M.C.D. e m.c.m. tra numeri frazionari
Esiste una regola generale per trovare il M.C.D. e m.c.m. tra numeri frazionari?
Ad esempio: trovare il M.C.D. tra $1/2$ e $1/3$.
Allora:
Ad esempio: trovare il M.C.D. tra $1/2$ e $1/3$.
Allora:
[*:1ekobhqt]$1/2$ è divisibile per $1/2$, $1/4$, $1/6$, $1/8$, ... [/*:1ekobhqt]
[*:1ekobhqt]$1/3$ è divisibile per $1/3$, $1/6$, $1/9$, $1/12$, ...[/*:1ekobhqt]
[/list:u:1ekobhqt]
Il M.C.D. in questo caso è $1/6$.
Per il m.c.m., invece, si ha:
[*:1ekobhqt]$1/2$ ha come multipli $1/2$, $2/2$, $3/2$, $4/2$, ...[/*:1ekobhqt]
[*:1ekobhqt]$1/3$ ha come multipli $1/3$, $2/3$, $3/3$, $4/3$, ...[/*:1ekobhqt]
[/list:u:1ekobhqt]
Quindi il m.c.m. è $1$. Ma, ad esempio, $m.c.m.(1/2,1/4)=1/2$.
C'è un metodo più rapido per trovare m.c.m. e M.C.D. tra numeri frazionari?

Risposte
M.C.D. e m.c.m. in pratica hanno senso solo per gli interi ...
Beh! Alex, è proprio in 'pratica' che, ad esempio in goniometria, nasce la necessità di determinare il mcm di quantità non intere: qual è il periodo di una funzione goniometrica somma di due addendi, di periodo $ 2/3 pi $ e $ pi/2 $ rispettivamente?
Ciao
Ciao
Eh, mica vero ...
... fai finta di farlo con le frazioni ma in realtà cambi unità di misura ($1/6$) e poi fai il m.c.m. dei numeratori (interi) ... 
@lh43294y3b
Quale sarebbe il multiplo di una frazione? Si dice che l'intero $m$ è multiplo di un numero intero $n$ se esiste un altro intero $k$ tale per cui si abbia $m=kn$ ... ora, usando questa definizione data per gli interi, dato un qualsiasi razionale $p/q$ ogni altro razionale $r/s$ è un multiplo di $p/q$ perché esiste sempre un razionale $k$ tale per cui $r/s=k*p/q$ cioè $k=(qr)/(ps)$ ... quindi ogni razionale è un multiplo comune di ogni coppia di razionali e quale sarebbe il minimo tra questi (infiniti) razionali multipli comuni?


@lh43294y3b
Quale sarebbe il multiplo di una frazione? Si dice che l'intero $m$ è multiplo di un numero intero $n$ se esiste un altro intero $k$ tale per cui si abbia $m=kn$ ... ora, usando questa definizione data per gli interi, dato un qualsiasi razionale $p/q$ ogni altro razionale $r/s$ è un multiplo di $p/q$ perché esiste sempre un razionale $k$ tale per cui $r/s=k*p/q$ cioè $k=(qr)/(ps)$ ... quindi ogni razionale è un multiplo comune di ogni coppia di razionali e quale sarebbe il minimo tra questi (infiniti) razionali multipli comuni?
"axpgn":
fai finta di farlo con le frazioni
Questa è una tua opinione. Il mcm lo posso tranquillamente trovare cercando fra i multipli (interi) delle due frazioni il più piccolo in comune.
Ciao
Uhm.............
Ho la sensazione che, con i vostri (leciti e interessanti) "aforismi", il povero lh43...ecc. ecc. sia più confuso di prima. La mia opinione (lo sottolineo per non innescare motivi di ulteriore dibattito, soprattutto oggi, dopo la finale di champs
) è che m.c.m. e M.C.D. abbiano senso se calcolati su numeri interi. Anche su frazioni, è vero, che tuttavia si riduce comunque al calcolo tra denominatori (interi) e penso che questo sia il cuore del post.
Dunque, per un po' di chiarezza, direi che, tra n numeri interi:
- il m.c.m. è il prodotto di tutti i loro divisori primi, COMUNI E NON COMUNI, presi una sola volta, con il massimo esponente con cui compaiono nella loro scomposizione
- il M.C.D., invece, è il prodotto di tutti i divisori primi COMUNI, presi una sola volta, con il minimo esponente con cui compaiono
Per esempio, tra i numeri 5, 15, 20, 125, con
$5=5$
$15=3\times5$
$20=2^2\times5$
$125=5^3$
il m.c.m. è
$2^2\times3\times5^3=1.500$
mentre il M.C.D. è
$5$
Le stesse operazioni, eseguite su frazioni, si riducono a calcolare (solo a titolo di esempio) il m.c.m. tra i denominatori, che sono INTERI, per trovare il loro denominatore comune, operazione usata per il confronto e/o la somma algebrica di esse.
Per esempio, calcoliamo M.C.D. e m.c.m. tra
$2/3$
e
$4/15$
Per prima cosa calcoliamo il m.c.m. tra i denominatori, operazione preliminare ad ogni confronto e/o somma algebrica tra frazioni:
Il m.c.m., come detto sopra, tra
$3$ e $15$ è $15$
(provare per credere)
A questo punto, anche i numeratori vanno modificati, in quanto
$2/3=6/15$
e
$4/15=4/15$
Ora puoi confrontare le frazioni confrontando i numeratori:
$6/15 > 4/15$,
puoi sommarle
$6/15 + 4/15=10/15=2/3$
Puoi calcolarne il M.C.D.:
$M.C.D. (4/15, 6/15)=2/15$
e il m.c.m.
$m.c.m. (4/15, 6/15)=12/15=4/5$
operando sui numeratori.
E con questo penso di avere esaurito l'argomento, anche con qualche ridondanza, che, ai discenti, non fa certo male.

Ho la sensazione che, con i vostri (leciti e interessanti) "aforismi", il povero lh43...ecc. ecc. sia più confuso di prima. La mia opinione (lo sottolineo per non innescare motivi di ulteriore dibattito, soprattutto oggi, dopo la finale di champs

Dunque, per un po' di chiarezza, direi che, tra n numeri interi:
- il m.c.m. è il prodotto di tutti i loro divisori primi, COMUNI E NON COMUNI, presi una sola volta, con il massimo esponente con cui compaiono nella loro scomposizione
- il M.C.D., invece, è il prodotto di tutti i divisori primi COMUNI, presi una sola volta, con il minimo esponente con cui compaiono
Per esempio, tra i numeri 5, 15, 20, 125, con
$5=5$
$15=3\times5$
$20=2^2\times5$
$125=5^3$
il m.c.m. è
$2^2\times3\times5^3=1.500$
mentre il M.C.D. è
$5$
Le stesse operazioni, eseguite su frazioni, si riducono a calcolare (solo a titolo di esempio) il m.c.m. tra i denominatori, che sono INTERI, per trovare il loro denominatore comune, operazione usata per il confronto e/o la somma algebrica di esse.
Per esempio, calcoliamo M.C.D. e m.c.m. tra
$2/3$
e
$4/15$
Per prima cosa calcoliamo il m.c.m. tra i denominatori, operazione preliminare ad ogni confronto e/o somma algebrica tra frazioni:
Il m.c.m., come detto sopra, tra
$3$ e $15$ è $15$
(provare per credere)
A questo punto, anche i numeratori vanno modificati, in quanto
$2/3=6/15$
e
$4/15=4/15$
Ora puoi confrontare le frazioni confrontando i numeratori:
$6/15 > 4/15$,
puoi sommarle
$6/15 + 4/15=10/15=2/3$
Puoi calcolarne il M.C.D.:
$M.C.D. (4/15, 6/15)=2/15$
e il m.c.m.
$m.c.m. (4/15, 6/15)=12/15=4/5$
operando sui numeratori.
E con questo penso di avere esaurito l'argomento, anche con qualche ridondanza, che, ai discenti, non fa certo male.
