una novella.
Ma le regole possono essere anche il simbolo dell'antichità e vi può essere una spinta innovativa di trasgressione, quindi parlo dele avanguardie, futuristi e dadaisti in arte i quali vogliono contrapporre il gioco alla serietà.
Non ho idea ancora di quanto possa venire lunga - avrò massimo 15 minuti all'esame - ma potrei partire dai formalisti per parlare del gioco MU riportato nel libro di hofstadter come esempio di sistema formale, la goedelizzazione e un cenno ai suoi teoremi (giusto un cenno nulla più) per arrivare a dire che per ogni sistema di regole abbastanza vasto è impossibile essere certi della loro coerenza, applicato al campo giuridico inteso come sistema di leggi...
ho ancora molti dubbi sui collegamenti tra i vari argomenti, mi piacerebbe fare una tesina non divisa tanto per argomenti ma fluida, in cui ogni argomenti è collegato a quello successivo. Quindi se faccio quest'ultima divagazione non sono bene poi come ricollegarla al resto...
Mi servono consigli, sopratutto per la filosofia di Wittgestein, non la facciamo a scuola e quindi non vorrei dire cavolate.
Risposte
ehi ciao!:) quest'anno ho gli esami e anche io vorrei fare la tesina sul gioco! vorrei qualke consiglio.. se è possibile!
innanzi tutto alla fine hai fatto quella?? e come l' hai strutturata?? non riesco a collegare le materie umanistiche + che altro!:(

dovrebbe esserci sul sito tra tutte le altre tesine

vista vista!:) grazie mille