Compito di matematica e scienze aiutoooo

marskill
mi proteste dare un sintesi sulla terra orientamento , la posizione ,la terra e la sua costituzione,inizio della vita sulla terra,, la vita approda sulla terra terraferma e si sviluppa la terrA VINO ALLA COMPARSA DELLL UOMO ,,LA TORIA SULLA CONFORMAZIONE DELLA TERRA , I MUOMIMENTI DELLA COSTRA TERRESTRE ,I VULCANI , I VULCANI VISTI DA VICINO ,I TERREMOTI
GRAZIE RISPONDETE ALL PIU PRESTOOOOOOO

Risposte
gianluca 2000
L'orientamento Si tratta di un insieme di circoli derivanti dall'intersezione immaginaria della sfera terrestre con dei piani, i quali possono essere rispettivamente: tutti paralleli all'asse terrestre (e quindi perpendicolari al piano dell'Equatore) e passanti per i poli per formare dei circoli massimi tutti uguali tra di loro, ovvero i "meridiani", o tutti paralleli tra di loro e perpendicolari all'asse terrestre, per formare dei circoli di cui uno, l'Equatore, risulta massimo, mentre gli altri sono via via minori di dimensioni, i "paralleli", fino a raggiungere i poli in cui si hanno solo i due punti di tangenza. E' importante notare che l'insieme dei meridiani e paralleli risulta, in effetti, infinito, per questo sarebbe impossibile tracciarli tutti sulla superficie terrestre o sulle relative carte geografiche; si sceglie, quindi, di tracciarne alcuni convenzionali, come, ad esempio, uno ogni grado, per cui i meridiani diventano 360 ed i paralleli diventano 180 (o per meglio dire 178 più i due poli). Il modo più semplice per indicare a qualcuno la nostra posizione sulla Terra, consiste nel far riferimento ad alcuni punti fissi: i punti cardinali. Due dei quattro punti cardinali corrispondono, sul circolo dell’orizzonte, ai punti in cui il Sole sembra sorgere e tramontare nei giorni degli equinozi: sono, rispettivamente, Est (oriente o levante) e l’Ovest (occidente o ponente). Intermedi a questi, sul circolo dell’orizzonte, si trovano il Nord (settentrione o tramontana) e il Sud (mezzogiorno od ostro).
la posizione esatta
La posizione della Terra nello spazio non è fissa ma è il risultato di una complessa serie di moti che avvengono con caratteristiche e con periodi differenti. Insieme alla Luna, il nostro pianeta orbita intorno al Sole, a una distanza media di 149.503.000 km e con una velocità media di 29,8 km/s, compiendo una rivoluzione completa in 365 giorni, 5 ore 48 minuti e 46 secondi (anno sidereo).
la costituzione
la terra si formò circa 4600 miliardi di anni fa,la sua costituzione ricorda moltissimo quello di una cipolla. Allo stesso modo esistono diversi strati che si compenetrano partendo da nucleo caldissimo fino alla crosta fredda e ricca di fenomeni vitali.
Durante il lento raffreddamento del pianeta i vari elementi che lo costituivano hanno viaggiato lentamente raggiungendo punti ben precisi nella massa della sfera. Gli elementi più pesanti sono migrati verso il nucleo, quelli più leggeri invece sono rimasti in superficie.
La crosta terrestre è formata da una mescolanza disomogenea dei 92 elementi naturali conosciuti, con una buona abbondanza di silicio, alluminio e calcio. Mano a mano che si procede verso l'interno la temperatura della terra aumenta di circa 30 gradi ogni chilometro. Ciò lascia subito intuire che a poche decine di chilometri la temperatura della roccia sia sufficientemente elevata da raggiungere quella di fusione. Infatti già a 30 Km. di profondità si raggiungono i 900°, temperatura alla quale la roccia fonde raggiungendo la tipica consistenza di una pasta catramosa. La temperatura del nucleo, si presume raggiunga da 2200 a 4400° centigradi. Oltre alla temperatura, nel nucleo terrestre, vi sono pressioni elevatissime: un centimetro cubo di materia posto al centro della terra deve sopportare su ognuna delle sei facce un carico di ben 18.000 tonnellate di pressione.
Tra il nucleo caldissimo e solido a causa delle elevatissime pressioni cui è sottoposto, e la crosta relativamente fredda, vi sono più strati di materia formata da elementi diversi e caratterizzati da diversi comportamenti.
Immediatamente sopra il nucleo è posto il nucleo esterno, più freddo e presumibilmente di consistenza meno densa. Entrambi i nuclei pare siano costituiti da nichel e ferro, e la migrazione di questi elementi sembra sia la causa dei fenomeno del magnetismo polare del pianeta. Altre teorie interessanti, suggeriscono l'idea che il nucleo sia formato anche da metalli radioattivi in decadimento. Ciò potrebbe spiegare perché la Terra sia ancora così calda al suo interno diversamente da altri pianeti del sistema solare che sembrano più freddi come Marte, sul quale la assoluta mancanza di fenomeni di vulcanismo sembra suggerire una temperatura interna molto più bassa.
Sopra il nucleo esterno, è posto uno strato detto mantello, costituito prevalentemente da rocce fuse con prevalenza di silicio, manganese e alluminio. Sopra al mantello si trova l'astenosfera, la cui temperatura si dovrebbe aggirare intorno ai 1000° e la sua costituzione quella di materiale roccioso fluido. L'astenosfera è sede di fenomeni convettivi (correnti calde di materiale fluido) grazie ai quali si rendono possibili tutti gli spostamenti delle placche che costituiscono la crosta terrestre.
Quest'ultima è la parte più sottile del pianeta, Il suo spessore varia da 30 a 100 km. Il comportamento della crosta terrestre è stato oggetto di dibattiti e studi intensissimi, e solo poche decine di anni fa il mistero è stato parzialmente svelato grazie alla teoria della Tettonica delle Placche, la quale prevede, a grandi linee, che la crosta sia paragonabile a uno strato di ghiaccio posto sopra la superficie di un lago che si comporta allo stesso modo. Analogamente al modo con cui il ghiaccio si rompe e si muove a primavera sulla superficie del lago, grandi zolle di crosta terrestre si muovono e interagiscono tra loro allontanandosi e scontrandosi, provocando ulteriori nuovi fenomeni.
Le prime forme di vita sulla terra
2,7 miliardi di anni fa quando la prima incontrovertibile evidenza della vita è verificata da isotopi stabili e biomarcatori molecolari che mostrano l'attività di fotosintesi.
Il concetto di origine della vita è stato trattato fin dall'antichità nell'ambito di diverse religioni e nella filosofia; con lo svilupparsi di modelli scientifici spesso in contrasto con quanto letteralmente affermato nei testi sacri delle religioni, l'origine della vita è diventato tema di dibattito tra scienza e fede.
Dal punto di vista scientifico, la spiegazione dell'origine della vita parte dal presupposto fondamentale che le prime forme viventi si originarono da materiale non vivente, attraverso reazioni che, attualmente, non sono più in atto sul nostro pianeta.
L'interrogativo su come si originò la vita sulla Terra si pose soprattutto in seguito allo sviluppo della teoria della evoluzione per selezione naturale, elaborata in modo indipendente da A.R. Wallace e da C.R. Darwin nel 1858, la quale suggeriva che tutte le forme di vita sono legate da relazioni di discendenza comune, attraverso ramificati alberi filogenetici che riconducono ad un unico progenitore, estremamente "semplice" dal punto di vista biologico.
Il problema era capire come si originò questa semplice forma primordiale, presumibilmente una cellula molto simile agli attuali procarioti, contenente l'informazione genetica, conservata negli acidi nucleici, oltre a proteine e altre biomolecole indispensabili alla propria sopravvivenza e riproduzione.
Il processo evolutivo che ha portato alla formazione di un sistema complesso e organizzato (ovvero il primo essere vivente) a partire dal mondo prebiotico è durato centinaia di milioni d'anni, ed è avvenuto attraverso tappe successive di eventi che, dopo un numero elevato di tentativi e grazie all'intervento della selezione naturale, hanno portato a sistemi progressivamente più complessi.
La prima tappa fondamentale è stata la produzione di semplici molecole organiche, come amminoacidi e nucleotidi, che costituiscono "i mattoni della vita". Gli esperimenti di S. Miller ed altri hanno dimostrato che quest'evento era realizzabile nelle condizioni chimico-fisiche della Terra primordiale, caratterizzata da un'atmosfera riducente. Inoltre, il ritrovamento di molecole organiche nello spazio, all'interno di nebulose e meteoriti, ha dimostrato che queste reazioni sono avvenute anche in altri luoghi dell'universo, tanto che alcuni scienziati ritengono che le prime biomolecole siano state trasportate sulla Terra per mezzo di meteoriti.
La questione più difficile è spiegare come, da questi semplici composti organici, concentrati nei mari in un brodo primordiale, poterono formarsi delle cellule dotate dei requisiti minimi essenziali per poter essere considerate viventi, cioè la capacità di utilizzare materiali presenti nell'ambiente per mantenere la propria struttura, organizzazione e potersi riprodurre.
movimenti della crosta terrestre
La base da cui partire per la comprensione della tettonica è accettare che, in origine, la Terra fosse ricoperta da magma che iniziò a solidificarsi quando la roccia fluida raggiunse il livello di temperatura inferiore alla temperatura di fusione a causa dell'assenza di sorgenti di calore capaci di mantenere le condizioni precedenti. E quindi due supercontinenti, che col progressivo raffreddamento e solidificazione del magma si sarebbero espansi ciascuno in direzione dell'equatore, fino ad unirsi/scontrarsi formando un supercontinente, fratturatosi poi a sua volta a causa della riduzione del volume del magma sottostante, sia per la solidificazione, sia per la sua fuoriuscita attraverso i punti più sottili della crosta, i vulcani.
Sulla base di studi geofisici e petrologici si è riconosciuto che la crosta terrestre, insieme alla parte più esterna del mantello superiore sottostante, forma la cosiddetta litosfera, un involucro caratterizzato da un comportamento fragile anche alla scala del tempo geologico, con uno spessore che va da 0 a 100 km per la litosfera oceanica raggiungendo un massimo di 200 km per quella continentale (in corrispondenza di orogeni). La litosfera è suddivisa in una decina di "zolle" (o meglio "placche") principali di varia forma e dimensione, più numerose altre micro placche; queste placche si possono paragonare a zattere che "galleggiano" (in equilibrio isostatico) sullo strato immediatamente sottostante del mantello superiore, l'astenosfera.
Per effetto combinato delle elevate temperature, pressioni e dei lunghi tempi di applicazione degli sforzi l'astenosfera, pur essendo allo stato solido, ha un comportamento plastico, ovvero si comporta come un fluido ad elevata viscosità, i cui movimenti sono significativi su scala geologica, ovvero per tempi dell'ordine dei milioni di anni.
Le zolle tettoniche si possono muovere sopra l'astenosfera e collidere, scorrere l'una accanto all'altra o allontanarsi fra loro. Per tale motivo, nel corso della storia della terra, l'estensione e la forma di continenti ed oceani hanno subito importanti trasformazioni.
Le placche maggiori sono:
Placca antartica
Placca sudamericana
Placca africana
Placca indo-australiana
Placca pacifica
Placca nordamericana
Placca euroasiatica
Le placche minori principali sono:
Placca di Nazca
Placca di Cocos
Placca caraibica
Placca Scotia
Placca Araba o Arabica
Placca indiana
Placca delle Filippine
Placca Juan de Fuca
i vulcani
Un vulcano è una struttura geologica complessa, che si genera all'interno della crosta terrestre per la risalita, in seguito ad attività eruttiva, di massa rocciosa fusa (chiamata magma) formatasi al di sotto o all'interno della crosta terrestre.
Un vulcano è formato da una struttura non visibile, interna alla crosta (comprendente camera magmatica, condotti magmatici,...) e una struttura visibile esterna formata dal rilievo vulcanico. Più comunemente con il termine vulcano ci si riferisce solo alla parte esterna e visibile dell'apparato vulcanico ossia proprio al rilievo, più o meno conico, formato dall'accumulo di tutti quei materiali liquidi, solidi o gassosi, che sono stati emessi dai crateri durante le varie fasi eruttive del vulcano stesso. Più in generale sono vulcani tutte le discontinuità nella crosta terrestre attraverso le quali, con manifestazioni varie, si fanno strada i prodotti dell'attività magmatica endogena: polveri, gas, vapori e materiali fusi solidi (vulcanismo).
La fuoriuscita di materiale è detta eruzione e i materiali eruttati sono lava, cenere, lapilli, gas, scorie varie e vapore acqueo. Le masse di rocce che formano un vulcano vengono chiamate rocce ignee, poiché derivano dal raffreddamento di un magma risalito dall'interno della Terra. La forma e l'altezza di un vulcano dipendono da vari fattori tra cui l'età del vulcano, il tipo di attività eruttiva, la tipologia di magma emesso e le caratteristiche della struttura vulcanica sottostante al rilievo vulcanico. Sulla superficie terrestre il 90% dei vulcani sono sottomarini (in gran parte situati lungo le dorsali medio oceaniche) mentre circa 1500 sono quelli oggi attivi sulle terre emerse.
i vulcani visti da vicino
Nell'astenosfera e nella crosta terrestre, in seguito ai processi tettonici, si creano grosse masse magmatiche a causa delle forze tettoniche, degli attriti e dei conseguenti livelli di pressione e temperatura. Tali fattori rappresentano poi anche le cause stesse della risalita e fuoriuscita di magma sulla superficie terrestre dando vita alle eruzioni e ai vulcani stessi.
Ciò che è comunemente chiamato vulcano, nella terminologia tecnica è definito edificio vulcanico o cono vulcanico, ma siccome il termine più usato è vulcano, l'edificio vulcanico molto spesso è chiamato così anche in geologia.
I vulcani testimoniano l'esistenza, nelle zone profonde della litosfera, di masse fuse silicatiche naturali dette magmi.
Un generico vulcano è formato da:
un bacino o camera magmatica, ovvero il serbatoio sotterraneo nel quale è presente il magma che alimenta il vulcano.
un camino o condotto vulcanico principale, luogo di transito del magma dalla camera magmatica verso la superficie.
un cratere sommitale, dove sgorga il condotto principale.
uno o più condotti secondari, i quali, sgorgando dai fianchi del vulcano o dalla stessa base, danno vita a dei coni e crateri secondari.
delle fessure laterali, fratture longitudinali sul fianco del vulcano, provocate dalla pressione del magma. Esse permettono la fuoriuscita di lava sotto forma di eruzione fessurale.
Cono vulcanico [modifica]


Il Puʻu ʻŌʻō, sull'isola di Kīlauea, Hawaiʻi.
Viene definito cono vulcanico la parte in superficie del vulcano formata dall'edificio che prende la forma di un cono (solido) con alla sommità il cratere principale. Più propriamente, il vulcano ha una forma di un tronco di cono, visto che il vertice è tagliato appunto dal cratere. Esistono diverse geometrie di coni vulcanici dipendenti dalla composizione di magma solidificato e dalla quantità di materiale fuoriuscito dal serbatoio magmatico sottostante.
I vulcani delle isole Hawaii come il Mauna Kea, Mauna Loa hanno coni vulcanici molto grandi ma i loro pendii sono relativamente poco ripidi, questo grazie al loro magma prevalentemente basico molto fluido che viene eruttato in grandi quantità. Al contrario, vulcani come il Vesuvio in Italia hanno coni con pendici ripide ed edificio di gran lunga inferiore di massa rispetto ai fratelli maggiori prima citati. Questi vulcani hanno un magma viscoso e questo impedisce lunghe colate e dà origine a forti esplosioni a causa del tappo solido che si forma dopo eruzioni precedenti nella parte terminale del camino magmatico. Alcuni coni vulcanici presenti sul pianeta hanno geometria perfetta come Il Cotopaxi in Ecuador.

Annie__
gianluca 200,
il regolamento impone l'inserimento del link da cui hai presi l'appunto. Quindi, vedi di provvedere ;)

gianluca 2000
ma non ho ftt copia e incolla ho fatto un riassunto

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