Perchè i liceali sono convinti che...
la Matematica esista prima dell'uomo?
Mi spiego meglio: recentemente ho trovato un po' di post sul forum (ad esempio questo e quest'altro) in cui erano citate delle frasi "compromettenti".
Devo ammettere che se fossi ancora all'ultimo anno di liceo (scientifico PNI, se interessa a qualcuno) forse avrei condiviso quelle frasi e la filosofia che vi è alla base; però è bastato un semestre alla facoltà di Matematica per farmi cambiare totalmente idea e farmi avvicinare a posizioni piuttosto formaliste.
Evidentemente c'è qualcosa che non va se la Matematica è percepita come qualcosa che non cambia o come qualcosa che non sia un prodotto del pensiero umano, tanto da essere pensata come "base del mondo".
Penso che questo problema sia molto correlato al fatto che, mentre si studiano la Storia, Storia della Filosofia, Storia dell'Arte e l'evoluzione della Fisica, nei licei si trascuri pesantemente la Storia della Matematica.
Gradirei conoscere l'opinione di qualche docente sull'argomento, anche perchè chi scrive è un semplice studente fuori corso di Matematica (che si scusa dell'intromissione nella sezione).
Grazie a tutti. Buon lavoro e, mi raccomando, tenete duro!
Mi spiego meglio: recentemente ho trovato un po' di post sul forum (ad esempio questo e quest'altro) in cui erano citate delle frasi "compromettenti".
Devo ammettere che se fossi ancora all'ultimo anno di liceo (scientifico PNI, se interessa a qualcuno) forse avrei condiviso quelle frasi e la filosofia che vi è alla base; però è bastato un semestre alla facoltà di Matematica per farmi cambiare totalmente idea e farmi avvicinare a posizioni piuttosto formaliste.
Evidentemente c'è qualcosa che non va se la Matematica è percepita come qualcosa che non cambia o come qualcosa che non sia un prodotto del pensiero umano, tanto da essere pensata come "base del mondo".
Penso che questo problema sia molto correlato al fatto che, mentre si studiano la Storia, Storia della Filosofia, Storia dell'Arte e l'evoluzione della Fisica, nei licei si trascuri pesantemente la Storia della Matematica.
Gradirei conoscere l'opinione di qualche docente sull'argomento, anche perchè chi scrive è un semplice studente fuori corso di Matematica (che si scusa dell'intromissione nella sezione).

Grazie a tutti. Buon lavoro e, mi raccomando, tenete duro!
Risposte
"Lorin":
Beh se posso dire la mia, sperando di non offendere nessuno e di non scrivere per voi c****te, per me, che ho da quasi un annetto finito il liceo e aver iniziato la facotltà din ingegneria, la matematica, la ritengo la scienza primaria. Nel senso che, per me il mondo della conoscenza e della cultura è diviso in due gruppi: classico e scientifico. Alla base del mondo classico c'è l'alfabeto, alla base del mondo scientifico c'è la matematica.
Grazie a loro, sia da una parte che da un'altra, poi, sono nate tutti i campi del sapere quindi, Fisica, chimica, Filosofia, Storia dell'arte ecc...
Ok, il discorso potrebbe essere interessante, però non hai detto nulla circa le differenze tra i due "gruppi" in cui dividi il sapere.
Piuttosto sarebbe interessante sapere cosa pensavi della Matematica prima di iniziare i corsi universitari, diciamo tra sei mesi prima dell'esame di maturità ed ottobre dell'anno in cui ti sei immatricolato all'università. Eri sulla stessa linea di pensiero dei ragazzi autori dei post citati qui?
Beh diciamo che prima di immatricolarmi la matematica l'ho sempre vista come una fonte di divertimento (tipo come una partita di calcetto con gli amici), ora vi spiego meglio. La mia avventura al liceo scientifico non è iniziato molto bene, nel senso che, al biennio, ho cambiato si e no, 5-6 professori, perchè, a quanto ho capito, tutti pensano che la matematica che si studia i primi due anni è un pò inutile e quindi, se la si fa o no, è la stessa cosa. Non avendo fatto niente quindi, e non avendo potuto apprezzare come si deve la bellezza dell'algebra elementare e i primi teoremi di geometria, pensavo che la mate fosse una materia inutile, al pari di religione ed Educazione fisica, e tutt'ora, al mio liceo è questa l'idea che molti ragazzi hanno. Giunto finalmente al 3° anno, ecco che arriva la geometria analitica, una grande batosta per me, perchè nel mio corso è giunta una professoressa abbastanza dura, ma che non dimenticherò mai, perchè è stato grazie al suo insegnamento e alla sua autorità nel farlo, che sono diventato quello che sono oggi. Non vi voglio stancare con tutto il racconto del mio triennio, ma in sintesi, vi dico solo, che dal terzo anno in poi, ho avuto il mio primo vero approccio con essa, e mi si è come aperta la mente. Fino al quinto anno ho studiato come un matto, arrivando al punto di fare la notte appresso ai teoremi di geo, quelli di analisi infinitesimale ecc...e + passava il tempo e più mi rendevo conto che non mi stancava proprio quello che facevo anzi; se sul momento non riuscivo a risolvere un esercizio ci ragionavo in continuazione, anche mentre dormivo
, per questo ho detto prima che la mate per me è un divertimento. Però fino a quando non ho iniziato l'uni, non ho avuto modo di approfondire il discorso più di tanto. Studiando anche altre materie, alcune delle quali, inutili dal mio punto di vista, vedevo la matematica come qualcosa di sistematico, cioè se avevo davanti un equazione di secondo grado, subito, applico la formula risolutiva; se avevo davanti senx + cosx +c subito applicavo le formule parametriche...insomma non vedevo un vero motivo, un fine più profondo che mi spingesse a studiarla. La facevo solo per lo sfizio di saper risolvere tutto^^.
Una volta, però, messo piede all'uni, e dopo essere stato indeciso se andare a matematica o a ingegneria, finalmente inizia il corso di Analisi I. Grazie anche alla passione nello spiegare del mio prof (nicola fusco) inizio ad apprendere tutt'un altro modo di ragionare, inizio a conoscere anche il lato storico di essa, e tutto diventa molto ma molto più interessante. Vengo a conoscenza di un sacco di cose, innumerevoli termini, che, giustamente al liceo, non hanno modo di insegnarti, anche perchè non servono. Insomma il mio modo di fare matematica cambia, non lo faccio più sistematicamente, ma inizio a capire il vero significato del perchè trovo il discriminante di una funzione, dell'importanza delle successione, insomma c'è stato un cambiamento radicale in me. Infatti, nonostante, io frequentiun corso di ingegneria, comunque ho deciso, che, voglio ritargliarmi un pò di spazio, per documentarmi, con libri, testi di ogni tipo, per conoscere i perchè degli scienziati; perchè e come sono nati i grandi teoremi, le dispute che ci sono state alla loro scoperta, insomma tutti gli aspetti che circondano questa materia.
Ad oggi, mi sento molto più preparato e pronto, per poter apprezzare la matematica sotto un altro punto di vista, più profondo, che non si basa solo su formule ed enunciati.
Nel post precedente ho asserito che per me la matematica è come l'alfabeto, perchè, a mio parere, è un linguaggio che permette di confrontarci con tutte le persone del mondo, è il mezzo attraverso il quale tutti gli scienziati possono lavorare insieme, ma non solo, per me essa, è la più grande scienza, la prima in assoluto, perchè da essa derivano tutte le altre:
- Fisica (si basa su leggi matematiche, anche se non del tutto, però i principi e le leggi della natura, vengono tradotti sottoforma di formule)
- Chimica (Beh parte di essa deriva anche da considerazione fisiche, e il restante sono sempre concetti matematici)
- Informatica (tutti gli algoritmi, alcuni linguaggi di programmazione, derivano tutti da modelli matematici)
Per citarne sole tre, ma ce ne sono moltissimi altri più specialistici....
Per questo ritengo la matematica al pari di un alfabeto, perchè se non vi fosse questa disciplina, tutte le altre non potrebbero esistere....

Una volta, però, messo piede all'uni, e dopo essere stato indeciso se andare a matematica o a ingegneria, finalmente inizia il corso di Analisi I. Grazie anche alla passione nello spiegare del mio prof (nicola fusco) inizio ad apprendere tutt'un altro modo di ragionare, inizio a conoscere anche il lato storico di essa, e tutto diventa molto ma molto più interessante. Vengo a conoscenza di un sacco di cose, innumerevoli termini, che, giustamente al liceo, non hanno modo di insegnarti, anche perchè non servono. Insomma il mio modo di fare matematica cambia, non lo faccio più sistematicamente, ma inizio a capire il vero significato del perchè trovo il discriminante di una funzione, dell'importanza delle successione, insomma c'è stato un cambiamento radicale in me. Infatti, nonostante, io frequentiun corso di ingegneria, comunque ho deciso, che, voglio ritargliarmi un pò di spazio, per documentarmi, con libri, testi di ogni tipo, per conoscere i perchè degli scienziati; perchè e come sono nati i grandi teoremi, le dispute che ci sono state alla loro scoperta, insomma tutti gli aspetti che circondano questa materia.
Ad oggi, mi sento molto più preparato e pronto, per poter apprezzare la matematica sotto un altro punto di vista, più profondo, che non si basa solo su formule ed enunciati.
Nel post precedente ho asserito che per me la matematica è come l'alfabeto, perchè, a mio parere, è un linguaggio che permette di confrontarci con tutte le persone del mondo, è il mezzo attraverso il quale tutti gli scienziati possono lavorare insieme, ma non solo, per me essa, è la più grande scienza, la prima in assoluto, perchè da essa derivano tutte le altre:
- Fisica (si basa su leggi matematiche, anche se non del tutto, però i principi e le leggi della natura, vengono tradotti sottoforma di formule)
- Chimica (Beh parte di essa deriva anche da considerazione fisiche, e il restante sono sempre concetti matematici)
- Informatica (tutti gli algoritmi, alcuni linguaggi di programmazione, derivano tutti da modelli matematici)
Per citarne sole tre, ma ce ne sono moltissimi altri più specialistici....
Per questo ritengo la matematica al pari di un alfabeto, perchè se non vi fosse questa disciplina, tutte le altre non potrebbero esistere....
"Lorin":
Alla base del mondo classico c'è l'alfabeto, alla base del mondo scientifico c'è la matematica.
Adottando il tuo punto di vista, un ''ponte'' tra i due ''mondi'' potrebbe essere la linguistica.
beh non ho mai pensato a questa cosa, cioè trovare un collegamento tra mondo scientifico e classico, forse si dovrebbe inventare un linguaggio fatto sia da parole che da numeri. La linguistica può essere intesa come un qualunque mezzo, attraverso il quale le persone riescono a comunicare...beh la matematica credo che sia uno di questi.
"Gugo82":
la Matematica esista prima dell'uomo?
Non sarà mica che accade perché gli viene insegnato?
Noto tra l'altro che questo tema ricorre periodicamente, ed esistono vari topics (per esempio questi https://www.matematicamente.it/forum/mat ... 25071.html https://www.matematicamente.it/forum/mat ... 27091.html https://www.matematicamente.it/forum/mat ... 26677.html etc.) che lo hanno toccato, nei quali si capisce chiaramente che esiste questa corrente di pensiero anche tra coloro che hanno superato la scuola da un po'. E ciò continua a stupirmi.
Non capisco. Se una volta fissati gli assiomi la matematica è pressochè già fatta, tanto da uccidere la creatività del matematico... allora anche il pittore non ha meriti: basta fare un quadro casuale...o farli tutti. La pittura è quindi tutta già scritta, e il pittore la scopre.
"Gaal Dornick":
Non capisco. Se una volta fissati gli assiomi la matematica è pressochè già fatta, tanto da uccidere la creatività del matematico... allora anche il pittore non ha meriti: basta fare un quadro casuale...o farli tutti. La pittura è quindi tutta già scritta, e il pittore la scopre.
Può anche essere, ma questo non uccide la creatività di nessuno, per fortuna. Davanti ad una tela io farei una schifezza, un crostone orrendo secondo qualsiasi canone estetico, Monet ci ha tirato fuori invece le Ninfee...
La creatività in matematica, secondo me, sta tutta nell'abilità di capire in quale direzione muoversi per SCOPRIRE strutture interessanti e nella capacità di dimostrare i teoremi necessari per supportare tali scoperte.
"Cozza Taddeo":
[quote="Gaal Dornick"]Non capisco. Se una volta fissati gli assiomi la matematica è pressochè già fatta, tanto da uccidere la creatività del matematico... allora anche il pittore non ha meriti: basta fare un quadro casuale...o farli tutti. La pittura è quindi tutta già scritta, e il pittore la scopre.
Può anche essere, ma questo non uccide la creatività di nessuno, per fortuna. Davanti ad una tela io farei una schifezza, un crostone orrendo secondo qualsiasi canone estetico, Monet ci ha tirato fuori invece le Ninfee...
La creatività in matematica, secondo me, sta tutta nell'abilità di capire in quale direzione muoversi per SCOPRIRE strutture interessanti e nella capacità di dimostrare i teoremi necessari per supportare tali scoperte.[/quote]
si sono d'accordo.