Studio dei libri di testo di matematica
Mi intrufolo impropriamente in questa sezione anche se non sono un docente uffciale, ma solo un "ripetitore" nei ritagli di tempo.
Molto spesso arrivano da me dei ragazzi dicendo "Ah non ho capito alcuni passaggi della spiegazione del professore e quindi non riesco a fare gli esercizi".
Al che io replico:"Ma hai studiato l'argomento sul tuo libro?" E puntuale arriva sempre la stessa risposta:"Sul libro di testo non si capisce niente!"
La cosa curiosa è che se poi procedo a chiarire i dubbi utilizzando le stesse frasi e gli stessi esempi del libro tutti i dicono:"Adesso sí che ho capito..." dopodiché appena mostro loro che ho ripetuto per filo e per segno la trattazione del libro di testo rimangono un po' perplessi e stupiti e comunque ribadiscono:"Non so, nel libro non si capiva niente".
Una volta che avevo un po' di tempo a disposizione ho provato con uno di questi ragazzi a leggere le 3 paginette di spiegazione ed esempi sulla risoluzione delle disequazioni intere numeriche di secondo grado, fermandomi dopo ogni singola frase per chiedergli se l'aveva capita.
Le poche frasi non completamente chiare (alla prima lettura!) erano legate ad alcuni passaggi algebrici non immediatamente evidenti (ai suoi occhi). Tuttavia, soffermadocisi sopra un paio di minuti e svolgendo in prima persona i cacloli riportati nel libro risultavano chiare anche a lui.
Alla fine della lettura il ragazzo ha esclamato:"Ma è cosí facile!"

Morale: mi sono fatto l'idea che i libri di testo di matematica vengano utilizzati dalla stragrande maggioranza dei ragazzi come degli eserciziari (quando va bene) e che le parti di teoria vengano tenute a distanza come troppo astruse e incomprensibili non tanto perché lo siano veramente (anche alle loro menti non tanto pratiche di matematica) ma perché richiedono un'attenzione ed uno sforzo di comprensione (minimo) continuato.
Voglio dire, la maggior parte degli studenti sa utilizzare un libro di letteratura, storia, filosofia, scienze, ecc. a proprio vantaggio, per recuperare informazioni, chiarire dubbi, verificare dei dati, mentre pochissimi sanno fare altrettanto con un libro di matematica (preferiscono utilizzare gli appunti). Ciò significa che non sanno affrontare la lettura di un testo scientifico rigoroso ed estrarne le informazioni fondamentali.
Volevo chiedervi se anche voi avete avuto questa impressione e se non sarebbe utile che la scuola, tra le varie attività pomeridiane che emtte in atto, non potesse fare dei "corsi di lettura" di articoli o brani di matematica (anche estrapolati dal libro di testo), in modo da educare i giovani alla comprensione della letteratura scientifica.
Molto spesso arrivano da me dei ragazzi dicendo "Ah non ho capito alcuni passaggi della spiegazione del professore e quindi non riesco a fare gli esercizi".
Al che io replico:"Ma hai studiato l'argomento sul tuo libro?" E puntuale arriva sempre la stessa risposta:"Sul libro di testo non si capisce niente!"
La cosa curiosa è che se poi procedo a chiarire i dubbi utilizzando le stesse frasi e gli stessi esempi del libro tutti i dicono:"Adesso sí che ho capito..." dopodiché appena mostro loro che ho ripetuto per filo e per segno la trattazione del libro di testo rimangono un po' perplessi e stupiti e comunque ribadiscono:"Non so, nel libro non si capiva niente".
Una volta che avevo un po' di tempo a disposizione ho provato con uno di questi ragazzi a leggere le 3 paginette di spiegazione ed esempi sulla risoluzione delle disequazioni intere numeriche di secondo grado, fermandomi dopo ogni singola frase per chiedergli se l'aveva capita.
Le poche frasi non completamente chiare (alla prima lettura!) erano legate ad alcuni passaggi algebrici non immediatamente evidenti (ai suoi occhi). Tuttavia, soffermadocisi sopra un paio di minuti e svolgendo in prima persona i cacloli riportati nel libro risultavano chiare anche a lui.
Alla fine della lettura il ragazzo ha esclamato:"Ma è cosí facile!"



Morale: mi sono fatto l'idea che i libri di testo di matematica vengano utilizzati dalla stragrande maggioranza dei ragazzi come degli eserciziari (quando va bene) e che le parti di teoria vengano tenute a distanza come troppo astruse e incomprensibili non tanto perché lo siano veramente (anche alle loro menti non tanto pratiche di matematica) ma perché richiedono un'attenzione ed uno sforzo di comprensione (minimo) continuato.
Voglio dire, la maggior parte degli studenti sa utilizzare un libro di letteratura, storia, filosofia, scienze, ecc. a proprio vantaggio, per recuperare informazioni, chiarire dubbi, verificare dei dati, mentre pochissimi sanno fare altrettanto con un libro di matematica (preferiscono utilizzare gli appunti). Ciò significa che non sanno affrontare la lettura di un testo scientifico rigoroso ed estrarne le informazioni fondamentali.
Volevo chiedervi se anche voi avete avuto questa impressione e se non sarebbe utile che la scuola, tra le varie attività pomeridiane che emtte in atto, non potesse fare dei "corsi di lettura" di articoli o brani di matematica (anche estrapolati dal libro di testo), in modo da educare i giovani alla comprensione della letteratura scientifica.
Risposte
"Cozza Taddeo":
Volevo chiedervi se anche voi avete avuto questa impressione e se non sarebbe utile che la scuola, tra le varie attività pomeridiane che emtte in atto, non potesse fare dei "corsi di lettura" di articoli o brani di matematica (anche estrapolati dal libro di testo), in modo da educare i giovani alla comprensione della letteratura scientifica.
Non è una cattiva idea. Molti di noi il doposcuola devono farlo comunque, magari si potrebbe approfittarne per fare un'indagine su quanti hanno questo problema e iniziare a proporre la lettura/comprensione del libro.
Porca miseria, mi trovo con una terza che NON porta il libro a scuola perchè la loro insegnante precedente lo usava per i compiti a casa,e quindi loro non dovevano anticiparseli a scuola... ma santo cielo, sopra ci sono gli esempi, le formule...ma la teoria ti piove dal cielo? Gliel'ho detto, ragazzi PORTATE IL LIBRO, specie QUANDO SPIEGO!!!
Se ho elementi, vi faccio sapere.
anche questa risposta è abusiva in auanto non sono insegnate,
tuttavia argomentando da quanto mi riferiscono i miei tre figli distribuiti tra la 5° elementare ed il 3° scientifico,credo che un motivo dell' "incomprensione" dei testi possa essere individuato nella mancanza della pratica dell' esposizione orale durante l' interrogazione. Se si è abituati a dover esporre a voce cosa è una radice quadrata e con che metodo posso ricercare i valori e non solo a calcolarla applicando l' algoritmo, forse sarà piu naturale accettare la spiegazione verbalizzata offerta dal testo per il prossimo argomento. In proposito ricordo che E. Castelnuovo nel libro didattica della matematica, citava i vantaggi di far svolgere degli elaborati tipo temi d' italiano con argomenti di aritmetica o geometria.
Poi va bene c' è sicuramente l' aspetto sfida, a cui la mat. si presta "vediamo se riesco a fare l' esercizio perchè sono bravo lo stesso e non ho troppo bisogno del libretto d' istruzione", succede che per i primi tempi magari funziona, ho segito le spiegazioni in classe e con gli esempi fatti dalla proff è tutto OK, dopo quando la trama s' infittisce è troppo tardi non ho il contatto con il testo, ne tantomeno sono abituato a leggerlo.
Comunque non è questione da poco complimenti a quelle/i che che riescono in quest' intento con i loro alunni.
tuttavia argomentando da quanto mi riferiscono i miei tre figli distribuiti tra la 5° elementare ed il 3° scientifico,credo che un motivo dell' "incomprensione" dei testi possa essere individuato nella mancanza della pratica dell' esposizione orale durante l' interrogazione. Se si è abituati a dover esporre a voce cosa è una radice quadrata e con che metodo posso ricercare i valori e non solo a calcolarla applicando l' algoritmo, forse sarà piu naturale accettare la spiegazione verbalizzata offerta dal testo per il prossimo argomento. In proposito ricordo che E. Castelnuovo nel libro didattica della matematica, citava i vantaggi di far svolgere degli elaborati tipo temi d' italiano con argomenti di aritmetica o geometria.
Poi va bene c' è sicuramente l' aspetto sfida, a cui la mat. si presta "vediamo se riesco a fare l' esercizio perchè sono bravo lo stesso e non ho troppo bisogno del libretto d' istruzione", succede che per i primi tempi magari funziona, ho segito le spiegazioni in classe e con gli esempi fatti dalla proff è tutto OK, dopo quando la trama s' infittisce è troppo tardi non ho il contatto con il testo, ne tantomeno sono abituato a leggerlo.
Comunque non è questione da poco complimenti a quelle/i che che riescono in quest' intento con i loro alunni.
"ntn":
tuttavia argomentando da quanto mi riferiscono i miei tre figli distribuiti tra la 5° elementare ed il 3° scientifico,credo che un motivo dell' "incomprensione" dei testi possa essere individuato nella mancanza della pratica dell' esposizione orale durante l' interrogazione.
Considerazione interessante, non ci avevo pensato.
"ntn":
In proposito ricordo che E. Castelnuovo nel libro didattica della matematica, citava i vantaggi di far svolgere degli elaborati tipo temi d' italiano con argomenti di aritmetica o geometria.
Al biennio del liceo scientifico nel compito di matematica avevamo sempre uno o due problemi di geometria euclidea che andavano svolti proprio come un tema di italiano (erano il mio spauracchio ma sono stati davvero utili). Pare che ora sia una pratica caduta un po' in disuso.
"Rowena":
Porca miseria, mi trovo con una terza che NON porta il libro a scuola perchè la loro insegnante precedente lo usava per i compiti a casa,e quindi loro non dovevano anticiparseli a scuola... ma santo cielo, sopra ci sono gli esempi, le formule...ma la teoria ti piove dal cielo? Gliel'ho detto, ragazzi PORTATE IL LIBRO, specie QUANDO SPIEGO!!!
Figurati che da me arriva gente senza neppure il foglio o la penna per scrivere...
I migliori portano libro e appunti...
I piú diligenti hanno adirittura il righello, ma parliamo di gente che viaggia già di suo con voti attorno al 7 e viene di tanto in tanto quando non capiscono un singolo argomento (quando gli dico di fare un piano cartesiano e dall'astuccio sfoderano il loro righello devo trattenere a stento le lacrime dalla commozione...).
Sto ancora attendendo qualcuno che porti spontaneamente anche il compasso...la maggior parte non lo porta neppure se glielo chiedo piú e piú volte...
Sto ancora attendendo qualcuno che porti spontaneamente anche il compasso...la maggior parte non lo porta neppure se glielo chiedo piú e piú volte...[/quote]
Prova a fare come gli spacciatori: le prime volte portaglieli Tu, po' darsi che subentri dipendenza e poi non sappiano pù fare a meno di compassi e libri.
cordialità
Prova a fare come gli spacciatori: le prime volte portaglieli Tu, po' darsi che subentri dipendenza e poi non sappiano pù fare a meno di compassi e libri.
cordialità
ehm..m'intrufolo anche io!!!!!!!!!!
concordo con ntn, però molto spesso i ragazzi decidono di studiare matematica il giorno
prima dell'interrogazione o del compito e chiaramente si fanno prendere dal panico!!!
Quando non c'è questo rischio, perchè perdere tempo a: 1)leggere-2)capire-3)fare gli esercizi?!
Così si passa direttamente alla terza fase!!
I libri di testo, almeno quelli che sfoglio io quando do ripetizioni, sono semplici, ricchi di esempi svolti e comunque non più ostici dei libri delle altre materie! e qui mi riallaccio e condivido pienamente il pensiero di Cozza Taddeo:
Insomma la maggior parte di loro non ritiene ammissibile dover studiare una materia giorno-per-giorno per non accumulare lacune!!
ben vengano i "corsi di lettura" perchè, tra quelli che percepiscono il concetto, sento spesso dire "ho capito ma non lo so spiegare a parole mie!!".......anche se secondo me, resta sempre una questione di pigrizia!
Alle elementari la maestra ci diceva di spiegare le cose come se l'interlocutore le ascoltasse per la prima volta e quindi c'invitava a esercitarci a casa(davanti allo specchio!) per raggiungere l'obiettivo!!
concordo con ntn, però molto spesso i ragazzi decidono di studiare matematica il giorno
prima dell'interrogazione o del compito e chiaramente si fanno prendere dal panico!!!
Quando non c'è questo rischio, perchè perdere tempo a: 1)leggere-2)capire-3)fare gli esercizi?!
Così si passa direttamente alla terza fase!!
I libri di testo, almeno quelli che sfoglio io quando do ripetizioni, sono semplici, ricchi di esempi svolti e comunque non più ostici dei libri delle altre materie! e qui mi riallaccio e condivido pienamente il pensiero di Cozza Taddeo:
"Cozza Taddeo":
le parti di teoria vengano tenute a distanza come troppo astruse e incomprensibili non tanto perché lo siano veramente ma perché richiedono un'attenzione ed uno sforzo di comprensione (minimo) continuato
Insomma la maggior parte di loro non ritiene ammissibile dover studiare una materia giorno-per-giorno per non accumulare lacune!!
ben vengano i "corsi di lettura" perchè, tra quelli che percepiscono il concetto, sento spesso dire "ho capito ma non lo so spiegare a parole mie!!".......anche se secondo me, resta sempre una questione di pigrizia!
Alle elementari la maestra ci diceva di spiegare le cose come se l'interlocutore le ascoltasse per la prima volta e quindi c'invitava a esercitarci a casa(davanti allo specchio!) per raggiungere l'obiettivo!!
"Cozza Taddeo":
[quote="Rowena"]Porca miseria, mi trovo con una terza che NON porta il libro a scuola perchè la loro insegnante precedente lo usava per i compiti a casa,e quindi loro non dovevano anticiparseli a scuola... ma santo cielo, sopra ci sono gli esempi, le formule...ma la teoria ti piove dal cielo? Gliel'ho detto, ragazzi PORTATE IL LIBRO, specie QUANDO SPIEGO!!!
Figurati che da me arriva gente senza neppure il foglio o la penna per scrivere...
I migliori portano libro e appunti...
I piú diligenti hanno adirittura il righello, ma parliamo di gente che viaggia già di suo con voti attorno al 7 e viene di tanto in tanto quando non capiscono un singolo argomento (quando gli dico di fare un piano cartesiano e dall'astuccio sfoderano il loro righello devo trattenere a stento le lacrime dalla commozione...).
Sto ancora attendendo qualcuno che porti spontaneamente anche il compasso...la maggior parte non lo porta neppure se glielo chiedo piú e piú volte...[/quote]
* Deve essere una costante : anch'io spesso fornisco penna e carta ( quest'ultima cosa mi secca )
*Non ho mai osato chiederlo ( il compasso )
* Il righello : uno solo lo aveva sempre, peccato che fosse quello più capra in matematica , come lui stesso si definiva .
Non ho sparso lacrime di commozione quindi.

E' risaputo i libri di testo di matematica sono ancora assolutamente a misura dell'insegnante. Io lo ritengo quasi inutile usarlo per insegnare la matematica ai ragazzi delle superiori.
Per quanto riguarda l'insegnare a leggere un testo scientifico sono pienamente d'accordo direi è necessario farlo al più presto.
"zorn":
Per quanto riguarda l'insegnare a leggere un testo scientifico sono pienamente d'accordo direi è necessario farlo al più presto.
secondo me più che insegnare a leggere un testo scientifico bisogna imparare i ragazzi a leggere e basta, o meglio a trovar il tempo di leggere (anche io sono uno che legge poco in realtà..

già partire ancora da prima
però anche i forum e i blog di internet sono pure lettura...

però anche i forum e i blog di internet sono pure lettura...
"ntn":
[quote="Cozza Taddeo"]Sto ancora attendendo qualcuno che porti spontaneamente anche il compasso...la maggior parte non lo porta neppure se glielo chiedo piú e piú volte...
Prova a fare come gli spacciatori: le prime volte portaglieli Tu, po' darsi che subentri dipendenza e poi non sappiano pù fare a meno di compassi e libri.[/quote]
Naturalmente quando vengono da me il compasso glielo presto io.
Per i libri ne ho prestati un bel po' anche da portare a casa...e purtroppo piú di uno non è piú ritornato...

"zorn":
E' risaputo i libri di testo di matematica sono ancora assolutamente a misura dell'insegnante. Io lo ritengo quasi inutile usarlo per insegnare la matematica ai ragazzi delle superiori.
Certo, è normale che un prof segua una propria linea didattica.
Credo che lo stesso avvenga nelle altre materie.
Non ho mai avuto un solo prof di italiano o storia che abbia seguito pari pari il libro adottato, ciononostante tutti eravamo piú o meno in grado di costruire un link efficace tra le spiegazioni in aula e le informazioni riportate nel libro in modo da integrare ciò che era poco chiaro e approfondire quello che ci sembrava piú importante.
Quello che penso è che in matematica solo una ristrettissima minoranza ha la capacità di attuare autonomamente questo vantaggiosissimo collegamento.
"Mega-X":
[quote="zorn"]Per quanto riguarda l'insegnare a leggere un testo scientifico sono pienamente d'accordo direi è necessario farlo al più presto.
secondo me più che insegnare a leggere un testo scientifico bisogna imparare i ragazzi a leggere e basta, o meglio a trovar il tempo di leggere (anche io sono uno che legge poco in realtà..

Certo, bisogna imparargli a leggere e a scrivere



Non sono d'accordo con zorn sul fatto che internet coi suoi blog, forum, news, ecc. sia un valido sostituto alla lettura in senso tradizionale.
L'utilizzo di internet prevede per sua natura frequenti cambi di pagina, salti da un argomento ad un altro, scarti improvvisi di registro lessicale e stilistico nonché variazioni spesso anche repentine di contenuto.
Viceversa la lettura di un libro prevede una concentrazione prolungata e costante nel tempo su un testo (in bianco e nero!) che mantiene una sostanziale unità stilistica e contenutistica.
I due tipi di lettura, secondo me, richiedono e sviluppano abilità differenti e, per certi versi, complementari. Chi è abituato ad una lettura di tipo tradizionale all'inizio si sentirà abbastanza disorientato a navigare in Internet dove c'è in ogni momento la possibilità di passare oltre, di scavalcare i confini del testo per precipitare dentro qualcos'altro.
Viceversa i giovani internauti saranno presi dalla noia a leggersi l'Odissea dove non c'è neppure una figura di Poseidone e dove manca qualsiasi link utile per sapere immediatamente chi sia 'sta benedetta Nausicaa che si innamora di Odisseo insozzato di sabbia e alghe.
L'apprendimento della matematica, a mio avviso, richiede all'inizio una predisposizione per la concentrazione e lo studio metodico piú simile alla lettura di tipo tradizionale. Alle volte ci si deve fermare su un paragrafo, esempio, esercizio, ecc. anche per piú di un'ora prima di venirne a capo. Senza questa volontà (e capacità) di restare fermi a sbattere la testa su un singolo argomento per molto tempo in matematica non si va molto avanti (naturalmente parlo dello studente medio, lasciamo perdere i piccoli geni...).
A questo proposito mi trovo d'accordo con le opinioni espresse dalla Mastrocola nel libro "La scuola spiegata al mio cane", dove dice che nella società contemporanea la figura dello studente è fuori moda e, benché i pubblici elogi allo studio si sprecano, in realtà il pensiero di un ragazzo fermo alla scrivania per delle ore su un'equazione difficile, su un passo complicato di Shakespeare o su un verso di Virgilio mette paura, soprattutto ai genitori di quel ragazzo che tendono a vedere in quella staticità un ostacolo alla sua piena realizzazione nella società moderna cosí mobile e dinamica.
Lo studio però è passione e amore e come tale richiede di perdere tempo sull'oggetto di tale amore, anzi meglio ancora, di perdere, grazie a quell'oggetto, il senso del tempo...

Non avrei alcun diritto di postare qui, ma l'argomento mi interessa. Quindi spero mi perdoniate, perchè fornirò un punto di vista più da studente liceale.
Allora, al liceo (che ho appena finito) per i primi 3 anni ho raggiunto a malapena il 6 a matematica, poichè non sapevo nemmeno da che parte si aprisse il libro, se non la sezione esercizi (ogni tanto...), soprattutto per mancanza di voglia, (questo lo dico ora, al tempo dicevo anch'io che non ci si capiva niente
).
In quarta seguivo di più in classe, gli esercizi mi riuscivano e ogni tanto guardavo gli esempi svolti, ma raramente la teoria, perchè, da svogliato qual'ero (e un pò lo sono ancora...) ritenevo troppo impegnativo dedicare uno studio libresco continuato alla materia, mentre non ho mai avuto alcuna difficoltà a studiare sui testi di qualsiasi altra matria (eccezion fatta per fisica).
In quinta secondo quadrimestre ho iniziato a studiare sul libro di teoria, un pò perchè in vista d'esame, e un pò perchè mi stavo appassionando sempre più alla materia. Il libro per tutto il liceo è comunque restato sempre un qualcosa di distaccato da me.
Quest'estate ho dato "ripetizioni" a mia sorella (al nero...), di tutti gli argomenti di matematica di seconda superiore, e per la prima volta o quasi ho aperto la sezione teoria del libro, che ho trovato utilissima, specie le (rare) dimostrazioni. Restavo anche diverso tempo a leggere pagine e pagine di argomenti semplicissimi che però avevo sempre imparato "a senso" (non dico che sapevo solo "saper fare", ma mi spiegavo il perchè delle cose a modo mio
), e ho anche scoperto cose nuove, tipo i radicali doppi di cui ho solo un vago ricordo di quando li studiai al biennio.
Ora che sono all'uni lo studio sui testi è fondamentale, e inoltre mi piace molto, anche se mi trovo un pò in difficoltà proprio per questa mancanza di esercizio.
Resto comunque dell'idea che, come diceva qualcuno, i libri delle superiori siano a misura di insegnante. Estremamente freddi e distaccati, a mio avviso, non c'è il folklore di quelli universitari, per intenderci!!! Capisco benissimo perchè gli studenti li evitino come la peste.
Avrei invece trovato molto interessante l'idea di corsi di "lettura scientifica", però se li terrete di pomeriggio come lezione extra credo che avrete ben pochi studenti...
Allora, al liceo (che ho appena finito) per i primi 3 anni ho raggiunto a malapena il 6 a matematica, poichè non sapevo nemmeno da che parte si aprisse il libro, se non la sezione esercizi (ogni tanto...), soprattutto per mancanza di voglia, (questo lo dico ora, al tempo dicevo anch'io che non ci si capiva niente

In quarta seguivo di più in classe, gli esercizi mi riuscivano e ogni tanto guardavo gli esempi svolti, ma raramente la teoria, perchè, da svogliato qual'ero (e un pò lo sono ancora...) ritenevo troppo impegnativo dedicare uno studio libresco continuato alla materia, mentre non ho mai avuto alcuna difficoltà a studiare sui testi di qualsiasi altra matria (eccezion fatta per fisica).
In quinta secondo quadrimestre ho iniziato a studiare sul libro di teoria, un pò perchè in vista d'esame, e un pò perchè mi stavo appassionando sempre più alla materia. Il libro per tutto il liceo è comunque restato sempre un qualcosa di distaccato da me.
Quest'estate ho dato "ripetizioni" a mia sorella (al nero...), di tutti gli argomenti di matematica di seconda superiore, e per la prima volta o quasi ho aperto la sezione teoria del libro, che ho trovato utilissima, specie le (rare) dimostrazioni. Restavo anche diverso tempo a leggere pagine e pagine di argomenti semplicissimi che però avevo sempre imparato "a senso" (non dico che sapevo solo "saper fare", ma mi spiegavo il perchè delle cose a modo mio

Ora che sono all'uni lo studio sui testi è fondamentale, e inoltre mi piace molto, anche se mi trovo un pò in difficoltà proprio per questa mancanza di esercizio.
Resto comunque dell'idea che, come diceva qualcuno, i libri delle superiori siano a misura di insegnante. Estremamente freddi e distaccati, a mio avviso, non c'è il folklore di quelli universitari, per intenderci!!! Capisco benissimo perchè gli studenti li evitino come la peste.
Avrei invece trovato molto interessante l'idea di corsi di "lettura scientifica", però se li terrete di pomeriggio come lezione extra credo che avrete ben pochi studenti...

"Cozza Taddeo":
Volevo chiedervi se anche voi avete avuto questa impressione e se non sarebbe utile che la scuola, tra le varie attività pomeridiane che emtte in atto, non potesse fare dei "corsi di lettura" di articoli o brani di matematica (anche estrapolati dal libro di testo), in modo da educare i giovani alla comprensione della letteratura scientifica.
Penso che sarebbe utilissimo. Sono anni che penso che prima di insegnare qualcosa (una cosa qualsiasi) sarebbe una bella cosa insegnare a studiare. Quindi se c'è un progetto in partenza collaboro volentieri.
Tra l'altro matematica significa proprio qualcosa da apprendere studiando, no? E quindi ben venga per prima cosa il capire che cosa significherà mai "studiare".

"milady":
ben vengano i "corsi di lettura" perchè, tra quelli che percepiscono il concetto, sento spesso dire "ho capito ma non lo so spiegare a parole mie!!"
In genere chi dice così non ha capito, però.

"alvinlee88":
Avrei invece trovato molto interessante l'idea di corsi di "lettura scientifica", però se li terrete di pomeriggio come lezione extra credo che avrete ben pochi studenti...
Ma secondo te invece se esistesse un testo, diciamo di un centinaio di pagine o anche meno, grande come un albo Bonelli per capirsi, che dice cosa è meglio fare per studiare bene risparmiando tempo (perché non è affatto detto che per imparare un argomento serva passarci tutto il pomeriggio, basterebbe impiegare bene il proprio tempo)...
secondo te sarebbe utile?
Anch'io intruso.
.
Credo che il problema risieda anche nel criterio di giudizio stabilito dagli insegnanti (almeno dai tre che ho cambiato): si chiede essenzialmente di saper risolvere gli esercizi $\rArr$ gli studenti si preoccupano solo di questo.
Sospetto che purtroppo ciò possa avere inaspettatamente effetti infausti soprattutto nei confronti degli studenti più dotati che, inquanto tali, riescono a studiare ancora meno e non aprono il libro o quasi.
Un'altra nota: secondo me, specialmente per le dimostrazioni di geometria, studiare sul libro richiede più sforzo mentale di quanto non sia necessario per assistere alla spiegazione di un'insegnante dove si possono tenere gli occhi fissi sulla figura e osservare la dimostrazione in divenire. Per questo sono un fautore delle videolezioni.
Ciao, e buon insegnamento a tutti.

Credo che il problema risieda anche nel criterio di giudizio stabilito dagli insegnanti (almeno dai tre che ho cambiato): si chiede essenzialmente di saper risolvere gli esercizi $\rArr$ gli studenti si preoccupano solo di questo.
Sospetto che purtroppo ciò possa avere inaspettatamente effetti infausti soprattutto nei confronti degli studenti più dotati che, inquanto tali, riescono a studiare ancora meno e non aprono il libro o quasi.
Un'altra nota: secondo me, specialmente per le dimostrazioni di geometria, studiare sul libro richiede più sforzo mentale di quanto non sia necessario per assistere alla spiegazione di un'insegnante dove si possono tenere gli occhi fissi sulla figura e osservare la dimostrazione in divenire. Per questo sono un fautore delle videolezioni.
Ciao, e buon insegnamento a tutti.
"silente":
si chiede essenzialmente di saper risolvere gli esercizi $\rArr$ gli studenti si preoccupano solo di questo.
Veramente io credo il contrario: se uno studente sa un po' di teoria poi gli esercizi li fa meglio e con più facilità.
"silente":
Un'altra nota: secondo me, specialmente per le dimostrazioni di geometria, studiare sul libro richiede più sforzo mentale di quanto non sia necessario per assistere alla spiegazione di un'insegnante dove si possono tenere gli occhi fissi sulla figura e osservare la dimostrazione in divenire. Per questo sono un fautore delle videolezioni.
Ciao, e buon insegnamento a tutti.
Questo è verissimo ma non serve la videolezione, basta la lavagna. In fondo la matematica ha il minor numero di richieste di materiali (tra tutte le possibili materie) per essere insegnata: bastano gesso e lavagna (o carta e penna).

Come docente e come autore di libri di testo trovo la questione sia molto intricata.
Il libro in fondo è una certezza nel rapporto docente-studente, entrambi sanno che esiste e male che vada possono fare riferimento a quello.
E' però uno strumento difficile da usare, più semplice per gli adulti che man mano hanno apprezzato dove andare a cercare le cose che nessuno può più dirti.
Lo studente cerca di evitarlo, se può è meglio che qualcuno le spieghi a voce le cose che dovrebbe imparare.
Gli esperimenti per far leggere il libro di matematica sono indispensabili e necessari ma li vedo come una forzatura. Il docente devi insegnare come si usa il libro ovviamente.
Il libro in fondo è una certezza nel rapporto docente-studente, entrambi sanno che esiste e male che vada possono fare riferimento a quello.
E' però uno strumento difficile da usare, più semplice per gli adulti che man mano hanno apprezzato dove andare a cercare le cose che nessuno può più dirti.
Lo studente cerca di evitarlo, se può è meglio che qualcuno le spieghi a voce le cose che dovrebbe imparare.
Gli esperimenti per far leggere il libro di matematica sono indispensabili e necessari ma li vedo come una forzatura. Il docente devi insegnare come si usa il libro ovviamente.
"Admin":
Gli esperimenti per far leggere il libro di matematica sono indispensabili e necessari ma li vedo come una forzatura. Il docente devi insegnare come si usa il libro ovviamente.
Non ho capito...

Butto lì qualche idea giusto per pensarci un po':
- dare nei compiti in classe gli stessi esercizi che nel libro costituiscono gli esempi svolti (in modo che più o meno dopo la prima o le prime volte lo studente sia tentato di andare a leggere il libro);
- lasciare usare liberamente nei compiti in classe il libro di testo (incompatibile con la precedente ma con lo stesso fine);
- usare le stesse parole del libro e specificare ogni volta "stiamo parlando di equazioni, a pagina 43 del libro" (per esempio).
Per ora non mi viene in mente altro. Però aggiungo una cosa: il libro (eventuale) su come si usa il libro di testo dovrebbe essere per come lo immagino un libretto agile di pochissime pagine (meglio ancora se poche note da poter fotocopiare, così non si tratta di un altro acquisto) da usarsi nelle prime dieci (o sei, o quattro...) ore di lezione.